Provenza, luogo pieno di profumi, suggestioni, emozioni, sapori. Facile perdersi in paesaggi surreali passeggiando nel vialetto con ai lati la classica infiorescenza a spiga di lavanda viola, deve essere questa sensazione di incanto misto ad un’innata eleganza della natura ad aver ispirato Monet nella realizzazione de Le Jardin a Giverny.
Seguendo le tracce dei grandi pittori impressionisti qui si possono passare giorni indimenticabili nell’atmosfera antica che i villaggi arroccati sulla roccia raccontano, ci si può tuffare nel mare blu calpestando spiagge bianche o esplorando le Gole del Verdon alla scoperta di un paesaggio sempre nuovo dove le rocce d’ocra di Roussillon fanno da sfondo a mari limpidi e blu, luoghi come Simiane-la-Rotonde si affacciano sulle Alpi provenzali o il villaggio di pietra secca di epoca neolitica vicino Gordes.
Un viaggio molto variegato che Graziella, la protagonista, insieme al marito Enea e le simpatiche Dina e Joly gatta e cagnetta di bordo, ci racconta condividendo con noi le sue impressioni ed esperienze.
A zonzo tra i campi di lavanda, borghi arroccati, distese di vigneti, città romane, canyon da spettacolo: una classica vacanza per tutti nel cuore della Provenza.
Martedì 9 aprile
Alla mattina presto finiamo di caricare il camper, più che altro con le vettovaglie, poche, con il cane e questa volta con una gattina piccola di due mesi, che farà il suo battesimo nel nostro camper.
Io sono un po’ tesa per questo, spero che non soffra per il viaggio, ma sono ben decisa di provare da piccina, per esperienza so che quando incominciano ad avere 8 o 9 mesi, i gatti non accettano più di essere trasportati, sono degli animali molto “territoriali”.
Quindi sono le 12,30 quando mio marito mette in moto, lui non lo sa ma io voglio farlo arrivare fino a Castellane, dove arriviamo alle 21 dopo 454 Km. A Castellane c’è una bella area di sosta. Il viaggio è stato molto bello Dina la Gattina è stata messa nel letto in basso ed abbiamo chiuso lo sportello, avevamo paura che incominciasse a correre per tutto il camper, miagolava così l’abbiamo fatta uscire ed è stata sulle mie gambe.
Sull’autostrada A8 francese siamo usciti alla 42 per Grasse. Da Cannes a Grasse la strada era parecchio frequentata, Grasse è diventata una città orribile, altro che fabbriche di profumi, c’è stata una costruzione edilizia invasiva, case, case, case, e altro: di tutto di più. La strada dopo Grasse fino a Castellane è stata buona, senza traffico intenso, e il tempo: sole e pioggia.
Mercoledì 10 Aprile
A Castellane andiamo all’Ufficio del Turismo e ci facciamo una passeggiata di 6 Km sulla “Barricade” in riva al fiume.
Abbiamo il sole, se penso che sono partita da Milano perché non ne potevo più di quella pioggia e del freddo!!!
Dopo pranzo arriviamo a Moustiers-Sainte-Marie, percorrendo la strada D952, quella delle Gorges, dove c’è il Point Sublime.
Strada di montagna piena di curve e tornanti ma ben percorribile perché incrociamo pochissime auto. Anche a Moustiers c’è una bellissima area di sosta e visitiamo il paese.
Giovedì 11 Aprile
Partenza alle ore 9 da Moustiers, dopo aver cambiato la bombola del gas da 10 litri, probabilmente non era piena, perché è durata 2 giorni soltanto, facciamo gli scarichi e riempiamo di acqua i serbatoi, poi prendiamo la D19 ad Aiguines, c’è un Bar Altitude 823 da cui si gode un panorama splendido sul lago che forma con uno sbarramento il fiume Verdon.
Il paese peraltro è bellissimo, ma non c’è in giro nessuno, parte dei negozi sono ancora chiusi: nell’unico negozio aperto compro 5 sacchetti di lavanda per € 3,50. Dopo, riprendendo il nostro viaggio, prendiamo la D71, in modo da fare la Corniche Sublime, riva destra dunque, alla nostra sinistra si distendono le Gole del Verdon. Ci fermiamo al Balcons de la Mezcla, dal quale si può ammirare un panorama mozzafiato, a 700 metri in basso dove scorre il Verdon con le sue acque turchesi.
