Nata da un’idea di Vittorio Sgarbi, la mostra “Dal Futurismo all’Informale” è stata inaugurata l’8 dicembre. Allestita presso la Sala delle Polveri della Mole Vanvitelliana di Ancona, l’esposizione presenta una selezione di opere provenienti dalle prestigiose raccolte del Mart a testimonianza di alcune delle più importanti correnti artistiche del Novecento, dal Futurismo all’Arte Informale del secondo dopoguerra, passando per la Metafisica, il Realismo Magico e l’Astrattismo.
Nella prima sala le opere di Fortunato Depero – artista trentino che nel 1914, a Roma, si unisce al gruppo futurista – dialogano con quelle di Giacomo Balla e Gino Severini, fondatori di questa avanguardia.
Particolarmente suggestivo è il confronto tra l’arazzo di Balla e le tarsie in panno che Depero produce nella sua Casa d’Arte, un’innovativa officina di arti applicate aperta a Rovereto nel 1919.
I due artisti avevano firmato, nel 1915, il manifesto Ricostruzione futurista dell’universo e condividevano l’idea di “arte totale” con l’obiettivo di ridisegnare l’estetica della vita quotidiana.
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I dipinti degli aeropittori Tullio Crali e Mino Delle Site, infine, interpretano il tema tipicamente futurista del dinamismo nella seconda stagione del movimento.
L’esperienza del volo permette a questi artisti di sperimentare una visione inedita e vertiginosa del paesaggio.
Massimo Campigli, Carlo Carrà, Felice Casorati, Giorgio de Chirico e Giorgio Morandi sono fra i protagonisti dell’arte italiana tra le due guerre, che, declinando il dettato di “ritorno all’ordine” trovano nel dialogo con l’arte antica motivi per un ritorno alla figurazione.
Le opere esposte, più tarde, testimoniano ancora i caratteri fondamentali della ricerca di questi artisti: le infinite variazioni sul tema della natura morta in Morandi, l’atmosfera sospesa e la semplificazione delle forme in Carrà e Casorati, la stilizzazione arcaica delle figure femminili di Campigli e le atmosfere enigmatiche delle piazze e dei manichini di de Chirico che riecheggiano la classicità.
Nel secondo dopoguerra si fronteggiano due diverse concezioni dell’arte all’interno dello stesso schieramento politico: Realismo versus Astrattismo.
Renato Guttuso ed Emilio Vedova sono entrambi iscritti al Partito Comunista Italiano, ma il primo sceglie un linguaggio artistico più popolare e comprensibile, la figurazione, mentre il secondo muove dal Futurismo e dall’Espressionismo verso una pittura astratta di carattere gestuale, simile all’Action Painting americana.
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A partire dagli anni Cinquanta, gli artisti astratti sperimentano nuove strade.
Alberto Burri e Antoni Tàpies sondano le possibilità espressive di materiali poveri e tattili: sabbie che si raggrumano sulla tela dell’artista spagnolo, vecchi sacchi o plastiche che Burri ricuce o brucia.
Nascono, così, opere rivoluzionarie ma che continuano a rispondere a un’esigenza che Burri definisce “fare arte nello spazio di un quadro”, tenendo presente i valori che contraddistinguono la pittura da secoli: forma, spazio, equilibrio compositivo.
Ancora più sovversiva appare l’azione compiuta da Lucio Fontana nei suoi Concetti spaziali, dove la tela è bucata o tagliata in modo da oltrepassare un confine.
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“Dal Futurismo all’Informale” – Sala delle Polveri della Mole Vanvitelliana di Ancona
Da un’idea di Vittorio Sgarbi, a cura di Alessandra Tiddia
ORARI
Lunedì CHIUSO
Dal martedì al venerdì 10.00/13.00 – 16.00/19.00
Sabato, domenica e festivi 10.00/19.00
APERTURE FESTIVITÀ NATALIZIE
8 dicembre 10.00/19.00
26 dicembre 10.00/19.00
1 e 6 gennaio 10.00/19.00
CHIUSURE
24, 25 e 31 dicembre
BIGLIETTI
INTERO € 17,00
RIDOTTO € 12,00
minori 25, over 65, soci COOP Alleanza 2.0, gruppi minimo 15 persone, possessori di biglietto di ingresso Museo Archeologico Nazionale delle Marche
GRATUITO
disabili e accompagnatori, minori di 14, soci ICOM, giornalisti e guide turistiche con tesserino, docenti accompagnatori
Altre info:
https://www.comuneancona.it/ankonline/cultura/dal-futurismo-allinformale/