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Forum di Turismo Itinerante: Figli e camper: messaggi precedenti dal 6/4/98 al 17/5/99


   By Webmaster on domenica 07 nov 1999 - 08:52: Edit

Date: Mon, 17 May 1999
From: Ivan Perriera - Isernia
Subject: Complimenti
Caro Nello complimenti per due motivi.
Il primo è che sei riuscito ha far smuovere questo tema ormai da troppo tempo fermo (forse per timidezza) e che
invece non è mai aggiornato abbastanza. Sono certo che tutti i ragazzi che leggeranno il tuo messaggio sapranno
riconoscersi (anche se non lo diranno ai loro genitori) nella tua convinzione.
Il secondo è per concordare con quanto da te dichiarato.
Spero di leggere qualche altro commento sia da parte dei genitori (che forse troppo presto si arrendono) che dai
ragazzi.
Sperando di incontrarti fra le strade d'Europa, invio cordiali saluti non dimenticando di ringraziare Enzo Novellis
(webmaster di questo sito) per tutti gli spazi a disposizione di noi tutti.
Ivan Perriera


Date: Sun, 9 May 1999
From: Nello - Ragusa
Subject: gioventù bruciante
Cercherò di essere breve. Ho viaggiato con i miei genitori in caravan per tutta l'Europa, pur avendo avuto anche io
l'età adolescenziale e la ragazzina al paesello. Ho viaggiato con papà e mamma, sì, lo confesso, fino all'età di 20
anni. Spero di poter fare con i miei figli prossimamente quello che io consentii di fare ai miei genitori, e suppongo
che la ricetta si chiami INCENTIVO.
Mi spiego: fra passare 20 giorni sulla spiaggia arcinota con la ragazza, e staccarmi dalla ragazzina per andare 20
giorni a Copenaghen, o a Parigi, o a Praga... voi che avreste fatto? Io andavo in giro per il mondo, anche perché a
16 o a 18 anni, di ragazzine ne vedi (e ne trovi) pieno il mondo....
Nello Lo Monaco

Date: Thu, 4 Feb 1999
From: Ivan Perriera - Isernia
Subject: Critiche costruttive
Cari amici,
pubblico con vero piacere una critica a me rivolta da parte della figlia di un nostro Socio. RItengo che discussioni
come questa siano necessarie per la prosecuzione armoniosa all'interno di associazioni, ma anche fra semplici
camperisti.
Vi ringrazio per l'ospitalità, anche perchè dare spazio ad una giovane camperista può essere per tutti molto
importante.

Caro Presidente,
mi accingo a scrivere la presente su tuo invito dopo che sei venuto a conoscenza delle mie insoddisfazioni per quanto riguarda
l'organizzazione delle varie uscite e raduni, i quali chissà se per questione di gusti e per poca esperienza spesso non mi contentano
affatto. Riconosco il fatto che è poco carino muovere solo contestazioni a chi si prodiga con lo scopo esclusivo di far vivere giorni
diversi agli associati, ma non posso esimermi dal rilevare che alcune cose mi hanno lasciato stupita. Premesso che sono una
incostante lettrice del tuo periodico "l'ITINERANTE", lo sfoglio infatti solo quando mi è possibile, sul nr. 32 lessi: "Capodanno in
Sicilia", e fui molto contenta; poi all'improvviso e solo pochi giorni prima della partenza venni a sapere che si andava in Calabria.
Festeggiare il nuovo anno su di un'isola ricca di tradizioni culturali, religiose e storiche mi avrebbe certamente entusiasmato ed in
parte lenito la preoccupazione di trascorrere ore in camper senza avere nulla da fare. Invece purtroppo è finita proprio come temevo
e come temo ogni qualvolta si esce.
Secondo il mio parere, la scelta dei luoghi da visitare dovrebbe essere effettuata con votazione di tutti gli associati e solo dopo
regolare convocazione di un'assemblea. Inoltre vorrei che si andasse in zone meno spopolate come è invece Sibari per esempio;
stare a contatto con la natura da' sensazioni di libertà, serenità; correre o passeggiare per lunghi viali alberati è straordinario, ma
troppe ore bloccati in un posto come "Colle dell'Orso", mi annoia enormemente. Bisognerebbe equilibrare le cose: la mattina e
massimo il pomeriggio, visite ai musei, chiese ecc., la sera, visto che noi ragazzi rinunciamo ad uscire con gli amici che abbiamo in
città per uscire con i ns. genitori, abbiamo il diritto ad avere più spazio per le ns. esigenze. Il raduno di Rieti è stato molto
interessante per i Santuari e la bellezza dei posti, ma per noi ragazzi è stato molto pesante tant'è vero che addirittura uno degli
organizzatori disse: "questi ragazzi stanno mangiando pane e Santuari". Pensai tra me: "allora non ho torto! ...". Temo quindi di
non riuscire mai ad essere una camperista convinta!
Saluti.
Imma Impinto (17 anni)

