Quanto segue non è un diario di bordo ma un programma di viaggio dettagliato e ricco di informazioni. Giuliano (l’autore) lo ha redatto per un gruppo di amici. Ovviamente le informazioni di carattere generale, andranno bene per visitare la Puglia in qualsiasi periodo dell’anno.
PROGRAMMA DI 11 GIORNI IN PRIMAVERA CON PARTENZA E ARRIVO DA BARI
INFORMAZIONI GENERALI
Le indicazioni fra parentesi per le mappe delle città e la descrizione di visita, sono riferite alla “Guida rapida d’Italia” vol. 5 del Touring Club Italiano. Le indicazioni in blu, riguardano informazioni su AA (Area Attrezzata), CS (Camper Service), PS (Punto sosta). L’itinerario non è stato suddiviso in tappe giornaliere, per lasciare la più ampia scelta per fare le soste notturne dove si ritiene più opportuno. In primavera (senza soste lunghe in spiaggia), per fare questo percorso, occorrono almeno 10/13 giorni. I nomi dei paesi scritti in MAIUSCOLO sono da visitare o meritano almeno una piccola sosta, quelli in minuscolo sono solo di transito e non richiedono soste. Km totali del percorso circa 2700.
INIZIO DESCRIZIONE ITINERARIO
Brescia entrata in autostrada, e lungo trasferimento fino all’uscita del casello autostradale di Bari Nord. BARI sarà visitata al ritorno, se sarà rimasto ancora tempo disponibile. Seguire la tangenziale sud della città e prendere la litoranea in direzione Brindisi, passando Mola di Bari sulla circonvallazione e seguire per il centro di POLIGNANO A MARE (descrizione visita a pag 240) PS all’inizio del paese, mt 100 prima del ponte sul porto vecchio, a Sx dietro al distributore della Shell, ampio parcheggio tranquillo con balconata sulla scogliera e gradinata che scende a mare. Prendere sempre la litoranea, seguire per il centro di Monopoli lasciando la superstrada e qui seguire le indicazioni per EGNAZIA (descrizione visita a pag 124). PS nel parcheggio sul mare, davanti all’ingresso degli scavi. Proseguire sulla costa, passando da Savelletri e si arriva alla località balneare di TORRE CANNE PS nel parcheggio vicino al porto, uscire dalla superstrada a Torre Canne Ovest e seguire il litorale e dopo pochi km si arriva TORRE S. LEONARDO bella località balneare.
PS vicino alla torre spagnola, nel parcheggio a fianco della spiaggia con sabbia fine, si accede dalla strada a sx dell’entrata del camping Pilone. Proseguire fino a Rosa Marina e girare a dx per salire ad Ostuni.
OSTUNI (descrizione visita a pag 212).
PS nel piazzale di Via Tenente Specchia, non lontano dal centro storico, raggiungibile per Via Salita Porta Nuova.
Finita la visita si ritorna sul mare seguendo le indicazioni di Villanova. Da qui in poi inizia la marina di Ostuni, km 20 di costa frastagliatissima con qualche insediamento di villaggi turistici. Si arriva a TORRE S. SABINA, piccolo centro sul mare, PS nel parcheggio ai piedi della torre in centro al paese, possibile anche parcheggiare in riva al mare a dx del paese, con un tratto di spiaggia a sabbia fine. Si passa dalla riserva marina di Torre Guaceto e dopo km 15 si arriva in periferia di
BRINDISI
AA+CS a pagamento c/o “Garage Minnuta” in strada Minnuta 6, 24 ore su 24, tel 0831453444, seguire segnaletica da SS 379
AA+CS a pagamento sulla tangenziale, con acqua.
