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Forum di Turismo Itinerante: Figli e camper: messaggi precedenti dal 12/3/98 al 6/4/98
Date: Mon, 6 Apr 1998 12:37:37 +0200 From: lio saccocci di Bergamo Subject: NOI INSIEME... Salve amici di....tastiera. Ho finalmente trovato il tempo necessario per scrivere anch'io qualche considerazione sugli argomenti dibattuti. La mia regola fino ad oggi è stata quella di continuare a scaricare tutti i messaggi per poi leggermeli quando il tempo me lo consentiva per cui - salvo rare apparizioni - non ho mai potuto dare il mio apporto alla discussione. Debbo dire che non mi ero mai posta il problema del numero di accessi al sito. Io, come credo molti di Voi, vi sono arrivata tramite ricerche partite da "camper", questo circa 18 mesi fa. Non avendo alcun amico camperista e -men che meno- campernauta ho parlato del sito con amici che comumque non hanno interesse specifico per nessuna delle due categorie citate (camper e internet). Non sono abbastanza addentro alle "segrete cose" internettiane per sapere se la gestione di un sito abbia dei costi di tipo economico oltre a quelli -che reputo più onerosi- di sacrificio di tempo. Per quanto mi riguarda non ho mai avuto nessun problema ad entrare in contatto con nuovi amici in qualsiasi modo avvenga questo contatto e debbo dire che dopo un breve lasso di tempo mi è sembrato di conoscere tutti da sempre. Di conseguenza mi ha fatto molto piacere l'idea del raduno cui ho aderito subito, è bello pensare ad un confronto di tante mentalità diverse che comunque hanno casualmente trovato dei punti comuni: internet, l'amore per un certo stile di conoscenza della vita e di ciò che ci circonda, i figli, i problemi logistici del camper etc. Non ho alcuna idea sul cosa si possa fare per diffondere il nostro (mi permetti Enzo di sentirlo come COSA/CASA comune) Sito. Ho esposto anch'io il logo del sito ed anch'io non ho visto alcuno che lo esponesse, nè sono stata fermata da alcuno. Del resto non sono mai stata fermata da nessuno in nessuno dei miei viaggi e quando personalmente ho tentato qualche approccio non posso dire di avere avuto alcun risultato salvo poche parole. Mi rendo conto che quando una persona si impegna a fondo per fare qualcosa vorrebbe anche vedere dei buoni risultati. Obbiettivamente Enzo mi sembra che tu abbia avuto ottimi risultati: l'avere fatto conoscere delle persone tra loro, averle fatte parlare di determinati argomenti non certo di sole futilità, l'avere messo il primo mattone per la nascita di nuovi rapporti di amicizia e collaborazione, mi sembrano di per sè delle cose splendide e estremamente appaganti. Io credo che tutti noi, ognuno per le sue capacità, saremmo disponibili a darti una mano per provare ad aggiungere qualche "servizio" a questo sito, parlo di relazioni di viaggi, di fotografie, cartine etc. Si potrebbero proporre delle mete comuni di esplorazione, qualche incontro pur nel rispetto dell'indipendenza e della libertà dei singoli e credo che questo tipo di iniziativa cascherebbe a fagiolo per tentare di risolvere i problemi di gestione dei figli in crescita. Io ho due figli, (vedi foto) Marco compirà 14 anni a fine luglio, Chiara arriverà ai fatidici 10 anni alla fine di settembre; per il momento nessuno dei due mi ha posto alcun problema sul venire ovunque si proponesse di andare. Se mai il problema è mio in quanto sono fermamente convinta che per loro tutto sarebbe migliore se ci fossero altri ragazzi in viaggio con noi con cui ritrovarsi e vivere quelle cose che a lungo andare stancano gli adulti. Lo scorso anno in 2 mesi di girovagare per l'Europa ho visitato parchi giochi, parchi