La Risposta
Cara Imma,
voglio ringraziarti di cuore per la tua lettera attraverso la quale possiamo cominciare un confronto utile a tutti. Il problema dei
rapporti fra genitori e figli ha sempre assunto proporzioni imbarazzanti. Ogni genitore (camperista o no) ha a cuore la felicità dei
propri figli e in virtù di tale volontà sostiene spese sostanziose, la prima, nel ns. caso, è quella dell'acquisto di un veicolo che possa
servire a vivere in modo più confortevole le vacanze in famiglia.
Mi sembra corretta la tua idea di coinvolgere tutti gli associati (ragazzi compresi) per la stesura di un programma comune e da
parte mia, ti prego di credermi, ho sempre sollecitato questo tipo di coinvolgimento. L'errore più grande sarebbe quello di non
rispettarsi (o se preferisci sopportarsi) gli uni con gli altri senza dialogare, discutere o collaborare sul da farsi. Criticare a priori solo
per il gusto di farlo o decidere una meta solo per costringervi a seguirci non serve, nè credo che lo voglia nessuno. Allora ben
vengano le critiche (anche se in relazione al viaggio in Sicilia ti invito a rileggere l'articolo "Capodanno in Sicilia" che voleva
essere soltanto un itinerario da seguire autonomamente e non un viaggio organizzato dal ns. Club) o i suggerimenti che possano
"stimolare" chi organizza, ma ancor di più, ben vengano le proposte. Analizzare un viaggio, un raduno, una festa è importante ma
si può essere veramente obiettivi solo dopo esserci stati.
Adesso sai perfettamente che: "stare a contatto con la natura da' sensazioni di libertà, serenità; correre o passeggiare per lunghi
viali alberati è straordinario", così come sai che: "troppe ore bloccati a Colle dell'Orso, ti annoia enormemente". E ancora, puoi
dire con certezza che Sibari d'inverno: "è spopolata" o che Rieti è molto bella ma che visitare troppi Santuari "per voi ragazzi è
molto pesante". Quindi, cara Imma, anche se non te ne rendi conto, se tu non avessi vissuto da camperista non potresti asserire ciò
che hai scritto.
Adesso, accontentati di vivere le vacanze assieme alla tua famiglia e non preoccuparti di "essere una camperista convinta".
Ivan


