Se l’idea di fare una piccola vacanza in Slovenia fa capolino già da un po’ di tempo, lasciate che vi racconti i pro e i contro di un recente e sfizioso itinerario che ho realizzato in pochi giorni, dandovi spunti e tanti consigli utili, come se fossimo seduti a una tavolata fra amici.
Per chi è questo Diario di Viaggio in Slovenia?
Sicuramente per gli amanti della natura ma anche per le buone forchette (certi piatti me li sono ancora la notte!), per chi vuole respirare aria pulita e per chi vuole concedersi una vacanza ma, ha poco tempo.
Prima di cominciare, proprio come farei alla famosa tavolata di amici, lasciate che vi dia qualche consiglio di carattere generale.
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Consiglio 1 – se come me deciderete di fare questo itinerario in auto, ricordatevi che prima di oltrepassare il confine, dovrete acquistare una vignetta Slovenia online. Nulla di alieno, si tratta di una semplice imposta autostradale (un pedaggio per farla breve) ma, anziché essere acquistata ai caselli sotto forma cartacea può essere acquistata solamente online. Esiste di varie tipologie a seconda del periodo di validità e del tipo di veicolo alla quale viene associata (moto, auto, camper), quella che ho acquistato io (vignetta 7 giorni per auto) aveva un costo di circa 20€.
Consiglio 2 – portate con voi una borraccia per l’acqua. L’acqua del rubinetto in Slovenia è completamente potabile, anzi, si dice essere la migliore acqua che esista! Nella località di Rogaška Slatina, viene imbottigliata la famosa acqua minerale naturale Donat Mg, l’acqua più ricca di magnesio al mondo. Con questo semplice accorgimento farete un favore sia a voi che all’ambiente.
Consiglio 3 – se siete amanti del miele e di tutti i suoi derivati, lasciate un po’ di posto in valigia perché la Slovenia è il regno del miele. Basti pensare che, fra i suoi vari record, possiede il maggior numero di apicoltori a livello pro-capite e oltre questo, è stato proprio il governo sloveno a proporre all’Assemblea generale della Nazioni Unite di istituire una giornata internazionale dedicata alle api (il World Bee Day) che si festeggia ogni anno il 20 Maggio.
Consiglio 4 – se ne avete la possibilità, portate con voi la vostra bicicletta. La Slovenia si presta benissimo al cicloturismo, tanto da essere stata citata dalla rivista National Geographic come una delle “25 destinazioni mozzafiato per il 2023”, grazie al suo nuovo itinerario ciclo-gastronomico ribattezzato Green Gourmet Route. Tranquilli, se non avete modo di portare con voi la vostra bici, ci sono numerose agenzie sparse in tutto il paese che le affittano direttamente in loco (sia normali che elettriche).
Veniamo all’itinerario che vi propongo oggi: 4 giorni nella parte Nord Occidentale della Slovenia, attraversando le regioni dell’Alta Carniola, del Goriziano e del Carso (le regioni che confinano con l’Italia). Io ho impiegato 4 giorni ma, volendo, può essere tranquillamente fatto in un week-end.
Giorno 1
Partendo da Tarvisio (in Friuli Venezia Giulia) ho attraversato il confine tramite il valico di Fusine. 5 minuti dopo mi trovavo già nel primo parco, la Riserva Naturale di Zelenci. Nulla di sconvolgente ma, comunque un luogo suggestivo, calmo e piacevole per fare una passeggiata. Subito dopo mi sono diretta al lago di Jasna, dove prima mi sono data una rinfrescata e goduta un po’ di sole. All’ora di pranzo ho deciso di esplorare la vicina Kranjska Gora una graziosa cittadina immersa nel verde e pranzare al Lačni Kekec, un ristorante tipico che offre piatti tipici a base di carne o pesce, che mi era stato caldamente raccomandato (e che a mia volta raccomando!). Per digerire il pranzo non potevo scegliere luogo migliore: la cascata di Peričnik. Arrivarci non richiede molto sforzo, da Kranjska Gora sono circa 15 minuti di macchina, dopodiché vi aspetta una passeggiata di circa 20/30 minuti (leggera) che vi condurrà a questa bellissima cascata visitabile fronte/retro. Dato che avevo prenotato un alloggio nei pressi di Bled, ho deciso di visitare il lago il giorno stesso (un po’ troppo turistico per i miei gusti, lo ammetto) facendo giusto in tempo a prendere una pletna (l’imbarcazione tipica) che conduce all’isola di Bled, al centro del lago (prezzo 14€, un po’ cara a mio avviso). Prima di concludere questa prima giornata in terra slovena, ho voluto assolutamente provare la Kremna Rezina, una torta semplicemente squisita a base pasta sfoglia, crema pasticciera, crema chantilly e una buona dose di zucchero a velo, tipica proprio del lago di Bled.
