Una vacanza all’insegna del relax, staccando la spina dalla solita routine. Partenza in camper da Firenze con destinazione Chioggia, Venezia e le sue bellissime isole, esperienza di viaggio vissuta in barca e bici, per poi proseguire l’itinerario di nuovo in camper verso Verona ed il Lago di Garda.
Finalmente i bambini hanno finito la scuola!!! Non mi sembra vero…finite le corse per accompagnarli al mattino, per andarli a prendere al pomeriggio, portare il grande in piscina e la piccola in palestra, andare al lavoro, fare la spesa, tornare a casa…. per poi essere sempre puntualmente in ritardo… Stacchiamo la spina, per almeno qualche giorno: voglio puro relax, senza orari e senza obblighi.
Primo giorno di quasi vacanza: con molta, molta calma, preparo le valigie, sbrigo le ultime faccende, una sistemata al camper… Siamo pronti per partire!
Primo giorno di vera vacanza: risveglio lento, colazione, chiudiamo casa e finalmente si parte. La nostra prima meta è Chioggia. Non ci siamo mai stati, vedremo… Ci impieghiamo poco più di tre ore, praticamente tutta autostrada fino a Rovigo. Arrivati a Chioggia, anzi Sottomarina (il Lido di Chioggia), abbiamo parcheggiato il nostro camper presso l’area attrezzata al Padoan. E’ in ottima posizione, sul lungomare, vicinissimo alla spiaggia.
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Poiché i miei figli non amano troppo camminare, abbiamo sempre con noi le biciclette ed anche in questa occasione le abbiamo utilizzate moltissimo. Sono rimasta veramente impressionata dal numero di biciclette, molte anche elettriche, in circolazione…sembra veramente che tutti gli abitanti di questa simpatica cittadina preferiscano questo mezzo per spostarsi.
C’è un bel percorso, quasi interamente ciclabile e lontano dal traffico, il “Lungolaguna del Lusenzo”; si percorre in circa un’ora e attraverso un ponte di legno, sembra di recente costruzione, si attraversa lo specchio di laguna che separa Sottomarina da Chioggia.
Arrivati nel centro storico di Chioggia, all’altezza della Chiesa di San Giacomo (entrate per una visita, merita), abbiamo parcheggiato le nostre biciclette e ci siamo concessi una tranquilla passeggiata tra il corso principale “Corso del Popolo”, calli, e campielli. Gelato e sosta a Piazzetta Vigo…rilassante la vista sull’azzurro di cielo e acqua.
La zona del lungomare è piuttosto turistica: bar, locali e attrazioni per le famiglie non mancano. Per mia gioia tutti concordano, cena con pizza al taglio in un locale carino e giovane, giusto di fronte al luna park, dove i miei figli hanno già deciso di concludere la serata.
Secondo giorno: Splendida giornata di sole. Colazione e poi prendiamo la bici, qualcosa da mangiare e qualche gioco per i bambini e in cinque minuti siamo sulla diga, muraglione che si protende verso il mare. Passeggiamo in direzione del faro, scendiamo sugli scogli e decidiamo di accamparci sulla spiaggia.
Lì trascorriamo tutta la mattinata. Rientriamo al camper per pranzo … inizia a venirmi una leggera agitazione: con mio marito abbiamo deciso di fare una sorpresa ai bambini e abbiamo locato un houseboat per visitare la laguna. Abbiamo trovato il riferimento proprio in un sito per camperisti e quando abbiamo letto lo slogan “un camper per navigare” ci siamo incuriositi e abbiamo pensato perché no. Abbiamo prenotato già da qualche mese, ma adesso che il momento si avvicina, non essendo mai salita su una barca, mi dico che forse sono matta. Manteniamo la calma.
Ai bambini non abbiamo ancora detto niente, mettiamo in moto e ci dirigiamo verso la base di partenza di queste barchette, dove abbiamo appuntamento per l’imbarco. La base Rendez vous Fantasia, così si chiama la società locataria, si trova all’Isola dell’Unione, esattamente a metà strada tra Sottomarina e Chioggia.