Date: Sat, 25 Apr 1998 19:48:47 +0200
From: Picchio - Cuneo
Subject: Gioventù....bruciante
Salve a tutti.
Sono un ragazzo di 15 anni figlio unico e per caso, imbattendomi nei bookmark di mio padre, sono capitato in
queste pagine, così ho deciso di esporvi il mio punto di vista e la mia situazione sulla questione
"Gioventù...bruciante".
Frequentando il liceo scientifico e praticando attività agonistica, devo onestamente far presente che non mi rimane
molto tempo a disposizione per stare con gli amici e anche per riposarmi; fortunatamente, però, benché la mia
giornata tipo, 5 giorni su 7, si articoli tra libri e palestra, non mi posso lametare perché ho buoni risultati a scuola e
perché gli allenamenti rappresentano, per me, un momento di svago, anche se impegnativo, in quanto mi trovo
molto bene con i miei compagni di squadra.
Come detto in precedenza, pratico attività agonistica, quindi bene o male tutte le settimane o il sabato o la domenica
sono da ritenersi occupati dalle partite a cui prendo parte. A questo punto entra in gioco la mia famiglia con la
questione camper. Principalmente a causa dei miei impegni agonistici, le nostre uscite sono molto rare, quasi si
contano sulle punte delle dita. Fino a poco tempo fa, accadeva spesso che in casa vi era un clima di tensione
alimentato continuamenete dalle discussioni riguardanti le gite in camper durante il fine settimana.
Fortunatamente ora siamo giunti ad un compromesso: se loro vogliono partire sabato e domenica, che vadano pure,
io vado dalla nonna. Situazioni diverse si presentano nei periodi in cui, ahimé, ci sono dei "ponti", quindi 3-4 giorni
di vacanza consecutivi. In questi casi devo onestamente dire che mi TOCCA partire con i miei genitori.
Ma il problema non é che non ho piacere di stare con loro. Se fosse questo il problema, si sarebbe già raggiunta una
soluzione. Più volte, infatti, i miei genitori mi hanno proposto di invitare in queste "gite" i miei amici. Ma, a parte
che io non condivido l'idea, non sarebbe necessario perché il problema è determinato dall'impossibilità di studiare
con calma. Purtroppo, infatti, anche se ci sono 3-4 giorni di stacco, noi studenti non siamo esenti dai compiti a casa
che, in questi periodi di vacanza, sono più gravosi. E' già accaduto che durante questi "ponti" siamo partiti e, per
fare tutti i compiti assegnatimi, sono dovuto stare sveglio fino a notte inoltrata, seduto nella dinette, desiderando un
caldo giaciglio..., mentre i miei genitori dormivano beatamente sul letto basculante, dopo che per tutto il giorno
avevamo girovagato nelle località in cui ci trovavamo oppure, ma questo solo nei casi più disperati, mi trovavo, di
ritorno dal giro, con una quantià enorme di cose da fare per il giorno successivo.
I giorni che devono servire da occasione di riposo si tramutano quindi in un incubo.
Allora io vorrei dire basta a questa spiacevole situazione, soprattutto considerando il mio carattere ansioso che mi
porta a liberarmi più in fretta possibile dei gravami più pesanti.
A questo punto voi forse mi obiettereste che questi "ponti" sono occasioni saltuarie, che accadono 2-3 volte l'anno.
Questo è vero, ma tu guarda la sfortuna, capitano sempre nei momenti clou dell'anno scolastico, o in periodi per me
neri perché colmi di compiti in classe & affini. Sicuramente preferirei restare a casa in quei giorni, fare i compiti
senza il tempo che mi corre dietro e, perché no?, riposarmi e vedermi con gli amici.
Per quanto riguarda le vacanze estive, ritengo di essere ancora troppo piccolo per andarmene in giro da solo, per
questo mi piace ancora molto girare per l'Europa in camper, perché ciò mi dà modo di conoscere altri paesi e di
vedere nuovi posti. Tutto questo, però, se e solo se non siamo in compagnia di altri equipaggi. L'unica volta che
siamo partiti in gruppo, il viaggio "in comune" si è concluso a metà del giro programmato, perché frutto di una
preparazione sottovalutata e perché i nostri interessi erano troppo divergenti. Inoltre conoscevamo appena i
componenti dell'altro equipaggio e, come se non bastasse, io mi sono dovuto sorbire per circa 20 giorni i miei
coetanei compagni di viaggio pur non avendo alcuna affinità con loro.
Io, invece, preferisco avere la libertà di organizzare il mio tempo liberamente senza dover rendere conto a nessuno,
fuorché ai miei genitori ovviamente.
Vi ringrazio di aver letto il mio messaggio e mi scuso se mi sono dilungato troppo.
Un saluto a tutti.


