13/7 L’AMORE AI TEMPI DEL RINASCIMENTO
ASSOCIAZIONE CORALE GIOVAN FERRETTI
Direttore, MICHELE BOCCHINI
L’amore ai tempi del Rinascimento. Rossori, sguardi languidi, sotterfugi, lacrime, rancori, malcelati (nemmeno troppo) doppi sensi! Si potrebbe definire così il programma che presenta la Coral Giovan Ferretti che racconta comunque e sempre la bellezza dell’amore e della musica.
L’associazione, costituita nel 1979 ad Ancona dal direttore Cesare Greco, si intitola ad un compositore marchigiano del XVI secolo le cui opere sono state riscoperte ed eseguite grazie al lavoro di ricerca e trascrizione patrocinato dalla stessa Associazione. Oltre 400 concerti, oltre 600 composizioni presentate, circa 250 soci tra le file delle varie formazioni, cameristiche o di grandi dimensioni. Formazione duttile e atipica, l’Associazione ha proposto negli anni un repertorio particolarmente vasto di musiche sacre e profane di ogni epoca, sia polifoniche che corali-strumentali.
27/7 SUONI E SUGGESTIONI DAL MONDO
CHITARMONIA GUITAR ORCHESTRA
Soprano CLAUDIA CARLETTI
Direttore GIANLUCA GAGLIARDINI
Il concerto vedrà l’esecuzione di brani originali, trascrizioni e colonne sonore che metteranno l’ascoltatore in condizione di viaggiare attraverso stili ed epoche provenienti da varie regioni e da varie culture musicali del mondo. Il tutto impreziosito dalla voce del soprano Claudia Carletti.
La Chitarmonia Guitar Orchestra nasce nel 1994 per iniziativa dell’attuale presidente M° Sandro Giannoni.
Subito si impone all’attenzione del pubblico grazie a un repertorio che comprende sia opere originali scritte per questo organico, sia trascrizioni che spaziano dalla musica rinascimentale a quella contemporanea e moderna.
Brillantemente diplomato in Chitarra Classica e in Didattica Musicale, nel 1994 è tra i fondatori dell’orchestra. Appassionato cultore della musica antica e rinascimentale, dal 1999 collabora con varie formazioni vocali specializzate in questi repertori.
14/8 ERRANDO, RECITAL DI CHITARRE
ARMONIE DELLA SERA INTERNATIONAL MUSIC FESTIVAL
Chitarre, GIOVANNI SENECA
Giovanni Seneca propone un recital di chitarra completamente incentrato su composizioni originali. Nei brani presentati in programma troviamo le caratteristiche del suo percorso estetico che ha come tratti salienti la contrapposizione e a volte la fusione tra cantabilità e ritmo, tra modernità e tradizione e tra colto e popolare. L’utilizzo di diversi tipi di chitarre durante il concerto esalta le sfumature di ogni composizione. Di particolare interesse l’utilizzo della chitarra battente, un antichissimo strumento della tradizione del sud Italia (Campania, Puglia, Calabria) ancora molto usato e che nelle mani di Seneca approda a nuove sonorità. La sua musica sorprende tra un accordo e un altro mescolando stili e accompagnandoci nel ricordo. Si approda nei porti più disparati, e i suoni misti alla salsedine ci investono prima di scendere dalla nave chitarra. Seneca consegue il diploma al conservatorio Gioacchino Rossini di Pesaro con il massimo dei voti e la lode. E’ vissuto sei anni in Francia a Parigi dove si e’ specializzato all’Ecole Normale de Musique e al conservatorio Ravel.
“Una musica seria e intensa quella del chitarrista Giovanni Seneca, che assomiglia a un crocevia di culture, o forse è sempre la stessa ma coniugata in tante lingue Composizioni evocative e immaginifiche che nulla lasciano all’improvvisazione. Melodie e temi semplici e immediati ma costruiti su un tessuto armonico e contrappuntistico maturo e complesso”. Ennio Morricone
24/8 J.S. BACH
SUITES A VIOLONCELLO SOLO SENZA BASSO (versione originale)
Violoncello da spalla, ROBERTO VALLESI
Le “Suites a violoncello solo senza basso” di J.S. Bach rappresentano un autentico percorso Liturgico di Fede Cristiana volto a un’analisi costantemente introspettiva che si compie nel “SOLI DEO SIT GLORIA” del manoscritto settecentesco di J.P.Kellner. Nulla è più barocco di questa musica, per il rapporto tra progetto e realizzazione, per lo spazio figurativo e visionario tra disegno e illusione, per l’eterno dualismo tra la morte e la trascendente luce di vita eterna: in Bach abbiamo l’esaltazione della tridimensionalità propria della geometria dei solidi. Bach completò così, con le ”Suites a violoncello senza basso”, persino l’opera riformista luterana: depurò da qualsiasi eccesso e verticalizzazione un’armonia che invece va necessariamente analizzata da un punto di vista orizzontale.
Roberto Vallesi è violinista, violista barocco, violoncellista “da spalla” suona in questo concerto con un violoncello piccolo che ha costruito nel 1998 (su modello personale e con una speciale vernice di sola propoli ), con un arco che ha realizzato nel 2012 (secondo studi compiuti su importanti fonti iconografiche) e corde che ha prodotto nel 2013 (secondo l’antica “prassi storicamente informata”).
