Abbiamo selezionato per voi i migliori eventi in giro per l’Italia nel fine settimana 16-17-18 febbraio! Turismo Itinerante vi invita a contattare direttamente gli organizzatori degli eventi per prenotare comodamente il vostro posto.
Viaggiate in sicurezza con il vostro camper con la “Polizza degli Amici di Turismo Itinerante” in convenzione con la D’Orazio Assicurazioni.
Domenica 18 febbraio al Castello di Padernello (BS) il Mercato della Terra
Ortaggi e frutta dalle mille forme e sfumature, carni da allevamenti sostenibili, pane artigianale, vini, tartufi, agro ittici, formaggi tipici decorano di colori e profumi le corti e gli spazi aperti del Castello di Padernello, maniero quattrocentesco della Bassa Bresciana, per l’immancabile appuntamento Slow Food con il “Mercato della Terra® di Padernello”. Ogni terza domenica del mese dalle 9:30 alle 18:00 piccoli agricoltori e produttori artigiani del territorio, i quali coltivano e producono rispettando la biodiversità, ma anche la storia, le radici e la cultura alimentare della comunità locale, espongono le loro prelibatezze all’insegna del cibo buono, pulito e giusto.
Un mercato, ad ingresso libero e gratuito, che rispecchia i principi che ispirano la rinascita del Castello di Padernello, tornato a nuova vita dopo anni di abbandono attraverso un’opera di recupero collettiva e fulcro di cultura e di economia circolare con il suo borgo e le nuove iniziative di rigenerazione: come il restauro di Cascina La Bassa, un grande cascinale recuperato per divenire luogo di scuole botteghe, sale per l’alta formazione e ospitare un bellissimo albergo diffuso. Il “Mercato della Terra® di Padernello” è espressione, infatti, di un’economia locale incentrata su un’alleanza di territorio e promuove lo scambio tra i produttori e le persone che vivono in Bassa Bresciana. È anche un’occasione per conoscere direttamente da chi coltiva l’origine del cibo, le tradizioni, le ricette. E approfittare del mercato per immergersi tra le meraviglie del Castello di Padernello. Su prenotazione, infatti, si può partecipare a coinvolgenti visite guidate tra le sue eleganti stanze che svelano epoche diverse, storie antiche e opere d’arte.
Inoltre, al “Mercato della Terra® di Padernello” vengono organizzate degustazioni, laboratori del gusto per grandi e piccoli, incontri per approfondire le produzioni e le trasformazioni del cibo, imbandite tavole della bio-diversità, e progetti a favore di “10.000 Orti in Africa”, l’iniziativa Slow Food per realizzare orti sostenibili nelle scuole e villaggi africani.
Il Mercato della Terra® di Padernello contribuisce alla campagna internazionale “Food for Change”, che attraverso l’agricoltura sostenibile, propone soluzioni per adattarsi al cambiamento climatico e vivere il cibo come piacere e prendersi cura del pianeta.
Dal 16 al 18 febbraio alla Fiera di Bergamo la 9^ edizione di Agri & Slow Travel Expo
Torna alla Fiera di Bergamo dal 16 al 18 febbraio 2024, Agri & Slow Travel Expo, vetrina internazionale del turismo esperienziale e sostenibile. Un’occasione imperdibile per scoprire territori ed eccellenze, valorizzando il viaggio lento che connette il turista alla comunità locale e all’ambiente. Sono 8 i temi che quest’anno caratterizzano Agri & Slow Travel Expo e tra questi, protagonisti della 9° edizione, saranno anche i Cammini religiosi: ad Agri & Slow Travel Expo gli appassionati del settore potranno incontrare Trekking Italia, associazione attiva da quasi 40 anni, con l’obiettivo di valorizzare il cammino come attività per il benessere psicofisico e come luogo di incontro in tutte le sue espressioni. Ripercorrere antichi sentieri viaggiando a piedi, per approfondire le proprie conoscenze, e in gruppo, per favorire la circolazione di idee e la nascita di nuove amicizie. Sono queste le caratteristiche dei Trek giornalieri, dei Trek weekend e dei Grandi Trek della durata di oltre 4 giorni.