Uscire dalla città verso sud sulla SS 613 direzione Lecce, dopo km 10 prendere a sx (svincolo di Tuturano) la litoranea per le località balneari di Torre S. Gennaro, Casalabate, fino a Torre Rinalda. Qui deviazione a dx di km 4 per
ABBAZIA S. MARIA DI CERRATE, L’interesse è rivolto alla chiesa e alla piccola masseria. Il conte normanno a cui la si attribuisce trovò già in loco una comunità di monaci greci e, pertanto, è possibile far risalire il monastero ad un periodo precedente il 1133. Nei locali attigui alla chiesa è allestito il Museo delle Tradizioni Popolari Salentine: (ore 9/13,30-14,30/19,30) sono esposti arredi e utensili domestici nonché attrezzi della cultura contadina locale e due affreschi riproducenti, rispettivamente, l’Annunciazione e la Morte della Vergine. Disponibile parcheggio davanti all’abbazia.Si ritorna a Torre Rinalda e svoltando a dx, si continua sulla litoranea. Dopo Torre Rinalda, svoltando in prossimità di una carrareccia alberata da eucalipti, si giunge al BOSCHETTO RAUCCIO (circa 12 ha), uno degli ultimi lembi superstiti della citata antica foresta di Lecce, oasi protetta dal WWF. Lasciato l’interessante boschetto, si suggerisce un’altra sosta presso le SORGENTI DELL’IDUME, acqua dolce, presso la Marina di Torre Chianca, comprese tra antiche masserie (Solicara, Melcarne, Paladini e tante altre) e purtroppo soffocate da residenze estive abusive. Continuare fino alla
MARINA DI S. CATALDO, la cosiddetta spiaggia dei leccesi. Nella rada a sud ci sono i resti del porto di Adriano, dal nome dell’’imperatore che lo fondò. PS nei parcheggi vicino al faro o nel grande parcheggio sulla spiaggia di fronte ai resti dell’antico porto. Da qui una superstrada di km 12 porta alla città di
LECCE (pianta della città pag 146 e descrizione visita a pag 145).
PS nei parcheggi a pagamento nei pressi del castello, lato nord-est.
Partenza per S. Cataldo rifacendo la superstrada, e proseguendo in direzione di S. Foca, si consiglia di sostare presso L’OASI NATURALISTICA DELLE CESINE (comune di Vernole), apertura per i singoli visitatori Sabato e Domenica, ore 10 la prima escursione e ore 15 la seconda escursione (centro visite tel 0832892264-0336868070). E’la più importante zona umida del Salento, dichiarata “biotopo” di interesse internazionale, dal 1980, “riserva naturale di popolamento animale dello Stato”, gestita dal WWF. Gli uccelli sono i frequentatori più abituali e, tra essi, quelli che vi svernano: aironi, cicogne, gru, fenicotteri ed anche cigni reali. Si segnala anche la presenza di piccole praterie ricche di orchidee. Qui prendere la strada verso l’interno per km 8 fino al piccolo borgo di
ACAYA opera dell’architetto militare GianGiacomo dell’Acaya che fortificò (1521-1535) il villaggio già denominato Segine, realizzando il castello munito di poderosi bastioni angolari, di cortine e di un fossato, ora in restauro.
PS nel piccolo parcheggio situato davanti alla Porta di ingresso vicino al castello. Continuare in direzione di Strudà che conserva il grandioso Palazzo dei Saraceno e poi per PISIGNANO dove c’è il menhir Materdomini, l’omonima Chiesa in cui si custodisce un affresco cinquecentesco ed un crocifisso ligneo, il Palazzo dei Severini (XVII sec.). Nell’adiacente campagna, in contrada “li Lei”, cresce un gigantesco leccio meglio conosciuto come la lizza te lu Motta, il leccio del Motta, dal cognome dell’originario proprietario del fondo agrario. È un autentico “patriarca verde”, maestoso e superbo (relitto delle folte antiche foreste salentine): il tronco misura ben 3,84 m. di circonferenza mentre la chioma ha un diametro di 21 m., i rami sfiorano il piano di calpestio e formano una capanna vegetale di frescura. In paese lo identificano anche come la “Lizza dei briganti” perché bande di fuoriusciti vi si nascondevano tra i rami.
Tra maestosi alberi d’ulivo, si arriva dopo km 5 al centro di VERNOLE, che già nel nome, “Vèr in oleae”, primavera tra gli ulivi, cela lo stretto legame con l’elemento vegetale preponderante. La secolare produzione di olio vernolese, celebrato per la sua qualità, è attestata da ben 19 frantoi ipogei. Si consiglia di visitare almeno quello di piazza Vittorio Veneto (1576) detto di Caffa e l’altro semi-ipogeo di via Lecce del 1700, affascinante nella sua struttura architettonica. Altri monumenti sono rappresentati dalla Chiesa della Visitazione o della Madonna del Monte (XVII sec.), la Chiesa Parrocchiale e la guglia (XVII sec.) dedicate alla Patrona S. Anna, che i vernolesi festeggiano il 26 luglio. Prendere la strada che conduce a MELENDUGNO (descrizione visita a pag 164). che è rinomata, oltre che per la bontà dell’olio di oliva, anche per la qualità delle patate zuccherine e per la “ricotta forte”. Famosi i Dolmen presenti in zona. Direzione per km 7 verso la
MARINA DI S. FOCA che è conosciuta non soltanto come rinomata stazione balneare dotata di un ottimo porticciolo, di confortevoli complessi alberghieri e di ristorazione, ma per una fortunata condizione ambientale: il suo mare è un habitat ideale per la riproduzione e la crescita dei ricci, che sprigionano un gusto particolare grazie allo speciale plancton di cui si nutrono. AA c/o agriturismo tenuta Scalilla, 80 posti, elettricità, tel 0832834778.
