Riceviamo e pubblichiamo con grande piacere questo racconto dalla nostra lettrice Pina Scoppetta (che ringraziamo anche per le bellissime fotografie). Buona lettura!
Arrivo in AV a Bolzano, con mia sorella e un’amica, e primo giro turistico della città a piedi: Piazza Walther, il cuore di Bolzano con lo splendido Duomo, Via dei Portici con i caratteristici bovindi che i commercianti usavano per controllare la via e ancora Piazza delle Erbe dove c’è un grazioso mercato aperto tutti i giorni.
Cena al ristorante Walther’s con un bis di canederli allo speck e agli spinaci.
15 Agosto
Prima di partire per Merano breve tappa al Duomo di Bolzano dove stanno celebrando la messa in italiano e tedesco. Ci soffermiamo un po’ in questa chiesa imponente e gremita. L’Alto Adige è un Paese bilingue anzi trilingue se si considera che in Val Gardena e in Alta Badia è diffusa la lingua ladina.
Le due lingue ufficiali italiano e tedesco vengono entrambe usate durante i riti religiosi, nella segnaletica stradale, nelle insegne dei negozi, nei menu… Praticamente dappertutto.
Comunque dopo la messa partiamo in treno per Merano e durante il percorso osservo incantata file e file di alberi di mele…con i deliziosi frutti pronti per essere raccolti. Il clima mite della Val Passiria favorisce la coltivazione della mela in tutte le sue varietà.
Merano 325 m s.l.m è divisa in due quartieri: Maia Alta, zona residenziale, e Maia Bassa dove si trova il centro storico con i suoi bassi portici medievali.
E la visita alla città, nota per le terme, ha inizio proprio da Via dei Portici, lunga 400 metri con edifici eleganti su cui spiccano gli erker, i bovindi, decorati in tinte pastello.
Per il pranzo ci fermiamo da Augustiner e ci sediamo nel giardino della birreria dove camerieri in costume tirolese sfrecciano da un tavolo all’altro. Prendo un bretzel al formaggio, pane croccante a forma di cuore o di nodo intrecciato che di solito si accompagna ai wurstel che io, però, sostituisco con una porzione di patatine.
Dopo pranzo continuiamo a camminare sotto i portici anche per ripararci dalla calura fino a Piazza Duomo. Qui entriamo in chiesa per un improvviso e urgente bisogno di frescura oltre che di spiritualità, naturalmente. Il suono dell’organo e l’oscurità favoriscono un mood meditativo.
Ma è ora di andare e ci avviamo verso la Passeggiata Tappeiner, 4km sotto il sole cocente a circa 380 metri di quota. Il percorso panoramico, circondato da vegetazione mediterranea, prende il nome dal medico e botanico Franz Tappeiner che aveva uno studio a Merano e che consigliava fortemente le passeggiate a chi faceva le cure termali. La cittadina è diventata famosa grazie a Sissi l’imperatrice d’Austria che ha soggiornato qui più volte. La prima volta Sissi è venuta con la figlia Maria Valeria che, piuttosto cagionevole di salute, aveva bisogno di un clima mite per riprendersi. L’imperatrice ha trascorso periodi abbastanza lunghi nel castello Trauttmansdorff.
E non si può lasciare Merano senza una visita a questo famoso castello. Negli appartamenti al secondo piano ci sono: alcuni mobili, delle stufe di maiolica e una vestaglia originale appartenuta a Sissi. In altre sale è allestito il Touriseum, museo che descrive la storia del turismo alpino.
Ma ciò che ho ammirato davvero sono gli splendidi giardini degradanti che si estendono su 12 ettari e che richiedono una visita accurata. Io non ho fatto l’intero percorso ma ho adorato passeggiare per i sentieri e soffermarmi, in particolare, al laghetto delle ninfee osservando stupita le carpe giapponesi che facevano capolino.
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16 Agosto
Escursione Alpe di Siusi Castelrotto.
