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Dal 13 gennaio teatro e danza al Teatro Magnetto di Almese (TO) con il festival Camaleontika
Giunge alla decima edizione la rassegna teatrale di Almese organizzata da M.O.V. e FABULA RASA in collaborazione con Piemonte dal Vivo, con direzione artistica a cura di Beppe Gromi, insieme a Katia Bolognesi, Francesca Zitti e Valeria Fioranti.
Sette spettacoli tra il 13 gennaio e l’11 maggio 2024 all’Auditorium Magnetto con importanti collaborazioni e l’intento di promuovere l’apertura del territorio nei confronti dell’arte e della socialità, rinnovando la bellezza e l’unicità che offre lo spettacolo dal vivo, credendo fermamente che il teatro e la danza possano offrire preziosi e intensi momenti di svago, contemplazione, condivisione e dare ossigeno agli spazi sempre più ristretti delle relazioni tra le persone
Due spettacoli sono stati selezionati nell’ambito del progetto “Fringe in Rete” del Torino Fringe Festival 2023, uno viene presentato nell’ambito di NEXT – Laboratorio delle idee per la produzione e la programmazione dello spettacolo lombardo edizione 2023/24 e uno all’interno della rassegna diffusa di danza contemporanea “We Speak Dance”.
“Dammi mille baci, poi cento, poi ancora mille”. Gli immortali versi del poeta Catullo risuonano vivi e intensi oggi come un tempo. Un invito all’amore che ha attraversato i millenni e oggi traduciamo in “KISS PLEASE”, il tema della XVI edizione della Mostra Collettiva degli Artisti Sirmionesi.
L’amore e il bacio, evocati dalle magiche atmosfere di Sirmione, hanno da sempre affascinato e ispirato artisti e poeti. Un tema universale e mai scontato e un omaggio a Lillo Marciano, artista che ha molto amato Sirmione e la cui opera Kiss Please accoglie e sorprende ogni giorno “gli innamorati dell’amore” all’ingresso della spiaggia delle Muse, nel cuore del centro storico.
Grande l’adesione degli artisti sirmionesi – ben 37 per questa edizione – che con le loro opere conducono i visitatori in un viaggio suggestivo attraverso idee e linguaggi artistici tra i più diversi, in una libera esplorazione del tema amoroso. Pittura, scultura, poesia, fotografia: un abbraccio di arte ed emozioni che accenderà – a partire dall’8 dicembre fino al 10 marzo – l’atmosfera di Palazzo Callas Exhibitions, a pieno titolo la casa degli artisti sirmionesi.
Orari di apertura:
venerdì 15 -18
sabato, domenica e festivi 10:30 – 12:30 / 15 – 18
Ingresso libero
Il 13 e 14 gennaio un weekend misterioso presso il Lago delle Lame di Rezzoaglio (GE)
Torna a grande richiesta Sabato 13 e Domenica 14 Gennaio, organizzato dall’Hotel Lago delle Lame, nel parco naturale della Val D’Aveto, “Mistero e Magia al Lago Incantato – Un Weekend del Mistero” in Località Lago delle Lame Rezzoaglio (GE).
In Val d’Aveto, nel parco naturale immerso nella Foresta delle Lame, si trova un piccolo ma suggestivo lago, quello delle Lame. Di origine glaciale (20.000 anni) questo piccolo smeraldo riflette la natura circostante creando un’atmosfera davvero magica e, come ogni lago che si rispetti, anche quello delle Lame ha la sua fatata leggenda, anzi più di una.
Si racconta che molti secoli fa al posto del lago sorgesse un paese; una sera, durante una festa tenuta in occasione di un battesimo, si trovò a passare da quelle parti una donna, che per alcuni sarebbe stata la Madonna ma per altri una strega. Portava sulle spalle un sacco di farina ma, attratta dal fracasso dei festeggiamenti, per pochi istanti lo lasciò incustodito vicino a un albero. La strega, perché di strega si trattava, si perse in un ballo popolare, ma poco dopo, caricandosi nuovamente il suo sacco, riprese il cammino. Dopo poche centinaia di metri, insospettita dal peso diverso del sacco, si fermò per controllarlo: fu a quel punto che si accorse di essere stata ingannata.