Appena scendiamo da camper, ci viene incontro una ragazza che mi chiede se parlo l’inglese, le indico mio marito, lei spiega di stare molto attenti perché loro sono state derubate di tutto nei pochi minuti in cui si sono allontanate dall’auto, presa a noleggio, per fare alcune foto e una piccola discesa.
Noi restiamo senza parole, lì non c’è nessuno tranne noi, tutto è deserto, perfino l’unico locale, bar ristorante, e chiuso, ma ci arrendiamo senz’altro quando la ragazza ci fa vedere il finestrino del passeggero andato in briciole e le altre due amiche affrante che si lamentano in auto.
Parlano di passaporti, di borse, di portafogli spariti.
Enea decide di restare in camper o nei pressi, intanto lui non può neppure avvicinarsi al balcone, soffre di vertigini, io mi incammino, guardo, resto senza parole fra me e me, faccio alcune foto. Che posto bellissimo e non è la prima volta che vengo qui, ma la terza.
Mentre torno sui miei passi penso che dirò alle neozelandesi (è da li che vengono le 3 donne) che chiamiamo la Polizia e le diciamo di venire sul posto, forse si può recuperare ancora qualcosa, forse i ladri sono ancora nei paraggi, ma mentre arrivo sulla strada carrabile vedo che loro ormai si stanno allontanando con l’auto e come superano il bar ristoro, vedo che dall’altro lato del fabbricato esce un’auto bianca, che sembra voglia inseguirle, ma dopo pochi metri, fa inversione e si sposta sull’altra corsia e parcheggia vicino ad un altro balcone; dall’auto discendono due uomini e una donna, la donna fa finta di essere interessata al panorama, gli uomini si nascondono.
Ecco penso, sarebbe stato giusto chiamare la polizia, sono convinta che i ladri siano loro. Ogni volta che veniamo in Provenza subiamo dei furti, già 3, a Nizza, sulla Promenade des Anglais, a Nîmes, in un posto affollato dove avevamo parcheggiato per entrare in uno splendido giardino alla francese, con laghetto e fontane, e infine in un’area di servizio, a Aix-en-Provence, dopo aver pagato il gasolio, ho subito uno scippo in piena regola, alle 12 di una domenica, piena l’area di gente.
Ma su per le montagne deserte non mi era ancora capitato di vedere una cosa così. Proseguiamo per ritornare a Moustiers, oggi abbiamo fatto km. 105.
Venerdì 12 Aprile
Da Moustiers andiamo a Sainte-Croix-du-Verdon. Sainte-Croix è un paese bellissimo, pittoresco, situato poco sopra al lago nel quale in alcuni punti di rispecchia; dal paese, sulla collina di fronte si vede Aiguines, dove eravamo al bar Altitude 823. Oggi è una giornata luminosissima, il cielo è azzurro e il sole splende davvero.
Riprendendo il viaggio passiamo per le colline con terreni coltivati a lavanda: le piantine sono ancora piccole e bisognerà aspettare luglio per vederle mature e di colore blu lavanda. Ormai siamo veramente a zonzo tra campi di lavanda, borghi arroccati, vigneti e canyon, per le città romane dovremo aspettare più avanti, il nostro viaggio è sempre verso Ovest, fra le colline dell’alta Provenza.
Una scoperta davvero inaspettata è stata la visita del Museo della Preistoria Des Gorges du Verdon a Quinson, che sorge in un modernissimo edificio progettato da Norman Foster. Il museo ha ricostruito il passato geologico e antropomorfico millenario del Verdon.
Un gigantesco mammut e altri animali preistorici ci accoglie nell’atrio, dentro al museo ci sono video e film da vedere, vetrine con reperti, tutto diventa chiaro, ci forniscono di telefoni con auricolari che traducono istantaneamente in italiano i video e video rami che stanno alle pareti.
Come al solito ammiriamo l’organizzazione didattica che è tipica dei musei francesi. C’è anche la ricostruzione della grotta de la Baume Bonne, chiamata anche “La grotta del Sole” per via del graffito disegnato sulla volta. Vicino al parcheggio del Museo a 800 metri, c’è un villaggio preistorico nel quale a seconda dei giorni va in scena la vita quotidiana preistorica.