di divertimento, musei assurdi per il loro sollazzo quanto credo mi basti per un bel pò. D'altronde è corretto concedere loro la vacanza che più gradiscono per avere da loro la disponibilità ad accettare le pillole di conoscenza che in altro modo gli facciamo mangiare. Ovviamente tutto sarebbe più facile essendo in più gruppi con figli, magari con età simili:questo oltre ad essere un bel divertimento per i figli (e perchè no, anche per i genitori) sarebbe per loro fonte di arricchimento umano dovuto alla conoscenza di coetanei provenienti da località diverse. Lo scoglio maggiore viene dalla non disponibilità degli altri genitori a lasciare che i figli si aggreghino a noi. Diciamo che il discorso è più semplice quando già di partenza si ha un modus vivendi - o meglio itinerandi - comune. Sono comunque assolutamente in accordo con Enzo che prponeva una ristrutturazione dell'area discussione: una cosa sono le faq sul camper e sulle aree di sosta, una cosa sono gli itinerari da chiedere o da proporre, una cosa sono i gruppi di discussione e approfondimento sui più diversi argomenti, in cui scambiarsi esperienze, dubbi e vissuto. Tutto questo non potrebbe che arricchire il sito e personalmente ognuno di noi, allargando la cerchia anche ai non strettamente "addetti ai lavori". Per la cronaca io ho stampato un pò di locandine sul sito ed ho provato a metterle su altri camper, non so con quali risultati, sto preparando per la mia famiglia le magliette con stampato il nostro logo, sono disposta a rendermi disponibile per dare una mano a Enzo per collaborare per quanto posso al suo lavoro a favore del sito (se è vero anche in questo caso che Internete annulla le distanze), agli amici Renato e Roberto che tanto si sono dati da fare per l'organizzazione del raduno posso solo dire che sono stati "grandi"e di chiedere se vi è qualche necessità.Credo fermamente che dopo questo ns. incontro sarà più facile l'organizzare qualcosa di piacevole e utile.L'unione fa la forza quindi.... Un grosso abbraccio a tutti, ciao. Lio Date: Mon, 30 Mar 1998 10:05:39 +0200 From: Pietro Rosi Subject: Per Marina Greco - sul problema dei Figli Cara Marina (e Renato) Sono contento di aver avuto un riscontro alle mie riflessioni (per un po' ho temuto che il mio messaggio fosse rimasto sommerso dalle maree di Mont Saint-Michel). Vedo che in fondo la pensi come me, e che concordi sul fatto che i nostri figli sono destinati a fare le nostre stesse esperienze. Vorre precisare che non sono preoccupato nel lasciare solo mio figlio di 17 anni. Tutt'altro, sia lui che la bambina sono abituati ad essere autonomi da quando avevano 2/3 anni (in questo ci hanno aiutato i loro caratteri molto sereni ed estroversi). Quello che volevo affermare è che non possiamo pretendere dai nostri ragazzi che condividano le nostre passioni, per cui dobbiamo accettare che, al momento giusto, seguano la loro strada senza sentirci in colpa se andiamo in vacanza senza di loro. E' solo una faccia della medaglia, naturalmente, ma le mie riflessioni erano stimolate dalle parole di Maurizio Karra sui camperisti che, quando i figli non li seguono più, si sentono frustrati e vendono tutto, salvo pentirsi appena si accorgono che tutto ciò è assolutamente normale. In altre parole, dobbiamo prendere atto di quello che dice Valentina, che, espresso o meno (dipende dal carattere di ciascuno) è quello che i nostri figli pensano. Non credo che sia necessario esplorare soluzioni alternative (vacanze più o meno stanziali, voli terapeutici sul mar rosso…). E' sufficiente ripensare alle nostre esperienze di figli e vivere serenamente una fase della vita della nostra famiglia nella