A cura di Salvatore Braccialarghe
Per numerosi turisti e addetti ai lavori Manarola divide con Vernazza il titolo virtuale della località più bella dell’intero comprensorio delle 5 Terre! Inutile dire che queste classificazioni lasciano davvero il tempo che trovano: tra gli scogli e le spiagge di questo raccolto tratto di costa (spesso impervio per via della sua mossa orografia) è praticamente impossibile stilare qualsiasi graduatoria di merito… Infatti a cosa si dovrebbe prestare maggiore attenzione in questi casi? Alle coste, alle spiagge, alla facilità di approdo (da terra e da mare), alla bellezza dei tramonti e delle colline che si gettano con i loro pendii nel mare azzurro, alle possibilità offerte dall’industria turistica o qualcos’altro ancora? Lasciamo quindi che ciascun Lettore si faccia la sua personale idea, basata sull’esperienza diretta e sul trattamento complessivo che ha ricevuto in questo o in quel centro durante le sue vacanze: ci sembra davvero questo il modo più corretto di procedere! Detto questo dobbiamo anche dire che la “piccola” Manarola (frazione di Riomaggiore, l’ultima delle località delle 5 Terre che incontreremo muovendoci verso La Spezia e di cui tratteremo nel prossimo numero della nostra Rivista e da cui dista circa mezzo chilometro) presenta davvero le caratteristiche utili per essere classificata come un vero e proprio “gioiello”, almeno dal punto di vista architettonico, con un paesaggio punteggiato dalle colorate casette che attirano l’attenzione con i tipici colori delle abitazioni delle marine liguri e dalle sue splendide e storiche “case-torri”, elemento caratterizzante dello stile urbanistico conosciuto come “genovese”, molto in voga nel periodo della Repubblica. Ancora una volta, ed anche in questo caso, non siamo in grado di ricostruire, con esattezza dei tempi e dei processi evolutivi, lo sviluppo di questo centro: generalmente gli studiosi ne fanno risalire le prime testimonianze all’inizio del Duecento, quando la potente dinastia dei Fieschi controllava un’ampia area geografica dell’attuale Liguria. L’abitato è stato realizzato, considerata la penuria di ampi spazi edificabili, sulla copertura del Torrente Groppo, le cui acque sono state così incanalate permettendo poi di ricavare, sulla copertura soprastante, lo spazio necessario per realizzare quella che poi diverrà la via principale della località… Su di esso prospettano appunto le costruzioni che poi proseguono anche lungo il costone di roccia che giunge fino al mare azzurro. I tipici e stretti “carrugi” (tipiche viuzze liguri dei tempi andati…) contraddistinguono ulteriormente, insieme alle sempre eleganti scalinate realizzate in ardesia, l’intero colpo d’occhio che sa regalare questa bella località. Per quanto riguarda invece la Chiesa parrocchiale di San Lorenzo (Patrono cittadino e che viene festeggiato ogni 10 Agosto) in origine era già conosciuta come quella della Natività di Maria Vergine: la sua edificazione si fa risalire alla prima parte del XIV secolo (esattamente nel 1338, come è riportato in un’annotazione muraria posta sulla facciata della Chiesa) grazie all’importante contributo fornito dai Maestri Antelami. Ancora oggi questo viene considerato come il più importante monumento di Manarola. La facciata – in stile gotico-ligure – trae importanza architettonica anche grazie alla presenza di un bel rosone a dodici colonnine, oltre che da una lunetta dentro la quale possiamo ammirare un bassorilievo che illustra il Martirio di San Lorenzo. Infine la pianta basilicale interna si sviluppa armoniosamente su tre navate, in stile barocco e presenta un soffitto a botte.
Una curiosità è infine offerta dal campanile a pianta quadrata che non fa corpo unico con l’edificio principale, essendone staccato: probabilmente le motivazioni vanno ricercate in compiti più militari che religiosi, in un territorio che era sovente attaccato dalle rapide incursioni sferrate dai pirati… Secondo alcuni storici esso è stato ricostruito sfruttando un’antica torre di avvistamento che, nel frattempo, era caduta in disuso. Naturalmente il modo più coinvolgente di visitare questa cittadina, come d’altronde tutte le altre, è proprio quella di viverla, immergendosi nelle sue atmosfere e nei suoi colori. Se possibile non tralasciate davvero nulla: nei panifici locali fate incetta della tipica focaccia, proposta sempre con una grande varietà di ingredienti… Se poi aveste in programma di pranzare fuori allora cercate di non mancare le trenette al pesto, naturalmente di quello artigianale: un vero tuffo nel gusto ligure più conosciuto e apprezzato… Un buon bicchiere dell’eccellente vino bianco prodotto proprio su questi pendii sarà poi capace di aiutare la nostra digestione! E, se dovessimo comunque maturare un piccolo senso di colpa verso la nostra linea estetica, allora dopo aver calzato un paio di calzature comode, qui non mancheranno certo i sentieri, capaci di farci vivere l’intero comprensorio delle 5 Terre da un punto di vista privilegiato!
Il presente articolo è tratto dalla nostra rivista GRATUITA Turismo all’Aria Aperta del Novembre 2017.