Pubblichiamo con grande piacere questo bel diario composto dal nostro amico Stefano Mappa, che ci racconta le mille sfumature della Guadalupa. Vi invitiamo a mettervi comodi sul divano di casa e a partire con la fantasia in questo viaggio, attraverso questo intrigante racconto a puntate. Buona lettura!!
Premessa
8 giorni di permanenza sull’arcipelago ed un programma di attività in cui ho cercato di visitare le migliori spiagge tropicali, i paesaggi più pittoreschi, ed i principali siti storico-culturali.
In sintesi, vacanza meravigliosa! Un’esperienza unica che consiglio a tutti coloro che amano trascorrere momenti indimenticabili in questi angoli di paradiso.
E’ da precisare che alcuni importanti siti, come la foresta pluviale tropicale, le varie cascate, e la spiaggia le Caravelle (tutto splendido) sono già state oggetto di escursione in concomitanza di due precedenti crociere, quindi li ho esclusi a priori dal tour, ma il mio intendimento sarà quello di tornarci e approfondirne la conoscenza dedicando alle due principali isole, Grande-Terre e Basse-Terre, un viaggio ad hoc.
Il viaggio che descriverò mi ha consentito di fare degli approfondimenti sull’intero arcipelago e di scrivere il testo di un documentario dal titolo in “In volo sulle ali di una farfalla”, che al mio rientro utilizzerò, con musiche a tema e una voce narrante professionale, per un reportage dedicato a questo fantastico angolo dei caraibi.
Buona lettura
Stefano
21 gennaio 2020
La partenza
Bene! Il fatidico giorno è arrivato.
Un mio grande desiderio sta per realizzarsi.
Dopo essere giunto a Roma Fiumicino ed essermi imbarcato per Parigi Charles De Gaulle, e aver proseguito per Parigi Orly, prima dell’imbarco per l’aeroporto internazionale Pôle Caraïbes di Pointe-à-Pitre, mi concedo qualche minuto per scrivere le prime impressioni di questo viaggio. Racconterò, giorno dopo giorno, le bellezze naturali di questo arcipelago sperando che le emozioni che sto percependo nel partire in solitaria, non prendano il sopravvento.
Per vari motivi questo è il viaggio delle prime volte e, come in tali occasioni normalmente accade, un po’ di ansia sembra già prendere corpo. In effetti mi sento leggermente spaesato, ma il desiderio di coronare un sogno da tempo inseguito dovrà prevalere su qualsiasi sentimento. Più che una vacanza con programma turistico ben definito, la considero un’avventura con spazi di mistero, volti a rendere questa esperienza di viaggiatore solitario, una pietra miliare dalla quale trarre insegnamenti importanti per i miei futuri viaggi.
Guadalupa, in particolare Grande Terre, l’avevo in parte già visitata in passato grazie ad uno scalo croceristico. Ricordo che fu un amore a prima vista, soprattutto quando con un’escursione ci portarono a St. Anne sulla favolosa spiaggia del Club Méditerranée, La Caravelle, per goderci qualche ora di sole.
Questa spiaggia probabilmente non la visiterò ma la documenterò nel reportage che al mio rientro intendo scrivere e montare in video dal titolo “In volo sulle ali di una farfalla”.
Come andrà Stefano?
Tranquillo, sarà tutto meraviglioso.
22 gennaio 2020
A St. Anne, calore e colori caraibici
Buongiorno da St. Anne (Grande Terre) località balneare a est della Guadalupa, terra dalle meravigliose spiagge bianche e dalle rigogliose palme di cocco, che rendono l’atmosfera suggestiva già alle prime ore del mattino.
E già, il risveglio odierno (3,00 locali!) mi ha portato alle 4,40 (9,40 in Italia) a uscire per una rigenerante corsetta di un’ora, durante la quale, nel familiarizzare con la cittadina (memorizzando vie e negozi d’interesse), già dalle prime ore del mattino molti locali affrontavano con encomiabile energia ed un pizzico di fantasia una sana ed originale attività sportiva.
La curiosità è andata soprattutto verso coloro che nelle calde acque trasparenti del lido comunale, Plage le Burg, a soli 100 metri dal mio appartamento, stamane illuminatissima non solo dalla luce di potenti lampioni, ma da un romantico spicchio di luna e da un cielo stellatissimo, praticavano del foot fitness in acqua percorrendo avanti e dietro l’incantevole spiaggia caraibica.
C’era pure chi, come me, faceva del normale footing, ma quella pratica in sportiva in acqua, sicuramente salutare sotto il profilo muscolare, mi ha veramente incuriosito.
Praticamente piccole comitive (età medio alta) passeggiavano chiacchierando in acqua. Domani mattina replico l’uscita (più tardi però!) e spero di documentarla meglio.