Qualcuno, approfittando della sua distrazione, aveva sostituito i cibi che conteneva con della cenere, coperta soltanto da un piccolo strato di farina. La donna a quel punto, adirata per l’inganno, scagliò una terribile maledizione sul paese, che immediatamente sprofondò nelle viscere della terra con tutti i suoi abitanti: al suo posto si formò il lago. Di tutti quelli che vi abitavano, si salvò soltanto l’innocente creatura che aveva appena ricevuto il battesimo e che quindi era stata mondata da ogni colpa o peccato: il piccino fu trovato a galleggiare nella sua culla sullo specchio d’acqua verdastra.
Sempre da quelle parti si racconta che di notte, quando la luna si specchia nel lago, compaia leggiadra sull’acqua una magnifica dama bianca. Non si tratta certamente di Nimue, la dama di arturiana memoria: si dice invece che sia la madre dell’infante sopravvissuto alla maledizione, che ancor oggi vaga per cercare di ricongiungersi con la sua creatura perduta.
Un’ultima curiosità: sempre nei tempi passati, durante un’esondazione del defluente del lago, pare si sia inabissato un lazzaretto con tanto di cappella e campane. Ancora oggi, durante le serate di tempesta, si racconta che si può udire il suono allarmante delle campane e i lamenti di quanti non sono sopravvissuti alla tremenda inondazione.
C’è un mistero da scoprire, chi è la misteriosa dama che si aggira nei pressi del lago? Il pianto di un infante e un’antica maledizione da spezzare. Questo e altro ancora si potrà scoprire la sera tra il 13 e 14 Gennaio presso l’Hotel Lago delle Lame, in compagnia del Circolo Culturale Fondazione Amon APS e dell’Abracadabra Festival Teams
Il 16 e 17 gennaio torna a Bologna Marca Fresh, il format dedicato all’ortofrutta
Tutto esaurito per Marca Fresh, il format esclusivo incentrato sull’innovazione sostenibile in ortofrutta che si svolgerà nell’ambito di Marca by BolognaFiere, l’unica fiera in Italia per il settore MDD, in programma presso il quartiere fieristico di Bologna il 16 e 17 gennaio prossimi.
Giunto alla quarta edizione, Marca Fresh cresce e supera i 1.000 mq di spazio espositivo all’interno del padiglione 29, con 34 espositori confermati, + 30% rispetto lo scorso anno. Evento nell’evento, Marca Fresh si presenta con un grande spazio centrale, la “piazza dei freschi”, e con un ricco programma di incontri, presentazioni e case history di successo focalizzate sul segmento, confermandosi contenitore di primo piano per coniugare le esigenze del business con la condivisione e l’approfondimento tematico.
Marca Fresh conferma il suo taglio specialistico, basato sull’innovazione sostenibile, con un’attenzione specifica legata all’esperienza di acquisto e consumo dell’ortofrutta fresca, argomento più che mai attuale, che verrà esplorato in tutti i suoi aspetti e offrirà al pubblico partecipante spunti di interesse utili ad affrontare le sfide del mercato.
Nel corso della prima giornata, alle 14.30, i lavori proseguiranno con un focus interamente dedicato alla categoria delle mele, con particolare approfondimento sui temi dell’assortimento, della segmentazione e della valorizzazione. La presentazione dell’analisi di mercato, curata da SGMarketing, a cui seguirà una tavola rotonda con manager della GDO, sarà l’occasione per fornire spunti e strategie al servizio di una categoria che in questi ultimi anni ha registrato una dinamica assortimentale guidata dall’innovazione varietale e che vive una concreta esigenza di qualificazione dell’offerta.
A completare il programma, il 17 gennaio, un workshop a cura di My Fruit, partner editoriale: alle 11.30 si terrà il convegno organizzato e moderato da Raffaela Quadretti, Focus Gdo: L’esperienza d’acquisto tra assortimento e contenuti, che esplorerà il tema del ruolo del reparto ortofrutta alla luce delle nuove sfide di mercato. A chiudere la giornata, alle 14.30, Alessandro Franceschini intervisterà Claudio Dall’Agata, direttore del Consorzio Bestack, che presenterà il suo libro “100 volti dell’ortofrutta italiana”.
Innovation, experience e networking sono le parole chiave di questo Marca Fresh che si conferma evento specialistico in grado di guardare al mondo dei freschissimi in maniera concreta, per agevolare l’incontro tra chi produce e chi distribuisce, ponendo alla base le esigenze e le evoluzioni del consumo alimentare.
