Il percorso da Lucca alla Sicilia si svolge tutto via autostrada. Il giorno prescelto (obbligati dalle ferie) è il peggiore in senso assoluto: 4 agosto venerdì; si muove tutta l’Italia specialmente da nord a sud.
Il tratto Salerno Reggio Calabria non riserva sorprese: è tutta una fila. 12 ore di guida per fare 340 km., da Colleferro a Lauria, dove c’è una minuscola Area Attrezzata. A Villa S.Giovanni le operazioni di imbarco sono rapide nonostante l’affollamento.
L’AA “Lagani” di Giardini Naxos offre una sosta molto confortevole, ideale per fare visita a Taormina usufruendo dei mezzi pubblici. Il teatro Greco è sempre uno spettacolo, specialmente se si arriva presto, prima dei torpedoni che scaricano la massa dei turisti.
Il centro storico poi regala altre emozioni dove ognuno scopre interessi personali negli angoli suggestivi dei vicoli, nelle inferriate artistiche dei balconi, nelle fioriture che incorniciano le finestre, nei gustosi arancini, nelle panelle e nelle favolose granite.
La meta successiva è il fiume Alcantara con le sue Gole. Stesso suggerimento, che vale quasi sempre in questa stagione: arrivare presto la mattina per non trovarsi letteralmente tra la “folla”. Il percorso, che si svolge nel greto del fiume, necessita di un breve acclimatamento, perché l’acqua è veramente gelida e le caviglie reagiscono con dolore all’impatto.
Se vogliamo rimanere nel “percorso famiglia” non occorre nessuna protezione se non il costume da bagno. Se invece si prosegue oltre la prima “cascatella”, occorre sicuramente una muta di neoprene integrale, perchè un bagno in questa acqua è micidiale. Sono sconsigliati vivamente gli stivaloni di gomma ascellari, pericolosi in caso di caduta perché riempiendosi possono trascinare sul fondo.
Questa è sicuramente la parte più spettacolare della “Gola”, ma anche quella più facile lascia un bel ricordo indelebile. Merita una accurata visita anche il paese di Motta Camastra che una navetta gratuita collega alle Gole in dieci minuti. Arroccato in alto sulla collina domina tutta la valle dell’Alcantara fino al mare.
Nel piccolo centro urbano vengono organizzate visite guidate alla scoperta dei posti dove si svolgevano antiche attività quali la spremitura dell’uva nei palmenti, il frantoio delle olive ad altro ancora. Le “guide” sono gli anziani lavoratori del luogo che si immedesimano negli antichi mestieri quando intrattengono i visitatori. Adesso lo fanno come “intellettuali”, un tempo lo facevano come operai.
Una comoda AA “Maremonti”, è ubicata a Francavilla di Sicilia, a pochi chilometri, in perfetto plein-air e ombreggiata. L’ubicazione di questa area di sosta invita a fare il percorso circumetneo visitando comodamente il cono vulcanico di Mojo, la cittadina di Randazzo e quella di Bronte con le sue estese piantagioni di pistacchi. Passando da Adrano, per stradine secondarie si giunge infine al rifugio Sapienza, a quota 1989, sulle pendici dell’Etna. Veduta spettacolare sulla piana catanese.
Immersi in un ambiente lunare fantastico meritano una passeggiata i vulcanelli dei “Monti Silvestri” e se le condizioni meteo lo permettono, salire fino alla sommità con la funicolare e i gipponi del rifugio.
La sosta per i camper è consentita nel grande piazzale del rifugio al costo di 2 € per 24 ore. Il tratto di costa da Catania ad augusta è fruibile fino ad Agnone Bagni e Brecoli, poi si entra nel golfo di Augusta e purtroppo gli impianti petrolchimici non invitano alla sosta: peccato perché le potenzialità turistiche di questa zona sarebbero state infinite. Siracusa compare dietro il promontorio del Capo S. Panaria.
All’Area Attrezzata “von Platen” si giunge facilmente seguendo le numerose indicazioni. La visita alla zona archeologica del Teatro Greco si può effettuare con una breve passeggiata dal punto sosta. Suggestiva come da premessa, la visita al Teatro, all’Orecchio di Dionisio, alle “Latomie del Paradiso” e a tutto l’ambiente archeologico intorno, compreso l’Anfiteatro Romano. Sul percorso di rientro a piedi, merita una sosta la chiesa e le Catacombe di San Giovanni, nonché il Museo Archeologico vicinissimo al punto sosta.
La visita a Ortigia, isola e primo nucleo storico della città, collegata alla terraferma da un ponte, occupa un’intera giornata. Dal Duomo, costruito su antiche vestigia pagane di cui rimangono le colonne doriche all’interno, alla Fonte Aretusa dove crescono le piante di papiro, ai bastioni del Castello Maniace sulla punta estrema a proteggere la rada del Porto Grande, al Palazzo Bellomo con l’Annunciazione del Signorelli; è un susseguirsi di angoli dove prendere semplicemente una granita al limone è un fatto importante della giornata.