Successivamente si incontra ROCA VECCHIA, già città messapico-romana, distrutta dalle incursioni saracene. Il castello, famoso nel periodo dell’assedio di Otranto (1480) per la sua inaccessibilità, era reso ancor più sicuro grazie ad alcuni segreti passaggi sotterranei che permettevano l’uscita a distanza. Per evitare che divenisse ricettacolo dei pirati che continuamente infestavano la costa, si decise di smantellarlo e i profughi di Roca Vecchia si trasferirono a Roca Nuova, composto da una torre, poche casette ed una chiesetta. Nelle vicinanze vi è la rinomata “grotta della poesia” dove, secondo la leggenda, faceva il bagno una principessa tanto bella da attirare l’attenzione dei poeti che, dinanzi alle sue capacità natatorie ed alle sue dolci movenze nell’acqua, le dedicavano estemporanei versi lirici. Da ciò il nome della grotta “poesia”. PS alle “Marine”sul mare. Segue sulla litoranea
TORRE DELL’ORSO che prende il nome dall’omonima fortificazione troncopiramidale, parzialmente diruta, che domina la Cala dell’Orso, convenzionalmente l’Orsetta, una tra le più suggestive località balneari dell’Adriatico salentino, racchiusa da spuntoni di roccia e protetta da una folta pineta. Due scogli isolati nel mare cristallino, indicati come le “due sorelle”, la vigilano da lontano. Si continua sulla litoranea passando da Sant’Andrea e si arriva ai LAGHI ALIMINI, luogo di singolare valore paesaggistico e naturalistico.
PS+CS in parking a pagamento “Baia dei Turchi”, £ 15000/24 ore, scarico gratuito, sulla SS 611 verso Otranto, km 1 dopo il distributore a sx (aperto solo nei mesi estivi).
AA c/o “Baia Fontanelle” via Catona, SS 611, km 5 a nord di Otranto, 25 posti, tel 0836802797.
I laghi costieri sono più che altro due specchi d’acqua comunicanti fra loro, di forma irregolare: Alimini Grande (a N) si è originato per la progressiva chiusura di un seno marino e presenta diverse gradazioni di salinità e Alimini Piccolo o Fontanelle (a S), cosiddetto perché alimentato da numerose polle di acqua sorgiva, ed è di origine carsica. Qui sono presenti rarissime formazioni di quercia spinosa, di erica pugliese e di camomilla d’Otranto. L’anticamera di Otranto è Torre S. Stefano, un’insenatura folta di felci e di rosolacci e costeggiando le case coloniche trasformate in trattorie tipiche o in rivendite dei prodotti coltivati negli orti retrostanti, si giunge a Otranto, che già si annuncia accogliente con la sua atmosfera orientaleggiante e tipicamente mediterranea.
OTRANTO (descrizione visita a pag 212) è l’abitato più orientale d’Italia.
PS sotto le mura (solo in bassa stagione) o al porto, comodo per il centro storico, usando la passerella pedonale che parte dietro il ristorante sulla spiaggia o all’inizio del paese, a fine della discesa, a dx prima del distributore, a pagamento e sorvegliata.
Finita la visita, si continua per la litoranea e si passa da Punta Palascìa che è la più orientale d’Italia; è uno spettacolare spuntone di roccia alto 82 metri s.l.m. su cui sorgono delle postazioni radar militari. Suggestione vuol dire TORRE S. EMILIANO che, dall’alto della sua posizione (51 m. s.l.m.), vigila la piana calcarea e la costa sottostanti. La presenza preponderante della roccia calcarea custodisce un singolare fenomeno di erosione marina costituito dalla marmitta dei giganti, una enorme “pentola” in cui si trova una sfera rocciosa perfetta, dal diametro di oltre 1 metro. Si arriva poi a
PORTO BADISCO PS nel parcheggio in fondo all’insenatura del mare, all’inizio del paese prendere strada a sx oppure nel parcheggio alla fine del paese, sulla sx, vicino all’ingresso della Grotta dei Cervi. Per i geologi e gli storici Porto Badisco è “il santuario della preistoria” rappresentato dalle Grotte dei Cervi. In queste cavità naturali è stato scoperto (1970) un complesso di pitture parietali rupestri, datato grosso modo fra i 4500-6000 anni a.C., il più importante d’Europa nel suo genere. Lasciando la costa e andando verso l’interno, sarebbero possibili tre escursioni interessanti, una al “Masso della Vecchia” a Giuggianello, una ai dolmen e menhir di Giurdignano a pochi km da Uggiano la Chiesa e una ai Canaloni e Serra di Porto Badisco.
