Questa vallata, la più popolata delle province trentine, è una successione di tre altopiani, percorsi da torrenti impetuosi che hanno generato nei secoli scenografici canyon. In mezzo, la strada, che nel passato serviva a collegare il Sud Tirolo con la Lombardia.
La vallata è larga come poche altre, in grado di godere dei raggi del sole per la maggior parte dell’anno. Grazie al suo microclima e ai terreni dolomitici è particolarmente adatta alla frutticoltura. Non è stato facile creare un’economia che portasse benessere dopo secoli di povertà. C’è voluta l’abitudine al duro lavoro e alla parsimonia, i valori fondamentali della gente “nonese”, accanto a quelli legati alla famiglia e alla propria comunità.
Percorrere questo territorio oggi, significa muoversi fra castelli, santuari, chiese e palazzi affrescati e, per chi lo desidera, avventurarsi in tranquille o impegnative escursioni. Si è sempre circondati da vette dolomitiche come quelle del Parco Naturale Adamello Brenta, con la selvaggia Val di Tovel e, a settentrione, la catena della Maddalena, attraversabile in tre giorni di cammino (www.dolomitibrentatrek. it).
Sostare nelle malghe è un piacere: latte, formaggi, salumi… apportano l’indispensabile sostegno.
La costruzione della diga di Santa Giustina nel 1951 è stata fatta per imbrigliare le acque del Noce. Realizzata in cinque anni ha generato un lago lungo otto chilometri, cuore della vallata, che ha modificato oltre all’economia, il territorio e il clima.
I meleti nelle vicinanze del lago hanno una maturazione anticipata rispetto a quelli della vallata. Le mele sono uno dei prodotti che hanno fatto la fortuna di questo territorio, Val di Non e mele sono un binomio inscindibile. La sua coltivazione e commercio hanno ottenuto un meritato successo grazie alla forza e all’intraprendenza di 5200 famiglie di produttori associati. Se a questo si aggiunge un disciplinare a tutela dei consumatori che prevede: la sicurezza dei metodi di produzione, le informazioni sulle zone d’origine, la garanzia di qualità, si capisce come sia stato possibile ottenere, per una fascia di prodotto, il marchio DOP.
Alcune cifre danno l’idea della vastità dell’impresa: si raccolgono 3 milioni di quintali di mele su 6400 ettari di superficie frutticola. Il consorzio Melinda, a cui aderiscono 16 cooperative, seleziona, confeziona e commercia queste mele in Italia e in altri 20 Paesi europei ed extra-europei. In ottobre Casez di Sanzeno dedica alla mela una grande festa: Pomaria, in questa occasione è possibile visitare col Melabus i meleti, raccoglierle, gustarle e scoprirne poi le tante trasformazioni in dolci, salse, succhi, aceto balsamico, sidro, mousse, confetture, distillati…
La Val di Non può essere percorsa attraverso itinerari naturalistici, artistici, enogastronomici o tutti e tre insieme. Sicuramente alcune eccellenze vanno privilegiate come la visita a Castel Thun, l’eremo di San Romedio, il Canyon Rio Sass…
CASTEL THUN
Questo castello, per la bellezza del paesaggio in cui è immerso, per l’architettura imponente e armoniosa, per gli arredi originali degli interni e soprattutto per come è stato recuperato, merita assolutamente una visita.
I conti Thun, qui residenti dalla fine del medioevo al 1982, hanno contribuito a fare la storia del Trentino. Appassionanti le vicende di questa nobile famiglia, il cui feudo, all’apice della potenza, andava dalla Val di Sole a Trento. I principi vescovi della casata hanno governato un secolo e mezzo nel Principato vescovile di Trento.
L’ultimo abitante del castello, Zdenko Franz Thun Hohenstein, era figlio di Franz, appartenente ad un ramo boemo della famiglia, resosi disponibile ad acquistare da Matteo Thun la proprietà, nel 1926. Il conte Matteo, ormai privo dei proventi ecclesiastici degli antenati vescovi, con una scarsa propensione per gli affari, dissennatamente generoso (finanziò anche le imprese garibaldine), aveva portato la famiglia alla bancarotta. Cercò la salvezza vendendo buona parte dei suoi beni…suppellettili comprese.