Bus 170 dall’autostazione di Bolzano per Castelrotto, la località più grande della regione dolomitica Alpe di Siusi. Questo borgo, eletto tra i più belli d’Italia è davvero suggestivo. Il centro storico con le case dalle pareti affrescate, le sue stradine, l’imponente chiesa parrocchiale a tre navate e in stile neoclassico, con il campanile staccato dalla chiesa, la fontanella nella piazza che è un invito a fare una sosta e bere l’acqua fresca e di qualità riempiendo bottiglie riutilizzabili, e gli scorci da cui si può ammirare il massiccio Sciliar in tutta la sua maestosità. Tutto è incantevole, perfino il cimitero con le croci in ferro battuto vale una visita. All’ ufficio turistico ci consigliano un’escursione per l’Alpe di Marinzen che, secondo loro, è un percorso facile di un’ora e mezza circa fino alla malga Marinzen.
Dopo i primi minuti di cammino ci rendiamo conto che il sentiero non è affatto facile per una serie di condizioni avverse: il nostro scarso allenamento, il caldo, l’orario, le scarpe non adatte ad un percorso in salita con un dislivello di almeno 400 metri. A mezz’ora circa dalla partenza ci dichiariamo sconfitte e battiamo in ritirata.
Comunque il panorama è davvero mozzafiato e i colori intorno sono spettacolari. Il verde dei prati, il grigio azzurro della montagna, il marrone delle baite e poi l’assenza di rumori… Una sensazione di pace totale.
Più tardi sedute al tavolo di un bar recuperiamo le energie perdute di fronte ad un tagliere di salumi e formaggi.
![](https://www.turismoitinerante.com/site/wp-content/uploads/2022/12/Alpe-di-Siusi-1024x768.jpg)
17 Agosto
In funivia verso l’altipiano del Renon. 12 minuti da Bolzano a 265 m per Soprabolzano 1221 m. La sensazione di essere sospesi nel vuoto in una cabina chiusa a vetri non è proprio piacevole ma il panorama che si gode a questa altezza ti convince che ne è valsa la pena. Durante il tragitto ammiriamo un gruppo di lama o alpaca al pascolo, difficile distinguerli da lassù, che vengono allevati nell’azienda agricola di Kaserhof dal 1996. Pare che questo allevamento sia tra i più famosi d’Europa.
Alla stazione di Soprabolzano prendiamo il trenino del Renon, un trenino di montagna che dopo alcune fermate arriva a Collalbo, capoluogo del Renon. Pare che Freud amasse tanto la zona intorno a Collalbo e qui scrisse “Totem e Tabù“. La piccola stazione del paese è proprio carina ed accogliente, da qui ci avviamo verso il centro dove sostiamo per un gelato e quindi verso il maso Psofhof. La prima parte del percorso è piuttosto agevole ma, dopo aver imboccato il tratto in salita, diventa molto più faticoso. Dopo una mezz’ora circa quando ormai stavamo perdendo le speranze e le energie chiediamo indicazioni a una signora che ci spiega che il maso è proprio poco più in alto della sua casa. Finalmente ci rilassiamo e ordiniamo un piatto di canederli in brodo con erba cipollina, serviti al tavolo di legno da una simpatica ragazza in costume tirolese. Al ritorno però andiamo in taxi fino alla stazione di Collalbo.
18 Agosto
Partiamo in autobus per Ortisei pur sapendo che le previsioni meteo non sono buone. Ma appena arrivate ci rendiamo conto che non solo diluvia, di per sé già molto fastidioso, ma fa anche parecchio freddo. Prima tappa in un caffè in piazza Sant’Antonio e attesa che il tempo possa come per miracolo migliorare. Ma dopo un’oretta circa optiamo per una ritirata strategica sul primo bus in partenza per Bolzano che però, ahimè, è quello sbagliato e che ci porta a Plan de Glabra, nel Comune di Selva di Val Gardena a circa 1800m in un campo base con impianti di risalita verso le piste del Sassolungo. L’autobus si ferma in mezzo al nulla mentre vento e pioggia sferzanti e un freddo intenso congelano anche le poche idee sul da farsi per lasciare quel luogo sperduto. Dopo esserci asciugate con un asciugamani elettrico di una toilette pubblica cerchiamo di capire come tornare a Bolzano. In attesa del bus successivo ci godiamo la vista magnifica che le Dolomiti offrono in ogni clima. La giornata uggiosa anzi rende ancora più affascinante e inquietante il massiccio del Sassolungo.