Superato il tratto stradale caratterizzato da tornanti che sembrano portare direttamente nel mare visibile oltre il parapetto, inattesa e rassicurante appare S. CESAREA TERME solare e luminosa. PS nel vasto parcheggio sul mare nei pressi del ristorante “Il Villino”. La sottostante scogliera è alta, pericolosa, visibilmente impraticabile sia per una facile balneazione, sia per un’attività sportiva o industriale quale la pesca. Facoltosi borghesi e maturi nobili salentini , tra la fine dell’800 ed i primi decenni del ‘900, commissionarono, per trascorrervi le vacanze estivo-autunnali, progetti di lussuose ville, spesso frivole e stravaganti, che tuttora connotano, con l’estro decorativo delle facciate e la raffinata fantasia delle linee architettoniche, l’aspetto estetico della cittadina.
S. Cesarea Terme deve il suo sviluppo proprio allo sfruttamento del mare, ricco di proprietà terapeutiche per la presenza di sorgenti termominerali, conosciute già al tempo di Aristotele e Strabone. PS sul mare in un ampio prato dopo pochi km a Torre Miggiano, vicino alla torre.
Nelle frazioni, rispettivamente, a CERFIGNANO si trova la colonna votiva più antica della provincia di Lecce (1550), situata di fronte alla chiesa matrice, caratterizzata da una croce che sovrasta il capitello corinzio.
VITIGLIANO ha invece nella Parrocchiale (XVI-XVII sec.), uno dei rari esempi di chiesa fortificata, e il Cisternale, una costruzione arcaica, di forma rettangolare, scavata nella roccia e costituita da lastroni di pietra, disposti l’uno accanto all’altro, a secco, che formano un tetto a due spioventi.
POGGIARDO, importante centro agricolo, situato in un’ampia pianura coltivata a cereali, tabacco, vite e ulivi, già sede di una fiorente Scuola Umanistica dove si formò Scipione Ammirato (1531-1601), di grande interesse artistico è la cripta di S. Maria degli Angeli, scavata nel tufo, nei pressi della chiesa matrice (1716) e del palazzo ducale dei Guarini (XV sec.). Al territorio di Poggiardo appartiene il centro di VASTE, l’antica Bastae, esplorato sistematicamente negli ultimi quindici anni. All’interno delle imponenti mura megalitiche che si sviluppano per oltre 3 Km. sono emersi oggetti e testimonianze appartenenti sia all’Età del Ferro (IX-VII secolo a.C.) che alle civiltà romana, bizantina e medioevale. Di particolare interesse è la cripta dei SS. Stefani.
Ad Ortelle vi è la cripta della “Madonna della Grotta” ,con tre navate absidate e tracce di pregevoli affreschi tra i quali una “scena della Passione” (XII sec.). Pochi km e si arriva alle grotte costiere più importanti e meglio conosciute, ossia della GROTTA ZINZULUSA e della Romanelli (ora chiusa al pubblico). Nelle acque della Zinzulusa vivono rari esemplari di fauna preistorica, un raro crostaceo cieco che, abituato a vivere negli abissi marini, ha sviluppato soprattutto il senso tattile e quello olfattivo. La grotta Romanelli, uno dei più importanti giacimenti preistorici d’Italia, ha reso possibile la ricostruzione delle vicende climatiche e umane degli abitanti di Terra d’Otranto, in uno spazio temporale di circa duecentomila anni. PS nell’ampio parcheggio all’entrata della grotta, con ristorante e servizi, si arriva con una deviazione di mt 700 dalla strada litoranea, scendendo a sx verso il mare. Si arriva a
CASTRO, borgo antico contrassegnato dai torrioni superstiti dell’antica cinta muraria, appare all’orizzonte arroccato, quasi a guardia della marina sottostante. Sull’origine di Castro le opinioni degli storici sono controverse, certamente l’origine è più che millenaria. Elevata dai Normanni a sede vescovile e divenuta Contea, Castro ebbe alle sue dipendenze un buon numero di feudi e di casali, fu dotata di una Cattedrale (1171), dedicata alla Vergine Annunziata. Il maniero, vanto di Castro e dei Gattinara, feudatari del luogo nel XVI secolo, era stato completamente ricostruito nel 1572 e rinforzato con poderosi baluardi ai quattro spigoli. Si dovette aspettare il XVIII secolo perché il castello, modificato in residenza dei conti di Lemos e Castro, venisse restaurato. PS unico posto per parcheggiare è la piazzetta in cima alla salita, al centro del paese, con belvedere sulla costa.