quale noi genitori abbiamo l'unico dovere di non accelerare i tempi, lasciando che la situazione giunga a naturale maturazione. Un saluto cordiale Pietro Rosi Date: Thu, 26 Mar 1998 16:18:24 GMT From: Marina Greco di Roma Subject: Risposta a Pietro Rosi: I figli: l'opinione di una madre (che è stata figlia) Mentre leggevo il tuo messaggio nel quale esterni le tue preoccupazioni a lasciare solo un figlio di diciassette anni mi chiedevo che tipo di madre incosciente sono io: una figlia di nemmeno dieci anni che già da due ogni tanto rimane a dormire dalle amiche (non frequenta la scuola di quartiere) e per la quale già mi sto organizzando in vista di futuri stages all'estero. Comunque, dopo aver chiesto l'opinione di mio marito e aver fatto un onesto esame di coscienza debbo dire che non mi sento affatto una madre snaturata e visto che chiedi l'opinione degli altri, eccoti la mia. Mi scuso, ma sarò un po' lunga. Partirò dalla mia esperienza di figlia perché innanzitutto dovremmo ricordarci, come dice Valentina ed anche il suo papa', di quando figli eravamo noi, e poi per far capire perché la penso in un certo modo oggi che sono madre a mia volta. La prima notte da sola, il primo viaggio senza genitori, l'ho vissuto a 17 anni per motivi di studio. Naturalmente non eravamo nel 1998, non ero maschio, ma femmina, (all'epoca il sesso contava parecchio) quindi le apprensioni erano molte, i telefonini non esistevano e i miei genitori avevano in mano soltanto il recapito telefonico della scuola dove sarei arrivata, perché le indicazioni di dove avrei alloggiato per un mese le avrei avute soltanto all'arrivo. Però avevo una gran fortuna: dei genitori che vedevano oltre le cose. Quindi sono partita, da sola, ho fatto un lungo viaggio in treno, da sola, sono arrivata a destinazione sana e salva e dopo un mese sono tornata, sempre sana e salva, riportando a casa, dentro di me, qualcosa che cercherò di spiegarti: Quel viaggio mi aveva aperto le porte su una visione della vita che non mi ha mai abbandonato. Non solo: avevo imparato a gestire in proprio me stessa, il budget a mia disposizione, avevo fatto amicizia con ragazzi e ragazze dei più svariati paesi, avevo ascoltato mentalità e punti di vista completamente diversi dai miei. Il seguito lo puoi immaginare: da allora il mio mondo si è allargato, ma ho continuato ad avere piacere a viaggiare con la mia famiglia, anzi, dopo le lontananze, le vacanze con la famiglia venivano apprezzate ancor di più. Oggi, sono anch'io un genitore. Come mi comporto con i miei figli? O forse dovrei dire come ci comportiamo, al plurale? Comunque per comodità continuerò ad usare il singolare. Cerco di renderli responsabili, e ho cominciato a farlo fin dall'inizio. Cerco di fargli vedere oltre le cose, capire i posti che visitiamo, le differenze culturali, ambientali, di comportamento della gente. Gli anticipo quello che vedranno, non le ipotetiche amicizie che incontreranno: e se poi non le incontrano? Cerco di fargli capire l'importanza della conoscenza delle lingue, una volta utili, oggi indispensabili in questo mondo divenuto ormai villaggio globale. La prima volta che mia figlia ha varcato i confini nazionali aveva 42 giorni (mio figlio non lo nomino perché era già vecchio: aveva 10 mesi), sono stati da sempre abituati a orecchiare altre lingue, e ti debbo dire, giocano con tutti, senza limitazioni. Qualche volta mentre giocano con un compagnetto straniero capita che ti chiedano il significato di una parola e dopo aver ricevuto risposta, tornano a giocare con lui. Tutto questo perché vogliamo creare le basi perché diventino individui con un'apertura mentale e una capacità