Tra Piemonte, Hautes Alpes, Provenza, si snoda la Via Francigena, uno dei più importanti percorsi del Medioevo europeo, tornata oggi all’attenzione del turismo internazionale.
Ci sono itinerari, nel mondo, che hanno una storia profonda e un’intensità straordinaria. Itinerari dove si sente risuonare ancora il passo di viandanti e pellegrini lontani. La “vecchia” Europa è ricca di “cammini” speciali, legati soprattutto alla sua storia spirituale e segreta. La Via Francigena é una delle grandi vie del Medioevo europeo, tornata all’attenzione del turismo internazionale. Così i moderni pellegrini si incamminano ancora lungo queste vie tracciate nei secoli, forniti di bastone, cappello, zaino, sapendo che il cammino è lungo e costituisce esso stesso la meta.
In Piemonte, in provincia di Torino, uno dei tratti della via Francigena corrisponde all’area che va da Torino a Susa e quindi fino al passo del Moncenisio che porta alla regione francese della Savoia. Qui alcune tappe sono fondamentali. Prima di tutto la Sacra di San Michele, simbolo stesso della regione Piemonte. Un monumento sorprendente, anche nella costruzione, che svetta altissimo e imponente. Difficile immaginare l’opera di pochi monaci incaricati verso l’anno Mille dal nobile Ugone di Montboisser, di costruire l’abbazia con enormi blocchi della verde pietra locale.
L’imponente facciata, alta 41 metri, racchiude un intrico di scale, contrafforti, costruzioni, in parte eliminate nell’ultimo secolo, che portano alla vera e propria chiesa. Il santuario, di stile romanico- gotico, è il risultato del lavoro di secoli, in cui scultori e scalpellini lavorarono ad opere mirabili, come i 139 capitelli decorativi e simbolici, che sovrastano colonne, lesene e spigoli. (Info: www.sacradisanmichele.com – www.vallesusa-tesori.it) Proseguendo la Via Francigena verso ovest, dopo la Sacra di San Michele, ecco l’abbazia di Novalesa, iniziata nel lontano 726 per un voto del nobile franco Abbone, in una posizione strategica quasi di confine tra il regno franco e quello longobardo. Distrutta e ricostruita più volte, oggi presenta i suoi gioielli: le cappelle di Sant’Eldrado e San Nicola, con due splendidi cicli di affreschi dedicati alle vite dei due santi. (Info: www.abbazianovalesa.org)
A sud la Via Francigena ci fa scoprire un altro gioiello: Sant’Antonio di Ranverso, che ci ricorda una funzione fondamentale di alcune costruzioni dislocate lungo la via. Qui infatti si accoglievano e si curavano i pellegrini. Tra hospitium e ospedale, Sant’Antonio di Ranverso era dedicato al Santo raffigurato sempre col bastone, la campanella e l’immancabile maialino ai suoi piedi, venerato come guaritore dell’ergotismo. La malattia, falsamente identificata con il “fuoco di Sant’Antonio”, era invece legata ad una tossina presente nella segale cornuta, che costituiva l’alimento principale del territorio in età medievale.
Lo stile gotico, gli elementi in cotto alle finestre e alle chiavi di volta, la celebre facciata a ghimberghe ne fanno uno dei monumenti più suggestivi del Piemonte. Se le Alpi non erano una barriera per i semplici pellegrini medievali, tanto meno lo saranno per noi. All’altezza del Monginevro si apre un altro itinerario, la Via Alta, che univa un tempo il Cammino di Santiago e la Via Francigena, oggi di nuovo percorribile. L’itinerario offre bellissimi paesaggi naturali in Hautes Alpes e Provenza, tra le montagne più alte d’Europa, e bellissimi paesaggi culturali di fortezze, palazzi, santuari e abbazie. Dopo i paesaggi spettacolari del passo del Monginevro, la prima tappa in Francia é la città di Briancon, magnifico esempio di città fortificata, che dimostra l’imponente fenomeno della catena di fortificazioni difensive, costruite a cavallo delle Alpi, quasi tutte tra 1600 e 1700, da audaci ingegneri militari.
A Briançon il genio fu quello di Vauban, che realizzò nell’arco di pochi anni una potente cinta muraria, fortezze che proteggono la città dall’alto, fossati esterni, casamatte e bastioni che ospitavano uomini e pezzi d’artiglieria. Dal 2008 tutta la rete di strutture difensive progettate da Vauban, a Briancon e nel resto della Francia, è stato classificato Patrimonio dell’Umanità. (Info: www.otbriancon.fr) Proseguendo il cammino, ecco la piccola cittadina di Embrun, dove si rimane stupefatti davanti alla famosa Cattedrale di Notre Dame du Réal. Anche in queste terre alpine, che dominano la valle della Durance, erano giunti i Saraceni intorno all’anno 1000. Così la devozione popolare e l’iniziativa dei vescovi spinse a costruire, tra il XII e il XIII secolo, questa grandiosa cattedrale, legata alla famiglia reale, in stile romanico-gotico di ispirazione lombarda.