CASTRO MARINA con la sua caratteristica rada bizzarramente concessa dalla roccia, fra strapiombi di falesie che si tuffano nel mare dai riflessi verdi, con le sue case annidate in una pittoresca insenatura, offre un soggiorno di incantevole meraviglia. Al porto è possibile prendere la motobarca per fare un’escursione alle tre grotte marine e si arriva fino alla Zinzulusa (costo £ 10.000 a persona, durata circa 30 minuti).
PS nel parcheggio a sx , mt 200 dopo incrocio strada che scende al porto, seguire indicazione parcheggio bus.
Su un terrazzamento costiero, nel tratto tra i più pittoreschi della costa adriatica, sorge la MARINA DI ANDRANO con la Grotta verde, vi sorprenderà la trasparenza dell’acqua che, prima di mezzogiorno, assume tonalità di magiche fosforescenze. Le immersioni poi provocano un’incredibile effervescenza dell’acqua ed è come se si nuotasse in una flûte di champagne. PS nell’ampio parcheggio a sx della strada, proprio all’inizio della scalinata che porta alla grotta, con fontana nel parcheggio e ristorante oltre la strada. Arrivati a Tricase porto, sul tratto di strada che collega il paese vecchio di Tricase all’omonima marina, a metà percorso si possono osservare stupendi esemplari di “quercia vallonea”, specie arborea tipica della flora salentina, che un tempo ricopriva grandi estensioni boschive. Vi è un esemplare secolare di circa 600 anni, maestoso, col tronco dal diametro di 1,5 metri e la chioma di almeno 500 mq. di larghezza (è posizionata proprio in centro alla carreggiata della strada, difficoltà di parcheggio).
TRICASE fu più volte saccheggiata dai turchi e dagli abitanti dei villaggi vicini, avidi di bottino. Il complesso architettonico di maggior rilievo è rappresentato dall’attuale Piazza G. Pisanelli (1688), costituita dalla facciata della chiesa di S. Domenico, dal castello, dalla chiesa madre e da una schiera di case a disposizione molto varia. Dell’ex convento dei Domenicani, costruito da Fra’ Nicolò Paglia di Giovinazzo, compagno di San Domenico, sono ancora oggi visibili soltanto il piccolo chiostro e la ottagonale vera del pozzo. Un collegamento murario unisce l’attigua torre dell’orologio al cinquecentesco castello dei Principi. Non ci sono parcheggi adatti a camper.
MARINA DI NOVAGLIE è la successiva località costiera, una sorta di fiordo che si immerge nel mare dal colore indescrivibile, con un caratteristico porticciolo scavato nella roccia. PS nel piccolo parcheggio, con fontana, vicino a un ristorante gestito da bresciani, a sx prima di arrivare al porto oppure nello spiazzo alla fine della stradina, vicino alla torre diroccata.Una miriade di piccole cavità costiere ci accompagna sino al Canale del Ciolo, cosiddetto per la presenza nella zona di corvi, chiamati volgarmente “ciole”.
Ecco apparire il Faro di S. MARIA DI LEUCA, siamo al “Finibusterrae”. PS nel piazzale posto dinanzi al Santuario e nel parcheggio sul piccolo lungomare del paese in basso. Sullo scoglio del Melìso, proteso nel mare come la prua di una gigantesca nave, fu costruito il Santuario di Sancta Maria de finibus terrae (nelle forme attuali nel 1720) sull’area dove anticamente sorgeva il tempio dedicato alla Dea Minerva, del quale si conserva ancora un’ara romana che si può osservare sulla destra, appena si entra nella chiesa. Il Santuario è il più celebre centro di spiritualità dell’intera penisola salentina. Esso non è soltanto un richiamo a livello spirituale penitenziale (al Santuario, come si è detto, bisogna andare almeno una volta in vita se si vuole entrare in Paradiso).
Sul promontorio del Melìso, alle spalle della chiesa-fortezza, si eleva il faro alto 47 metri e posto a 102 metri sul livello del mare. La sua luce bianca è visibile sino a ventisei miglia e mezzo. Dal suo terrazzo si gode un panorama stupendo; quando il tempo è limpido e sereno si arriva a scorgere persino Corfù. Dal lungomare Cristoforo Colombo si può osservare la monumentale cascata artificiale affiancata da due rampe di scale di 300 scalini ciascuna: essa segna il termine dell’Acquedotto Pugliese, mentre la colonna romana vicina ricorda l’anno in cui l’imponente opera fu realizzata (1939).
