A cura di Franca Dell’Arciprete Scotti
Incredibili storie di donne talentuose e “moderne” sono quelle raccontate nella nuova mostra proposta a Palazzo Reale di Milano da marzo fino a giugno 2021.
La prima grande mostra dell’anno è dedicata alle “Signore dell’Arte”, magnifiche artiste vissute tra il ‘500 e il ‘600, oggi finalmente tornate a risplendere.
Oltre 150 opere di 34 artiste, tra cui Artemisia Gentileschi, Sofonisba Anguissola, Lavinia Fontana, Elisabetta Sirani, Giovanna Garzoni e tante altre, alcune già celebri, altre meno conosciute e portate alla ribalta proprio da questa mostra.
Promossa dal Comune di Milano-Cultura e realizzata da Palazzo Reale e Arthemisia, con il sostegno di Fondazione Bracco, la mostra aderisce al palinsesto I talenti delle donne, promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e dedicato all’universo delle donne.
Figlie, mogli, sorelle di pittori, o a volte donne di religione: queste Signore dell’Arte mostrano la loro grandiosa abilità compositiva e anche il ruolo rivestito nella società del tempo, il successo raggiunto presso le grandi corti internazionali, la loro capacità di affermarsi, trasformandosi in vere e proprie imprenditrici. Dunque storie che ci portano indietro nel tempo.
Come quella di Artemisia Gentileschi, figlia di Orazio, icona di consapevolezza e rivolta, artista e imprenditrice, che rivaleggia con l’arte degli stessi pittori uomini dell’epoca, esempio di lotta contro l’autorità e il potere artistico paterno, oppure quella di Sofonisba Anguissola, vissuta alla corte di Filippo II a Madrid, poi in Sicilia, sposata con il nobile Fabrizio Moncada, dove fu visitata da Anton van Dyck nel 1624.
Della Anguissola sono esposti capolavori assoluti come la Partita a scacchi (del 1555 e proveniente dal Muzeum Narodowe di Poznan, Polonia) e la Pala della Madonna dell’Itria (1578), che è stata oggetto di un importante restauro.
Lavinia Fontana, bolognese e figlia del pittore manierista Prospero Fontana, in mostra con 14 opere, sposò il pittore imolese Giovan Paolo Zappi alla sola condizione di poter continuare a dipingere, facendo così del marito il proprio assistente.
E la pittrice bolognese Elisabetta Sirani é in mostra con potenti tele in cui sono raffigurati il coraggio femminile e la ribellione di fronte alla violenza maschile, come in Porzia che si ferisce alla coscia (1664) e in Timoclea uccide il capitano di Alessandro Magno (1659) del Museo di Capodimonte di Napoli.
Oppure ancora Fede Galizia autrice dell’iconica Giuditta con la testa di Oloferne (1596) e Giovanna Garzoni, altra modernissima donna che visse tra Venezia, Napoli, Parigi e Roma, in mostra con rare e preziose pergamene.
Interessante lo stile scelto da queste pittrici, che spesso, pur adottando le canoniche regole compositive e iconografiche, esprimono guizzi inventivi e tocchi audaci.
Se il ritratto è il soggetto dominante, che rende la carne, la stoffa, il dettaglio, luoghi privilegiati dello sguardo, molto presenti anche i temi religiosi e mitologici.
Che siano ritratti o composizioni simboliche di frutti e fiori, i soggetti ritratti diventano potenti strumenti di libertà d’espressione, a testimoniare sottili tensioni psicologiche, eroismi intimi come anche gesti teatrali e incisivi.
A legittimare la figura della donna artista nella storiografia contemporanea era già stato il Vasari che introduce nelle due edizioni delle Vite (1550 e 1568) il racconto dell’attività della scultrice bolognese Properzia de’ Rossi, alla quale dedica un’intera biografia, ma cita anche altre donne che si sono distinte nella pratica artistica.
Sotto la curatela di Anna Maria Bava, Gioia Mori e Alain Tapié, le opere selezionate per la mostra, tra cui alcune esposte per la prima volta, provengono da ben 67 diversi prestatori, tra cui – a livello nazionale – le gallerie degli Uffizi, il Museo di Capodimonte, la Pinacoteca di Brera, il Castello Sforzesco, la Galleria nazionale dell’Umbria, la Galleria Borghese, i Musei Reali di Torino e la Pinacoteca nazionale di Bologna e – dall’estero – dal Musée des Beaux Arts di Marsiglia e dal Muzeum Narodowe di Poznan (Polonia).
Main sponsor della mostra Fondazione Bracco, da sempre attenta al mondo dell’arte e della scienza, con un forte focus sull’universo femminile. Anche per questa esposizione Fondazione Bracco ha dato vita a un progetto scientifico, in collaborazione con diverse Università di Milano, che permette di valorizzare una opera presente in mostra attraverso il supporto offerto dalla ricerca tecnologia – l’imaging diagnostico, settore in cui Bracco è leader mondiale: si tratta del Ritratto di
Carlo Emanuele I Duca di Savoia di Giovanna Garzoni, pittrice miniaturista ascolana del ‘600, una tempera su pergamena di proprietà dei Musei Reali di Torino.
“Le Signore dell’Arte. Storie di donne tra il ‘500 e il ‘600”
Milano, Palazzo Reale
Dal 2 marzo al 6 giugno
Catalogo Skira
Il presente articolo è tratto dalla nostra rivista GRATUITA Turismo all’Aria Aperta di QUESTO MESE.