Date: Thu, 23 Apr 1998 08:58:32 +0200
From: Alessandro Francato - Padova
Subject: "figli ribelli"
Mi intrometto anch'io nello scambio di opinioni relativo all'argomento "figli ribelli" proponendo la mia esperienza
che forse è parzialmente diversa da quelle fin qui lette.
Premetto che la nostra famiglia è sempre stata molto aperta e, non passa domenica, che non ci si ritrovi con parenti,
amici, amici di amici ecc.
Va da se quindi che le nostre escursioni in camper brevi o lunghe vengano sempre fatte con più equipaggi e di
conseguenza le nostre figlie Valentina, ora di 21 anni, ed Alice di 14 hanno sempre goduto di ampia compagnia.
Devo dire che tale situazione pluralistica non ha mai generato i problemi che spaventano i "solitari" e, il più delle
volte, ci ha dato grande indipendenza di movimento in quanto i piccoli si organizzavano da soli studi, giochi, e a
volte anche pranzi.
Nonostante ciò Valentina già a 17 anni cominciò a lamentarsi dei luoghi solitari che noi amavamo tanto e contestava
in continuazione le nostre scelte e, a nulla, sono valsi i tentativi di coinvolgerla nella preparazione dei ns. viaggi.
Durante delle vacanze di Natale trascorse in montagna e nonostante una bella compagnia di suoi amici addirittura
nostri compaesani, usciva dal camper solo nel tardo pomeriggio.
Stessa cosa durante il viaggio a Santiago di Compostela nel 1995 dove i suoi lunghi musi ci hanno profondamente
amareggiati e delusi ma, dopo alcune riflessioni, ho capito che qualcosa stava e doveva cambiare.
L'estate successiva ci ha seguiti, di sua volontà, in Marocco con una nuova e meravigliosa compagnia conosciuta
per corrispondenza dove si è divertita moltissimo ma, già prima di partire, ci aveva detto che sarebbe stata l'ultima e
così è stato.
L'anno scorso, con un'amica e una roulotte, hanno trascorso le vacanze in un campeggio a Jesolo e naturalmente
soddisfazione alle stelle.
Anche noi abbiamo fatto tutti i pensieri che ho letto nei vs. interventi, ho anche cambiato camper per poter magari
ospitare un'amica o un fidanzatino ma, il nuovo camper, non e stato degnato nemmeno di uno sguardo.
Noi genitori non vorremo mai che i nostri figli crescessero, un po' per egoismo e un po' per praticità, ma purtroppo
è inevitabile e a malincuore dobbiamo prendere atto che la loro vita non è più nostra ma giustamente è loro, e noi
dobbiamo dimostrar loro piena fiducia proprio perchè find'ora noi li abbiamo educati.
Personalmente mi trovo a discutere e anche animatamente con mia moglie (molto meno permissiva e molto più
apprensiva) ma nonostante i miei 47 anni, ricordo come ieri, la tristezza di mio padre (e solo ora la capisco) quando a
18 anni 4 amici una tenda e una sgangherata 600 siamo partiti per le ns. prime vacanze da soli.
Ricordo come fosse ieri le animate discussioni che mia moglie sosteneva con sua madre per conquistare un po' di
libertà.
Ora i tempi sono cambiati ma ritengo che l'argomento di cui stiamo discutendo sia sempre stato uguale.
Nonostante nostra figlia abbia sempre goduto della massima compagnia durante i nostri viaggi non è servito a niente
e quindi si pur dedurre che prima o dopo un figlio voglia e debba fare in piena autonomia le proprie esperienze e,
opporsi a ciò, voglia solamente portare ad incomprensioni, litigi o al limite anche a situazioni veramente spiacevoli.
Noi genitori abbiamo avuto molto tempo per educare e far capire ai nostri figli quale differenza ci sia tra il bello e il
brutto, il buono e il cattivo e prima o poi arriva il momento in cui lo vogliano sperimentare da soli, a noi non resta
che attendere ansiosi e speranzosi che tutto vada per il meglio.
Ho molto apprezzato l'intervento on-line di Valentina nella quale ho intravvisto molte affinità con mia figlia e non
posso che darle tante ragioni.
Concludendo vorrei dire che il nostro compito è quello di preparare i figli alla loro vita da adulti e poi di vivere il più
serenamente possibile l'inevitabile distacco (noi eravamo veramente impreparati)e sono convinto che prima o poi,
felici o bastonati, torneranno a chiederci consigli e magari di ritornare ad ospitarli nei nostri amati mezzi.
Ora non ci rimane che goderci il più possibile Alice, la più piccola, e naturalmente gioire delle esperienze positive
che spero faccia Valentina e coscienti che stà vivendo uno dei periodi più belli della sua vita.
saluti a tutti
P.S. Non abbiamo mai lontanamente pensato di abbandonare le nostre vacanze itineranti o peggio il camper per
stare più vicini alla figlia.


Date: Fri, 17 Apr 1998 20:01:31 +0200
From: Maurizio Karra - Palermo
Subject: Gioventù bruciante
Cari amici,
vorrei ringraziare tutti coloro che hanno partecipato al "forum" sullo scontro generazionale fra camperisti "matusa" (e
non solo) e camperisti "giovani" innescato dal mio intervento "Gioventù bruciante".
Ho letto in questi giorni tutti gli interventi che ci sono stati da parte Vostra e mi piacerebbe utilizzarli, in tutto o in
parte, per il prossimo numero del nostro giornalino "IL CLUB", bimestrale del Club Plein Air BdS, citando
ovviamente via via gli autori degli interventi stessi.
Mi farebbe piacere, al riguardo, inviare copia del giornalino a Lulù e Gianpaolo Bertaglia di Novara, a Valentina
Pierdamiano di Roma, a Pietro Rosi di Roma, a Marina e Renato Greco di Roma, a Gianni e Rosa Andreoletti di
Bergamo, a Lio Saccocci di Bergamo e a quanti altri nel frattempo vorranno dire la loro sull'argomento. In tal caso
prego ciascuno degli interessati di inviare, in modo riservato, all'e-mail del Club (pleinair@tin.it) il relativo indirizzo.
Il giornalino sarà loro inviato (ovviamente senza alcuna spesa) non appena sarà stampato (entro la seconda metà di
giugno).
Ancora grazie dell'interesse e grazie ad Enzo Novellis che, con TURISMO ITINERANTE, rende possibile queste
bellissime discussioni a più voci che arricchiscono in ogni caso tutti coloro che entrano nel sito.
A presto.
Maurizio Karra