A completare la suggestività del luogo ci pensano le numerose grotte che si aprono sia sul versante di levante che su quello di ponente. E si consiglia di vedere le prime nella mattinata per non perdere gli effetti delle particolari rifrazioni; quelle di ponente è preferibile visitarle nelle ore pomeridiane. Le grotte Porcinara e del Diavolo sono le uniche con accesso da terra; quest’ultima è così denominata perché sede dell’anima dannata del barone di Castro, trasformato in terribile demonio! Si dice che da qui attirava con fascinosi stratagemmi i pescatori che si avvicinavano a Punta Rìstola per poi ucciderli mostruosamente. Sulla costa di ponente si trovano, rispettivamente, le grotte del Fiume, del Presepio, delle Tre Porte, del Bambino, dei Giganti, della Stalla e del Drago.
Quelle di levante sono almeno una ventina e i pescatori le conoscono meglio con gli appellativi dialettali: del Burraru, dei Ciaulsi, di Ortocupo, delle Cappeddhe, delle Satizze, del Cacateddhu.. Verso l’interno c’è il paese di
PATU’ ai piedi della Serra di Vereto, sopravvissuto all’antico municipio romano Veretum, casale distrutto nel IX secolo, e del quale costituiva il granarium cioè il luogo di deposito delle vettovaglie. Nella zona extraurbana di Patù si vedono ancora i resti del centro messapico, costituiti da una fortificazione a blocchi (IV secolo a.C.) ed una acropoli. Nelle vicinanze si trova, inoltre, la cappella rurale della Madonna di Vereto, sorta sulle rovine dell’antica città. Durante l’estate è meta di pellegrinaggi mariani che diventano più numerosi il 15 agosto, festa dell’Assunta.
Il monumento più importante di Patù è senza dubbio quello cosiddetto di Centopietre, realizzato col reimpiego di blocchi delle mura messapiche e di architravi fregiate, provenienti da Vereto e vicino la chiesa di S. Giovanni, più volte restaurata, è di stile romanico (sec. XI) ed ha, all’interno, resti di affreschi tardo trecenteschi. A questi due monumenti è difficile arrivarci perché non ci sono indicazioni turistiche, comunque bisogna arrivare nella piazza principale del paese, prendere la strada che va in direzione ovest e dopo mt 200, ai giardini prendere la strada a sx, e si è subito arrivati.
Nella campagna si trova l’imponente Paiara di Papa Fedele, un’ardita costruzione rurale di pietre a secco. Si ritorna sul mare a Torre S. Gregorio (non entrare in paese con il camper perché non c’è spazio) e si prosegue sulla litoranea passando da TORRE VADO (PS nel parcheggio vicino alla torre), TORRE PALI, TORRE MOZZA (PS nel parcheggio a riva spiaggia nella parte ovest in fondo al paese, con ristorante).
Appena prima di Torre S. Giovanni, prendere a dx, e in km 6 si arriva al paese di URGENTO che è l’antica Ausentum, notevole centro messapico, porto commerciale romano, favorito dalla Via Traiana, sede vescovile fin dal VI secolo e sede di Contea. La Cattedrale, simile al Pantheon, è del 1745; il Palazzo Vescovile è del XVIII secolo. Si segnala il Museo comunale di paleontologia e archeologia (via della Zecca): raccolta di ceramica messapica e di reperti litici di provenienza locale.PS vicino alla cattedrale in piazza oppure sotto le mura del castello lato nord. Per la stessa strada, si ritorna sul mare e passando da Casino Vennari, Posto Racale, Torre Pizzo, Lido S. Giovanni si arriva a Gallipoli. Il litorale sud di Gallipoli, dal Lido S. Giovanni alla Torre del Pizzo, è una delle zone naturalisticamente più interessanti della provincia di Lecce.
GALLIPOLI (pianta della città e descrizione visita a pag 135)
AA+CS c/o agriturismo “La Masseria” SS 101 al km 3, 50 posti in pineta, tel 0833202295/0833274447(inverno).
PS sulle riviere o nei pressi della fontana greca.
Percorrendo la litoranea si incontrano SANTA MARIA AL BAGNO (PS sul mare, parcheggio a pagamento davanti alle 4 torri vicino al ristorante, attenzione al divieto negli altri parcheggi) e SANTA CATERINA (PS nel vastissimo parcheggio a nord sul mare, fra il paese e la torre), ex borgate di pescatori ed oggi rinomate località balneari della riviera neretina. Dell’antico villaggio non rimane alcuna traccia, mentre di un periodo splendido si conserva la Torre del Fiume, meglio nota come le “Quattro Colonne” perché, crollate le mura perimetrali di un antico castello, sono rimasti soltanto i ruderi dei torrioni angolari. Lungo questa fascia costiera si eleva una collinetta carsica, denominata “Montagna Spaccata”, separata drasticamente dalla litoranea.