Tutto in mezzo a una campagna ubertosa, tutto tenuto benissimo pulito e accurato, accanto al villaggio preistorico corre un fiume, ad accreditare quello che dicono molti storici, le civiltà nascono sempre vicino a un corso di fiume.
Fra le cose che abbiamo appreso sul Verdon e sui primi uomini cavernicoli che vi abitavano, ora sappiamo che anche le grotte dell’Esterel, sul mare, erano abitate dai colonie di uomini primitivi che si cibavano dei prodotti della pesca nel mare blu della costa Azzurra, dove le rocce e le grotte arrivano e fanno da costa al mare, che appare più blu per il contrasto del massiccio dell’Esterel che è tutto completamente di color mattone.
Nel pomeriggio ripartiamo per Riez, l’area di sosta è un postaccio non attrezzato, ma per me va bene lo stesso, mio marito brontola.
Sabato 13 Aprile
Da Riez partiamo per Valensole per la D6 e proseguiamo fino a Manosque, da qui andiamo per la N96 e poi per la D13, ci fermiamo al paese di Mane, qui posteggiamo credendo di essere nel parcheggio dell’Abbazia, ma siamo invece in un parcheggio di una negozio organizzato a self service, come un supermercato, che vende prodotti tipici della Provenza; ne approfittiamo per fare acquisti, visto che i prezzi qui sono di alcuni Euro più bassi che in altri luoghi, la varietà dei prodotti è più vasta.
La nostra meta è l’abbazia di Notre-Dame-de-Salagon. L’edificio in rovina è stato ristrutturato a spese della Stato francese e trasformato in un museo con la peculiarità di avere dei giardini etnobotanici che circondano l’abbazia e narrano la storia di diversi impieghi delle piante dal Medioevo ai giorni nostri, una serie di orti divisi per argomento: Giardino dei tempi moderni, Giardino medievale, Giardino delle spezie, Giardino della Noria, Giardino delle piante medicinali, e altri.
Anche in questo museo godiamo dei telefoni per le spiegazioni di ogni luogo o stabile che visitiamo. Niente viene lasciato al caso. Fuori dallo stabile dell’Abbazia prima di arrivare ai giardini, c’è un grande prato, è scoppiata la primavera, fra l’erba rigogliosa sono spuntati ogni tipo di fiorellini di campo, dalle margherite ai fiori gialli, ai non ti scordar di me, alle violette.
C’è sempre il sole e questi luoghi essendo ad Ovest godono di più insolazione. Fatichiamo ad andarcene, arriviamo al parcheggio affamati, con l’intenzione di farci una pasta con le acciughe, aglio e olio, Enea apre la porta del camper e dice la cane: “Joly, scendi a far la pipì”, il cane scende, fa la pipì e scappa per i campi.
Non c’è verso di farla tornare indietro, non vale che le vado dietro, la chiamo, le faccio vedere un biscotto, le dico “biscotto”, lei ha deciso di andarsene, come ha già fatto almeno dieci altre volte a casa e anche quando si è fatta coprire 3 anni fa sempre in Francia, da uno spinone orribile.
Joly è una meticcia, raccolta 4 anni fa in Grecia, aveva già un anno, e ha sempre avuto la tendenza a scappare, mio marito, nonostante la mia teoria che non si raccoglie mai un cane randagio, a meno che non sia piccolissimo, cucciolo di non più di due mesi, ha avuto pena di lei, che vagava magrissima sostentandosi con i pochi bocconi che le davano i camperisti e qualche ristoratore greco.
Era magrissima ma secondo me felice di quella vita. Abbiamo fatto un grosso sbaglio e questa cagna ci crea un sacco di problemi. A me è andato per traverso il pranzo che consumavo dopo aver rinunciato a correrle dietro, e con il pensiero che non avrei potuto lasciarla lì in Francia alla sua vita randagia, perché è dotata di microchip e regolarmente registrata all’anagrafe canina del mio paese, e in questo modo sarei stata rintracciabile, avrei dovuto pagare una bella multa per abbandono di animale, più la spesa del ricovero, più avrei dovuto rifarmi un viaggio per andare a riprenderla.