Date: Mon, 06 Apr 1998 20:49:06 +0200
From: Gianni Andreoletti
Subject: figli, che passione
Pur con ritardo vorrei aggiungere due parole da vecchietto sul problema figli.
Ho raggiunto oramai l'età di aver un figlio grande, che ha passato tutti gli ordini e gradi della scuola italiana (con tutti
i problemi inerenti e conseguenti) e che ci seguiva sempre con grande entusiasmo, nelle nostre vacanze attraverso
tutti le località possibili e immaginabili. Dico seguiva perché non è mai stato costretto a fare cose che non fossero
anche di suo gradimento. E ci segue ancora oggi, come se fosse presente, entusiasmandosi alle nostre avventure (è
il caso di dirlo), alle nostre preoccupazioni (cose nostre), alle nostre gioie (tante, in camper). Pensiamo di essere per
lui un libro aperto, da poter sfogliare quando si ha voglia, certo di non trovare sorprese o delusioni. Quando ci
seguiva era uno stimolo anche per noi, le sue curiosità erano le nostre, le sue delusioni erano per noi motivo di
saper esaminare dove si era sbagliato. Poi venne il giorno (benedetto) in cui preferì altre compagnie, ed era giusto
che si accingesse a farlo con la consapevolezza e la responsabilità che l'età richiedeva. Non ci furono traumi, ne
ripensamenti e a voler essere cinico la prima volta che facemmo le vacanze da soli, per intenderci Rosa e io, ci
trovammo spiazzati da questa insolita libertà. Per inciso aveva 16 anni e da allora ne sono trascorsi dodici. Come
diceva Marina Greco non c'erano telefonini o altro, si comunicava con casa quando si riusciva a prendere le linea,
ma noi eravamo e ci sentivamo sicuri che a casa tutto andava bene, che erano passati i tempi della balia e che
bisognava arrangiarsi un po' da soli. Ed era bello al ritorno sentire le Sue esperienze, le Sue trovate di libertà
"condizionate" non nel senso letterale della parola ma dai nostri giudizi sul Suo operato. E posso garantire che le
cose sono sempre andate nel verso giusto ad eccezione di una sola volta che pur essendosi rotto un braccio
giocando a pallone, seppe fingere al telefono che tutto procedeva bene, mentre si appoggiava all'aiuto
"omnipresente" della nonna alla quale dette scariche di adrenalina tali che non seppe più risollevarsi. Con questo
non voglio dare ne lezioni ne tanto meno modelli da seguire, nell'educazione dei figli non esiste scuola di pensiero
e di pedagogia, esiste una consapevolezza di noi genitori di non renderci schiavi dei figli, di non adattarci al loro
volere e piacere e che non pensino che tutto è dovuto e se premio deve essere dato, questo dipende solo ed
esclusivamente da loro.
E sempre a proposito di figli in camper e non, giunto all'età in cui non si ha più voglia ne di figli propri ne di altrui,
mi ritrovo ad osservare i comportamenti dei vari equipaggi incontrati durante i nostri viaggi. Si va dall'indipendenza
totale dei nordici (che fa tanto orrore alle mamme nostrane, non me ne vogliano le signore camperiste) al fattore
chioccia, nostrane, che invece fa tanto "mammmmmme" sotto tutti i punti di vista. E poi ci lamentiamo se abbiamo
ancora in casa figli o figlie trentenni (furbi, come dice saggiamente Marina) di cui vantiamo le virtù in pubblico e i
vizi in privato. E qui, aprendo una parentesi, mi ricordo di mia madre, un vecchio generale austriaco, a cui si doveva
obbedire ciecamente (faccio presente che ero figlio unico), la cui legge era inviolabile e che concludeva ogni
discorso con la celebre frase "io sono tua madre" sigillo di ogni discussione o qualche timido tentativo di rivolta o
disobbedienza.
Mi accorgo che, dopo tanto blaterare, non ho aggiunto niente alla soluzione del problema "figli, in camper" e questa
si che è "camper, che passione". Ho risolto i problemi man mano si presentavano, alcune volte rinunciando a
qualche nostro desiderio, altre volte trovando soluzioni (leggi nonni, loro felici di avere sotto mano il pargoletto, lui
forse un po' meno rimpiangendo di non averci seguito) che accontentassero tutti.
Oggi oramai tutti maggiorenni vaccinati, ci troviamo qualche volta a risolvere un altro problema, che non voglio
assolutamente paragonare a quello serio finora discusso da tanti amici ed amiche, ovviamente. E quando il figlio
oramai grande, ti chiede il camper (a gratis!!!!) per andare in giro con qualche amichetta o amici, nel periodo in cui
voi avevate programmato di fare quella scappatina in quel bel posticino, dove da tanto tempo pensavate di andare e
che avevate previsto tutto e che invece e che, e che…?? Meditate amici camperisti, meditate…e scusate il disturbo
Ciao a tutti. Gianni&Rosa BG

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