Tra le realtà presenti ad Agri & Slow Travel Expo c’è la Fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara. Un itinerario storico, culturale e religioso che si snoda per 500 km all’interno del Parco Geominerario Storico Ambientale nel sud ovest della Sardegna. Si cammina lungo gli antichi sentieri minerari attraverso 8.000 anni di storia; presenza costante: le chiese dedicate al culto di Santa Barbara, la patrona dei minatori. L’intero percorso si compone di 30 tappe che possono essere “timbrate” nel passaporto del pellegrino.
Bellezza autentica e selvaggia caratterizza il Parco Nazionale dell’Aspromonte, altra presenza immancabile ad Agri & Slow Travel Expo. Si tratta di una delle aree geologicamente più attive del Mediterraneo, che ha dato vita a paesaggi scoscesi, gole e anfratti che si inerpicano a poca distanza dal mare fino a 2000 metri. Un patrimonio geologico fatto di vaste foreste di alberi secolari e ricca biodiversità, sia di flora che di fauna. Ci si può avventurare attraverso i sentieri del parco, oppure seguire la Ciclovia dei Parchi della Calabria che offre agli appassionati delle due ruote ben 545 km di tracciati. Ci sono poi i percorsi per mountain bike e quelli tematici: dal sentiero del brigante a quello dell’inglese.
Tutto da scoprire, per i visitatori di Agri & Slow Travel Expo, anche Welcome Bologna, DMO del Territorio Turistico Bologna-Modena. Tra i numerosi progetti, verrà illustrata la famosa Via degli Dei sempre più apprezzata dai camminatori, che ha come punto di partenza proprio la città di Bologna. Attraverso l’Appennino Tosco Emiliano, dopo circa 130 km di cammino, si raggiunge Firenze, seguendo il tracciato storico che Etruschi e Romani percorsero per i loro traffici e che oggi permette di scoprire piccoli paesi caratteristici dell’Appennino.
Non mancano poi le realtà bergamasche e tra queste l’Alta Via delle Grazie. Nell’Orobico della Lombardia, 271 km di cammino da Bergamo portano ai luoghi più suggestivi della Val Seriana e Alto Sebino. Il percorso diviso in 13 tappe permette di entrare in contatto con la natura, l’arte, la cucina e l’ospitalità del territorio del fiume Serio.
L’ingresso alla fiera è gratuito con orario 10-19.
A Milano da mercoledì 14 a sabato 17 febbraio arriva la XVII edizione del Clown Festival
Torna Milano Clown Festival, festival internazionale sul nuovo clown e Teatro di strada, alla sua 17esima edizione. Nato nel 2006, è diventato una tradizione che si rinnova durante il Carnevale ambrosiano, in cui numerosi artisti e compagnie internazionali di “nuovo circo” giungono in città con spettacoli, performance, musica, installazioni artistiche, narrazioni interattive con ben 148 appuntamenti tutti a ingresso libero e gratuito. Con il patrocinio del Comune di Milano, promosso da Scuola di Arti Circensi e Teatrali, ideato e diretto da Maurizio Accattato, il festival andrà in scena dal 14 al 17 febbraio – quest’anno con anticipazioni fin da lunedì 11 febbraio – e coinvolgerà quest’anno 25 Compagnie, molte in arrivo a Milano per la prima volta.
“Speriamo che sia femmina!” è il titolo e insieme la dichiarazione di intenti di questa edizione, che si propone di offrire una visione attuale dell’arte del clown, rappresentata dal coraggio, dalla creatività e da una autentica rottura degli schemi da parte delle Artiste che scelgono questa forma espressiva. Se è vero che il clown è l’artista più libero, il clown al femminile lo è ancora di più perché riflette un’urgenza espressiva, una risposta spontanea e profonda alla retorica sul mondo femminile e sui gravi problemi dell’attualità, ma in chiave dissacrante e autoironica. La figura artistica e umana di Franca Rame, scelta come portavoce ideale del messaggio, sarà il filo rosso che unirà diversi appuntamenti, partendo da mercoledì 14 fino alla serata finale di sabato 17 febbraio.
Torino celebra i Macchiaioli, il movimento pittorico innovativo della seconda metà dell’Ottocento
“La mostra sui Macchiaioli a Torino ha un taglio particolare perché si concentra sulla nascita della pittura en plein air e sul confronto con la Francia, non con gli Impressionisti, che sono stati successivi alla macchia, ma con la scuola di Barbizon che, invece, è stata la radice comune tra Macchiaioli e Impressionisti, ma anche la realtà che ha dato ai Macchiaioli la certezza di essere sulla strada giusta nella ricerca sul vero che ha cambiato l’arte dell’800”.