L’unica era restare lì e riprovare a chiamarla e a prenderla. Ci ha provato mio marito con lo stesso mio risultato, anzi la bestia, si allontanava sempre di più, finché incontrando una coppia marito e moglie con un cane, alla quale Joly si è avvicinata facendo le feste, mio marito ha chiesto: “per favore prendetemela”, in francese ovviamente, e così recuperato il cane, siamo ripartiti prendendo la N100 siamo arrivati a Forcalquier, bellissima città tipica del Sud della Francia con interessante cattedrale gotica.
Vi è anche la “cittadella” dove c’è una grande cappella a forma ottagonale con cupola e Statua delle Madonna dorata. Dal belvedere della cittadella si ha un panorama di tutto respiro sulla vallata.
A Forcalquier non ci sono camping aperti e quindi ci siamo dovuti spostare fuori a 7 km. A Niozelles, al Camping Lac du Moulin de Ventre, aperto ma deserto, in tutto il campeggio una tendina. Il prezzo più che contenuto, € 18. Qui la nostra gattina ha fatto la sua prima uscita.
Domenica 14 Aprile
Dopo solo km. 47 siamo già a Simiane-la-Rotonde (da Forcalquier si prende la D950 e si devia sulla D51 per il paese che sorge su un colle).
Quando venendo sulla D51 dai le indicazioni al navigatore satellitare, esso, il navigatore ti segnala Simiane centro con svolta dalla carreggiata D51 verso una strada si asfaltata ma larga 3 metri, con tanto di cartello, e ci sono pure le auto parcheggiate ai lati. Imboccata la strada e resoci conto del guaio in cui ci eravamo messi, abbiamo fatto marcia in dietro nel vero senso della parola con il nostro camper largo metri 2,20, alto 3,10 e lungo 6,80.
Eravamo molto scoraggiati e siamo tornati sulla D51, sperando di trovare più avanti un’entrata in paese più agevole per il nostro mezzo. Infatti al terzo cartello Centre Ville, c’era una strada percorribile, larga che conduceva a un bel parcheggino con belvedere, appena fuori dalle mura, il centro del borgo era percorribile ovviamente solo a piedi.
L’Abbazia di Salagonsi trova alla biforcazione fra la N100 e la D13, e lì c’è il paese di Mane, come ho già detto ed è lì poco prima di una curva si trovano i cartelli turistici per Notre-Dame-de-Salagon.
Quando si è in giro in camper la chiarezza fa la differenza. Le soste per la notte, a Forcalquier in un Agriturismo, sulla Route de Niozelles, che è un sito fatiscente, con una capienza camper forse per 3 mezzi, e pure nascosti bene, che non si trovano, e oltre alle galline non c’è nessuno che ti accoglie, quando sulla stessa strada a 7 km. più in là c’è un meraviglioso campeggio.
Simiane la Rotonde deve il suo nome dalla sagoma a tronco di cono del suo castello medievale, più che un castello era una fortezza. Molto interessante, il borgo medievale. Il tempo continua a essere bello e fa caldo. Ci godiamo il sole e le cose belle da vedere, dal parcheggio che è un vero e proprio belvedere si gode la vista sulla vallata e le montagne lontane ancora innevate.
Dopo pranzo, andiamo ad Apt, per la D22, ma non ci fermiamo e proseguiamo per Roussillon, dove c’è all’entrata del paese un bellissima area di sosta. Abbiamo fatto Km. 88.
Lunedì 15 aprile
Roussillon è in provincia di Vaucluse (la famosa Fontaine-de-Vaucluse, Petrarca ecc. dove non andremo perché siamo già stati circa 20 anni fa). A Roussillon è obbligatorio andare a piedi, sono pochi metri, forse 800. Ma chi se lo aspettava il “Sentiero delle Ocre”?! Sembra di essere nel Colorado in Arizona.
Il sentiero si snoda per circa 4 Km., 50 minuti di cammino fra guglie e falesie di terra rossa, mattone, ocra, dal giallo al viola che svettano nel cielo come le tre cime di Lavaredo in mezzo a una foresta di piante Mediterranee: pini, querce e sottobosco, un’esaltazione di colori incredibile. Come mai le altre volte che sono stata in Provenza nessuno mi aveva detto di andare a Roussillon?
Quando torniamo, pranziamo, paghiamo il parcheggio, che non ha i servizi delle aree di sosta, € 9. A Roussillon non c’è neppure un distributore di benzina, per fare gasolio bisogna andare ad Apt, così nel pomeriggio facciamo questa cosa.