di responsabilizzazione che, speriamo (!) ci evitino drammi al momento di spiccare il volo, rubando una frase a Pierdamiano Sforza. Vogliamo che, quando saranno un pochino più grandi, abbiano già ben chiaro che i mesi estivi sono un periodo d'oro da sfruttare per investire nel loro futuro, quindi che preferiscano il viaggio interessante, con i genitori, alla settimana al villaggio con gli amici. Questo naturalmente fino al momento in cui inizieranno ad essere lasciati da soli per una sera, per una settimana, o per un mese. Ma questo è un lavoro che deve iniziare al momento della loro nascita, cambiando, se è il caso, il nostro modo di vedere le cose, e allo stesso tempo, al momento opportuno, quando si comincia ad avere sentore di un certo disinteresse nei nostri figli, e noi reputiamo che non sia giunta l'ora per allentare la presa, ascoltiamoli, cerchiamo di stimolare il loro interesse offrendogli mete interessanti. Scusami se mi permetto, ma vorrei farti notare una cosa: dici che tuo figlio non vuole venire con voi, ma l'anno scorso, quando eri senza camper, perch te ne sei andato per l'ennesima volta in Grecia, invece di approfittare della mancanza del camper per farvi tutti un bel viaggio in un paese che stimolasse l'interesse di un giovane di 17 anni? Noi abbiamo amici che hanno il problema inverso al tuo: figli ormai universitari che come sentono i genitori parlare di vacanze subito si aggregano. Come mai? Te lo dico io: la meta programmata non è mai niente male, e guarda caso, non c'è amico o discoteca che tenga a fargli rinunciare a quel viaggio con mamma e papa'. Figli mammoni? Non credo. Figli furbi. E allora, se non conosci altre strade, sfrutta questa furbizia, se te lo vuoi tenere ancora vicino. Non portarlo in un'isola che si gira tutta in due ore, con un viaggio per arrivarci che è meglio non parlarne, e non tenercelo per un mese. Noi, quando andammo a Thassos, dopo una settimana avevamo già ampiamente esaurito l'interesse per la zona. Non meravigliarti se poi il ragazzo non vuole venire con voi. Poi al fatto di portargli dietro un amico elenchi problematiche che scusami, io non vedo, tanto meno col camper che hai tu. Il problema della irreperibilità mi sembra che sia stato egregiamente risolto da Giampaolo Bertaglia, quindi anche quello non sussiste, a meno che uno non se lo voglia creare per forza. Perché, visto che il ragazzo ha 17 anni, non gli fai un onesto discorso nel quale gli dici che, in vista della sua prossima maggiore età e l'eventuale futura decisione di allentargli le briglie, (per quanto tempo ancora credi di poterlo tenere legato?) questo sarà forse l'ultimo anno che farà le vacanze con voi e vuoi quindi che questa volta sia lui a decidere dove andare? Lasciagli ampio campo di scelta e vedrai che ci penserà sopra. E se proprio per un anno dovrai rinunciare alle tue immersioni, Ventotene o il Giglio sono così vicine che potrai andarci nei fine-settimana, oppure potrai pensare a qualche giorno rilassante nel Mar Rosso con tua moglie: con l'aereo non è così lontano, e credimi, dopo aver visto la bellezza di quel reef la Grecia ti apparirà sotto un'ottica completamente diversa. Cordialmente, Marina (e Renato) Greco Date: Tue, 24 Mar 1998 09:00:49 +0100 From: Pietro Rosi Subject: Problema dei figli Torno sul "problema" dei figli in età adolescenziale (o oltre), non perché ho l'uovo di Colombo (questo si era capito) ma solo per raccontarVi le mie esperienze e le mie idee in proposito. I miei ragazzi sono deliziosi, e sono stati loro ad insistere perché acquistassimo un nuovo camper, dopo il furto del precedente. Ciò nonostante, all'atto pratico, si pongono i soliti problemi. Provo a riassumerli distinguendo tra i due ragazzi, perché per età, sesso e caratteri hanno problemi diametralmente opposti (che si sommano). Giulia ha nove anni (quasi dieci) e, come è giusto (!) ci segue in tutte le uscite. E' molto contenta di stare con noi e si gode la presenza fissa dei genitori, ma molto di più la ricorrente assenza del fratello. In altre parole è contenta di averci tutti per lei, durante i fine settimana. Per la vacanza estiva è un altro discorso: si annoia e vorrebbe una compagnia, che spesso non trova negli equipaggi che via via si incrociano sul tragitto, e con i quali dividiamo qualche giornata di viaggio. Soprattutto all'estero non si presta ad amicizie con bambini stranieri (credo solo per via della lingua, perché è nell'età della chiacchiera). Giuseppe ha 17 anni e da quando abbiamo acquistato il nuovo camper (gennaio 98), salvo qualche rara eccezione, non ci segue più nei fine settimana. Si gode un mondo la libertà di restare a casa da solo, di incontrare gli amici e di poter disporre del suo tempo. Quella di lasciarlo è stata una decisione sofferta e meditata, che ha visto anche qualche divergenza tra me e mia moglie (che è più disponibile di me). Purtroppo ho dovuto cedere, anche perché abbiamo portato in camper con noi Giuseppe fin da quando aveva due anni e tutte le mete che oggi rivisitiamo le ha già "subite" a suo tempo. Per la vacanza estiva, o per i viaggi di durata comunque superiore ai due giorni (con una sola notte di mezzo) il problema resta tutto: non ci sentiamo di lasciare solo il ragazzo d'altronde non intendiamo neanche rinunciare alle nostre meritate ferie o all'impostazione che da sempre diamo alle nostre vacanze (viaggio itinerante, e, d'estate, solo due/tre soste di 4/5 giorni). Di fatto diventiamo irreperibili (libidine!!) e questo non si concilia con l'ipotesi di lasciare il ragazzo a casa (almeno per altri due o tre anni). Riflettendo con mia moglie, abbiamo concluso che l'ideale sarebbe che i ragazzi trovassero compagnia (spesso un amico può fare miracoli), ma non è facile trovare un equipaggio che: sia composto da persone simpatiche; abbia figli della stessa età dei nostri; abbia figli compatibili (per carattere) con i nostri; abbia gli stessi ritmi di viaggio; voglia fare lo stesso itinerario nello stesso periodo ecc. ecc. Poi abbiamo pensato di viaggiare in gruppo, per poter ampliare le possibilità, ma allora i problemi organizzativi sono tali da snaturare il modo stesso di viaggiare in camper (trovare aree di sosta abbastanza grandi, stabilire un programma comune ecc.) Altra soluzione che stiamo studiando (per Giuseppe) è quella di coinvolgerlo nella scelta delle destinazioni, ma ci accorgiamo che reagisce con scarso entusiasmo. Portare con noi un amico? Anche questo è difficile, data la promiscuità tipica dei camper, che una tendina di appoggio risolve solo nelle soste nei campeggi o per periodi medio-lunghi. In conclusione, pare inevitabile che da un lato si debba "precettare" Giuseppe, dall'altro si debba "imbrogliare" Giulia con il miraggio di chissà quali amicizie di viaggio. Approfitto del fatto che mia moglie non leggerà questo messaggio (è ancora riluttante a fare amicizia con i computer) per esporre una mia personale teoria in proposito: non è che ci facciamo troppi problemi e che i nostri figli, avvertendo le nostre difficoltà, ne approfittano come solo loro sanno fare? Capisco che per noi genitori il massimo sarebbe che i figli si entusiasmassero come noi all'idea di un viaggio, o anche solo di un fine settimana sulla neve. Se così non è, i diversi non sono loro, ma, forse, lo siamo noi. Penso ai nostri genitori, che