Tutto pronto in Sicilia per il Natale della Costa del Mito, nel rispetto delle tradizioni con uno sguardo attento all’innovazione, soprattutto in campo enogastronomico. Tra le squisite pietanze proposte in questo periodo, trionfa soprattutto la pasticceria con il pistacchio DOP di Raffadali, utilizzato nella produzione di panettoni artigianali sia nelle farciture che nella guarnizione.
Ma segno inconfondibile dell’arrivo delle festività è il frenetico allestimento dei presepi viventi nei piccoli borghi.
A Caltabellotta, in provincia di Agrigento, l’intero paesino si trasformerà in Betlemme per mettere in scena la Natività, con il coinvolgimento di tutti gli abitanti. Le case e le botteghe su per la collina si trasformeranno in attività artigianali e contadine del passato tra il profumo delle pietanze tipiche natalizie: macco di fave, salsiccia e vino, pane e olio, ricotta, formaggio e olive sono serviti, lungo un percorso all’interno del caratteristico borgo, dagli stessi interpreti delle tradizioni contadine. Giunto alla sua trentesima edizione il presepe è arricchito da diversi momenti di animazione teatrale e momenti culturali, dal 26 e al 27 dicembre e dal 5 al 6 gennaio, tra cui le performance della Casa del Musical del regista Marco Savatteri e della compagnia dei Sognattori. Il coupon d’ingresso sarà presto disponibile sul sito www.leviedeitesori.com
Anche a Sutera, in provincia di Caltanissetta, il presepe vivente coinvolgerà il caratteristico borgo. Gli stretti vicoli dell’antico quartiere arabo, il Rabato, i piccoli balconi, le finestrelle strette e lunghe, la continuità delle mura, accompagnate da un’atmosfera di calde luci e antichi suoni, renderanno l’evento suggestivo.
Vedremo all’opera panarari, viddani, pastura, conzapiatta, tessitrici, che faranno rivivere la civiltà contadina dei primi del ‘900. Tra le particolarità, la lavorazione del lino, utilizzato per la realizzazione dei corredi, che richiedeva tempi molto lunghi e tanta fatica. Accarezzeranno il palato gli antichi sapori dei piatti tipici: ciciri, pani cunzatu, ricotta, virciddati. Quest’ultimo nome deriva dal latino “buccellatum”: un pane a forma di ciambella che veniva consumato nelle festività dagli antichi Romani. “Lu virciddratu” di Sutera, è simile alla pasta frolla riempita con una farcia a base di mandorle, aromatizzata con agrumi e chiodi di garofano.
Nonò Salamone, uno degli ultimi cantastorie siciliani, iscritto nel Registro delle Eredità Immateriali della Sicilia, allieterà i visitatori con i suoi cunti e i suoi canti. L’organizzazione è affidata ai giovani suteresi dell’associazione Kamicos di Sutera e con la fattiva collaborazione di tutti gli abitanti. Il Presepe vivente sarà aperto al pubblico il 26, 27, 29 e 30 dicembre e il 4, 5 e 6 gennaio dalle 17 alle ore 21.
La Costa del Mito propone anche le tradizioni natalizie di Licata con le fiureddre, edicole votive contenenti immagini sacre costruite per devozione o per grazia ricevuta, addobbate con rami di palme e pini, da cui pendono agrumi. Il Natale anche qui verrà rallegrato da dolci melodie tradizionali, suonate con la ciarameddra, una zampogna tipica in Sicilia. La si sentiva suonare già alla fine di novembre, prima nelle putìe (botteghe) di vino, poi per accompagnare le processioni dell’Immacolata e di Santa Lucia. Un’altra tradizione musicale è a nannareddra, eseguita da orchestrine appositamente organizzate per suonare nei giorni di festa, nei quartieri e davanti alle fiureddre.
I mercatini sono già attivi dall’8 dicembre, così come il CantaRò, tributo a Rosa Balistreri, fino 27 dicembre.
Tipico del territorio, per l’occasione, è gustare minnilati, mastazzoli e ramameli.
Chi ama il mare, il 22 e il 23 dicembre, potrà vivere un’esperienza straordinaria da una delle due mongolfiere che si alzeranno per mostrare dall’alto la città, l’antico faro e lo spettacolare porto di Licata.
Non mancheranno anche qui il presepe vivente, dal 16 dicembre, e i momenti culturali, come la mostra dei presepi e la Pasturali, interpretata e cantata da personaggi vestiti da pastori.
Bisogna raggiungere il borgo di Sant’Elisabetta per assistere, il 6 gennaio, alla “Pastorale di Nardu”, una delle più antiche e autentiche sagre popolari siciliane. La festa è una sceneggiata popolare basata sull’arte della mimica, che riproduce la vita pastorale e il lavoro nei campi.
Il protagonista dei numerosi episodi che scandiscono la rappresentazione è Nardu, gobbo e col volto coperto di bianco, che incarna la semplicità, spesso intesa a torto come ingenuità. Apparentemente bizzarro e stolto riceve ordini da tutti e li esegue, ma alla fine riesce a farsi rispettare da tutti. Particolare rilevanza nella sceneggiata hanno il momento della preparazione della cena con il piatto tipico della pastorale, la pasta con ricotta, servita in un unico recipiente, ‘a maiddra, dal quale tutti si servono, e la transumanza fino alla grotta della natività con i tre cavalieri, che simboleggiano i re Magi, lu curatulu, i pastori e tutti i personaggi.
A Naro, città barocca dell’Agrigentino, detta la Fulgentissima, dal 17 dicembre al 6 gennaio, la rappresentazione della Natività è affidata ogni anno ai ContemplAttivi e racconta, nella Chiesa di Sant’Agostino, la Natività attraverso la danza, il canto, la musica e la gastronomia.
A Realmonte, assisteremo il 25 dicembre al bagno dalla Scala dei Turchi di “Babbo Natale e i suoi amici”.
Ad Agrigento, Capitale Italiana della Cultura 2025, i bambini potranno essere accolti dai personaggi delle storie più belle, in centro città e al Palacongressi, dove gli adulti potranno apprezzare intrattenimento e spettacoli musicali, quali i Venerdì Jazz.