Per fortuna che avevamo saltato Apt dalla nostra visita, è una città incasinata e piena di traffico. Poi andiamo a Gordes (Vaucluse) a soli 5 Km da Roussillon. Gordes è un villaggio medievale arroccato e dominato da un bel castello cinquecentesco, il paese è così armonioso nella sua casualità da sembrare il frutto di un progetto architettonico.
A Sud di Gordes si trova il villaggio neolitico di Bories, che visiteremo il giorno dopo. Les Bories sono le casupole a forma di alveare che costituite da pietre sovrapposte a secco, potevano essere realizzate senza l’uso di alcun utensile. E’ probabile che la tecnica di costruzione risalga all’epoca neolitica, ma furono abitate fino al 1920 o più. A Gordes c’è, già in paese, dietro alla Gendarmeria un parcheggio che funge anche da area di sosta.
Martedì 16 Aprile
Oggi riusciamo a dormire fino alle 8 e 40, Gattolina ha dormito un po’ di più delle solite 7:30. Usciamo dal parcheggio dopo aver scaricato le acque nere e le grigie. Uscendo dal parcheggio scendendo alla prima a destra svoltiamo per andare all’Abbazia cistercense di Notre-Dame de Sénanque.
La visita è a gruppi e il gruppo si è formato alle 10:30 e invece sono le 10:50, alla cassa ci danno ugualmente il biglietto per la visita da farsi per conto nostro, quindi nessun problema. La guida sarebbe stata comunque in francese.
Il chiostro dell’Abbazia è stupendo ha doppie colonne che formano il numero 12, come le tribù di Israele. Il dormitorio e la sala capitolare sono notevoli per bellezza architettonica, così pure la chiesa.
Quando riprendiamo il camper per andare via, all’uscita dall’ampio parcheggio dell’Abbazia, scopriamo con sollievo che la strada che avevamo fatta per venire, strettissima, in realtà era un senso unico che prosegue uscendo a sinistra a arriva fino a Gordes.
A Gordes, ripassiamo per la piazza e scendiamo fino ad arrivare al parcheggio per il Villaggio di Bories, che dista dal parcheggio di 2 km da farsi a piedi perché la strada è vietata ai camper. Oggi abbiamo fatto km. 107. Non abbiamo ancora finito di viaggiare per oggi, infatti contrariamente a quello che vorrebbe mio marito gli chiedo di proseguire per Malaucène, nota stazione turistica.
Ma l’orario, quasi le 18 non ha favorito il nostro viaggio durante il quale abbiamo avuto uno che ci ha rotto lo specchio dalla parte del guidatore ed ha proseguito indisturbato, poi noi che abbiamo preso dentro un’auto che veniva in senso inverso in una strada strettissima e usata come deviazione nella città di Carpentras.
Giunti dopo varie peripezie a Malaucène, troviamo subito e per fortuna l’area di sosta molto bella e ben servita. La cittadina è a pochi metri: 500. Siamo un po’ provati.
Mercoledì 17 Aprile
Dall’area di sosta al centro del paese sono veramente 500 metri, andiamo a fare la spese, sul corso c’è un mercatino con svariate bancarelle. La merce esposta è molto cara, sulla strada troviamo un Marche U e lì abbiamo fatto la spesa.
Oggi è una giornata particolarmente calda, fuori ci sono 28°, ma dentro al camper il termometro ne segna 32. Nel pomeriggio ci riposiamo, passeggiamo un po’ e leggiamo seduti sulle poltrone fuori da camper. Dina esce e si diverte moltissimo, si arrampica sugli alberi e miagola perché non sa ancora come scendere.
Giovedì 18 Aprile
A soli pochi chilometri da Malaucène (9, per l’esattezza) c’è Vaison-la-Romaine, un bel paese con antichità romane e una bella cattedrale romanica Notre-Dame de Nazareth. La parte medievale che parte dal Ponte Romano è dominata dalle rovine di un Castello del XII secolo. La città è divisa dal fiume Ouvèze. Fra le rovine romane vi è un teatro ancora agibile e una Villa du Paon. Buona l’area di sosta camper a € 7,50.
Venerdì 19 Aprile
Partiamo da Vaison-la-Romaine per Cairanne benchè non ci interessi in particolar modo la Cave del vino. Naturalmente a Cairanne non troviamo la Cave Cooperativa in Route de Bollène, e neppure ad altro indirizzo, la Cave Cooperative non esiste proprio. Dopo un giro di ispezione con il camper, ci rigiriamo e torniamo indietro.