non ci hanno dato possibilità di scelta, e ci hanno portato con loro (nel mio caso al mare per un mese ogni anno) senza neanche chiederci se preferivamo la montagna. Poi, di fatto, la vacanza scivolava via piacevole ogni anno. Ed, appena possibile, ci siamo staccati ed abbiamo iniziato a fare le vacanze da soli. Se smettessimo di farci tanti scrupoli e prendessimo atto che siamo destinati a ripetere questa esperienza anche noi? E' naturale (e giusto) che i ragazzi cerchino una loro autonomia, così come è doveroso che i genitori li tengano "legati" a loro finchè non si convincono della loro autonomia, della loro maturità o comunque della loro capacità di gestirsi. Cercare di più, pretendere l'entusiasmo, accarezzare sogni idilliaci anche al di fuori della realtà dei fatti forse è l'errore che ci trae tutti in inganno e ci procura tensioni, attese insoddisfatte e delusioni. Sono anche convinto che se da un lato cerchiamo di evitare viaggi "assurdi" tipo la visita a tutti i campi di concentramento nazisti (è un fatto accaduto!) e magari intramezziamo le nostre vacanze con qualche tappa più gradita ai nostri figli o li coinvolgiamo nella scelta dell'itinerario, facendo premio ai loro interessi e dall'altro non poniamo alternative (tipo… vuoi venire? …ti fa piacere?), dando un senso di normalità al fatto che vengano con noi e che la famiglia faccia le vacanze unita, forse rendiamo tutto più semplice ed evitiamo quello che dicevo prima, cioè che i nostri ragazzi (che sono delle volpi in proposito), percepiscano l'imbarazzo e si divertano a metterci in difficoltà, magari solo per spirito di contestazione o per lucrare un credito futuro. Sono cinico? Non lo so. Ripeto che mia moglie certamente mi contesterebbe, dandomi del despota. Mi piacerebbe conoscere la Vostra opinione. Ciao a presto Pietro Date: Mon, 23 Mar 1998 11:34:00 +0100 From: Sforza Pierdamiano Subject: Gioventu' bruciante. L'opinione di una di loro. Salve. Mi chiamo Valentina, ho 17 anni e sfrutto la mail di mio padre per inserirmi nel discorso, discorso all'ordine del giorno anche a casa nostra. Mi inserisco nel tema rivendicando a pieno titolo la patente di campeggiatrice DOC, facendo tale attivita' dalla tenera eta' di 3 mesi passando dalla roulotte gentilmente prestataci dai nonni, alla canadese, al carrello tenda fino al camper. Io sono particolarmente fiera della mia vocazione di "viaggiatrice" perche' mi ha sempre consentito di vedere posti diversi dai normali siti turistici, di conoscere gente con abitudini diverse dalle mie e spesso sono tornata felice ed appagata. Crescendo, pero', ho cominciato ad avere i miei interessi, i miei amici, il mio ragazzo ed ho cominciato "a fare le storie" per uscire nei fine settimana. Parallelamente papa' cominciava a diradare le uscite nei wek-end. Voi direte: fate una volta per uno. Anche se questa, salomonicamente, potrebbe essere una buona soluzione, non mi e' mai piaciuta perche' ritengo che se gli interessi non sono piu' coincidenti, le strade si possono anche dividere senza dover accettare - magari con un "muso lungo" malamente nascosto - l'"imposizione" dell'altro. Da mio padre l'uscita con il camper nel sabato e domenica e' vista come una parentesi di tranquillita' dove ci si parla e ci si rilassa contemplando un bel tramonto sul lago. Verissimo, la settimana di lavoro e' sempra densa di impegni, ... ma alla pace del laghetto di montagna talvolta io preferisco il vociare di un pub in compagnia dei miei amici. Ogni eta' ha il suo corso e credo che questo debba essere rispettato anche se mi rendo conto che la nostra giovanile spensieratezza, la nostra voglia di vivere e forse anche la noncuranza dei problemi dei "vecchi", tipica della adolescenza, qualche volta forzano la mano e vi costringano a rinunciare la vostro programma. Tutto questo, credetemi,non mi impedisce di provare un vago senso di rimorso nell'avervi "costretti" a rimanere a casa. Ogni genitore che vede il proprio uccellino che tenta di volare via, prova in qualche modo a ricordargli dove sia il proprio nido e magari ostacola i giretti di ispezione, lo capisco. I miei non mi hanno mai tarpato troppo le ali, sia pure a costo di qualche lacrimuccia, mal mimetizzata da improvviso attacco di allergia; pero' li vedo troppo titubanti nel volermi lasciare sola. Provate a ricordarvi della vostra gioventu', dei vostri screzi con i vostri genitori, provate a cercare di divertirvi senza dover per forza pensare dove io stia. Se il problema e' solo nel timore di saperci da soli a casa, attendiamo fiduciosi che il tempo smantelli tale sensazione affinche' nessuno costringa l'altro a costrizioni di sorta. Da parte nostra cercheremo di venire con voi qualche volta in piu' ... possibilmente non nel solito laghetto di montagna ma cercando dei posti con qualche spunto interessante. Grazie dell'ospitalita'. Valentina P.S. Comunque il camper non vendetelo. Potrebbe sempre tornare utile.... Date: Fri, 20 Mar 1998 13:27:12 +0100 From: Gianpaolo Bertaglia Subject: Gioventù bruciante, io la penso così Raccolgo l'invito di Maurizio Karra sullo scontro generazionale che inevitabilmente si verifica tra i camperisti con prole (e non solo tra loro). Abbiamo una figlia di 21 anni che da quando è diventata maggiorenne (1995) non viene più in vacanza con noi. Già quando aveva 16/17 anni si sentiva costretta a seguirci e molte volte si creavano tensioni dovute alla " forzata convivenza". Mettendosi nei suoi panni (leggi età) è facile capire che i suoi interessi in materia di svago, non coincidevano con i nostri nonostante gli sforzi nel programmare viaggi che potessero accontentare le esigenze di tutti. Poichè si tratta di una ragazza responsabile, non abbiamo avuto difficoltà a lasciarle programmare autonomamente le sue vacanze, ovviamente con un poco di giusta apprensione. Il risultato è stato di reciproca soddisfazione e per quanto ci riguarda, sono finiti i musi lunghi e le tensioni, abbiamo meno vincoli, andiamo dove ci pare, quando ci pare e facciamo quello che ci pare, in poche parole siamo liberi di gustarci i nostri viaggi, lunghi o brevi che siano, nel modo che più ci piace. E la figlia? Lei dice che si diverte altrettanto per cui, contenta lei e contenti noi, cosa si può pretendere di più? Ovviamente quando siamo lontani ci si sente quotidianamente, le distanze ed i confini non sono un problema. Con un cellulare GSM ed un uso oculato dello stesso, si può comunicare senza spendere dei capitali. Noi ad esempio facciamo una normale telefonata alla sera, mentre al mattino ci facciamo chiamare da lei ma, come da accordi, non rispondiamo. Se dopo tre squilli la chiamata si interrompe sappiamo che tutto fila liscio e che ci sentiremo in serata : costo zero e serenità tanta. Non ci sentiamo genitori " snaturati " perchè ci preoccupiamo relativamente delle scelte fatte da nostra figlia, semplicemente ci siamo trovati davanti ad un bivio dove da una parte ci sarebbero stati litigi, perdita di serenità, apprensione etc. e dall'altra, dopo un ovvio periodo di " rodaggio ", la soddisfazione avrebbe potuto essere reciproca. Ovviamente abbiamo optato per questa direzione e la strada si è rivelata priva di asperità confermando la validità della scelta. Nemmeno per un attimo abbiamo pensato di liberarci del nostro camper e, se anche questo pensiero ci