Il sole splende sui paesaggi dell’Alto Adige. I fiori sbocciano e i prati si colorano. È la luce della primavera che potente invade le valli e le vette del territorio per regalare, ad ogni altitudine, l’alba di una nuova stagione, ricca di energia e leggerezza.
Dai 200 ai 400 metri
A piedi, in bici e, perché no, anche a cavallo, il Bosco di Monticolo è un luogo incantato che, come nelle favole, incuriosisce e stupisce i visitatori. Riserva naturale collocata nei dintorni di Appiano, il bosco copre un’area di circa 1.000 ettari che comprende il lago piccolo e quello grande di Monticolo. Consigliato in primavera, è perfetto sia per un picnic in famiglia sia per una passeggiata a contatto con la natura: tra le diverse opzioni si segnala il percorso tra i due laghi che, in poco più di 5,5 km, permette di raggiungere entrambi gli specchi d’acqua. Oltre che per il bosco rigoglioso, il comune di Appiano è noto anche per essere uno dei 16 comuni attraversati dalla Strada del Vino, zona imperdibile in questa stagione se si vuole ammirare lo spettacolo dello schiudersi delle gemme nei vigneti. Un consiglio tra le molte escursioni? Il percorso eno-didattico del Pinot Nero che corre tra i migliori vigneti ai piedi del Parco Naturale Monte Corno. È ideale per contemplare il risveglio della natura ai pendii di Mazzon e Gleno.
Il clima primaverile si presta anche per gite culturali e visite guidate di carattere storico. L’Alto Adige è, infatti, un territorio ricco di storia che si contraddistingue per la presenza di diversi stili architettonici. Per approfondire origini ed evoluzioni dei meravigliosi edifici storici, si suggerisce l’itinerario culturale lungo circa 7km che fa tappa in alcune delle più affascinanti residenze storiche di Appiano. Il percorso consente di visitare castelli di origine medievale – come ad esempio il Castel Freudenstein -, case contadine dallo stile tipico dell’Oltradige, molto diffuse nel territorio altoatesino, e ville nobiliari come la residenza Melag. Un esempio è il borgo di Caldaro, magnifico connubio tra lo stile gotico del nord Europa e il rinascimento del Sud, comparso tra il 1550 e il 1600 grazie al ruolo di promotrice che ebbe l’arciduchessa d’Austria e contessa del Tirolo Claudia De’ Medici.
Risalendo fino ai 400 metri, è la zona di Merano e dintorni la meta dove famiglie e amanti della natura possono godere a pieno della nuova stagione. In città, sono soprattutto i Giardini di Castel Trauttmansdorff i protagonisti della natura che rifiorisce e si svela in tutta la sua bellezza. Più di 80 ambienti botanici e circa 12 ettari di estensione, i giardini – che quest’anno celebrano il loro 20° anniversario – custodiscono al loro interno diversi paesaggi, da quelli mediterranei fino a quegli più esotici, e vantano soprattutto alcune piante autoctone come la Rosa Trauttmansdorff, sorprendente per la sua resistenza al gelo e ai parassiti, o il tulipano Trauttmansdorff da ammirare per tutto il mese di aprile. Lontano dalla città, invece, sono imperdibili i sentieri dell’acqua – i celebri Waalweg ovvero i percorsi che ripercorrono gli antichi canali di irrigazione – che ben si prestano per passeggiate di diversa difficoltà. Tra i meno battuti, il sentiero d’acqua di Scena che, attraverso boschi di abeti, prati e pascoli, arriva fino alla gola Masul e ai meleti della Val di Nova, formando insieme ad altri nove itinerari l’anello dei Sentieri d’Acqua Meranesi.
Dai 600 ai 1.000 metri
Tra aprile e maggio, la primavera sboccia anche tra i 600 e i 1.000 metri di altitudine ed è la Val Venosta ad offrire alcune tra le esperienze più autentiche della stagione. La pista ciclabile della Valle dell’Adige – che si snoda per circa 80 km lungo l’antica Via Claudia Augusta e che può essere percorsa noleggiando la bici in loco grazie al servizio mobilcard – è consigliata per chi desidera sentire il profumo dei meleti in fiore e ammirarne i colori sul bianco e il rosa. Lungo il percorso, attira l’attenzione anche il patrimonio storico-culturale dei borghi e piccoli comuni, che in questa stagione sono ancora più accoglienti: da Glorenza con la sua architettura tipicamente medievale, fino a Malles e le sue sette chiese romaniche, è possibile ripercorrere diverse epoche che hanno lasciato traccia sul territorio.
Dai 1.000 ai 2.000 metri
Da metà maggio, la primavera sale ancora di altitudine, raggiungendo quelle aree altoatesine che si sviluppano tra i 1.000 e i 2.000 metri. Dall’Alta Valle Isarco fino a Sarentino per spostarci sopra Merano, in Val Passiria e Val d’Ultimo, qui la stagione mette in luce altri luoghi accessibili solo nei mesi primaverili ed estivi. Tra questi, la Val Ridanna, dove è possibile visitare una delle più grandi testimonianze del periodo industriale: l’impianto minerario risalente a più di 100 anni fa. Conosciuto oggi come Museo delle Miniere di Ridanna, custodisce ancora oggi preziose testimonianze della vita dei minatori e della ricchezza mineraria del luogo.