E dell’acqua bike in mare ne vogliamo parlare?
In effetti non si fanno mancare nulla, e soprattutto senza molte pretese e sempre con il sorriso in viso. Alla faccia dei moderni e costosi centri fitness.
Altra cosa che mi ha colpito sono i numerosi e colorati mercatini locali, i bar ed i ristoranti disseminati lungo la strada del lido di St. Anne. Alle 5,30 era già un fermento di preparativi in vista di una giornata che sembrava presagire numerose presenze turistiche.
In serata, infatti, ne ho approfittato per fare un giro.
St. Anne non mi è sembrata però una cittadinanza dall’ordinato e rigoroso assetto urbanistico, classico dei principali porti caraibici americani o inglesi. La città si presentava in alcune zone molto dismessa, direi anche un po’ abbandonata, non certo il massimo per chi pensa di trovare un posto simile alle Bahamas o all’isola di Antigua.
A St. Anne comunque, si respira aria di caraibi ed è questo l’essenziale; con i suoi scorci naturali, gli odori e i sapori di una cucina creola e soprattutto con una popolazione i cui tratti somatici non tradiscono minimamente le radici di un passato caratterizzato da deportazioni e schiavitù, l’atmosfera è veramente surreale.
I ricordi di quel periodo buio sono ancora vivi e sentiti tra gli abitanti di colore dell’isola, ed i numerosi murales che richiamano i secoli scorsi, sono una chiara testimonianza di come certi ricordi sono sempre presenti nei cuori della stragrande maggioranza della popolazione dell’isola.
Il finale di questa giornata? Dopo essermi svegliato con i ritmi caraibici vado a dormire sulle note del nostro Va Pensiero, rigorosamente cantato, in un programma televisivo locale, in francese.
23 gennaio 2020
Alla conquista di Basse Terre
Sveglio già da molto (effetto fuso ancora non assorbito), sono uscito presto per un buon allenamento di nuoto nelle acque cristalline di St. Anne, battute da una leggera brezza e un sole pallido ed una temperatura di circa 26 gradi.
I soliti foot runner e tanti podisti che correvano sugli oltre 300 metri della spiaggia de le Burg.
Oggi in programma gran tour per visitare la parte occidentale dell’isola, quella più selvaggia, caratterizzata da scenari naturali mozzafiato. Il tour è cominciato dalla cascata di Carbet in Campesterre Belle-Eau. Salto d’acqua immerso nella umida foresta tropicale del Parco Nazionale della Guadalupa, raggiunto dopo 3km di: – Chi me lo ha fatto fare (fango e radici scivolatissime) – 45 minuti dopo, la natura si è poi dimostrata generosa, restituendo uno spettacolo mozzafiato. Esperienza direi positiva, ma abbigliamento proprio no.
Lasciata la cascata, via per la capitale, Basse Terre posta ai piedi del vulcano Soufrière.
La città si caratterizza per i suoi importanti siti storico-culturali come l’imponente Forte Delgrès. 30 minuti di tour con cartina, modello orientista, per visitarlo tutto, quindi meritato pranzo sul lungomare di Basse Terre opportunamente ventilato.
Sosta quanto mai necessaria visto che i 29 gradi si facevano sentire. Da quel momento una lunga cavalcata lungo l’estenuante e soleggiata strada litoranea, fatta di continui saliscendi, in direzione Deshaies, passando per le Trois Rivieres, piccolo porto l’imbarco per le isole di Les Saintes e sede di un parco archeologico, Roches Gravées, che conserva oltre 230 incisioni rupestri risalenti al IV secolo d.C. che rappresentano una straordinaria testimonianza lasciata dai primi abitanti della Guadalupa, ovvero gli indiani Arawak.
Lungo la strada incontro spiagge non belle come quelle di Grande Terre, fino ad arrivare alla tappa programmata de la Grande Anse di Deshaies.
Oltre 1 km di sabbia dorata coperte da un suggestivo palmeto di cocco sotto i quali un gran numero di turisti (Italiani compresi), si riparavano dal sole che con i suoi 28 gradi si faceva sentire.
Prima di riprendere la strada in direzione Sainte-Rose, un bel sorbetto al cocco artigianale mi ha rigenerato. Ci voleva proprio!
Rientro da scordare!
Quasi tre ore di traffico per un incidente sulla strada per Point-a-Pitre, per non parlare poi di quello per arrivare a St. Anne.
Una colossale perdita di tempo che non mi ha consentito di toccare la parte nord-est di Basse Terre per vedere altre meraviglie locali, come la località balneare di Sainte-Rose e la meravigliosa riserva marina di Grand Cul-de-Sac Marin.
Pazienza.
In attesa della seconda parte del diario, vi invitiamo a seguire il nostro amico Stefano Mappa sulle sue pagine:
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