Così la storica dell’arte Simona Bartolena ha introdotto la mostra I Macchiaioli e la pittura en plein air tra Francia e Italia di cui è curatrice, in occasione della presentazione alla stampa che si è svolta oggi al Museo Nazionale d’Artiglieria al Mastio della Cittadella di Torino.
La mostra, prodotta da Navigare Srl e patrocinata da Regione Piemonte e Città di Torino, presenta al pubblico circa 90 opere di 30 artisti tra italiani e francesi, con dipinti ad olio e acquerelli, e segue una suddivisione tematica per raccontare l’evoluzione della pittura macchiaiola nata a Firenze nel 1855.
“Le opere, tutte provenienti da collezioni private, sono state scelte per raccontare il rapporto nuovo con il plein air, con la pittura della realtà intesa come paesaggio ma anche di genere e di vita quotidiana – ha spiegato la curatrice Simona Bartolena –. Sono tutte poco viste e poco visibili, perché custodite in abitazioni private, ma rappresentano la macchia più sincera, più istintiva e più vera, quella che evidenzia molto bene ciò che i Macchiaioli volevano dire con la loro ricerca».
Tra le opere in esposizione, si distinguono quelle legate alla scuola francese di Barbizon e realizzate da Troyon, Rousseau, Daubigny, Dupré, insieme a numerosi artisti italiani, tra i quali Fattori, Cabianca, Signorini, De Tivoli, Sernesi, Lega, facenti parte del gruppo toscano dei Macchiaioli; quelle dei fratelli Palizzi della scuola napoletana, e di Fontanesi, che ebbe un forte legame con Torino e con la scuola piemontese di Rivara.
Tra i temi dell’esposizione, anche l’arte della caricatura, alla quale si dedicarono i giovani artisti del Caffè Michelangelo di Firenze, il primo caffè letterario della città toscana, nato in pieno fermento risorgimentale nel 1848. Il percorso espositivo dà l’opportunità di ammirare diverse opere caricaturali, come quelle di Telemaco Signorini, Angiolo Tricca, Eugenio Cecconi, Vito D’Ancona e Boldini, per citarne alcuni.
La mostra si conclude con le opere realizzate dagli eredi artistici dei Macchiaioli, tra i quali Adolfo, Angiolo e Ludovico Tommasi, Silvestro Lega e i fratelli Francesco e Luigi Gioli, e la cui eco arriverà sino alle generazioni successive.
La mostra nasce in co-produzione con Diffusione Cultura e AICS Sezione Provinciale di Torino e in collaborazione con ViDi – Visit Different, Ono Arte Contemporanea, Museo Storico Nazionale d’Artiglieria –Mastio della Cittadella e Difesa Servizi S.p.A.. I Macchiaioli e la pittura en plein air tra Francia e Italia sarà aperta da sabato 3 febbraio e si chiuderà il 1° aprile.
Apertura tutti i giorni con orario continuato: nei giorni feriali 9.30 – 19.30; sabato, domenica e festivi 9.30 – 20.00.
A Firenze domenica 18 febbraio “Chianti Lovers & Rosso Morellino – Anteprima 2024”
Un’intera giornata di degustazioni: domenica 18 febbraio al padiglione Cavaniglia della Fortezza da Basso di Firenze appuntamento con “Chianti Lovers & Rosso Morellino – Anteprima 2024”.
Saranno presenti oltre 200 etichette di Chianti e Morellino di cui la metà saranno nuove annate offerte in anteprima ai Chianti Lovers da oltre 100 aziende. I visitatori potranno accedere all’Area Tasting Collettiva, dove, muniti di apposito bicchiere e sacchetta porta bicchiere, assaggeranno i vini proposti dai produttori.
Anche per il 2024 l’Anteprima si concentrerà in una intera giornata di degustazioni nella quale verranno allestite più aree espositive e tecniche.
L’iniziativa è organizzata e promossa da Chianti Lovers & Rosso Morellino, intervento realizzato con il cofinanziamento FEASR del PSR 2014-2020 della Regione Toscana sottomisura 3.2 anno 2021.
La Galleria dell’Accademia di Firenze, visto il successo di partecipanti, ha deciso di prorogare, a partire da mercoledì 7 febbraio fino a venerdì 8 marzo 2024, le visite guidate gratuite alla mostra “Pier Francesco Foschi (1502-1567) Pittore fiorentino”. Il pubblico sarà accompagnato dalla guida esperta del personale del museo, appositamente formato. In piccoli gruppi di massimo sette persone, i visitatori potranno non solo ammirare i capolavori del Foschi raccolti in questa sede, ma anche ascoltare storie, aneddoti e curiosità sulla vita di questo incredibile maestro del Manierismo ingiustamente dimenticato.
Le visite sono gratuite, previo acquisto del biglietto d’ingresso al museo, e si terranno ogni mercoledì e venerdì, in due turni, alle 15 e alle 17. La prenotazione alla visita guidata è obbligatoria e deve essere effettuata attraverso la piattaforma Eventbrite al seguente link https://www.eventbrite.com/e/biglietti-visite-guidate-mostra-pier-francesco-foschi-1502-1567pittore-fiorentino-818402763697
La mostra, la prima monografica in Europa dedicata a Pier Francesco Foschi (1502-1567) pittore fiorentino, è a cura di Cecilie Hollberg, Elvira Altiero, Nelda Damiano e Simone Giordani. Raccoglie, suddivise in cinque sezioni, oltre 40 opere autografe provenienti da varie istituzioni e collezioni, pubbliche e private, dall’Italia e dall’estero.
Nonostante il successo riscosso in vita, dopo la morte l’artista cadde nella completa oscurità, l’esposizione ne ricostruisce la personalità artistica, riscoprendone il ruolo nella pittura fiorentina del Cinquecento. Approfondisce i principali aspetti della prolifica attività del Foschi, a partire dagli studi giovanili presso Andrea del Sarto fino ai dipinti a tema sacro, realizzati sia su commissione di importanti istituzioni ecclesiastiche che per la devozione privata, e ai ritratti, genere in cui il pittore ottenne un notevole successo.
È accompagnata da un catalogo scientifico ampiamente illustrato, pubblicato da Silvana editoriale, che comprende: saggi di Cecilie Hollberg, con Carlo Falciani, Elvira Altiero, Nelda Damiano, Simone Giordani e Antonio Pinelli; schede critiche dei dipinti esposti e un repertorio con tutte le opere dell’artista. Uno strumento prezioso per conoscere un grande maestro del Cinquecento.
Dal 13 al 18 febbraio a Pesaro arriva BAT Bottega Amletica Testoriana
BAT Bottega Amletica Testoriana è un progetto curato da Antonio Latella con l’obiettivo di mettere in relazione attrici e attori con la poetica di Giovanni Testori nella ricorrenza del centenario della sua nascita, promosso da AMAT nell’ambito delle iniziative di Capitale italiana della cultura 2024 (progetto di Comune di Pesaro, MiC e Regione Marche con Fondazione Pescheria), Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa e stabilemobile, in collaborazione con Associazione Giovanni Testori.
Il percorso di formazione – partito nel febbraio scorso, con tappa al Piccolo Teatro Grassi di Milano dal 27 al 29 ottobre e dal 3 al 5 novembre 2023 – è atteso a destinazione al Teatro Rossini di Pesaro, dal 13 al 18 febbraio 2024 in forma di “Esercizi con il pubblico” e vede coinvolti otto giovani donne e uomini del teatro italiano: Noemi Apuzzo, Alessandro Bandini, Andrea Dante Benazzo, Matilde Bernardi, Flavio Capuzzo Dolcetta, Chiara Ferrara, Sebastian Luque Herrera, Beatrice Verzotti.
Una “bottega” teatrale, un luogo aperto di studio e lavoro, per darsi insieme – attori, regista, maestranze e pubblico – la possibilità di una vera ricerca intorno al mistero di Amleto nelle tre tappe formulate da Giovanni Testori, una trilogia che lo accompagnò per tutta la vita: la sceneggiatura scritta per il cinema, L’Ambleto e Post-Hamlet. Sin dall’inizio il progetto BAT Bottega Amletica Testoriana è anche affiancato da un inedito rapporto con lo spettatore: attraverso una call pubblica sono stati selezionati otto spettatrici/spettatori “in avamposto” – Elisa Agostinelli, Andrea Bontempi, Giulia Ceglia, Nicoletta Eligio, Clara Fedi, Jacopo Garbuglia, Abanoub Gayed e Anya Pellegrin -, complici della ricerca degli otto attrici/attori in una sorta di inedita “intimità”, condividendone il percorso in un vero processo di scambio reciproco.
Durante la settimana pesarese di BAT, l’artista Simona D’Amico inaugura il 12 febbraio (ore 18) la mostra personale Schizzare. Disegni ‘rubati’ dalla Bottega Amletica Testoriana alla Galleria Rossini di Pesaro, presentando disegni legati allo studio di questa speciale Bottega. Simona D’Amico, coinvolta in qualità di insegnante di disegno, insieme ad altri professionisti che hanno affiancato Antonio Latella durante il processo della Bottega, ha accompagnato gli attori e le attrici a confrontarsi con Testori attraverso la pratica pittorica. L’artista palermitana riunisce ora in questa mostra (fino al 18 febbraio) i disegni su carta a tecnica mista che ha realizzato durante il progetto, ‘rubando’ volti e sguardi degli attori/trici, degli spettatori/trici ma anche del personale che dietro le quinte ha seguito un anno di processo della Bottega Amletica Testoriana. Ingresso gratuito.
BAT Bottega Amletica Testoriana. Esercizi con il pubblico biglietto cortesia 3 euro, biglietteria Teatro Rossini 0721 387621, AMAT circuito vivaticket. Dal 13 al 17 febbraio dalle ore 18 alle ore 22, 18 febbraio dalle ore 16 alle ore 20.
A Terni la mostra “Amarsi – L’Amore nell’Arte da Tiziano a Banksy”
La Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni presenta una grande mostra negli spazi di palazzo Montani Leoni, nel cuore di Terni, aperta al pubblico fino al 7 aprile 2024. Dopo il successo riscosso dalla mostra “Dramma e passione. Da Caravaggio ad Artemisia Gentileschi”, con oltre 26 mila visitatori, la Fondazione Carit ha scelto di concentrarsi su un tema molto caro alla città di Terni: l’Amore. Concepita come omaggio a San Valentino (III-IV sec.), protettore degli innamorati e patrono di Terni, la rassegna propone un avvincente racconto che raccoglie le iconografie più note e appassionanti dedicate al sentimento che ha maggiormente ispirato gli artisti nel corso dei secoli. Dall’amore più puro, come quello di una madre per il proprio figlio, all’amore seducente, in cui per secoli Venere e Cupido hanno sedotto e condannato i cuori di uomini e donne, fino alle relazioni più problematiche e ambigue descritte dagli artisti del Novecento, il visitatore potrà immergersi in un percorso ricco di storie ed emozioni.
La mostra “AMARSI. L’Amore nell’Arte da Tiziano a Banksy”, a cura di Costantino D’Orazio, con la co-curatela e direzione di Anna Ciccarelli e con la collaborazione di Federica Zalabra, ha l’obiettivo di indagare l’iconografia del sentimento d’amore nella storia, dall’Antichità fino al XXI secolo, grazie ad una serie di opere che affrontano le principali declinazioni di questo tema, che ha attraversato tutta l’arte in ogni tempo. Dalla mitologia greca e romana, attraverso le icone dell’amore spirituale medioevale, fino al recupero dell’Antico in epoca Rinascimentale, la sua trasformazione nel Barocco e lo sguardo nostalgico nell’Ottocento, l’Amore ha potuto fare affidamento su una serie di immagini e storie che soltanto nel Novecento cominciano ad essere messe in discussione. Nella mostra, questa metamorfosi dello sguardo è raccontata in circa 40 opere, tra pittura, scultura e ceramica.
Domenica 18 febbraio Castel di Tora (RI) festeggia il polentone con il sugo di magro
Castel di Tora ti aspetta “in riva” al Lago del Turano con il buonissimo e prelibato polentone al sugo di “magro”: aringa, tonno, baccalà e alici, questi gli ingredienti del sugo di magro, pasto tipico della penitenza pasquale della prima Domenica di Quaresima, che inonderà il polentone dalle 12 fino a esaurimento scorte. Si mangerà al coperto, perché alla sagra del polentone si fa festa con la pioggia e con il sole. Ad attenderti, anche la comoda navetta, che ti condurrà “a tavola”.
La tradizione vuole che alla vigilia della Pasqua il sugo con cui condire sia un “sugo di magro” ed ecco qui l’origine del Polentone al sugo di magro.
Siamo sulle rive del Lago del Turano, in provincia di Rieti. Domenica dove 18 febbraio il borgo dal fascino magico celebra un piatto povero ma ricco al tempo stesso di sapori e storia, che unisce idealmente l’Italia da Nord a Sud. Da queste parti, poi, la polenta non è solo una tradizione secolare, ma una vera e propria istituzione: il “Polentone di Castel di Tora” ha oltretutto, da tempo varcato i confini regionali al punto che sempre più spesso la Pro Loco viene invitata in altri paesi per offrire la degustazione di questa specialità.
Il 18 febbraio a mezzogiorno – all’interno di una comoda struttura al coperto – inizierà la distribuzione del famoso polentone, e tra un piatto e l’altro i visitatori potranno assistere gli spettacoli folcloristici e musicali, oppure curiosare fra gli stand di oggettistica e di prodotti tipici.
Ottimo cibo e tanto divertimento quindi, ma non solo: la “Festa del Polentone” rappresenta un’ottima occasione anche per chi ama scoprire i gioielli meno conosciuti del nostro Paese.
Venticinque anni dopo la Compagnia Diaghilev riavvolge il nastro della memoria con «Majakovskij: l’incidente è chiuso», spettacolo multimediale coprodotto con il Teatro Franco Parenti di Milano che Daniele Abbado, pluripremiato regista, ha affidato per questa ripresa all’attrice Giovanna Bozzolo, chiamata a far rivivere un allestimento andato in scena per la prima volta nel 1998 alla Casa dei Doganieri di Mola di Bari con Lucilla Morlacchi. Insomma, una ripresa con il sapore dell’evento teatrale che la Compagnia Diaghilev propone da venerdì 9 febbraio (ore 21) all’Auditorium Vallisa di Bari per la rassegna Teatro Studio sostenuta da Comune di Bari e Regione Puglia. L’omaggio al grande poeta russo sarà impreziosito dalle scene e dalle luci di Gianni Carluccio, dalla regia video di Luca Scarzella (coautore del testo con Abbado e Giuliano Corti), dal suono curato da Hubert Westkemper, tra i più prestigiosi sound designer in campo teatrale, e dalla consulenza musicale di Michele Dall’Ongaro. Ben otto le repliche, in programma tutti i giorni sino al 17 febbraio con questi orari: lunedì, martedì e mercoledì ore 20, giovedì e domenica ore 19, venerdì e sabato ore 21 (biglietti 10 euro, sabato e domenica 15 euro, acquistabili online sul circuito vivaticket. Info e prenotazioni 333.1260425).
Affrontare oggi i testi di Vladimir Majakovskij (1893 – 1930), poeta, autore teatrale, sceneggiatore, illustratore, attore e artista votato all’utopia, significa ridare voce ad uno degli artisti più coraggiosi di quello straordinario periodo storico in cui fiorirono le tante figure, le teorie, i motivi e i colori delle avanguardie russe. In altre parole, significa riavvicinarsi a uno dei luoghi dove più alto parla il valore della pratica artistica. Pertanto, lo spettacolo rievoca Majakovskij all’interno di un percorso in cui ricordi personali, testimonianze, testi e frammenti compongono una drammaturgia del coraggio della sperimentazione artistica portato fino alle esperienze più estreme. «L’incidente è chiuso» si presenta, pertanto, come una libera interpretazione in nove tappe dell’opera di Majakovskij, attraverso un percorso che dà voce al personaggio pubblico e all’uomo per scoprire, oltre ai limiti della storia della letteratura e della biografia, quelle parole che gli stereotipi espressivi scacciano dalla dimora del senso. Al tempo stesso ka pièce si avvale della riscoperta di fotogrammi superstiti dei film interpretati da Majakovskij, nonché di spezzoni ricavati dall’enorme arsenale di immagini del documentarismo sovietico degli anni in cui nasceva il linguaggio del cinema con la nuova espressività di Vertov ed Eisenstein e il montaggio diveniva linguaggio per raccontare la storia di un possibile popolo nuovo. Per cui in scena il poeta compare nelle foto e nelle immagini cinematografiche che rimangono di lui, mentre Giovanna Bozzolo impersona la sua voce poetica, il suo smisurato bisogno di verità e amore, la sua anima nobile di grande provocatore al servizio dell’utopia e di poeta che decide di uccidersi, sparandosi un colpo al cuore, forse per spaccare la sorgente stessa dell’ispirazione poetica. E questo perché l’amore per la vita e l’amore per la poesia per Majakovskij sono la stessa cosa. Per cui, quando la parola manca, vivere diventa una mancanza insopportabile.