Veniamo accolti dal personale della base e ci viene mostrata la barca prenotata. Noi avevamo scelto la NCF FIRST, ci sembrava la più adatta a noi e godeva anche di uno sconto famiglia, il che non guasta. Rispecchia le nostre aspettative, anzi, abituati al camper ci siamo sentiti subito a nostro agio.
I bambini sono, manco a dirlo, euforici, cominciano a saltare avanti indietro e non vedono l’ora di partire. Do qualche regola; come prima cosa li infilo subito dentro ai giubbottini salvagente che mi vengono forniti…più per una mia sicurezza che per un reale pericolo. Iniziamo a scaricare un po’ di cose, giusto l’indispensabile per questi quattro giorni di vacanza, per noi straordinaria, in barca.
Ci consigliano di portare a bordo anche le biciclette (noi avevamo le nostre, ma sul posto era possibile affittare delle biciclette pieghevoli, molto comode, al costo di 6 €/giorno a persona) e poi veniamo accompagnati ad un parcheggio convenzionato, dove lasceremo il nostro camper.
Veniamo istruiti su regole di navigazione, itinerario e poi mio marito si cimenta nella sua prima prova di navigazione. Mio marito sembra soddisfatto di com’è andata, effettivamente anch’io pensavo peggio, il ragazzo che ci ha accompagnato ci dà coraggio e quindi via, si parte.
Percorriamo il canale che ci conduce verso la bocca di porto di Chioggia, l’attraversiamo; la navigazione è tranquilla, l’agitazione passa quasi subito, quando gli spazi diventano ampi.
Prima tappa : ci arriviamo in circa 45 minuti di navigazione e l’ormeggio è effettivamente la fase più complicata. Non è proprio facile individuare dove ci si possa fermare (la carta nautica e le indicazioni che c’erano state fornite all’imbarco si rivelano utili) e poi la manovrabilità di una barca non è esattamente quella del camper. Ad ogni modo, ce l’abbiamo fatta! Sistemata la barca scendiamo a terra per esplorare il luogo, saliamo sui murazzi (imponente diga in pietra d’Istria costruita dalla Repubblica di Venezia per difendere gli argini della laguna dall’erosione del mare). I bambini chiedono di poter fare il bagno; scendiamo da una scala a pioli di fortuna, in legno, abbastanza pericolante. Tante piccole spiagge incontaminate si susseguono , non esistono strutture ricettive, poca gente del luogo, nessun turista tranne noi.
Terzo giorno: Ci siamo svegliati prestissimo. La nostra prima notte non è stata propriamente tranquilla … il rumore dell’acqua sotto di noi, lo scricchiolio delle cime legate all’ormeggio, quel leggero dondolio spesso ci hanno tenuti svegli. Anche questo fa parte dell’avventura!
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Una breve uscita in bicicletta per comperare qualcosa prima di salutare Pellestrina e continuare il nostro itinerario. Una piacevole sorpresa è stato fermarsi con i pescatori appena rientrati da una notte di pesca in mare, fermi a pulire le reti. Abbiamo comprato un po’ di pesce e imparato, forse, qualche parola in dialetto locale.
Ripartiamo alla guida della nostra house boat, costeggiando quindi Pellestrina, Malamocco, e poi giù per il Canale di Santo Spirito e poi davanti a noi una vista mozzafiato. Venezia e il Campanile di San Marco si aprono al nostro sguardo. Il traffico acqueo comincia a diventare più intenso e pensiamo sia meglio per il momento godere di Venezia da distante e di cercare luoghi più tranquilli. Proseguiamo quindi fino all’Isola di Sant’Erasmo.