Le pietre bianche e nere, i leoni che affiancano il portale e l’organo donato da Luigi XI accolgono uno dei più grandi tesori religiosi di Francia, visibile nella Cappella di Sainte Anne. (Info: www.tourisme-embrun.com) Girovagando qua e là sulle Hautes Alpes, ecco, immersa nei boschi, la suggestiva abbazia di Notre-Dame de Boscodon, oggi Monumento Nazionale, costruita da monaci eremiti nel 1100. Qui vivevano, sfruttando le risorse della foresta, allevando animali e offrendo ospitalità ai pellegrini stanchi per l’attraversamento della grande barriera naturale delle Alpi.
Il monastero montano probabilmente appariva come un miraggio, dopo la fatica del cammino: costruito in funzione dei ritmi del sole, dei corsi d’acqua, della presenza di una strada in pietra nei dintorni, della foresta e dei centri abitati, risultava in totale armonia con la natura. (Info: www.abbayedeboscodon.fr) Un santuario più recente, meta di moderni pellegrinaggi, è quello di Notre Dame de Laus, costruito nel 1666, in seguito alle apparizioni della Vergine Maria a Benoîte Rencurel. A poche decine di chilometri dalla frontiera con il Piemonte, nel villaggio Saint-Etienne le Laus, si apre questo magico luogo legato ad una pastorella analfabeta, che è stata definita “una delle forze più nascoste e più influenti della storia d’Europa”. Qui si visitano, in un piacevole percorso panoramico, vari luoghi che ricordano la vita di Benoite, le apparizioni, la Valle dei Forni dove abitava. Qui si può essere alloggiati semplicemente nell’Ostello del Santuario, secondo lo spirito di questa bella storia. (Info :www.notredamedulaus.com) Infine una tappa imperdibile: Avignone, con il suo incomparabile complesso architettonico inserito tra i monumenti patrimonio mondiale dell’umanità Unesco.
Destinazione ideale per una gita in Provenza, nobile città medievale, cuore della cristianità in un secolo delicato e cruciale, Avignone si presenta oggi nel suo dipartimento di Vaucluse come una città solenne e nel contempo disinvolta, ricca di cultura e di arte di vivere. Con un ponte da leggenda e il famoso Palazzo dei Papi, le mura intatte dei palazzi del diciassettesimo e diciottesimo secolo in tutta la città vecchia, giardini ariosi, chiese e musei di incredibile bellezza, Avignone sorprende i visitatori anche per l’atmosfera rilassata che vi si respira.
Passeggiare nella città vecchia è nello stesso tempo un’attività piacevole e culturalmente intrigante. Si alza lo sguardo su monumenti che trasudano storia e vengono alla memoria momenti fondamentali della storia d’Europa: lo spostamento del Papato ad Avignone durante il 1300, l’incontro di Francesco Petrarca e Laura nella cattedrale. Il Palazzo dei Papi è il simbolo della potenza dell’Occidente cristiano nel XIV secolo. Edificato in meno di vent’anni a partire dal 1335, opera di due papi, Benedetto XII e il suo successore, Clemente VI, è il più importante palazzo gotico del mondo (basti pensare che occupa 15 000 metri quadrati di superficie, pari a 4 cattedrali gotiche), dove si sono svolti eventi che hanno avuto ripercussioni a livello mondiale, tra cui gli appartamenti privati dei Papi e i meravigliosi affreschi eseguiti dall’artista italiano Matteo Giovannetti.
Il complesso presenta una teoria di torri, corti, appartamenti, cappelle costruite intorno alla chiesa di Notre Dame de Doms che si distingue per l’unità architettonica unica nel suo genere. Il Palazzo dei Papi di Avignone non è solo storia e cultura, ma anche piacere del gusto e della gola. La Bottiglieria del Palazzo dei Papi, situata nella sala dell’artiglieria, offre dal 1999, una selezione di circa cinquanta tipologie di vini e uno spazio conviviale nel quale i sommeliers sono a disposizione 365 giorni l’anno. I vini prodotti sulle rive del Rodano sono rinomati fin dal Medio Evo, e hanno conquistato un posto di rilievo tra i grandi DOC francesi.
Dopo la pausa golosa, ecco a pochi passi dal Palazzo/Fortezza, i magnifici giardini nel rocher des Doms, da cui si gode un panorama straordinario sul Ponte di Avignone, il Rodano, la vigna du Pape. Qui si comprende come Avignone offra una ambiente architettonico unico, classificato dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità: l’insieme é costituito da Pont Saint-Bénezet, Remparts, il Museo del Petit Palais, la Cathédrale des Doms, i Giardini des Doms e da impressionanti muraglie su cui si stagliano le quattro gigantesche torri del Palazzo dei Papi. Ovviamente tutti riconosceranno nell’antico Pont Saint Bénezet, il “Pont d’Avignon” reso celebre dalla popolare canzone. Ma non tutti sanno che questo ponte sul Rodano, durante il periodo del papato, collegava il palazzo alle residenze cardinalizie costruite al di fuori delle mura vere e proprie del palazzo. www.avignon-tourisme.com
Informazioni utili
Per visitare la Via Francigena in provincia di Torino ottima la Torino + Piemonte Card, valida da due a più giorni: www.turismotorino.org www.via-alta.it www.hautes-alpes.net Consigli per aree di sosta: in area italiana, in Val di Susa, www.campinggranbosco.it; in area francese www.camping-avignon.com
Testo e foto di Franca Dell’Arciprete Scotti