LA CHIESA DEL GESU’: APPROFONDIMENTO SULLA CHIESA CHE OSPITERA’ I CONCERTI PER L’ARTE
La chiesa, dedicata al SS. nome di Gesù, fu eretta nel 1605 dai Gesuiti, presenti ad Ancona sin dal 1591. Fu la generosità del conte Nappi a permettere all’Ordine di realizzare il primitivo edificio religioso, il quale corrispondeva alla navata dell’attuale chiesa, senza le cappelle. Questa fu aperta al culto il 20 gennaio 1605; seguì poi la costruzione del Collegio, fabbricato nel 1631 grazie al lascito della contessa Pantasilea Polidori. In questo modo i padri Gesuiti poterono abbandonare la sede provvisoria (erano infatti ospitati presso i conti Tancredi, dove si erano sistemati al momento del loro arrivo nella città dorica).
All’inizio degli anni Trenta del XVIII secolo decisero di affidare a Luigi Vanvitelli il progetto per una nuova chiesa. In quel periodo il famoso architetto era presente in città perché chiamato dal pontefice Clemente XII per il progetto di rinnovamento del porto. Nel 1732, a seguito dell’ottenimento del titolo di porto franco, infatti tutta la zona portuale subì una radicale trasformazione funzionale di cui l’edificio della Mole Vanvitelliana e dell’Arco clementino, ideati dal Nostro, rappresentano i due interventi più importanti.
Nel progetto di ampliamento e di ristrutturazione della chiesa del Gesù il Vanvitelli si ispirò alla naturale conformazione del porto impostando l’imponente facciata neoclassica seguendo un andamento concavo. L’ingresso alla chiesa è collegato alla piazza antistante attraverso una doppia scala che segue l’andamento ellittico della facciata. La sua funzione è anche quella di coprire, in uno spazio relativamente ridotto, il dislivello esistente tra la quota interna dell’edificio e quella della piazza antistante il palazzo del Senato. Le scalinate e il portale di ingresso, sono coperte da un pronao a pianta rettangolare, costituito da due pilastri angolari e da due colonne centrali; elementi architettonici ispirati all’ordine tuscanico che sorreggono il timpano. Al di sopra dell’ingresso è presente un’ampia finestra rettangolare che illumina l’interno, anch’essa coronata da un timpano.
Indubbiamente il pronao rialzato e l’andamento curvilineo della facciata conferiscono all’edifico un notevole aspetto scenografico, mentre le due rampe di scale invitano i fedeli ad entrare. Elementi architettonici che fanno emergere il sacro edificio rispetto al tessuto edilizio della zona peraltro pesantemente alterato a causa degli effetti dei bombardamenti dell’ultima guerra. Gli eventi bellici hanno causato anche la rimozione e dispersione delle sei torce fiammeggianti in terracotta che coronavano la facciata e che conferivano maggior slancio al prospetto secondo il progetto del Vanvitelli.
La pianta dell’edificio è a croce latina inscritta con abside semicircolare rialzata e grande cupola con ampi finestroni, che si erge all’incrocio del transetto, sul tipo della struttura madre dell’Ordine dei Gesuiti Chiesa del Gesù a Roma. La principale invenzione del Nostro sono le cappelle laterali, presenti in entrambi i lati della chiesa, che risultando comunicanti tra loro generano una certa continuità spaziale che si traduce nell’ampliamento del volume della navata centrale. Negli altari laterali, ospitati nelle cappelle, sono custodite opere di vari pittori tra cui l’“Assunta” del Gisbel e “San Francesco Saverio in partenza per le Indie” del Conca, mentre nell’altare maggiore si può ammirare la “Circoncisione” di Orazio Gentileschi.
Contemporaneamente alla costruzione della chiesa, grazie al lascito della Polidori venne sistemato anche il Collegio, manomettendo l’antica chiesa di San Giorgio la cui abside venne incorporata nel nuovo edificio.
La nuova chiesa venne officiata dai Gesuiti sino al 1773, quando l’ordine fu soppresso e l’edificio divenne sede del Seminario diocesano, funzione che svolse sino agli inizi del secolo scorso. Tutto il complesso venne poi permutato con un altro complesso monastico soppresso, lasciando però la chiesa aperta al culto.
Essa rappresenta una delle più importanti testimonianze della presenza di Vanvitelli ad Ancona, modello al quale si ispirarono altri architetti che, nel corso del Settecento, furono chiamati in città per rinnovare le chiese.
Nel 1837, dopo il periodo delle soppressioni e restaurazioni, la chiesa subì una manutenzione straordinaria nella quale vennero eseguite le dorature ai capitelli delle colonne e delle lesene e delle conchiglie che ornano le nicchie.
Nella chiesa si celebravano alcune funzioni particolari quali le “Tre ore di agonia” nel giorno del Venerdì Santo e l’amministrazione della Cresima nel giorno di Pentecoste. La prima interessava in particolar modo la città, mentre la seconda era rivolta ai fedeli di tutta la diocesi.
La chiesa possedeva anche una ricca dotazione di arredi dei sacri, della quale, a seguito delle soppressioni e dei danni arrecati dall’incuria dell’uomo, rimangono, oltre ai quadri, un crocefisso secentesco, attualmente in Cattedrale, un tronetto per l’Esposizione dell’Eucarestia, oggi alla chiesa di San Biagio e due mensole sorrette da angeli che formano l’altare della chiesa di Santa Maria della Piazza.
Arrivando ai giorni nostri, la chiesa del Gesù è stata restituita alla città nel 2011, al termine di lunghi ed importanti lavori di restauro e consolidamento, e oggi è possibile visitarla ogni sabato e domenica, da aprile a dicembre, grazie al lavoro dei volontari della Delegazione FAI di Ancona, in collaborazione con l’Arcidiocesi Ancona-Osimo.