La primavera in Val d’Ultimo, invece, punta sulla valorizzazione delle sue risorse naturali per dare il benvenuto alla nuova stagione all’insegna di uno stile di vita attivo e sano, a contatto con la natura. Si ispira alla ricchezza della sua terra la Val d’Ultimo Active che tra le diverse attività propone esercizi per la respirazione e il rafforzamento del sistema immunitario, o le passeggiate botaniche in compagnia di un’esperta di farmacia naturale.
Gli inizi di giugno portano la primavera anche ad altre altitudini, oltre i 1.500 metri, al cospetto delle magnifiche vette dolomitiche, cime che fanno bene non solo alla vista ma anche all’animo. All’interno di queste montagne, in alcune speciali gallerie, durante questa stagione si pratica la speleoterapia, medicina complementare che affonda le radici nel potere della natura. A Predoi, in Valle Aurina, esiste proprio un Centro Climatico dove, grazie all’umidità dell’aria e alla sua temperatura, la respirazione delle persone, specialmente quelle affette da allergie, migliora notevolmente. Tale è l’importanza del respirare correttamente che alcuni hotel e pensioni della Valle hanno deciso di creare l’associazione Respiration, un invito a respirare liberamente per rigenerarsi e sentirsi meglio ogni giorno.
Da segnare in agenda, per chi si trova a certe altitudini, una visita ai parchi naturali dell’Alto Adige, 5 dei quali Patrimonio Mondiale UNESCO, visitabili sia attraverso tour virtuali sia con proposte sul territorio. Il Parco Naturale Sciliar-Catinaccio – che include i comuni di Castelrotto, Fiè allo Sciliar e Tires – lo si può conoscere percorrendo ad esempio il Sentiero di Oswald von Wolkenstein, lungo circa 15 km e composto da 15 stazioni, perfetto sia per i bambini sia per gli adulti, che possono approfondire la storia del noto menestrello Oswald von Wolkenstein entrando nell’omonimo maniero.
Il Parco Naturale Fanes-Senes-Braies è invece celebre per la sua varietà faunistica oltre che per la sua ampia superficie che include 6 comuni, tra i quali Dobbiaco, Valdaora e Marebbe. Per esplorarlo approfonditamente si consiglia il Sentiero dei Larici, un percorso naturalistico-didattico che racconta la storia del parco e le sue caratteristiche principali. Lungo il percorso, una sosta più lunga la merita il mulino di Rüdeferia, perfettamente funzionante.
Parco Naturale Tre Cime, include parzialmente Dobbiaco e Sesto e San Candido, è molto celebre per le sue vette, tra le quali appunto le Tre Cime di Lavaredo. Eppure, al suo interno, non sono solo gli alpinisti a trovare ciò che cercano. Anche famiglie ed escursionisti principianti possono addentrarsi nel parco percorrendo il Sentiero Natura a Dobbiaco, un percorso a tre tappe che si sviluppa nel bosco immediatamente dietro il Centro Visite Tre Cime. Le prime due stazioni sono particolarmente indicate per i più piccoli: il Mondo Magico della Foresta e il Villaggio degli Alberi sono luoghi incantati pensati soprattutto per divertire i bambini. l’Oroscopo Celtico degli Alberi è invece per un pubblico più adulto e punta ad avvicinare i visitatori, anche meno appassionati, alla natura.
Il Parco Naturale Puez-Odle – la cui estensione è distribuita su comuni di tradizione ladina, ossia Badia, Corvara, San Martino in Badia, Ortisei, Santa Cristina e Selva Val Gardena, fatta eccezione per Funes – si differenzia leggermente dagli altri per la sua ricchezza geologica. Qui, infatti, si possono studiare tutti i tipi di roccia e i vari fenomeni erosivi delle Dolomiti. Per attraversarne una piccola parte, si consiglia il Sentiero Natura Zannes, in fondo alla Val di Funes, che, lungo i suoi 3 km di estensione, racconta la genesi e le peculiarità naturalistiche della zona.
Dalla metà di giugno in poi la primavera tocca altezze incredibili, oltre i 2.000 metri. Solda e la Val Martello, infatti, devono attendere qualche settimana in più per festeggiare l’arrivo della bella stagione. Da Solda partono alcuni itinerari che permettono di attraversare il Parco Nazionale dello Stelvio e di ammirarne la natura in fiore, come l’escursione al sentiero del Lago d’Oro con una vista unica sull’Ortles. Sempre all’interno dello stesso Parco, anche la Val Martello è raggiungibile e percorribile scegliendo ad esempio il tour nel bosco di cembri, lungo più di 6 km e quasi sempre esposto al sole. Un percorso che, ogni tanto, regala qualche incontro ravvicinato con i camosci della zona.
Anche in Val Senales la primavera si accende a partire dalla metà di giugno, quando la neve in valle si è ormai sciolta, rimanendo in quota sul ghiacchiaio, e il clima mite è perfetto per gite in famiglia e non solo. Qui, infatti, è possibile conoscere meglio la storia di Ötzi, la celebre mummia ritrovata sul ghiacciaio nel 1991, la cui storia è fortemente legata alla valle. Per ammirare la sua stessa vista, è possibile provare il brivido di raggiungere Iceman Ötzi Peak, la piattaforma panoramica in acciaio di recentissima costruzione da parte dello Studio noa*, dove lo sguardo si perde fino al luogo del ritrovamento nei pressi del Similaun. I più piccoli, possono scegliere quale tra i 12 percorsi del Parco Avventura Ötzi Rope Park è più adatto a loro.