Oggi andiamo a far visita in Liguria: benvenuti a Corniglia (SP)
A cura di Salvatore Braccialarghe
Ciascuna località di questo comprensorio ligure presenta qualche caratteristica che finisce con il renderla particolare e diversa da tutte le altre. Questa considerazione vale anche per Corniglia che è l’unico borgo le cui case non lambiscono l’azzurro delle acque, essendo situato sulla cresta di un promontorio, che sfiora i 100 metri di altezza, a strapiombo sul mare. Inutile parlarvi della splendida vista sulla costa che si può godere da quello straordinario punto di osservazione e di quanto questa particolarità possa incidere, non poco, sulle necessità della vita quotidiana in questa orografia tanto difficile. Ma anche questo elemento dettato – ancora una volta – da una Natura impervia ha finito con il conferire a questo sito un fascino davvero particolare: non per nulla questa località (che è anche la più piccola e la meno popolosa con i suoi circa 300 abitanti), pur facendo parte integrante del comprensorio delle 5 Terre, non ha neppure un suo porticciolo, dove poter fare anche attraccare i battelli ad uso turistico. E questa è una vera e propria rarità in questo tratto di costa tanto che, per molti visitatori, Corniglia merita il titolo di centro più caratteristico di questo territorio!
Giungere qui in auto è un’impresa che non vi possiamo di certo consigliare e quindi, in mancanza anche dei traghetti, avrete due solo scelte: arrivarvi in treno o attraverso uno dei diversi sentieri (da percorrersi sempre con le dovute attenzioni) che la congiungono alle altre località e dei quali parleremo analiticamente in uno dei prossimi articoli. In ogni caso vi consigliamo, per quanto possibile, di includere anche questa meta nel vostro tour, magari partendo proprio dall’area della stazione dei treni, per poi inerpicarvi lungo la scalinata “Lardarina” che, con le sue continue rampe e i suoi innumerevoli gradini che la compongono, vi condurrà fino alla vetta, facendovi godere ad ogni scalino un panorama davvero mozzafiato! Infatti l’intero abitato è letteralmente attorniato dai classici terrazzamenti utilizzati per le coltivazioni locali: lo sguardo pare vagare senza meta tra i mille colori dei fiori, che affollano ogni più piccolo appezzamento con il giallo dei profumati limoni maturi della Riviera che ben contrastano con l’azzurro delle acque. Inutile dire come un borgo tanto arroccato e così difficile da raggiungere abbia finito con il rendere questa meta decisamente meno fruibile da parte del turismo di massa, finendo così per salvaguardare in una certa misura la sua stessa autenticità. Una particolare attenzione deve essere però riservata in questa sede alla situazione – invero piuttosto complessa! – che riguarda quella che era (e per certi versi ancora potrebbe essere) una vera e propria perla: la spiaggia di Guvano. Purtroppo questa rada di straordinario fascino risente delle infinite polemiche che, soprattutto dai lontani anni ‘60, hanno finito con il riguardarla, direttamente o indirettamente: vediamo i motivi principali e la situazione che si è venuta a creare in questi ultimi anni. La spiaggia è alquanto decentrata rispetto al centro abitato e non ha alcuna via di accesso “regolare”, essendo raggiungibile, pedonalmente, grazie ad una vecchia galleria ferroviaria dismessa da tempo per poi essere abbandonata – sostanzialmente – al suo destino. Già questo disinteresse non è foriero di buone notizie: e il quadro generale si complica ancor più quando si scopre che, oltre alle Ferrovie, sono diversi gli Enti territoriali che, a vario titolo, possono vantare una loro specifica competenza. Naturalmente vi è il Parco delle 5 Terre e poi il Comune, la Provincia, la Regione e anche magari qualche privato cittadino: se poi manca, come parrebbe, la volontà politica di risolvere l’ormai pluridecennale “abbandono” di questo territorio, allora il quadro si completa quasi del tutto. L’altro elemento da prendere in considerazione è, come detto, la sua dislocazione che, appunto fin dagli anni ‘60 e grazie al suo isolamento, è divenuta una spiaggia frequentata (e tanto apprezzata) da naturisti e saccopelisti, in nome di quella “rivoluzione culturale e libertaria” i cui venti iniziavano a spirare sull’Europa intera, in quel periodo ormai tanto lontano.
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Questa situazione non semplice da gestire a livello locale ha portato ad una serie di denunce,fattore questo che ha contribuito – unitamente alla mancanza di piani dettagliati per perseguire una indispensabile riqualificazione territoriale – al persistere di una situazione poco regolamentata, in senso lato. E priva anche dei più elementari servizi in loco, altro elemento che ha costretto spesso le Autorità preposte ad interventi motivati da motivi di sicurezza, fino ad arrivare alla chiusura del sito adottata lo scorso anno, nel 2016. A questo poco edificante quadro generale (ricordiamo come ci si trovi sempre nel territorio delle Cinque Terre) si deve aggiungere un altro elemento che, anche da solo, può ben spiegare il senso di queste righe. Infatti, per arrivarvi si doveva necessariamente percorrere, a proprio rischio, la vecchia galleria dei treni (da sempre male illuminata e poi lasciata addirittura assolutamente priva di segnalazioni in loco, non essendo indicata neppure da un cartello, pur prendendo avvio proprio dall’area della stazione ferroviaria, percorrerla per circa un quarto d’ora, in una situazione che, soprattutto negli ultimi anni, era divenuta davvero poco raccomandabile, tanto poi da decretarne l’ordinanza che ha portato alla sua chiusura! Oggi gli Enti interessati stanno
lavorando per cercare di coordinare le varie competenze, così da poter riaprire, si spera in tempi ragionevoli, la spiaggia una volta messa in sicurezza l’intera area, garantendone poi la fruizione da parte di tutti una volta realizzati gli interventi strutturali necessari al fine di porre rimedio definitivo anche a quel notevole rischio idrogeologico oggi – purtroppo – ancora presente.
Il presente articolo è tratto dalla nostra rivista GRATUITA Turismo all’Aria Aperta del Settembre 2017.