19 Agosto
Giornata lenta per compensare quelle precedenti. Fila di un’ora e tre quarti per entrare al Museo Archeologico di Bolzano. L’ingresso è gratis grazie alla card gentilmente offerta dall’hotel Post Gries, dove alloggiamo, e che ci ha permesso di viaggiare su treni regionali, bus e funivia senza pagare nulla. Il museo ospita la mummia, nota come Otzi, ritrovata tra i ghiacciai del Similaun da una coppia di escursionisti tedeschi. Otzi, vissuto nell’Età del rame , è conservato in una cella frigorifera ed è visibile solo attraverso una piccola apertura.
Nel pomeriggio facciamo una puntata dalla parrucchiera lungo Corso della Libertà vicino alla zona di Gries. Dopo aver attraversato il ponte Talvera, in piazza Vittoria si erge il Monumento alla Vittoria progettato dall’architetto Piacentini e costruito tra il 1926-1928 per celebrare la vittoria italiana sull’Austria-Ungheria nella Prima Guerra Mondiale. E’ da qui che ha inizio Corso della Libertà che con i suoi edifici monumentali rappresenta uno strumento di propaganda del passato regime fascista.
Il quartiere Gries è davvero grazioso: è stato piacevole la domenica mattina, prima della partenza, esplorare l’area partendo proprio dall’ Abbazia di Muri Gries citata da Paolo Rumiz nel suo libro “Il filo infinito”.
In passato Gries era un borgo circondato da vigneti, solo in seguito al progetto urbanistico di Piacentini è entrato a far parte del Comune di Bolzano ma conserva ancora l’aspetto e i ritmi lenti di un villaggio. In questa tranquilla domenica mattina, quando i negozi sono chiusi, osserviamo uscire dalla chiesa parrocchiale gruppetti di persone che si fermano, dopo la messa, a fare due chiacchiere sul sagrato.
![](https://www.turismoitinerante.com/site/wp-content/uploads/2022/12/Ortisei-1024x824.jpg)
20 Agosto: Ritorno ad Ortisei questa volta con il sole.
Ortisei a 1.236 metri s.l.m. viene definita, a ragione, la “perla della Val Gardena”. Circondata dalle maestose cime delle Dolomiti che le fanno da cornice, è raffinata, vivace senza essere chiassosa, insomma il posto ideale per una vacanza rigenerante.
La sua isola pedonale va percorsa con lentezza, guardandosi attentamente intorno e sostando nelle botteghe soprattutto quelle degli artigiani del legno. Questa cittadina è famosa, a livello internazionale, per le sculture artistiche in legno, davvero notevoli anche per i prezzi… Dopo aver visitato la chiesa parrocchiale di Sant’Ulrico ci soffermiamo nella pasticceria Perathoner che esercita su di me una potente attrazione, un vero e proprio luogo di delizie, di aromi, di colori, difficile scegliere da dove cominciare gli assaggi.
Ed è proprio ad Ortisei che mangio lo strudel di mele più buono tra quelli provati fino ad ora, veramente divino.
Con questa nota dolce concludo il diario di questo viaggio in Alto Adige di cui porto con me avvolgenti ricordi che evocherò, ne sono certa, tante volte in futuro, e ancora esperienze e stimoli per fare meglio al prossimo viaggio.
Scriveva J. Saramago: ”Il viaggio non finisce mai”…. La fine di un viaggio è solo l’inizio di un altro. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto… Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre.