Alla scoperta dell’India attraverso gli occhi e il cuore di Veronica, una viaggiatrice che ha composto per noi questo bellissimo diario di viaggio.
Qualora vi foste persi la puntate precedenti, vi consigliamo di andarle a leggere qua:
Diario di viaggio: in India tra storia e magia – Prima parte
Diario di viaggio: in India tra storia e magia – Seconda parte
Diario di viaggio: in India tra storia e magia – Terza parte
Diario di viaggio: in India tra storia e magia – Quarta parte
Bene, ora vi consigliamo di allacciare le cinture e partire di nuovo alla scoperta dell’India con la quinta parte del diario. Buona lettura!
“Humayun Tomb”
Quando, prima di partire, mi sono informata sulle mete imperdibili di Delhi ho visto ripetersi “Humayun Tomb” quasi sempre accompagnato dalle 5 stelle di valutazione. Ho scoperto che la tomba è un complesso di edifici riguardanti la sepoltura dell’imperatore Humayun e considerando che in India avrò molti mausolei da visitare decido di non perderne uno da niente meno che 5 stelle!
Dopo esserci spostati sulla sua macchina gialla senza alcuna regola di guida apparente (alla fine del viaggio considererò ogni spostamento un’avventura!) il mio amico dalle poche parole mi molla sulla strada esterna del complesso, mi dice che posso prendermi tutto il tempo che voglio e che mi aspetterà nello stesso posto! Ogni volta che arriviamo a questo punto mi chiedo se non si annoia, se non muore di caldo, come passa il tempo e quando magia. Scopro che ha diverse camicie tutte identiche ben piegate nel cofano e che cambia quando la situazione è irrimediabile ma non gli chiedo più se gli serve qualcosa perché la sua unica risposta è “tips”. Mi chiede sempre soldi, di continuo mance extra. Provo a spiegargli che lo sto già pagando per il suo servizio ma lui fa la faccia affranta e così decido di non farmi troppo coinvolgere. Da quando sono arrivata chiunque mi ha chiesto soldi, l’autista (pagato) che mi ha preso in aeroporto, grandi e piccoli per strada solo perché mi fanno passare, guidatori di tuk-tuk..tutti chiedono tips!
Dopo una lunga fila per il biglietto – scrupolosamente divisa tra indiani e turisti non indiani – mi inoltro nell’enorme giardino passando per Nila Gumbad, Mughal Tomb e altri complessi coloratissimi del Patrimonio UNESCO che mi circonda.
Il rosso e il bianco sono i colori prevalenti ma spesso il blu esalta le facciate e le volte. Non ho mai studiato architettura ma mi ha sempre affascinato la storia che porta con sé. Sono cresciuta con la voce di mio padre che guardando un edificio o una chiesa mi spiega la storia del luogo o di quel popolo e per me è sempre stato così in ogni viaggio, lascio che siano i palazzi a raccontarmi il passato e lascio che abbiano la voce calda di mio padre.
Mi abbandono quindi all’affascinante movimento creato dal contrato esterno-interno. L’esterno vede quasi sempre il candore del marmo bianco lasciare posto all’arenaria rossa degli interni a volte addolcita da dettagli bianchi e neri o in arenaria gialla. Gli interni sono incantevoli, niente sembra essere lasciato al caso e poi mi innamoro degli jali, pareti marmoree traforate che troverò molto spesso anche altrove. Me ne innamoro per la luce che lasciano delicatamente entrare nelle stanze così buie, per la sensazione di pace e rilassamento che trasmettono in tutta la stanza.
La visita è lunga, è facile perdersi nei giardini ma per fortuna il paesaggio è unico: sta calando il sole e mi abbandono al tramonto che fa da sfondo agli edifici colorati e alle cupole così ordinate, al silenzio che caratterizza l’intero luogo, ad una vita lontana fatta di sultani e dinastie.
Come spesso accade la poesia è interrotta da un brusco ritorno alla realtà. Nel mio caso è un ragazzino. E’ alto, moro, ben vestito, chiaramente indiano. Sembra avere 14 o 15 anni. Mi chiede a gesti di fargli una foto, acconsento. Mi parla nella sua lingua ma sembra quasi balbettare ma tanto, penso, non avrei capito comunque. Finalmente e dopo una serie di gesti afferro la sua intenzione di scattarmi una foto con la mia macchina fotografica. Ho capito, anche lui mi chiederà dei soldi! Con la scusa di avere fretta cerco di salutarlo ma insiste e vuole fare dei selfie con il suo telefono. Oddio, che situazione! Penso a Giovanni che mi aspetta in macchina ascoltando musica da danza del ventre mentre questo ragazzino vuole delle foto con una occidentale.. Intravedo dietro di lui un controllore che si aggira da quelle parti, gli faccio cenno di avvicinarsi così posso continuare la visita in pace, almeno è quello che spero.
Quella che dovrebbe essere una guardia grida qualcosa al ragazzo e poi mi dice di “non dare confidenza a queste persone perché possono essere pericolose o che possono derubarmi”. Eppure il ragazzo non mi sembrava un ladro, solo un 15enne annoiato.
La guardia continua a parlare, dice di volermi mostrare altri luoghi del giardino che sicuramente non conosco, mi dice di seguirlo e mi mostra un pozzo nascosto da erba e tronchi d’albero di cui mi racconta la storia palesemente inventata. Non ho voglia di starlo a sentire, dico grazie e mi rivolgo verso l’uscita ma lui continua a parlare e mi chiede se mi ha fatto piacere la legenda che nessun altro in India mi avrebbe potuto svelare. Stanca e annoiata gli faccio cenno col capo e provo di nuovo ad andare via ma non molla, continua a blaterare fino a quando giunge al dunque del discorso. Il dunque è di 4 lettere: “tips”. Comunque lo ammiro perché si dice disposto ad accettare dollari e non rupie, nel caso non ne avessi!
Lui per me ha vinto anche se alla mancia non cedo e io posso tornare da Giovanni. Mi aspetta una lunga doccia fredda e un sonno rigenerante, questo viaggio non smetterà mai di stupirmi!