Di Tania Turnaturi
Dal 5 al 7 aprile si è svolta la fiera nazionale dell’agricoltura, della zootecnia e dell’alimentazione con un parco espositori di oltre 450 stand in rappresentanza di oltre 2.800 marchi e nuovi produttori di macchine e attrezzature agricole.
Con la nuova Area Nord che ha ospitato 50 nuovi espositori, l’area espositiva di Umbriafiere si è ampliata, come spiega il Presidente Stefano Ansideri: “Questo ampliamento significa poter dare risposte a quegli imprenditori che da anni bussano ai nostri cancelli, significa poter accogliere aziende che nelle passate edizioni non riuscivano a partecipare, significa offrire ai visitatori un’offerta più ampia e variegata. Un primo passo verso un ampliamento, un ammodernamento e una ri-funzionalizzazione del centro fieristico regionale”.
Nata dall’intuizione di Lodovico Maschiella, nel 1969 viene organizzata la prima fiera agro-zootecnica con l’intento di promuovere e sviluppare le attività agricole e zootecniche dell’Italia centrale. La continua crescita di espositori e visitatori ha segnato il lungo percorso di Agriumbria, punto di riferimento a livello nazionale per la valorizzazione del settore agricolo e momento di discussione e riflessione sulle prospettive e sul futuro dell’agricoltura.
Seguendo il motto “Orientati al futuro” numerosi convegni e iniziative hanno affrontato i temi d’attualità: sostenibilità economica e ambientale delle attività agricole e zootecniche focalizzando l’attenzione al Made in Italy e alla qualità, rapporto tra carne e alimentazione, energie rinnovabili, coltivazioni resilienti ai cambiamenti climatici, allevamento bovino nella zootecnia del futuro, certificazioni di qualità e tracciabilità, tutela e presidio dei territori, etichettatura di vini e oli, caratteristiche sensoriali del miele monoflora.
Ampia la panoramica generale e organica dell’innovazione tecnologica raggiunta nei differenti settori merceologici. Attenzione per le diverse agricolture italiane e i comparti produttivi e merceologici ad esse legate, come afferma Ansideri: “Siamo abituati a pensare l’agricoltura come unica entità, ma le proteste di questi giorni svelano quanto sia composito il mondo agricolo. Nelle semplificazioni della cronaca delle proteste, è passato il concetto che gli agricoltori siano contro alcune delle più importanti politiche per contrastare il cambiamento climatico. La questione è più complessa e i malumori sono il risultato di anni di incertezze economiche. In fiera lavoriamo per mostrare tutti gli strumenti e i mezzi tecnici e tecnologici utili alle imprese per lavorare al meglio, questa è la nostra mission”.
È la fiera di settore più grande del centro e sud Italia, con il più ampio comparto zootecnico, ufficialmente “Polo delle Carni Italiane” e curatrice dell’Osservatorio sui consumi di carne, luogo di elezione per accordi, contratti e sinergie.
Presenti 600 capi di animali nei diversi ring e aree, 5 saloni specializzati e una mostra mercato di animali da cortile. La parte espositiva articolata in varie sezioni, dalla meccanizzazione alla tecnologia aziendale, con i saloni specializzati Enotec, Oleatec e Bancotec dedicati alla viticoltura, all’olivicoltura e alla conservazione di cibi e alimenti.
La partnership tra la fiera a l’AIA (Associazione Italiana Allevatori) ha messo in mostra i migliori capi e migliori allevamenti italiani nei concorsi e nelle rassegne che rappresentano l’enorme biodiversità animale italiana, con le Mostre nazionali curate da ANABIC di Chianina e Romagnola e quella di ANACLI per Limousine e Charolaise. Marchigiana, Podolica e Maremmana erano presenti nell’ambito della tradizionale esposizione di Italialleva. In vetrina la Frisona italiana e la Pezzata Rossa italiana a doppia attitudine (latte e carne) e le razze bovine Mucca Pisana, Pontremolese e Garfagnina a rappresentare la biodiversità. Significativo il comparto ovicaprino con il concorso degli Arieti della Razza Ovina Sarda e una vetrina delle razze equine e asinine di Umbria e Marche.
Gli studenti degli Istituti Agrari si sono espressi nel concorso-gara sulla valutazione morfologica e attitudinale di Frisona, Chianina e Limousine.
Una novità di questa edizione è stato il salone specializzato e l’area demo dedicati alla forestazione, settore spesso sotto rappresentato. Nell’area dimostrativa dedicata alla forestazione le aziende italiane del settore agroforestale richiamavano l’attenzione sui vantaggi della moderna meccanizzazione attraverso dimostrazioni di filiera che illustravano le varie fasi di lavoro, per una valorizzazione sostenibile del nostro patrimonio forestale, che deve passare attraverso filiere corte bosco-legno a beneficio dell’economa locale e a tutela del patrimonio montano, per ridurre l’importazione dall’estero che attualmente consiste nell’80% del legname.
Il punto ristoro, insieme ad AIA, ha prodotto un’offerta di ristorazione completa e garantita con le migliori carni italiane dove era possibile anche confrontarsi con esperti in termini di sicurezza alimentare, proprietà nutrizionali e bontà delle carni di qualità certificata.
Numerosi gli stand dedicati alla vita all’aria aperta e agli hobby legati alla terra e alle eccellenze italiane dell’enogastronomia.