Grazie all’installazione Il giardino incantato. Viaggio interattivo nell’arazzo millefiori i visitatori dell’Antico Palazzo dei Vescovi possono navigare tra i contenuti proiettati sulla parete di una delle sale del museo, generando un paesaggio d’immagini in cui potersi immergere. L’esplorazione è un viaggio sempre diverso a seconda dei temi scelti: una esperienza creativa e immaginifica di alto coinvolgimento che rinnova il valore del favoloso manufatto del XVI secolo, fruibile per la prima volta in tre dimensioni.
Il giardino incantato propone una grande proiezione immersiva che farà scoprire i segreti della storia e della fabbricazione dell’arazzo e approfondire i soggetti dedicati alla flora e alla fauna da un punto di vista inusuale e innovativo.
Orari: dal mercoledì alla domenica, dalle 10 alle 18.
A Palazzo dei Capitani di Ascoli Piceno dal 14 gennaio la mostra “Omar Galliani. L’eco della Sibilla”
L’Associazione culturale Zoomart con il patrocinio di Regione Marche, Provincia di Ascoli Piceno e Comune di Ascoli Piceno presentano, dal 14 gennaio al 30 aprile 2024 presso Palazzo dei Capitani ad Ascoli Piceno, la mostra Omar Galliani. L’eco della Sibilla, a cura di Stefano Papetti.
La rassegna, che segue la mostra personale dell’artista emiliano conclusa da poco a Palazzo Reale di Milano, si sviluppa attraverso un percorso espositivo che comprende oltre quaranta opere suddivise in sette differenti sale tematiche, rendendo omaggio al Maestro del disegno Omar Galliani che da tempo opera in stretta sinergia con il territorio ascolano.
Risale infatti al 2004 la prima importante esposizione delle opere di Galliani realizzata dalla città di Ascoli Piceno nelle sale della Galleria d’Arte Contemporanea Osvaldo Licini a cui seguì, lo stesso anno, il palio della Quintana realizzato dall’artista in occasione delle feste in onore di Sant’Emidio. L’opera di Galliani è ancora presente nella mostra omaggio a Cecco d’Ascoli, allestita nel 2021 presso il Forte Malatesta di Ascoli Piceno.
Questo legame con il territorio è ancora una volta testimoniato dall’inedita sezione realizzata appositamente da Galliani per questa esposizione ascolana – e che da essa prende il titolo – ispirata al mito della Sibilla Picena, anche nota come Sibilla Appenninica, immagine identitaria del territorio: tra le vette dei Monti Sibillini dimorava una donna di straordinaria bellezza, interlocutrice tra il cielo e la terra, tra il divino e l’umano. Sulle tavole in mostra riecheggia la poetica celeste dell’artista, legata a cieli infiniti e a universi di stelle lontane. Le sibille di Galliani sono donne di grafite con occhi serrati, colte nel profondo momento di meditazione. Sul volto di queste enigmatiche figure compare, incisa come un tatuaggio di pigmento rosso, la lettera a: l’inizio della profezia, l’origine del tutto.
La sinergia con il territorio marchigiano emerge chiaramente anche in una seconda sezione della mostra – Raffaellesca e altro. Il disegno è sempre in viaggio – che ospita, tra gli altri, il ciclo Da e per Raffaello, una serie di opere dedicate a Raffaello e realizzate tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta, quando Galliani iniziò a insegnare all’Accademia di Belle Arti di Urbino. L’attenzione si pone sulla rielaborazione di temi e tecniche dell’arte del passato, concetti chiave dell’Anacronismo, corrente teorizzata da Maurizio Calvesi e Italo Tomassoni, a cui l’artista aderisce nel 1983.
Una sezione che ben si presta a far emergere una costante dell’opera di Galliani: rifacendosi ai grandi maestri del Rinascimento, l’artista ha dato compimento ad una naturale inclinazione al disegno e all’esercizio grafico, allontanandosi però dalla tradizione e rivisitandone le modalità. Il disegno di Galliani non rappresenta infatti un momento preparatorio, la tappa iniziale del processo creativo, bensì un medium completo ed esauriente. Il disegno in Galliani è mezzo primario e di elezione, è opera compiuta che non necessita di ulteriori passaggi.
