Fondata il 25 luglio 1135 su un terreno incolto detto “ la staffarla” da alcuni monaci cistercensi provenienti dall’Abbazia ligure di Tiglieto, per volontà del marchese di Saluzzo, Manfredo I del Vasto, l’abbazia appare composta dalla chiesa, dal monastero (con chiostro, refettorio e sala capitolare), dalla foresteria, dalla sede dei conversi, dal mercato coperto e dal sistema delle cascine di pertinenza, secondo un modello consolidato per i cistercensi. Divenuta estremamente florida nel corso dei secoli, anche grazie alle notevoli elargizioni fondiarie da parte dei nobili locali, Staffarda si contraddistingue quale centro autonomo di attività in grado di produrre il necessario sia per il fabbisogno interno, sia per la commercializzazione dei prodotti.
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Via Staffarda – 12036 Revello (Cn)
Dal XV secolo in poi, tuttavia, la comunità decade progressivamente, tanto che nel 1750 la Santa Sede dichiara terminata la funzione abbaziale autonoma, conferendo il complesso all’Ordine Mauriziano, che ancora oggi la possiede.
La chiesa è uno splendido esempio di transizione tra il romanico e il gotico, a tre navate, dall’interno austero, secondo la prescrizione della regola monastica dei riformati (Consuetudini), segnato da coperture a crociera poggianti su pilastri, tutti diversi fra loro. Notevole, sopra l’altare maggiore, il polittico cinquecentesco in legno dipinto e dorato opera di Pascale Oddone: aperto mostra scene della vita delle Vergine; chiuso permette di ammirare invece San Benedetto, l’arcangelo Gabriele, San Bernardo di Clairvaux e la Vergine Annunziata.
Il chiostro, ben conservato, databile alla metà del XIII secolo, mostra una scansione regolare di bianche colonnine ed è potentemente contrassegnato dalla presenza dei contrafforti posti a scaricare la componente laterale del peso delle volte delle navate interne. Interessante il salone al piano terreno della foresteria e il mercato coperto, datato agli anni settanta del XIII secolo, poggiante su massicci pilastri.
Cenni storici
Un primo nucleo fortificato, situato sulla sommità del colle, in vista del gruppo del Monviso, esisteva già nel XIII secolo. Il castello inizia ad assumere l’aspetto attuale ad opera dei Saluzzo della Manta all’inizio del Quattrocento.
L’immagine attuale è quindi la tipica risultante della graduale metamorfosi di un castello medievale in un complesso di costruzioni di epoche e aspetti differenti, con la perdita progressiva di quasi tutti i caratteri di opera fortificata per acquisire l’aspetto di signorile dimora. Il complesso castellano è frutto di successive aggregazioni a partire dall’originario fortilizio del XIII secolo e si è arricchito nel ‘500.
Il Castello della Manta custodisce nel salone baronale una delle più stupefacenti testimonianze della pittura del gotico internazionale. Valerano, signore di Manta dal 1416, operò organicamente per costruire il suo castello in struttura residenziale aggiornata sui modelli funzionali e decorativi dell’epoca tardogotica.
La testimonianza più significativa di questo periodo è il ciclo di affreschi che ricopre interamente la grande sala baronale. La serie dei nove eroi e delle nove eroine dell’antichità e la scena della Fontana della Giovinezza furono affrescate poco dopo il 1420 da un ignoto pittore detto “Maestro della Manta”.
La sala delle grottesche, nell’appartamento di rappresentanza voluto da Michelantonio nel 1560, è uno degli ambienti più significativi del castello. La volta, a padiglione con unghie è interamente decorata da dipinti e stucchi: fantasie fitomorfiche tipiche delle grottesche, rovine classiche o architetture rinascimentali, allegorie delle Virtù.
La Chiesa di S. Maria al Castello contiene due ambienti di particolare pregio, in sintonia con i due momenti più significativi della decorazione pittorica all’interno del castello. Nell’abside vi è un ciclo di affreschi di episodi della vita di Cristo, realizzato quasi contemporaneamente al ciclo del salone baronale.
La cappella funeraria di Michelantonio, a pianta quadrata centrale e sormontata da un’elegante cupola ottagonale, ha invece la medesima ricca decorazione a stucco e affreschi delle volte del Palazzo di Michelantonio ed è dovuta probabilmente alle stesse maestranze.
Attualmente di proprietà del FAI, è stato donato nel 1984 da Elisabetta De Rege Provana.
Caratteristiche della visita
Il Castello della Manta prevede la visita al Salone Baronale con gli affreschi del Ciclo dei Prodi e delle Eroine, alla Sala delle Grottesche ed alla Chiesa di Santa Maria al Castello. All’esterno nell’ampio giardino si può godere dello stupefacente panorama sul gruppo del Monviso.
Servizi
Mostre, manifestazioni, animazioni per adulti e bambini. Servizio gratuito di audioguida, in italiano e inglese. Parcheggio per auto e autobus. Bookshop. Visite guidate e ‘visitattive’ per scolaresche su
Orari di apertura
Da MARZO a SETTEMBRE orario continuato dal Martedì alla Domenica 10 – 18, ultimo ingresso 45 minuti prima della chiusura.
OTTOBRE, NOVEMBRE e seconda metà di FEBBRAIO orario continuato dal Martedì alla Domenica, orario 10 – 17, ultimo ingresso 45 minuti prima della chiusura.
Siamo aperti tutti i Lunedì festivi.
Nota: la Chiesa Castellana è visitabile negli stessi giorni e negli stessi orari del Castello.
Tel. e fax 0175 87822
E-mail: faimanta@fondoambiente.it
GLI AFFRESCHI DI SAN FIORENZO DI BASTIA MONDOVÌ
Un itinerario artistico da scoprire
Nelle campagne e colline del monregalese è possibile imbattersi in molte cappelle rurali, realizzate quasi tutte con un’architettura molto semplice, consistente in un portico aperto nella parte anteriore, dal quale solitamente attraverso un arco a sesto acuto si accede ad un locale quadrangolare. Molte di queste erano state costruite come riparo dalle intemperie o per deposito degli attrezzi, e solo in un secondo momento furono adibite ad uso religioso e utilizzate come ricovero dei pellegrini che percorrevano la via franchigena, e che lasciavano graffiti sulle pareti i segni del loro passaggio, una preghiera come atto di devozione, o semplicemente il proprio nome.
Alcune di queste cappelle divennero, una volta ampliate per l’uso religioso, delle vere e proprie Pievi, sulle cui pareti i frescanti tradussero in immagine la fervida e devota preghiera di tutti i fedeli, che fossero umili o potenti: invocazione di aiuto durante i periodi tumultuosi della peste e in tempo di guerra, ringraziamento e voto di religioso omaggio in tempo di pace.
Fra di esse ve ne è una in particolare che colpisce subito l’occhio dello spettatore per la bellezza degli affreschi e l’austerità delle architetture: con una superficie dipinta di ben 326 mq, la chiesa di San Fiorenzo di Bastia di Mondovì possiede il più vasto ciclo pittorico del monregalese e ben rappresenta inoltre il modus operandi della cosiddetta bottega di pittura monregalese, attiva e fervida sin dagli inizi del Quattrocento.
Visite guidate gratuite su prenotazione.
Associazione Culturale S. Fiorenzo O.n.l.u.s. – C/O Chiesa di San Fiorenzo – 12060 Bastia M.vì (Cn) – ITALIA
E-mail: sanfiorenzo@infinito.it – Tel. 338/4395585 – 0174/60233