La conclusione della passeggiata non può che essere un assaggio del calore della gente di Sicilia: il mercato all’aperto, vicino al Tempio di Apollo. Le voci, i colori, il frastuono, tutto contribuisce a creare “ambiente” e “sapore”. Scendiamo verso sud facendo tappa a Noto, importante per gli edifici barocchi che racchiude in se. Peccato per il duomo che, dopo tanti anni, ha la facciata ancora nascosta dalle secolari impalcature di restauro.
Marzamemi, ancora più a sud rievoca un paesino della costa ligure: porticciolo con barche da pesca, piazzetta piena di gente seduta ai vari cafè, musica in sordina diffusa all’intorno, palazzotti antichi e benessere diffuso, almeno all’apparenza. La tonnara è purtroppo in disuso, in compenso le minuscole casette dei pescatori, semplici e dimesse, nascondono case per turisti di buon livello e soprattutto in posizione panoramica sul mare di eccezionale bellezza.
Il parcheggio dove anche i camper sono tollerati è appena fuori del paese a brevissima distanza dal centro. Ormai è sera quando decidiamo di passare la notte alle dune sul mare vicino a Portopalo di Capopassero. Ci sono già tanti camper sparsi un po’ ovunque, ma lo spazio è grande e c’è posto per tutti. Buio completo senza inquinamento luminoso il cielo altissimo sembra veramente trapunto di stelle.
E’ la sera di San Lorenzo, ideale per vedere le stelle cadenti. Tutti con il naso per aria fino a tarda ora per godere anche del fresco della sera. Le scie luminose solcano il cielo per frazioni di secondo, accompagnate dai tanti satelliti che solcano lo spazio a orari fissi e brillano come stelle vaganti. La mattina dopo è destinata al mare, all’insegna del tempo bello, della spiaggia quasi deserta e di un’acqua così cristallina da invogliare a berla.
Il vicino abitato di Portopalo con il suo alto faro è sulla punta più meridionale della Sicilia e davanti al borgo, in mare si staglia la bassa Isola di Capo Passero. La costa che arriva fino a Pozzallo è sabbiosa e molto fruibile, però è un lungo spiaggione con poco carattere.
Da Pozzallo si raggiunge Modica in poco tempo attraversando una campagna tipica siciliana, case sparse, oliveti, fichi d’india e la dominante del colore ocra che uniforma il tutto. Nella parte orientale ionica il colore dominante è il verde della vegetazione, intenso lussureggiante e ricco. Adesso comincia a cambiare in giallo e poi ancora in marrone arido. Inizia anche un percorso-pellegrinaggio sulle gesta del Commissario Montalbano.
Ovunque ci viene chiesto se siamo in Sicilia per vedere i posti di Montalbano o per la Sicilia “vera”. Quella “vera” è la nostra meta, ma se in alcune parti coincide con quella dello sceneggiato è una coincidenza, piacevole, ma non cercata a tutti i costi. Modica è un esempio classico; sarebbe stato impossibile rappresentare la Sicilia senza le immagini di questa magnifica cittadina.
Le riprese dello sceneggiato hanno coinvolto gran parte dei cittadini i quali hanno aderito con passione a questa “promozione” consci dell’importanza che avrebbe avuto sul richiamo turistico. Ci sono rosticcerie con “arancini di Montalbano”, “caffè Montalbano” e “granite Montalbano”. Impossibile sfuggire. Ci sono poi monumenti senz’altro più importanti che hanno sfidato il tempo e le vicende storiche e che meritano una visita approfondita. Al crepuscolo viene spontaneo raffrontarla ai Sassi di Matera.
Dall’alto del Castello Normanno le luci gialle che illuminano discretamente le strade e i vicoli infondono una suggestione poetica di antico sapore. I nomi dei palazzi e delle emergenze storiche si trovano sulle guide, le sensazioni struggenti che induce questa cittadina invece rimangono scolpite nella nostra mente senza frasi ne elenchi, ma per immagini sfumate. Un comodo parcheggio si trova nel piazzale in basso vicino alla stazione ferroviaria. Pochi chilometri più avanti Ragusa Ibla regala altre immagini della Sicilia storica e monumentale.
Dal comodo parcheggio di piazza della Repubblica si accede al nucleo storico di Ibla dove la piazza principale è dominata dalla facciata settecentesca del duomo di San Giorgio. Seguendo le indicazioni del portolano troviamo anche il CS degli impianti sportivi nella zona nuova della città. Ritorniamo sulla costa per trovare un posto dove passare la notte. A Donnalucata, sulla strada costiera, dopo il paese, ma prima della Playa Grande, troviamo uno spiazzo proprio sul mare, grande da contenere non più di quattro o cinque camper e quindi sufficiente per noi.
