Dopo “Creature, il sogno della terracotta” allestita a Palazzo Fava di Bologna fino al 12 gennaio, il 13 ottobre al MIC di Faenza apre al pubblico la seconda tappa dedicata al protagonista della scultura italiana del ‘900
La figura femminile, il mito e la realtà, questi sono i tre temi su cui si sviluppa la mostra “Arturo Martini – Armonie. Figure tra mito e realtà” che, dal 13 ottobre al 30 marzo 2014, è allestita al Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza a cura di Claudia Casali.
L’esposizione faentina è compresa in un percorso più ampio, realizzato insieme a Genus Bononiae, dedicato alla figura del più importante scultore del Novecento e che vede, a Bologna, a Palazzo Fava, fino al 12 gennaio 2014, in mostra “Arturo Martini – Creature. Il Sogno della terracotta” a cura di Nico Stringa. www.micfaenza.org
A Bologna, a partire dalla recente acquisizione della “Madre folle” da parte della Fondazione Carisbo, si è voluto ricostruire, con 16 splendide grandi terrecotte, il così detto “periodo del canto” che, tra il 1928 e il 1932, vide lo scultore toccato da un momento di sublime e alta creatività poetica.
A Faenza sarà possibile ammirare una selezione di 50 opere scelte tra capolavori, inediti e opere poco esposte.
Compito non facile visto che Arturo Martini ebbe un’intensa ed eccezionale produzione. Il catalogo ragionato registra, infatti, oltre 600 lavori a testimoniare come l’artista fosse in continua ricerca della “sua” scultura.
L’opera di Arturo Martini non è classificabile in uno stile unico. Tutta la sua carriera lo vede mettersi in discussione. E pur non aderendo ad una corrente specifica acquisisce nel primo periodo influenze che vanno dal Liberty alla Secessione, al Cubismo, all’arte popolare e all’Avanguardia russa. Poi si avvicina ai Valori Plastici che furono fondamentali per scoprire l’arte classica antica e in particolare quella etrusca, che lo influenzerà moltissimo negli anni’30, fino ad arrivare alle ultime riflessioni raccolte nel pamphlet “Scultura lingua morta”, (la prima edizione è del 1945) in cui egli esprime il valore dell’universalità al quale l’arte dovrebbe ambire. “L’universale è qualcosa che sta fuori della volontà, – scrive Martini – della ragione e soprattutto del contegno (stile); è una specie di inettitudine simile a quella dell’albero che nel nascere, nel crescere è sempre perfetto, è l’universale”.
In mostra sarà così possibile ammirare i pezzi più significativi del suo percorso artistico, pezzi rari, straordinari e poco visti, come le ceramiche Gregorj degli inizi, Gli amanti a cavallo, l’Odalisca, la Maternità e l’inedito Fiaba. Si tratta di opere realizzate con diverse tecniche, maiolica, legno, bronzo, gesso, terracotta che attraversano le tappe più significative della sua poetica.
La mostra non nasce a caso a Faenza. Il Museo Internazionale delle Ceramiche conserva, infatti, nella sua collezione permanente alcune opere tra cui la Trilogia dei Re (1926-28), Le collegiali (1936) e il grande Vaso con Leoni (1911).
Martini, di madre brisighellese, abitò a Faenza nel 1917 per sette mesi. Fu un periodo di riflessione e di travaglio interiore in cui frequentò le famiglie Golfieri e Zauli Naldi, il direttore della Pinacoteca e della scuola di disegno Minardi: Achille Calzi. A Faenza realizzò il battistero della chiesa di Rivalta e un bassorilievo raffigurante “Il battesimo di Cristo” per la chiesa di Sant’Ippolito, poi La Lussuriosa, il Cavallino Innamorato, la Fiaba, elaborazione del mito martiniano del sasso.
Sempre a Faenza Arturo Martini stampò, alla tipografia Lega, il celebre Contemplazioni, un libretto in forma di racconto senza testo, realizzato come un moderno antifonario.
“Dal piccolo formato al monumento, dal bassorilievo alle grandi terrecotte, dal marmo al bronzo, dal legno alla ceramica, dalla xilografia al dipinto, – commenta la curatrice Claudia Casali – con disinvoltura, Martini con i suoi gesti, le sue carezze, le sue trovate geniali, le sue arrabbiature, ha tracciato una via, ha proposto una svolta. Martini è grande ed è commovente nella scelta dell’elemento popolare legato ad una soluzione formale unica, frutto di una gioia creativa senza uguali”.
SCHEDA TECNICA
Titolo: Arturo Martini. Armonie, figure tra mito e realtà
Curatore: Claudia Casali
Date: 13 ottobre 2013 – 30 marzo 2014
Dove: Faenza, MIC (Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza), viale Baccarini 19
Apertura: martedì-venerdì ore 10-13.30, sabato-domenica e festivi ore 10-17.30 – lunedì chiuso
È possibile prenotare la visita di gruppi al di fuori degli orari indicati
Info: 0546 697311, www.micfaenza.org
Ingresso: intero 8 euro, ridotto 5 euro, gruppi 5 euro
Titolo: Arturo Martini. Creature, il sogno della terracotta
Curatore: Nico Stringa
Date: fino al 12 gennaio 2014
Dove: Bologna, Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni, via Manzoni 2
Apertura: lunedì-giovedì ore 10-19, venerdì-domenica 10-21
Info: 051 19936305, www.genusbononiae.it
Ingresso: intero 10 euro, ridotto 7, gruppi 5 euro
Sono previste riduzioni per biglietti integrati alle due mostre.