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Giorno 2
Dopo una bella colazione vista lago a base di un’altra Kremna Rezina e un cappuccino, mi sono diretta verso una meta che sognavo da tempo: la Gola di Vintgar. Molte recensioni dicevano fosse sopravvalutata e che ci fosse troppo da camminare. Ora, sono la prima alla quale non piace sperperare i propri risparmi, oltre a non essere la persona più atletica del mondo ma, questo luogo mi ha davvero stupita. È vero, nella sua totalità richiede circa una mattinata di tempo per essere visitato (e vi consiglio di venire qui proprio la mattina, sia per trovare parcheggio sia per evitare la fiumana di gente) e il costo, solo per l’ingresso, è di 10 € ma, onestamente, li merita tutti. È un percorso molto suggestivo e super rilassato, sviluppato su una passerella di legno che cammina sopra il fiume Radovna. Sulle sue pareti rocciose inoltre è facile fare incontri ravvicinati con delle simpaticissime capre di montagna. Consiglio: portate una giacca a vento perché in alcuni punti l’umidità si fa sentire e mettete delle scarpe comode, possibilmente con suola antiscivolo. Una volta terminato il percorso e aver mangiato un panino al volo, sarei potuta tornare nei pressi del lago di Bled e visitarlo meglio ma, reduce del giorno prima, ho preferito dirigermi verso un altro lago, più nelle mie corde: il lago di Bohinj. Non avevo grandi aspettative, eppure, sapete che vi dico? Se potessi tornare indietro, mi sarei diretta subito qui invece di buttare via 14 € a Bled. Ho parcheggiato la macchina al villaggio di Ukanc e da lì ho proseguito a piedi. Qui ho approfittato delle acque cristalline del lago per fare una nuotata (acqua un po’ freddina) prima di dirigermi verso il punto panoramico di Vogar, 45 minuti di camminata abbastanza impegnativa e godermi questo meraviglioso lago da un’altra prospettiva. Per la notte ho deciso di alloggiare in uno dei villaggi vicino al lago (nulla di speciale che meriti una menzione), ho cenato, mi sono rilassata ed ho recuperato le energie per la tappa successiva.
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Giorno 3
Il terzo giorno credo sia stato il mio preferito, sia per la meta pazzesca, sia perché ho coronato un piccolo sogno nel cassetto. Sveglia presto, colazione leggera, mi sono diretta verso Santa Lucia d’Isonzo (in sloveno fiume Soča). Qui ho deciso di sperimentare qualcosa che volevo fare da tempo e non potevo farlo in una location migliore: rafting sull’Isonzo! Ho passato una mattinata all’insegna dell’adrenalina (ora capite il perché della colazione leggera) sulle acque turchesi di quello che è considerato uno dei fiumi più belli di tutta l’Europa. Costo 60 € per 1 ora e mezza di rafting (compreso di guida certificata, attrezzatura e trasporto), super consigliato. Il resto della giornata l’ho passato passeggiando, mangiando e leggendo un buon libro sulle sponde del fiume ma, volendo qui si possono sperimentare diversi sport d’acqua, o fare una bella escursione in bicicletta (che se non avessi fatto il rafting, sarebbe stata la mia scelta). Penso che non sempre bisogna strafare, anche il relax, specie se fatto in mezzo alla natura, è parte integrante di un viaggio.
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Giorno 4
L’ultimo giorno l’ho voluto trascorrere all’asciutto e all’insegna della gastronomia, in una zona definita da molti come la Toscana slovena: tra Šmartno (chiamato anche San Martino) e Brda. Il motivo di questa similitudine? Sicuramente il paesaggio collinare, ricoperto da vigneti (che devo ammettere, ricorda molto quello della nostra Toscana). Oltre alla degustazione dei rinomati vini di queste cantine (da fare con moderazione se poi dovete rimettervi alla guida!), l’unica cosa che vi consiglio assolutamente di fare qui prima di tornare a casa è quella di regalarvi un buon pranzo su uno dei tanti ristoranti con terrazza con vista vitigni. Per chi è stato in Austria nella zona della Stiria o in Alto Adige, i ristoranti che si possono trovare qui ricordano molto le “Buschenschank”, le taverne tipiche dove famiglie di viticoltori locali servono taglieri con salumi, formaggi, sottaceti e confetture, accompagnati (ovviamente) da un buon vino. Prima di terminare ufficialmente questo ricco viaggio, ho approfittato della vicinanza (soli 14 Km) per visitare la città di Gorizia e la sua famosa piazza della Transalpina, che nel 1947 è diventata punto (e simbolo) d’unione fra Italia e Slovenia.
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