Oggi il tempo è cambiato molto, è nuvolo e fa freddo a me piace molto però passare da queste parti un po’ brulle, salvo le viti, con un tempo del genere. Ci dirigiamo verso Orange, una città provenzale che fa 29.659 abitanti. È nel dipartimento di Vaucluse ed a circa a 21 Km. da Avignone.
Antica città romana Orange possiede un bel teatro ed un arco; il teatro nel centro della città è ancora in funzione. Ad Orange veniamo accolti, proprio mentre a fatica siamo riusciti a parcheggiare in zona centrale, da vento gelido e pioggia, c’è un traffico incasinato e non ci sono indicazioni di un posteggio camper o pullman. Come ho già detto più sopra abbiamo però potuto parcheggiare in centro.
Purtroppo abbiamo lasciato a casa la Guida verde del Touring Club e per tutto il viaggio ne abbiamo sentito la mancanza. Ma qui ad Orange ancora di più, perché ci manca la cartina della città che sempre c’è nella Guida T.C.I. relative alle città importanti. Così ci rendiamo conto che l’arco lo abbiamo mancato, mentre il teatro è proprio in centro.
Guardando sulla carta stradale vedo che sulla D976 si passa vicino a Châteauneuf-du-Pape, e so per esperienza che il vino qui prodotto è molto conosciuto e infatti porta il nome del paese che lo produce.
Arriviamo in paese già sulla strada in collina, vediamo si un sacco di filari di vigna, poi in paese ci fiondiamo nella prima Cave che incontriamo e che soprattutto, dato il terreno curve e saliscendi, abbia un parcheggio per il nostro mezzo. La signora proprietaria si fa attendere un bel po’, dopo che abbiamo suonato al campanello, infatti compare solo quando ce ne stiamo andando.
Mi apre il suo magazzino e mi indica un cartello con i prezzi da € 23 a bottiglia per il 2011 a € 27 per il 2009, me li fa assaggiare, francamente preferisco (non per il prezzo) quello del 2011, è meno aspro. Prendo 3 bottiglie del 2011, fa 14,5% di alcool. Ho fatto questo acquisto solo per un regalo a un estimatore di questo vino, che ne ha sempre decantato la qualità.
Io francamente preferisco il Barbera mosso dell’Oltrepò Pavese, della cantina dove di solito vado a rifornirmi, quest’anno è particolarmente buono, mah! Mi rendo conto di essere una tipa poco raffinata!!! grossière, come direbbero i francesi.
E già che siamo in argomento voglio spezzare ancora un’altra lancia: sul famoso formaggio francese che io ho pagato su una bancarella a Castellane € 34,90 al chilo. E non era il famoso Roquefort francese, fatto con latte di capre selezionate, ma un buon formaggio di latte vaccino, formaggio a pasta stagionata a livello della nostra fontina, niente di speciale, buono, ma se penso che quando vado dalle parti di Parma a prendere i Parmigiano Reggiano di 36 mesi e lo pago € 16!
Altra cosa ridicola, in un bar a Gordes, molto carino, con la terrazza panoramica sulla valle, abbiamo chiesto se avevano il Sidro, hanno detto di no, ho chiesto perché e si sono messi a ridere, barista e avventore, dicendo che loro non usano bere il Sidro, che devo andare in Normandia e che è là che lo bevono.
Ho chiesto se avevano lo champagne, me oui, e allora come mai, non lo producete qui, ma in Val di Rhêmes. Abbiamo poi chiesto due birre alla spina, quelle c’erano e ce le siamo bevute al tavolino della terrazza, guardando giù per la collina.
Ma torniamo al nostro viaggio, che con Orange si è concluso e dopo la D17 di Châteauneuf prendiamo la AU 7 in direzione Marseille, usciamo a Cavaillon per prendere la D973 con uscita a Cadenet indi a destra per la D943 e poi per la D661 per l’Abbazia di Silvacane che troviamo ormai chiusa.
Ormai siamo nel viaggio di ritorno e per la D556 e poi la N96 andiamo a Saint-Paul-lès-Durance, perché c’è un bella area di sosta, segnalata dalla Guida ADAC tedesca. Abbiamo fatto 182 km.
