A cura di Tania Turnaturi
Dal XX Congresso Nazionale della Società Italiana di Scienze dell’Alimentazione che si è svolto all’Università la Sapienza di Roma, sono emerse nuove soluzioni per un’alimentazione corretta e salutare e sono stati assegnati 4 premi per i migliori abstract presentati e quelli dello scorso anno alle 4 migliori pubblicazioni di giovani.
La salute dell’uomo e quella del pianeta sono alleate anche a tavola. Un’alimentazione secondo i dettami della dieta mediterranea riduce i rischi di varie patologie e aiuta a mantenere sostenibile l’ambiente.
“Il carico di malattia dovuto a un’alimentazione non equilibrata, al consumo di alcol e alla mancanza di attività fisica è uguale a quello provocato ogni anno dal fumo di sigaretta – spiega il Prof. Andrea Ghiselli, Presidente SISA – Un eccesso di carne rossa e processata (salumi), troppe calorie e sedentarietà espongono a obesità, diabete, ipertensione, insulino-resistenza, malattie cardiovascolari e cancro, con effetti sull’ambiente per aumento di gas serra (anidride carbonica, metano, protossido di azoto), perdita di suolo, spreco di acqua, eutrofizzazione delle acque dolci con proliferazione di alcune specie a discapito di altre”.
“Nel mondo ci sono quasi due milioni di persone sovrappeso e da 50 anni vi è una pandemia di obesità – sottolinea il Prof. Mauro Serafini, Professore Ordinario di alimentazione e nutrizione umana, Università di Teramo e Consigliere SISA – La sera si dovrebbe mangiare non troppo tardi per evitare lo stress infiammatorio ed essere in linea con i ritmi circadiani della giornata; ad ogni pasto si dovrebbero consumare frutta, verdura e legumi, perché i composti bioattivi vegetali possono ridurre l’aumento dei trigliceridi ma soprattutto la risposta infiammatoria ossidativa”.
Il Prof. Serafini riferisce anche uno studio dell’Università di Teramo su 151 Comuni localizzati nelle aree interne dei Parchi Abruzzesi, dove risiedono 503 centenari e 18mila nonagenari (dati ISTAT): “Il 93% dei nonagenari e l’82% dei centenari ha seguito una tradizione alimentare tipica dell’Abruzzo, lo “sdijuno”, che significa “stappa digiuno”: alle 6,30 colazione salata di circa 300 calorie, alle 12.30 pranzo abbondante con polenta, legumi, carne, pasta fatta in casa, e alle 18.30, cena a base di verdure, minestre, uova, formaggi. Questi ritmi fanno abbassare lo stress infiammatorio notturno poiché dalla cena al pranzo passano circa 17 ore di “restrizione calorica”, dove c’è solo la colazione, evitando di stressare il sistema immunitario e il metabolismo, infatti lo stress post-prandiale si lega ai ritmi circadiani, all’orario, al tipo di pasto”.
La longevità in salute si costruisce dalla giovane età. “Studi recenti collegano la dieta mediterranea alla protezione da malattie infettive e alla risposta ai vaccini in virtù dell’impatto dell’alimentazione sul sistema immunitario – sottolinea la Prof.ssa Stefania Maggi, Dirigente di ricerca CNR, Istituto di Neuroscienze, sezione invecchiamento, Padova-– Questo è un aspetto innovativo: sono tantissimi i lavori pubblicati sul rischio di infezione da Covid e di gravità della malattia molto maggiore nei pazienti obesi rispetto al resto della popolazione. Inoltre, i vaccini sono più efficaci se l’anziano è ben nutrito. Una dieta corretta permette una risposta al vaccino superiore rispetto a chi presenta carenze nutrizionali”.
Nel 2050 la popolazione mondiale ammonterà a quasi 10 miliardi di persone e tale previsione impone riflessioni in rapporto alle risorse disponibili e al consumo di cibo.
“Tra i problemi da affrontare vi è quello dell’eccedenza ponderale, per cui si mangia sempre di più e nei paesi sviluppati è in crescita la popolazione sovrappeso o obesa – evidenzia la Prof.ssa Silvia Migliaccio, Segretaria SISA. Si è creata maggiore attenzione per gli alimenti di origine vegetale, secondo le indicazioni di una dieta flexitariana, denominazione più accattivante della dieta mediterranea, che si caratterizza per la sostituzione frequente della carne con fonti proteiche vegetali. Ma, nel contempo, l’alimentazione si sta evolvendo verso alimenti ultra processati, anche nei cibi vegetali, come dimostrano hamburger o wurstel fatti con legumi o verdure. Per una accurata tutela della salute individuale sarebbe opportuna una dieta personalizzata, che tenga conto dei nuovi biomarcatori che in ciascun individuo indichino quali siano i punti su cui l’alimentazione può intervenire positivamente per prevenire determinate patologie”.
Il tema degli insetti edibili, caratterizzati da importanti valori nutrizionali e da una sostenibilità ambientale poiché richiedono minore uso di acqua, terreno ed emissione di gas serra, viene affrontato da Veronica D’Antonio dell’Università di Teramo: “Due miliardi di persone in Asia, Africa, Australia, America latina si cibano di insetti, con vantaggi per l’ambiente e valori proteici e nutrizionali simili a carne e pesce, con capacità antiossidante e funzione migliorativa dello stato infiammatorio. Il crescente interesse della comunità scientifica ha portato le autorità dell’UE ad autorizzare grilli, cavallette e una tarma della farina, e alcune aziende hanno realizzato prodotti a base di insetti edibili come integratori e farina per lo sviluppo di pasta, biscotti, cracker, burger”.