La temperatura giornaliera comincia ad aumentare 39°, per l’approssimarsi del vento di Scirocco, caldo e umido. La sera però è ancora fresco sui 25° e questo permette di riposare piacevolmente ricaricando il fisico per l’indomani. Questa mattina siamo a Puntasecca, sotto il faro di fronte alla casa di “Montalbano” sulla spiaggia di Capo Scaramia immortalata dallo sceneggiato di cui abbiamo parlato. L’ombra del faro risparmia le membra dal sole cocente e ci permette di usarlo come “ombrellone” per fare un bagno nell’acqua cristallina del golfetto.
Carino il borgo, ma pieno di gente in pellegrinaggio per vedere la “casa”. Consumiamo un ottimo pranzo a base di pesce al piccolo ristorante sul mare, all’ombra di un bel canniccio che ripara dal sole sulla terrazza a due metri dall’acqua. Il pomeriggio ci trasferiamo al Castello di Donnafugata: affascinante villa ottocentesca in stile eclettico, visitabile a pagamento, con notevoli arredi originali e bellissime magnolie in giardino. In serata siamo al parcheggio degli scavi archeologici della Villa del Casale a Piazza Armerina. Comoda e tranquilla sistemazione per la notte insieme ad altri camper. Al mattino appena apre la biglietteria siamo i primi ad entrare, sia per il caldo che farà nella mattinata sia per vedere questa opera eccezionale prima della calca dei turisti.
Semplicemente eccezionali i mosaici. Avrebbero però bisogno di una energica manutenzione perché in alcuni punti c’è sempre la melma dell’ultima alluvione che ricopre di un sottile velo questa meraviglia musiva. La tettoia in vetro di protezione agli scavi diventa una fornace con il passare delle ore, per cui conviene abbandonare e cercare altre mete. Caltagirone , a poca distanza offre anche una comoda area attrezzata gratuita per parcheggiare il camper e vedere con tutta tranquillità la cittadina.
Questa sera ricorre la festa dell’Immacolata e quindi, come tradizione, la famosa scalinata di maioliche verrà illuminata da migliaia di lumini colorati da formare immagini di figure sacre. Quando è ormai notte, le luci artificiali intorno alla scalinata di Santa Maria al Monte vengono spente e contemporaneamente in pochi minuti, accesi i lumini disposti sugli scalini: compare allora dal buio l’immagine della Madonna con il Bambino e gli angeli intorno, come un immenso quadro luminoso tremolate a fare da sfondo alla chiesa sulla sommità della scalea. Bello spettacolo, breve ma intenso e partecipativo.
Questa mattina la direzione verso ovest ci porta ad Agrigento, non prima di aver fatto un bagno in mare nei pressi di Licata. Scartiamo l’Area Attrezzata di Realmonte perché in questo periodo priva di acqua e quindi con i servizi in “panne” per dirigersi quasi obbligatoriamente al campeggio “International” nel quartiere di San Leone, al porto, ma vicino ai templi. Con il bus raggiungiamo comodamente l’area archeologica e visitiamo nel caldo della mattina i famosi templi, che non sono nella”valle”, ma sulla cresta di una collina interamente dedicata agli antichi dei. Essendo in alto un minimo di ventilazione rinfresca l’aria.
Tutti i monumenti più importanti (i templi) sono parzialmente coperti da impalcature per il restauro tali da impedirne la completa fruizione ambientale e visiva. Forse sarebbe stato meglio programmare i restauri a catena, in fasi temporali diverse in modo da coprirne uno per volta.
La tappa archeologica successiva è Eraclea Minoa con il suo bel Teatro Greco coperto anch’esso da una tettoia di plastica trasparente che lo nasconde quasi interamente alla vista e lo rende un forno durante le ore calde della giornata. Il panorama dall’alto della bianca falesia dove si trova il Parco Archeologico è semplicemente spettacolare. Comodo e grande il parcheggio, buono anche per la sosta notturna anche se un po’ isolato.
Selinunte è un’altra meta imperdibile per assaporare la Sicilia greca. Quest’area archeologica comprende due colline una di fronte all’altra. Il complesso dei grandi templi da una parte e l’Acropoli dall’altra, sul promontorio che dominava l’antico porto ora scomparso.
L’ambiente è di una maestosità unica e di tale bellezza che da sola merita il viaggio. Queste due zone sono collegate da una serie di vetturette elettriche sulle quali salgono i turisti per visitare comodamente i due siti. Nel parcheggio degli scavi non è permessa la sosta notturna, ma il paese offre varie opportunità di sosta. Ottima la cena a base di piatti tipici in uno dei ristoranti del borgo.