E allora, voci confuse affollano la scena del delitto, tentando ostinatamente di rievocare la figura del poeta. Voci stupite che non riescono a vedere nei versi del poeta il presagio di un suicidio annunciato, mentre a poco a poco Majakovskij ritrova il coraggio delle parole.
A Palazzo Branciforte di Palermo la mostra “Il giardino delle vergini”
Il calendario artistico italiano 2024 dal 3 febbraio al 10 marzo parla siciliano grazie all’imponente mostra antologica “Il Giardino delle Vergini” dell’artista internazionale Rosa Mundi, che porta a Palermo, nelle sale museali di Palazzo Branciforte, ben 118 opere e 4 videoinstallazioni rappresentative di 33 anni di ricerche e sperimentazioni tra pittura, sculture, fotografie e video arte.
A cura di Andrea Guastella, promossa dalla Fondazione Sicilia, con il sostegno tecnico della Fondazione Donà dalle Rose, Associazione Settimana delle Culture, Doge Venice Red Carpet, “Il Giardino delle Vergini” è un viaggio potente e immersivo nel mondo onirico di Rosa Mundi, artista pluripremiata a livello internazionale, che conduce lo spettatore attraverso un percorso espositivo dove l’uomo, la natura e il sogno sono protagonisti. La mostra si snoda come una passeggiata in un immaginario giardino purificatore inteso come una dimensione separata dalla realtà quotidiana.
Rosa Mundi utilizza prevalentemente nei suoi lavori – caratterizzati da lunghi studi sulla luce e i suoi riflessi – pigmenti naturali vegetali ed organici misti ad olio di oliva, uovo ed estratto di meduse, oltre a materiale riciclato, tra cui il vetro, il marmo, la plastica così nobilitata, restituendo nuova vita alla materia, giocando con la luce ed i suoi riflessi. A Palermo, con il “Giardino delle Vergini” l’artista propone un territorio di confine tra due mondi, quello esterno e quello interiore restituendo, in parallelo, un’esperienza personale ed introspettiva personalissima tra materiali ed immagini liquidi e solidi.
Varcate le imponenti mura di Palazzo Branciforte si apre un lungo corridoio segnato da tre suggestive sfere armillari per poi arrivare alla Sala della Cavallerizza tra opere pittoriche della fine del ‘900 e opere più recenti sculture in marmo e pietra selezionate alla Biennale di Helsinki nel 2016, la BIAS ideata e promossa da Rosa Mundi con il coinvolgimento di artisti provenienti da tutto il mondo, Cairotronic la Biennale del Cairo nel 2018, la Biennale Arte di Venezia 2017 e 2022, sino alle più recenti opere prodotte in occasione dei suoi ultimi viaggi in Senegal ed a Cipro, dove ha vinto lo Special Award per la Biennale Arte di Larnaca 2023.
Particolarità dei lavori esposti è che ciascuno di essi è associato a composizioni sonore dei Maestri Mario Bajardi, Alberto Bof (Oscar per colonna sonora testi “Shallow” e arrangiamenti per Lady Gaga) e Carlo Condarelli, oltre al giovanissimo e talentuoso Jacopo Lo Bue di Lemos, creando così un gioco di luci, ombre, musiche e immagini semitrasparenti che portano nel cuore della Sicilia, sotto il segno dell’arte contemporanea internazionale, un Paradiso terrestre dove perdersi e sognare.
Vi ricordiamo inoltre che nelle vicinanze di tutte queste zone potrete usufruire degli sconti esclusivi riservati da molti esercizi turistici ai possessori della nostra Tessera Turit.
Buon weekend!!