Il conte Franz e la moglie Maria Teresa, per riportare il castello agli antichi splendori e riarredare le oltre cento stanze, avevano noleggiato un treno merci con 17 vagoni carichi di mobili, cristallerie di Boemia, arazzi, dipinti, tappeti… L’ultimo conte, di cui si conservano filmati, rammodernò il castello con un’adeguata illuminazione, una moderna cucina (accanto a quella antica), la radio, il telefono e un’auto che metteva a disposizione degli abitanti di Vigo di Ton, in caso di bisogno. In un documento- video, visibile nella cosiddetta Sala delle Guardie, la gente del luogo, che ha lavorato e vissuto nel castello (alcune persone sono ancora in vita), racconta di come si viveva qui.
Visitando le immense sale, una dentro l’altra, si immagina la vita dei signori ritratti nelle pareti, con stuoli di servi, cuochi, camerieri, valletti, stallieri… serviti e riveriti, accanto ad amministratori, precettori, il cappellano, il maestro di casa, impegnati in cacce, banchetti, matrimoni, visite di personaggi illustri… tutto quello che alimentava i sogni e sosteneva l’economia dei poveri abitanti dei dintorni.
Questo passato, nelle tradizioni popolari, va visto nel vicino convento agostiniano, a San Michele all’Adige, trasformato in Museo degli Usi e Costumi. In 43 sale e 25 sezioni sono esposti più di 12.000 oggetti che ricostruiscono, in maniera assolutamente verosimile, il modo di vivere dei locali (www.museosanmichele.it).
La provincia di Trento nel 1992 è entrato in possesso di Castel Thun, unitamente all’immenso patrimonio di mobili, quadri, libri e un fondamentale archivio, dove è ricostruita la storia del territorio. Sono occorsi circa 5 anni per i restauri e la ristrutturazione ed ora il castello, aperto al pubblico, verrà adibito a sede di eventi importanti come la prima esposizione di reperti riguardanti: L’Avventura del Vetro, dal 26 giugno al 7 novembre 2010, in collegamento con la mostra a Trento, nel Castello del Buonconsiglio.
CANYON RIO SASS, PARCO FLUVIALE NOVELLA
I capolavori della natura. La storia geologica del territorio è straordinariamente avvincente, come quella del canyon situato nel centro storico di Fondo. È possibile percorrerlo camminando su ardite passerelle e scalinate di ferro. Una passeggiata di circa 800 metri, con 348 gradini da scendere e risalire in un dislivello di 75 metri.
Questa suggestiva ferita nella terra è una attrazione unica, si è sempre accompagnati dal fragore e dall’impeto delle acque e dalla paura primordiale che tanta forza suscita. Sono visibili cascate, antri, grotte, marmitte dei giganti (cavità circolari), rocce che raccontano le complesse vicissitudini glaciali, alghe verdi e rosse, felci….
La passeggiata prosegue fuori, a valle, dove sono visibili un mulino ad acqua e i ruderi di quelli che anticamente erano i Bagni di Fondo, un luogo termale famoso nel passato per le salubri acque… ci venivano anche l’imperatore Francesco Giuseppe e la moglie Sissi, per poi arrivare fino al Lago Smeraldo.
Altri fantastici spettacoli naturali sono quelli del Parco Fluviale Novella, anche qui si cammina sospesi su passerelle dove si rimane impressionati dagli immensi canyon profondi centinaia di metri. Il percorso è lungo 3 km e volendo proseguire la passeggiata si arriva fino all’eremo di San Biagio, a monte dell’abitato Romallo.
SANTUARIO DI SAN ROMEDIO
Il luogo in cui è stato costruito questo Santuario è un largo canyon, coperto da una folta vegetazione dove anticamente non doveva essere difficile vedere degli orsi. Ed è proprio l’orso che, racconta la leggenda, avrebbe sbranato il cavallo di Romedio, sostituendolo nei pellegrinaggi. L’eremita, come molti in quei tempi, era un rampollo di nobile famiglia, che aveva lasciato gli agi terreni per vivere in povertà.
Ritiratosi vicino a Sanzeno in una grotta, alla sua morte lo sperone di roccia in cui venne scavata la tomba, divenne meta di pellegrinaggi ininterrotti per la capacità, attribuita a Romedio, di esaudire le richieste. La rupe sulla quale è custodito il sacello, nell’arco dei secoli, è stata trasformata con l’aggiunta di altre strutture, fino ad assumere l’ardita forma attuale. Salendo i 131 gradini se ne ripercorre la storia attraverso reperti romanici di notevole valore artistico.