Nell’immediata TORRE ULUZZO la costa si presenta alta con rocce irte e scure e pochissime calette di accesso. Una baia non a caso conosciuta convenzionalmente come Porto Selvaggio. L’incantevole paesaggio a getto sul mare che si domina dalla Torre di S. Maria dell’Alto, presso la masseria omonima, raggiungibile dalla scala in pietra che si inerpica nella pineta. Dalla posizione dominante e col bel tempo si apre una visuale a dir poco stupenda sull’infinita piana “della Lea” che confluisce nel sottostante Porto Selvaggio, sul rudere di Torre Uluzzo a nord, e, a sud, sui centri balneari di S. Caterina, S. Maria al Bagno, Lido Conchiglie fino a Gallipoli e la dirimpettaia Isola di S. Andrea.
Attraverso un tratturo si giunge alla Masseria Brusca, così detta per un’erba selvatica un tempo diffusa nella campagna circostante e con cui si confezionava un’omonima spazzola per strigliare i cavalli. Uscendo dal lato posteriore della Brusca, dopo un percorso di almeno 500 metri si giunge nei pressi della Masseria Torre Nuova (sec. XVI). Scendendo gradatamente di quota il percorso si snoda lungo la scogliera a ridosso del mare che in questa baia è cristallino e color topazio. Ritornare a S. Caterina. A metà strada tra Nardò e le marine di S. Maria al Bagno e S. Caterina sorge una ridente località,
LE CENATE, cosiddetta o per la qualità di un’uva asprigna, “acenatu”, che qui trovava terreno fertile, oppure per le cene che venivano consumate nelle raffinate e fastose ville tuttora esistenti. Di queste si segnalano le più interessanti: Villa De Benedittis, già Personé (1920), tipica per il gusto moresco e per le due scalinate scenografiche terminanti con un palchetto in muratura; Villa del Vescovo, voluta da Mons. Petrucelli (1755) e ripresa da Mons. Lettieri (1838), dai caratteri barocchi e neoclassici; Villa Caputi, ottocentesca, più che altro un imponente palazzo; Villa Leuzzi (1884) col tetto spiovente di tegole rosse che taglia orizzontalmente la facciata superiore. Si arriva subito a
NARDO’ che è il centro più popoloso, dopo il capoluogo, della provincia ed il suo territorio è uno dei più vasti. Il cuore della cittadina è Piazza Salandra, una delle più belle del Salento, circondata da edifici barocchi con civettuole logge e bizzarri balconi. La completano la Guglia dell’Immacolata (1769), innalzata in segno di ringraziamento per i limitati pericoli provocati dal terremoto del 1743; la Chiesa di S. Trifone, il Palazzo di Città e il Sedile, già sede del Magistrato di città sormontato al centro dalla statua di S. Gregorio Armeno, protettore di Nardò, e, ai lati, dalle statue dei comprotettori S. Michele Arcangelo e S. Antonio da Padova.
Tra le numerose chiese, si segnala la Cattedrale, dedicata alla Vergine Assunta, di origini antichissime, ma modificata nel corso dei secoli; attualmente la facciata è quella eseguita nel 1725. PS unico parcheggio in centro che può ospitare pochi camper è nello slargo davanti alla Cattedrale.Da qui si prosegue verso nord per km 11 e si arriva a
COPERTINO ricco centro agricolo e vitivinicolo. Nel centro storico si ammira la Chiesa Madre dedicata a S. Maria ad Nives (Madonna delle Nevi), fondata nel 1088. Il campanile (1588-1603), maestoso, è di Giov. Maria Tarantino da Nardò. Imponente il Castello (1540), coi bastioni e il fossato. È considerato il maniero meglio conservato dell’intera regione. Altre testimonianze artistiche: l’Arco dei Pappi, nel vicolo omonimo, del XIII secolo, finemente intagliato nella pietra leccese; la chiesa conventuale di Santa Chiara. PS negli ampi spazi intorno ai bastioni del castello.
