Di Tania Turnaturi
La XXII edizione della Festa della Castagna di Vallerano, sui Monti Cimini della Tuscia viterbese, animerà ancora il borgo da giovedì 31 ottobre a domenica 3 novembre, attirando migliaia di visitatori.
Prodotto d’eccellenza del Lazio, la Castagna di Vallerano è stata iscritta nel 2009 dall’Unione Europea nel Registro di Denominazione dell’Origine Protetta, unica in Italia ad ottenere il riconoscimento DOP, per le qualità organolettiche dovute al terreno tufaceo di origine vulcanica.
La Festa quest’anno si è rinnovata e potenziata. Infatti l’Amministrazione comunale, riconoscendone l’interesse pubblico, ha affidato l’organizzazione a un comitato di associazioni locali che si occupano di promozione territoriale e culturale, che hanno dato all’iniziativa un taglio esperienziale, facendo vivere al turista nella giornata di visita un contatto diretto con i temi identitari del luogo.
Con svariate proposte, dalla scoperta dei sapori autentici dei piatti tipici e delle tradizioni locali alla partecipazione agli eventi e alle visite guidate, la kermesse valleranese coinvolge ogni famiglia grazie ad un programma a tematica contadina, fitto di appuntamenti e di curiosità sorprendenti.
Con l’Associazione Kalipè (che svolge tutto l’anno attività di promozione dell’Agro Falisco) si può partecipare a visite guidate nel borgo per conoscere la storia e i segreti delle sue chiese: la settecentesca collegiata di Sant’Andrea, la chiesa dedicata al patrono San Vittore che svela un antico affresco dietro una tela, il Santuario della Madonna del Ruscello eretto sul luogo del miracolo, che custodisce il più grande organo barocco d’Italia sul quale Händel suonò la prima del Salve Regina davanti al cardinale Farnese, preceduto da una doppia fila di botteghe seicentesche utilizzate dai mercanti e pellegrini, inserite nella rete delle dimore storiche del Lazio, uniche dimore storiche rurali.
L’Associazione Kalipè accompagna anche a visitare sotto la piazza dell’Oratorio gli ipogei, grotte naturali utilizzate in epoca remota come abitazioni e successivamente adibite a cantine o ricoveri per gli animali. Gli ipogei dell’antica popolazione falisca sono fra loro comunicanti e si sviluppano da un capo all’altro del paese.
Presso il Palazzo della Cultura e la Sala Bigiaretti si può visitare la mostra itinerante 60 per Arte, di pittori della Tuscia e artisti della ceramica. E poi presentazioni di libri, eventi folkloristici, giochi popolari e degustazioni. Racconta il vicesindaco Luca Poleggi che Vallerano ha dedicato a Corrado Alvaro e Libero Bigiaretti, che nella località hanno vissuto e vi sono sepolti, il premio di narrativa più importante della provincia di Viterbo, che ha festeggiato il decennale.
Tra i vicoli fioriti si incontrano banchetti contornati da nugoli di curiosi: sono i laboratori didattici di cucina patalocca (valleranese): il ricottaro, la massaia che frigge le fricciolose (crepes) cospargendole di pecorino romano, le signore che impastano e tagliano i ciciliani e i culitonni o che infornano i tozzetti.
La Castagna DOP di Vallerano, la grande protagonista, può essere gustata in diverse preparazioni nei piatti pensati ad hoc presso le 4 cantine tufacee aperte per tutta la durata della manifestazione, fino alle immancabili caldarroste. D’obbligo andare a scampanellare alla Buchetta del vino di Gastone, dalla cui porticina fuoriesce un calice di rosso vino novello.
Nel pomeriggio musiche e balli popolari, in piazza della Repubblica ci si può divertire con Venge chi cce ‘cchiappa, gioco a premi che mette alla prova la prontezza e l’intuito dei partecipanti o assistere all’antico lavoro delle lavandaie. In Largo Trento, spettacolare esposizione di macchine agricole, il Big Trattor, per appassionati e curiosi di tutte le età.
Per tutte le informazioni (a partire su come raggiungere Vallerano), per consultare il programma completo, per scoprire i menù settimanali e per rimanere sempre aggiornati, consultare il nuovo sito internet www.festacastagna.it o le pagine social su facebook e su instagram, in continuo aggiornamento.