Si aggiunge in mostra la sezione Paesaggi interiori, che racchiude opere ispirate a paesaggi reali, percezioni del mondo esterno ora trasformato in simbolica rappresentazione di mondi interiori, e la sezione De rerum naturaispirata dall’opera filosofica di Lucrezio, che esplora la connessione tra l’uomo e la natura attraverso la rappresentazione di due momenti fondamentali, la morte e la rinascita. E ancora, la parte dedicata a Blu oltremare,che prende vita dall’essenza del colore blu, ad evocare il mare e il cielo, l’illusione di una prospettiva aerea e marina che si dissolve in infinite sfumature. Poi Baci rubati / Covid 19, realizzata durante il periodo di Pandemia, è invece una filmografia disegnata, che oltre a stimolare una riflessione emotiva sul periodo di isolamento fisico, intende evidenziare il rapporto persistente e intenso dell’artista con il mondo del cinema.
Infine, Traiettorie dell’essere testimonia una delle rare incursioni di Omar Galliani nel campo della scultura: nel 1983, durante gli anni di insegnamento all’Accademia di Belle Arti di Urbino, plasmò una scultura in terracotta, da cui nacquero versioni in bronzo e in acciaio inox. In quest’opera, un inno alla genesi del pensiero, una testa coronata di arco si prepara a scagliare le proprie idee come frecce, ancora una volta nell’infinito cielo stellato, in un eterno viaggio verso l’orizzonte dell’intelletto.
Orari: Lun – ven 16:30 – 19:30
Sabato e festivi 10:30 – 13:00 / 16:30 – 19:30
![](https://www.turismoitinerante.com/site/wp-content/uploads/2024/01/Ascoli-eventi.jpg)
A Palazzo Paradisi di Montalto delle Marche (AP) prosegue la mostra “La nascita di una metropoli: Roma al tempo di Sisto V”
Dal 15 dicembre 2023 al 31 marzo 2024, gli spazi espositivi di Palazzo Paradisi a Montalto delle Marche ospitano la mostra La nascita di una metropoli: Roma al tempo di Sisto V. Il progetto, nato da un’idea di Stefano Papetti con Tommaso Strinati, intende ripercorrere la complessa operazione di renovatio urbis sviluppata dal papa marchigiano Sisto V in soli cinque anni di pontificato, operazione che elesse la Città Eterna a modello di riferimento per il rinnovamento urbanistico attuato nei secoli successivi in varie capitali europee.
Dal 1585 al 1590, infatti, fu avviata un’intensa attività di costruzione che cambiò indelebilmente il volto di Roma. Il progetto, reso possibile grazie alla competenza dell’architetto Domenico Fontana e di una folta schiera di pittori, scultori, stuccatori, richiamati a Roma da tutte le città d’Italia, interessò la costruzione di alcuni capisaldi della centralità direttiva – Villa Montalto, il Palazzo Lateranense, il Palazzo del Quirinale, il Palazzo Nuovo Vaticano, la Biblioteca Vaticana – e dell’idea religiosa del pontefice – Cappella Sistina, Cupola di San Pietro, San Girolamo degli Schiavoni –, oltre che vie di passaggio, come la via Felice e la strada di San Giovanni, e spazi urbani articolati intorno agli obelischi, alle colonne, alle fontane. Infine, le decorazioni pittoriche delle decine di migliaia di metri quadrati delle nuove pareti e delle nuove volte in cui trascrivere le pagine mirabolanti della “Bibbia sistina”.
La mostra vuole dunque ripercorrerne questa storia, attraverso quattro differenti sezioni tematiche.
La prima, dedicata più in generale alla celebrazione delle imprese sistine, prende le mosse dal raro testo a stampa del 1591 in cui Baldo Catani descrisse la pompa funebre e gli apparati effimeri predisposti in occasione della traslazione della salma di Sisto V, offrendo una sintesi delle operazioni urbanistiche realizzate a Roma durante gli anni del pontificato sistino rappresentate nel catafalco funebre fatto predisporre in quella occasione dal cardinale Alessandro di Montalto.