Seguire le indicazioni per S. Isidoro, paese sulla costa a km 13, località balneare con bella torre, Qui c’è la possibilità di fare una escursione alla Palude del Capitano. Pochi km e si è a
PORTO CESAREO che ha visto aumentare la propria notorietà negli ultimi decenni, da quando il boom turistico ha scoperto e valorizzato le varie spiagge del litorale di competenza comunale, riparate dai venti e lambite dal mare eccezionalmente trasparente. All’indiscussa bellezza del mare affianca uno straordinario interesse biologico: un parco naturalistico di eccezionale valore rappresentato dall’Isola dei Conigli o Isola Grande, distante dalla costa appena 500 metri da una sorta di corridoio marino profondo poco più di 1 metro. PS nella parte nord del porto, riparato dai rumori e splendido panorama. Continuando sulla litoranea si passa da Torre Lapillo, Punta Prosciutto (PS nelle vicinanze ristorante “L’ancora”, sul mare posto per 50 camper, gratuito. In estate servizio di consegna sul posto con furgoni, di pane, croissant caldi, mozzarelle, frutta, verdura, vino, olio e cisterna con acqua.
Però non c’è CS e per me non è un gran bel posto), TORRE COLIMENA PS intorno alla torre sul mare, S. PIETRO IN BEVAGNA PS nell’ampio parcheggio a sx della torre con addossata la chiesetta, ben illuminato e vicino alla spiaggia.. Qui girare a dx per km 12 fino a
MANDURIA (descrizione visita a pag 155). PS nei pressi delle mura messapiche.
Finita la visita, ritornare sul mare, seguendo l’indicazione di Marùggio ed arrivare sulla litoranea a Campomarino, località balneare, e seguire fino a Taranto passando da Torre dell’Ovo e Marina di Pulsano. A S. Vito PS in località Lido Bruno c/o camping “Sunbay”, camper-stop £ 30000 max 48 ore, £ 45000 in Luglio e Agosto, tel 099733272. A Praia a Mare AA in località Fiuzzi, a pagamento £ 10000/24h.
TARANTO (pianta della città a pag 294 e descrizione visita a pag 292).
PS a pagamento in Piazza Archita, in prossimità del Museo Nazionale. PS sul Lungomare. PS a pagamento nei parcheggi di Piazza della Vittoria e di Piazza Roma.
Terminata la visita della città, seguire a nord per km 30 la strada per Martina Franca e arriviamo nella valle d’Itria.
MARTINA FRANCA (pianta della città e descrizione visita a pag 159)
CS a km 7 dal centro sulla strada per Ceglie e PS nei parcheggi vicino al Liceo nei pressi dei giardini della Villa Comunale.
LOCOROTONDO stupendo borgo a pianta circolare affacciato sulla valle d’Itria.
PS nel piazzale nella parte ovest del paese, subito dopo la Chiesa Greca o nei pressi del campo sportivo.
ALBEROBELLO (descrizione visita a pag 62) Capitale dei trulli, da visitare i rioni Monti e Aia Piccola, interamente costituiti da trulli e sono stati dichiarati zona monumentale.
PS nel parcheggio a pagamento in pieno centro, fra i due rioni o nel vicino parcheggio dei bus se libero.
PUTIGNANO (descrizione visita a pag 252).
PS+CS c/o grotte a mt 300 dal paese su SS 172 con acqua.
CASTELLANA GROTTE (descrizione visita a pag 102). Niente di particolarmente interessante nel centro della cittadina, da vedere invece le grotte che sono poste a metà strada fra Putignano e Castellana. Le cavità si snodano a una profondità di circa mt 60 per quasi km 3 con una temperatura costante di 15 °C, e sono il più celebre complesso speleologico italiano.
PS in parcheggio a pagamento a due passi dalle grotte.
Si continua in direzione di Bari passando da
CONVERSANO (descrizione visita pag 117) ricca di vari monumenti, fra cui l’imponente mole del Castello a forma di trapezio, costruito dai Normanni, con il torrione circolare del Trecento e il cortile con elegante loggiato rinascimentale. Da vedere anche la Cattedrale, il monastero di S. Benedetto, nel quale sono visibili i resti del chiostro a trifore romaniche con pregevoli capitelli figurati.
RUTIGLIANO
BARI (pianta della città a pag 74 e descrizione visita a pag 72).
AA+CS+PS c/o parking-rimessaggio “Alberotanza”a £ 10000/di il parcheggio e £ 5000 lo scarico, a km 1 dall’uscita S. Pasquale della tangenziale, zona Casermette, molto ampio e illuminato, tel 080420034.
AA+CS sulla tangenziale sud, uscita 15 da autostrada, £ 10000/di il parcheggio e £ 5000 lo scarico.
PS+CS a pagamento c/o centro vendita Hilton Sud, via G. Gentile 79 Tangenziale sud Bari-Lecce uscita 15, 100 posti, sempre custodito, camper-stop £ 10000, tel.080491262.
PS sul Lungomare o Piazzale Colombo o c/o S. Nicola.
Finita la visita della città, prendere l’autostrada al casello di Bari Nord e proseguire fino a BRESCIA.