Molti gli ex voto alle pareti. In questo luogo di fede, ci si può arrivare col proprio mezzo parcheggiando vicino al Santuario, ma è molto meglio a piedi, attraverso il suggestivo cammino che parte da Sanzeno, di fronte al Museo Retico. Il sentiero di due chilometri e mezzo, è stato scavato nella roccia ed è l’alveo recuperato di un antico canale. Un percorso ad anello conclude l’itinerario. Sarà compito del turista itinerante scoprire i tanti altri tesori. Molti sono gli agriturismi che accolgono e un bel campeggio si trova a Sarnonico, con 2 piscine (www.baita-dolomiti.it). Per altre informazioni visitare il sito: www.visitvaldinon.it
VACANZE A TRENTO E NEI SUOI DINTORNI
Per chi ha scelto Trento e i suoi dintorni, per una vacanza, ha solo l’imbarazzo della scelta su come passarsi il tempo fra luoghi ed eventi.
Fra gli appuntamenti annuali più importanti, in maggio c’è il Trento film festival, dedicato alla montagna, dove la sera ancora si discute nella cinquecentesca Enoteca di Palazzo Roccabruna, sorretti da un buon calice di vino. A luglio si tiene un trekking notturno. Il programma “I Suoni delle Dolomiti” (giugno – agosto) è ricco di musica e letture, come quelle di Marco Paolini, un grande del teatro civile. La fatica di raggiungere a piedi i posti più suggestivi delle montagne trentine è compensata dalla eccezionalità degli artisti e dagli eventi proposti.
Gli spettacoli in quota meriterebbero da soli il viaggio, ma se si è pigri o non adatti a queste fatiche, altre attività sono alla portata di tutti.
Degustare vini, produzioni casearie nelle malghe, conoscere una fra le attività più redditizie del territorio, la frutticoltura, è molto meno impegnativo e dà grandi soddisfazioni. Sono state oltre 2000 le persone che nella scorsa estate hanno percorso in bicicletta il Sentiero dei piccoli frutti, un percorso didattico (dai 5 ai 20 km.) costruito per far conoscere una coltivazione tipicamente trentina quella dei lamponi, mirtilli, fragoline, more, ribes… prodotte dalla Cooperativa Sant’Orsola a Pergine in Valsugana.
Visitare le cantine della Piana Rotaliana, circondati da un mare di vigneti, da cui si ricavano vini pregiati fra cui il rosso Teroldego, è un’esperienza da non perdere, accanto alla degustazione della grappa ricavata dalla distillazione di queste preziose vinacce.
Dal vino alla grappa il passo è corto, basta farlo in sicurezza, prevedendo rilassanti e prolungate soste nei tanti ristoranti tipici. La cantina più avvenieristica della zona è quella Rotari a Mezzocorona – inaugurata nel 1997 – dove si produce la maggior quantità di spumante in Italia. Le uve, dei 1500 viticoltori soci, vengono trasformate attraverso le più moderne tecnologie enologiche. Si rimane a bocca aperta nella sala invecchiamento nel vedere esposte oltre 8 milioni di bottiglie di Spumante col marchio Talento in attesa del giusto grado di maturazione… dopo essere state dai due ai cinque anni a riposare. Questo nettare proviene da uve Chardonnay, Pinot Nero, Pinot Bianco certificate DOC.
La cantina Rotari ha ottenuto nel 2009 il prestigioso riconoscimento di Cantina Europea dell’anno. Non sarà facile districarsi fra i tanti eventi, ovunque si allestiscono sagre, festival, mostre in 4 importanti centri museali, gare sportive… A Dro “Drosdesera – Fies”, gli spazi per ogni forma di spettacolo sono stati ricavati in una centrale idroelettrica ancora in funzione, utilizzati come laboratori culturali soprattutto da giovani compagnie. Arte in Val di Sella, dal 15 maggio al 6 novembre, è dedicata a chi ama camminare fra prati e boschi in un percorso- natura in cui sono inserite opere d’arte contemporanee.
C’è persino un seguitissimo Festival dell’Economia a Trento, in giugno, dove si discutono e affrontano i grandi problemi dell’attualità. Se non si ha più fiducia negli economisti, tanto vale partecipare al meglio della danza internazionale: Oriente Occidente, a Rovereto dall’1 al 12 settembre. Nel suo 30° anno di vita, questa manifestazione continua ad essere una vivace occasione di incontro e sperimentazione.
Per altre informazioni sugli eventi: www.visittrentino.it