Arrivati il 3 febbraio ad Ushuaia, siamo rimasti fermi qui per cinque giorni. E’ stata una piacevolissima sorpresa l’incontro con questa che è la città più a sud del mondo.
Il Museo della “Tierra del Fuego” è un piccolo gioiello per la sua moderna impostazione didattica.
Il Direttore del museo ci ha messo a disposizione il ricco materiale riguardante il lavoro prodotto dagli italiani, in particolare i lavoratori della Spedizione Borsari che nel 1948 costruirono vari quartieri per la Marina argentina. Moltissimi provenivano da Bologna e Persiceto e ormai pochi di questi abitano ancora quaggiù. Incontriamo la Signora Ancilla, Presidente degli italiani di Ushuaia e la famiglia della “Ferramenta italiana”. Una volta tornati a casa, con le documentazioni che ci sono state fornite produrremo mostre e conferenze per ricordare un’epoca pionieristica in cui erano gli italiani ad essere migranti (extracomunitari come si dice oggi).
Splendida è stata la crociera sul Canale di Beagle con faune australi abbondanti. Il pensiero va a Charles Darwin, geologo-naturalista che percorse questa zona nei primi decenni del XIX° secolo.
Lasciamo Ushuaia e iniziamo la risalita verso il Nord del continente.
L’11 febbraio siamo a Punta Arenas (CILE) dove visitiamo l’interessantissimo Museo Salesiano che contiene reperti e documenti dell’esploratore Padre De Agostani. Arriviamo a Puerto Natales dopo una lunga strada che passa vicino ad un imponente “batolite” che presenta dei perfetti basalti colonnari. Da Puerto Natales si inizia ad entrare in una valle caratterizzata da rilievi costituiti da imponenti ammassi arenacei con ciottoli conglomerati fluviali antichi.
All’interno di una di queste montagne si apre la “Cueva del Milodon” un’impressionante caverna lunga 200 metri, alta 30 e larga 70 in cui Eberarth scoprì i resti di un milodonte (mammifero estinto del quaternario) con ancora tracce di pelliccia. Chatwin ne fa cenno nel suo libro “In Patagonia”. La strada sterrata sale per decine di chilometri entrando in un ambiente montano mozzafiato: siamo nel Parco Nazionale delle Torri del Paine.
Il tempo è nuvoloso, ma la mattina del 14 febbraio siamo inondati da un sole accecante in un cielo azzurro che illumina il massiccio del Paine.
Percorriamo quasi 80 km all’interno tra pareti a picco, ghiacciai, laghi e pappagalli che nidificano nei cavi degli alberi. Le torri del Paine ci appaiono da dietro ad un alto massiccio: queste restano un mito per gli alpinisti di tutto il mondo.
Lasciamo questo gioiello della Natura per portarci verso le vette del Fitz Roy e Cerro Torre in Argentina …