Ci arriviamo in circa tre ore di navigazione. Qui ormeggiamo la nostra barca vicino alla fermata del vaporetto, il corrispettivo del bus di linea per chi vive sull’acqua. Dopo pranzo (gli spaghetti conditi con quel sughetto di pesce appena pescato resterà negli annali) un po’meritato riposo, e in questa occasione il dondolio della barca ci rilassano…ci staremo abituando? Visita alla torre Massimiliana, fortezza ottocentesca presso recentemente ristrutturata e giro dell’isola in bicicletta. Famosi, in tutta la laguna, i suoi carciofi.
Ci rilassiamo nella spiaggetta di S. Erasmo, utilizzata per lo più dai locali e poi prendiamo la barca e facciamo rotta verso l’Isola di S. Francesco del Deserto, dove passeremo la notte. Il personale della base ce l’hanno consigliata, anche perché c’è la possibilità di rifare il pieno d’acqua. Divertente è vedere come in queste zone i canali interni della laguna siano delle vere e proprie strade complete di segnali stradali, controllori di velocità, etc…cosa che io ignoravo. Ci impieghiamo meno di un’ora di navigazione. Cena a bordo.
Quarto giorno: Abbiamo dormito come bambini! l’Isola di S. Francesco del Deserto è veramente un’oasi di pace, il posto ideale per disintossicarsi dallo stress cittadino e ho già avvertito i miei figli che se continuano a chiamare “mamma” ogni 5 secondi come normalmente fanno io scappo e vengo qua.
L’isola è privata, interamente occupata da un monastero di frati francescani, che si prendono cura di questo gioiello ricco di storia dell’arte, dell’architettura e con un parco stupendo e con molti alberi secolari. I frati, gentilissimi, ci fanno di buon grado visitare il monastero, i chiostri, la biblioteca, raccontandoci un po’ di storia. Qualche piccola difficoltà ad uscire in retromarcia dal canale dove ci eravamo infilati, ma dopo qualche tentativo e la collaborazione di tutti ce la facciamo.
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Proseguiamo la navigazione verso l’isola di Burano, meta sicuramente più turistica rispetto a quelle fin’ora visitate. L’isola è famosa per i suoi merletti e le sue case colorate. Ci arriviamo in circa 40 minuti di navigazione. Ormeggiamo la barca nei posti che la Rendez vous Fantasia (la società dalla quale abbiamo locato la barca) mette a disposizione della propria clientela. Non offrono servizi particolari quali acqua o elettricità, a seconda che la marea sia alta o bassa sono di più o meno facile accesso, ma in compenso sono in ottima posizione.
Basta attraversare un ponte di legno per essere nel cuore di Burano. L’isola è molto vitale, si respira un’aria diversa, forse anche per via dei numerosi turisti che la visitano ogni giorno. E’ bello perdersi tra le sue viuzze, si vedono scorci particolari e quasi fantastici e il Campanile di Burano ha tutte le carte in regola per far concorrenza alla torre di Pisa per quanto è storto! Bar e ristoranti, negozi e bancarelle non mancano.
Da Burano prendiamo il vaporetto che ci porta a Torcello dove facciamo una breve visita, ma interessantissima visita alla Cattedrale di Santa Maria Assunta, la Chiesa di Santa Fosca e ai resti archeologici presenti nell’Isola, che sembra essere uno degli insediamenti più antichi e prosperi della laguna di Venezia.
Alla guida della nostra house boat lasciamo Burano e puntiamo verso Venezia…ora ci sentiamo più esperti e pronti per affrontarla. Anche noi come gondole, vaporetti, taxi d’acqua e navi crociera facciamo la nostra sfilata lungo la “via principale”. Con molta cautela e calma percorriamo il bacino di San Marco e il Canale della Giudecca; una sensazione tanto emozionante quanto inspiegabile: mi sono sentita pari tempo grande e piccola.
