L’UCA Unione Club Amici, la Federazione Nazionale a favore del Turismo Itinerante e dei Campeggiatori, attraverso gli interventi del suo Presidente Ivan Perriera, fin dai primi provvedimenti restrittivi emanati dal Governo per contenere il diffondersi della pandemia Covid-19, vale a dire dal marzo 2020 e fino ad oggi, ha scritto ed inviato una trentina di lettere per ottenere migliori chiarimenti e suggerire soluzioni tendenti a ridurre i disagi di un comparto turistico importante.
In tempi diversi le missive sono state indirizzare a Ministro della Salute, Turismo, Interni, Affari Regionali, alle principali Regioni e ad altri organismi direttamente competenti e interessati al nostro settore
Lo scorso 25 marzo l’UCA, dopo aver lavorato ad una coesione fino ad allora assente, unitamente alle altre due Federazioni di settore, ACTItalia e Federcampeggio, con APC, Assocamp, Promocamp, hanno riproposto al nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri, Dott. Mario Draghi, la lettera con la quale si evidenziano il grande indotto economico prodotto dal nostro settore, la sicurezza sanitaria e l’autosufficienza dei nostri mezzi, destinati ad un uso famigliare quindi assimilabili ad una seconda casa, richiedendo di valutare l’opportunità di consentire la libera circolazione a caravan ed autocaravan per raggiungere strutture idonee ad accogliere i suddetti mezzi, indipendentemente dal colore attribuito alle diverse regioni.
Hanno anche sottolineato come tutto questo contribuirebbe, nel pieno rispetto delle indicazioni sanitarie, ad aiutare concretamente la ripresa economica di un settore fortemente penalizzato dalla pandemia.
A quanto sopra si aggiungano diversi incontri personali e diretti con Senatori e Sottosegretari del PD, Movimento 5 Stelle, Italia Viva e la Lega (a dimostrazione che il nostro impegno è assolutamente bipartisan).
Ad oggi, mentre stiamo per andare in stampa, nessuna risposta determinante è pervenuta alle molteplici richieste inviate, anche se grazie agli sforzi comuni delle Associazioni di settore, qualcosa sembra muoversi.
Ad aggiungere amarezza a questo evidente disinteresse per la nostra categoria da parte delle autorità competenti, c’è un articolo apparso nella cronaca on line di un importante giornale del mezzogiorno a titolo:
Rifugiati nei camping del Salento «Qui aspettiamo la fine del Covid.»
L’articolo in questione racconta di tanti campeggiatori svizzeri, tedeschi, austriaci ed olandesi che si sono insediati stabilmente in campeggi del Salento in attesa dell’affievolirsi del Covid-19.
Qualcuno di loro intervistato dice: «Il Covid c’è, ma noi siamo qui, in questo luogo che dà sicurezza e certezze.»
C’è ben poco da aggiungere a quanto fin qui esposto, se non amareggiarsi nel constatare di come, con veramente poco impegno ed un minimo interesse, si potrebbe dare il giusto ed importante supporto ad una categoria di persone costituita prevalentemente da soggetti definiti più a rischio, senza sottovalutare il grande e fondamentale aiuto economico che si apporterebbe a chi mai come in questi momenti ne avrebbe urgente necessità e, ribadiamo, tutto nel pieno rispetto delle direttive sanitarie emanate.