Sempre verso ovest ci fermiamo ad ammirare le Rocche di Cusa, l’antica cava dove venivano estratti i blocchi tufacei per realizzare le colonne dei templi di Selinunte. Venivano sbozzati in forma cilindrica direttamente in cava per farli rotolare poi fino al sito di impiego a qualche chilometro di distanza.
Il caldo oggi si fa sentire e per fare un bagno rigeneratore ci spostiamo al faro di Capo Granitola dove ci sono piccole spiaggette in parte rocciose ma con acqua cristallina e calda. Per la sera ci spostiamo a Marsala, sul lungomare a sud verso i Lidi. Parcheggi fronte mare frequentati da molti camperisti.
La mattina successiva alle Cantine Florio. Visita guidata a pagamento con percorso interessante ed esauriente sulle vicende della famiglia Florio. Rito della degustazione di vino prodotto dalle cantine. Gran caldo oggi, si sfiorano i 43° sulla costa (49° nell’interno), siamo in piena bolla africana.
Le saline di Mothia belle ed evanescenti nel tremolio della calura estiva, sono abbacinanti; anche i datteri delle palme del porticciolo sembrano avvizziti dal calore. Proseguiamo attraversando anche le saline di Trapani, per portarci a Erice, isola di frescura nell’afosa pianura.
Comodo il parcheggio a pagamento fuori paese, ma con navetta gratuita per arrivare in centro. Bellissima dall’alto la pianura sottostante; Trapani sembra di vederla dall’aereo. Affascinante la cittadina che racchiusa da mura nasconde un tesoro ambientale unico nel suo genere qui in Sicilia. Ieri le mura urbane sono state lambite dal fuoco di un vasto incendio che ha distrutto gran parte della vegetazione sul pendio nord della collina. Peccato! Ma non è il solo incendio visto in queste zone!
Per la sera ci spostiamo a San Vito lo Capo nell’area attrezzata “Grasso”. Caldo soffocante durante tutta la notte. La mattina successiva invece gran bagno alla Riserva dello Zingaro, vicino alla Torre dell’Impiso, in una baietta piena di gente all’inverosimile, problemi anche per stendere l’asciugamano in terra. La sera successiva ci spostiamo all’ingresso sud della Riserva, a Scopello nell’area attrezzata “Plaia”.
La temperatura è scesa a livelli accettabili, la bolla africana si è esaurita, comunque siamo intorno ai 35° con una leggera ventilazione che smuove l’aria. La spiaggia della Capreria all’interno dell’area protetta presenta le stesse caratteristiche della precedente: mare e paesaggio stupendi, ma grande calca di gente, del resto tutti vogliono rinfrescarsi con questo caldo. I
l piccolo borgo di Scopello è molto suggestivo, specialmente la sera quando lo storico “baglio” si anima della gente per il passeggio e per l’immancabile granita. Di giorno la Tonnara fa bella mostra di se insieme agli scenografici faraglioni poco più a largo. Segesta è l’ultima meta archeologica di questo giro della Sicilia. In posizione alta sulla collina, domina la valle del Fiume Caldo fino al mare.
Il nastro dell’autostrada scivola via con lunghe sopraelevate di cemento come un serpente, tra gli aranceti e le coltivazioni giù in basso, disturbando non poco il paesaggio primitivo. Le emergenze archeologiche come il Tempio dorico e il Teatro Greco sono uno spettacolo indimenticabile.
L’ultima notte in Sicilia la dedichiamo a Cefalù. Il parcheggio comodo vicino al centro invita a trascorrere momenti di relax per le vie della cittadina senza orari predefiniti. In fondo al vicolo rettilineo si prospetta il duomo con le due torri gemelle a sorreggere l’imponente parete rocciosa di Gibilmanna che incombe su di esse.
La passeggiata fino al porto apre scorci suggestivi sul mare aperto. Lo storico lavatoio che si raggiunge scendendo in basso, regala una frescura indescrivibile e l’acqua corrente freschissima che scorre tra le pile invita a prenderne contatto. La mattina successiva le operazioni di imbarco sul traghetto della “Caronte” avvengono senza nemmeno fermare il motore del camper tanto sono spedite e rapide.
Attraversiamo lo stretto di Messina per riprendere la strada verso nord, verso casa salutando il bellissimo mare della Sicilia.
Scheda :
- Autore e autista Mauro Gianneschi, navigatore e cuoca Patrizia Pezzini, al PC portatile Guglielno Gianneschi, acchiappatopi Tito il gatto.
- Viaggio effettuato dal 4 al 26 agosto 2006
- Tre camper, 9 persone e un gatto
- Km. percorsi 3845