Decidiamo di attraccare nella darsena di Sant’Elena, più economica rispetto a quella di San Giorgio, e anche più comoda per visitare Venezia, ma dobbiamo rinunciare alla splendida vista su Piazza San Marco. La darsena offre acqua ed elettricità; possiamo attaccarci alla 220 V e caricare macchina fotografica, cellulari e perfino utilizzare l’asciugacapelli. Ci trattiamo di lusso: passeggiata e cena a Venezia.
Quinto giorno: Venezia è uno spettacolo, così diversa dalle altre città, sembra che il tempo si sia fermato e le persone, il ritmo di vita non sembra appartenere di certo al 2013, se non per i tanti turisti che scattano foto con tablet ultima generazione. Abbiamo deciso di trascorrere qui la mattina e il primo pomeriggio: giornata culturale con visita a Palazzo Ducale e al Guggenheim.
La nostra splendida vacanza in “un camper per navigare” sta per volgere al termine, domani mattina entro le 9 dobbiamo riconsegnare la barca. Decidiamo di metterci sulla via del ritorno; da Venezia a Chioggia ci impiegheremo, salvo imprevisti, circa tre ore e mezza di navigazione e questo tragitto voglio proprio godermelo.
Una leggera brezza che mi accarezza, il sole caldo, l’azzurro intenso, tutto questo mi dà energia e allo stesso tempo mi rilassa. Quattro giorni senza veder passare una macchina, senza televisione … solo noi e tutto quello che più ci piace e ci fa stare bene. Ci promettiamo di ritornare, magari con qualche amico, alla scoperta della zona del Delta del Po.
Sesto giorno: Ieri sera abbiamo preparato i bagagli e sistemato la barca. Siamo pronti per sbarcare. Il personale della base ci accoglie con un bentornati e con un simpatico “com’è andata capitano?” (rivolgendosi ovviamente a mio marito). Ci accompagnano a riprendere il nostro camper nel parcheggio dove l’avevamo lasciato, controllano che tutto sia in ordine e come pattuito saldiamo i costi del carburante.
E’ stata un’esperienza nuova, una piacevole avventura anche per chi come noi l’acqua l’aveva vista scendere solo dal rubinetto di casa o quasi. La barca si è rivelata in linea con le nostre aspettative ed esigenze, non era nuovissima ma ben mantenuta e ben equipaggiata, pulita in ordine e perfettamente funzionante.
Saliamo sul camper, e ripartiamo in direzione Verona. Ci sembra ancora di dondolare.
In poco meno di due ore siamo a Verona e parcheggiamo presso l’area comunale attrezzata di Porta Palio. Posizione comoda e molto tranquilla. Raggiungiamo il centro di Verona in bicicletta, sembra impossibile, ma quattro giorni in barca sono stati sufficienti per disabituarsi al traffico. Piazza Bra, l’Arena, la casa di Giulietta, Castelvecchio; non tralasciamo niente. Verona, almeno per quanto ho potuto vedere è una cittadina piuttosto ordinata e curata con bei negozi e un’ampia zona pedonale.
Settimo giorno: Pochi chilometri per arrivare al campeggio Gasparina a Castelnuovo del Garda che a quanto pare è il più comodo per andare a Gardaland (e accontentare i bambini) ed è direttamente sul lago (per accontentare i grandi). Arriviamo a Gardaland sempre con le nostre inseparabili biciclette in 5 minuti di orologio…fila alle casse. Inutile starvi a dire quanto ci siamo diverti, le giostre le abbiamo provate tutte e anche più di una volta. Alla sera eravamo veramente distrutti e non abbiamo fatto troppa fatica ad addormentarci.
Ottavo giorno: Visto che oggi è l’ultimo giorno di vacanza (questa sera rientreremo a casa) scegliamo di passare una giornata relax usufruendo della tranquillità e dei servizi offerti dal campeggio, con passeggiata e pic nic in riva al Lago di Garda.
Ci rimettiamo in strada verso le cinque del pomeriggio e alle otto di sera siamo davanti alla porta di casa. Aspettiamo la prossima vacanza.
Testo e foto di Laura L.