fosse passato per la mente, la risposta sarebbe stata " non ci pensiamo proprio". Abbiamo il massimo rispetto per la libertà ed i diritti degli altri (famigliari compresi) ma esigiamo che altrettanto rispetto ci sia dovuto e, con un poco di volontà e di buon senso, quasi tutti i problemi si risolvono. Anche nostra figlia frequenta le discoteche ma non abbiamo perso il sonno per questo. Non è possibile vivere sempre nel timore di possibili disgrazie e rilassarsi (se ancora si riesce) solo quando i nostri figli sono nel loro letto al calduccio. In questo mondo i pericoli sono sempre in agguato, in casa o fuori. Chi ha dimenticato le ultime tragedie: aerei che precipitano sulle scuole o tagliano i cavi di funivie, treni che deragliano, pazzi asseragliati che sparano sulla gente per strada. Se ci lasciamo sopraffare dagli avvenimenti odierni, la nostra non pu più considerarsi vita e come potremmo proteggere i nostri figli, forse chiudendoli in casa, isolandoli dagli agenti esterni? E le conseguenze quali sarebbero? Se riteniamo che i nostri ragazzi meritino la fiducia che riponiamo in loro, dobbiamo cercare di capire in quale momento il pulcino diventa aquila e lasciare che spicchi il volo che potrà dapprima sembrare incerto ma, con il nostro aiuto, diventerà in breve sicuro e maestoso. Sono certo che in molti dei nostri ragazzi quando avranno formato la loro famiglia, riemergerà la voglia di camper ed in quel caso, statene certi, ci chiederanno di prestargli il nostro compagno di avventure che, da quel momento, diventerà oggetto di contesa perchè nessuno vorrà più rinunciare a lui. Se questo problema è superabile con l'acquisto di un nuovo mezzo, ai nostri figli ne resterà un altro ben più grande : convincere i loro figli a seguirli anche quando saranno cresciuti o, se non ci riusciranno, accettare le loro decisioni. Ma questa è un'altra storia.......... Gianpaolo e Lulù Bertaglia Novara Date: Thu, 19 Mar 1998 10:32:50 +0100 From: Maurizio Karra Subject: Conflitti generazionali Invio una riflessione (Gioventù ...bruciante) che riguarda i conflitti generazionali anche fra camperisti, e mi piacerebbe che fosse lo strumento di una discussione nel forum Camperisti on line. Un caro saluto. Maurizio Karra Date: Thu, 12 Mar 1998 18:01:00 +0100 From: Sforza Pierdamiano Subject: ... segue figli grandi Certo, non si puo negare che non le stiamo tentando tutte per questi benedetti ragazzi! Ora, visto l'elenco aggiornato con l'eta', sara' difficile - per i nostri figli - trovare ulteriori scuse. Certo che .... se qualcuno indicasse anche i loro hobbies e preferenze sportive .... Scherzo, ovviamente. E' pur vero che sti ragazzi vanno capiti; mia madre (noi siamo campeggiatori da una vita) alle mie lamentele sull'argomento, mi ricorda che a 16 anni preferivo la spiaggia vicino Roma piuttosto che il viaggio in roulotte per l'Italia perche' ... li' passava le ferie estive la mia ragazza! Quindi con pazienza e amore noi - io e mia moglie - lavoriamo ogni giorno affinche' i nostri figli acquisiscano una maggiore capacita' di gestire le loro capacita' per permettergli di arrivare maturi e coscienti a quella eta' dove ti senti padrone del mondo; allora sara' giusto che spicchino il volo alla ricerca della propria dimensione e non saremo proprio noi ad impedirglielo ( ... mi sto quasi commuovendo ). Salutoni. Pierdamiano Sforza - Roma P.S. Lungi da me l'intenzione di dare lezioni a nessuno su come educare i propri figli. Era solo una considerazione che mi e' venuta spontanea e che ho gradito esternare. Non esistono solo problemi di meccaniche o di gas che gela. Ciao.
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