Sabato 20 Aprile
Partendo da Saint-Paul-lès-Durance con meta La Gaillard/St. Aygulf, per un’altra area di sosta sul mare dopo Sainte-Maxime, sulla N98; percorriamo la D952 fino a Vinon-sur-Verdon, poi la D554 fino a Ginasservis, indi D23 a Rians poi D3 fino a Saint-Maximin-la-Sainte-Baume, la N7 fino a Vidauban, la D25 per Sainte-Maxime, fino a che arrivati finalmente al mare imbocchiamo la N98 che costeggia il mare e arrivo all’area di sosta Chez Marcel.
Anche questa segnalata dalla Guida ADAC Tedesca. Il viaggio è stato bellissimo, siamo passati dalla Provenza Alta, dalle colline, al mare, dal tempo tempestoso e di nuovo freddo, al sole splendente.
Domenica 21 Aprile
Costeggiando il mare torniamo all’incrocio con Sainte-Maxime e andiamo a Saint-Tropez, inutile pensare di fermarci, non ci sono parcheggi per i camper, anzi i camper sono proprio vietati, non possono sostare, così mi accontento di un giro di propaganda, non avevo mai visto Saint-Tropez. Credevo di trovarci mezzo mondo e invece è deserta.
Dopo il giro dentro al paese, torniamo indietro con meta Saint-Raphaël, sempre nella Guida ADAC è segnalata un’area di sosta, e invece nulla, soliti divieti di sosta per i camper, così niente passeggiata a piedi per la città, dicono che qui c’è una delle più belle passeggiate da fare a piedi.
Ormai siamo in vista del massiccio dell’Esterel, per la cronaca la strada litorale che stiamo percorrendo, la D98 è detta Corniche d’Or. Il massiccio dell’Esterel ha rocce di porfido rossastro e blu che precipitano a mare erosi nelle più stupefacenti formazioni, aprendo anche piccole incantevoli calette ove si annidano lussuose località di soggiorno.
Da non dimenticare che le grotte che ancora si vedono sulle rocce color mattone, abitavano comunità di uomini primitivi, come quelli del Gorges du Verdon. A Capo Rosso c’è un bel tratto di costa non urbanizzato e lì si vede la bellezza selvaggia di questo posto. Qui siamo riusciti a sostare senza divieti, ammirare il panorama, fare alcune foto e pranzare. Non sarei più partita da lì.
Oggi la strada comunque e piena di traffico, ci sono in giro molte moto che corrono volentieri per questa strada piena di curve e di saliscendi. Proseguiamo fino a Cannes, Villeneuve-Loubet, dove ci sono i camping.
Père François è chiuso, Parc des Maurettes sappiamo che è molto caro, quindi scegliamo di tornare verso Antibes dove c’è un campeggio annuale molto bello “la Vieille Ferme” che costa solo 20, Euro per una bella piazzola comodissima. Il tempo è ancora buono e c’è un bel sole.
Lunedì 22 aprile
Già alla mattina il tempo è decisamente cambiato, è nuvoloso e fa freddo. Ma io non mi arrendo, prima di tornare in Italia voglio visitare Vence, meglio Saint-Paul-de-Vence, perché lì c’è la fondazione Maeght, uno dei principali musei europei di arte moderna.
Noi pensavamo di andare a Vence, (m 325; ab 12.083), bellissima cittadina medievale assai pittoresca nell’entroterra della Costa Azzurra, frequentata come località di soggiorno e come ritrovo di artisti. Dentro le mura c’erano diverse cose da vedere, ma gira che ti rigira non siamo riusciti a trovare un parcheggio per poterci fermare.
Rassegnati a non combinare nulla abbiamo incrociato un ausiliare della sosta che ci ha detto che la Fondazione Maeght è a Saint-Paul-de-Vence, più in basso cioè a m 162. Qui arrivati abbiamo trovato anche il parcheggio per i camper.
Fino alle 14 siamo stati dentro al Museo, poi in camper un veloce panino e via verso la Liguria, col tempo che faceva i capricci. Ci siamo fermati nell’area di sosta di Borghetto Santo Spirito, che desolazione!!!!!!!
Martedì 23 aprile
Con altri 227 chilometri siamo arrivati a casa nostra alle 14.
Totale Km, percorsi 2.109.