La seconda sezione si sofferma invece sulla residenza romana del Pontefice, Villa Montalto. Distrutta sul finire del XIX secolo per fare spazio alla costruzione della Stazione Termini, la Villa che Sisto V, prima ancora di salire al soglio di Pietro, aveva fatto realizzare per sé e per la propria famiglia rappresentava una summa delle ambizioni del pontefice. Attraverso descrizioni e fotografie d’epoca riprese prima della demolizione saranno mostrati gli edifici, le fontane, i giardini che circondavano la residenza formando un complesso edilizio di straordinaria grandezza. Inoltre, in ricordo dei fastosi cicli pittorici delle sale interne che celebravano la figura del pontefice e le sue imprese, sono presentati in mostra per la prima volta due affreschi che facevano parte della decorazione del salone centrale della villa Montalto, strappati in occasione della demolizione dell’edificio e recentemente recuperati presso una collezione privata romana.
La terza sezione analizza le Basiliche di San Pietro, di San Giovanni in Laterano e di Santa Maria Maggiore, che furono oggetto di una significativa operazione di restiling. A testimonianza, viene esposto per la prima volta il modello realizzato dal pittore Ferraù Fenzoni per una delle scene affrescate sulle pareti della Scala Santa, impresa pittorica di grande impegno diretta da Cesare Nebbia e Giovanni Guerra. I due busti reliquiario dei santi Pietro e Paolo fatti esporre da Sisto V nel Sancta Santorum, dispersi in età napoleonica, sono invece documentati attraverso due inediti dipinti conservati presso la Pinacoteca Civica di Treia che testimoniano la predilezione espressa da Sisto V per la opulenza degli arredi liturgici valorizzati da smalti e pietre preziose, confermata anche dalla scelta di donare alla città di Montalto il reliquiario già appartenuto al cardinale Barbo, esposto anch’esso a Palazzo Paradisi insieme ad un raffinato paramento donato dal pontefice alla sua città. Dalla Biblioteca Comunale R. Spezioli di Fermo giungono invece una serie di preziose incisioni che illustrano il sacello di Sisto V in Santa Maria Maggiore realizzate nel 1621 e tratte dal testo di Paolo De Angelis “Basilicae S.Mariae Maioris” dato alle stampe a Roma presso Bartolomeo Zanetti.
Infine, l’ultima sezione approfondisce i rinnovamenti urbanistici attuati da Sisto V, tra cui la costruzione di ampie vie rettilinee, di obelischi destinati a segnalare i luoghi più significativi dell’Urbe e il restauro delle colonne centenarie di Traiano e di Marco Aurelio per riconvertirle a simboli della vittoria del Cristianesimo sul Paganesimo. In esposizione, una grande pianta di Roma mette in evidenza i molteplici luoghi nei quali l’intervento sistino ha inciso in modo determinante nella definizione di una nuova città destinata a divenire il simbolo stesso della cristianità. Inoltre, una serie di stampe sei e settecentesche illustrano i luoghi della città eterna più fortemente caratterizzati dalla volontà di Sisto V di affermare il nuovo ruolo dell’Urbe.
Del percorso espositivo della mostra inoltre costituiranno parte integrante le sezioni dedicate al reliquiario di Montalto ed alle medaglie sistine già allestite all’interno di Palazzo Paradisi.
![](https://www.turismoitinerante.com/site/wp-content/uploads/2024/01/Palazzo-Paradisi-Montalto-delle-Marche.jpg)
I Macchiaioli sono uno dei movimenti più importanti e più celebri della scena culturale italiana nella seconda metà dell’Ottocento. Ha proposto ricerche pittoriche d’avanguardia che per molti aspetti hanno anticipato, con sorprendente modernità, quelle proposte successivamente dagli impressionisti francesi. Dal 4 novembre 2023 al 3 marzo 2024 le Logge dei Tiratori di Gubbio (PG) ospiteranno la grande mostra “I Macchiaioli e la pittura en plein air tra Francia e Italia”. L’esposizione, curata da Simona Bartolena, analizza la rivoluzione macchiaiola all’interno di un contesto europeo e in particolare i rapporti con la Francia, focalizzandosi sulle novità tecniche che i padri dell’arte en plein air hanno sviluppato sul tema del paesaggio e della pittura di genere.
La rassegna presenta oltre 80 opere, provenienti per lo più da collezioni private e quindi difficilmente visibili al pubblico, oltre che da alcune importanti istituzioni pubbliche. La mostra di Gubbio diventa quindi l’occasione per poterle ammirare in modo esclusivo. Le cinque sezioni indagano i protagonisti e l’evoluzione di questo importante movimento, fondamentale per la pittura moderna italiana: dalla nascita della pittura en plein air all’eredità artistica della macchia, movimento che prese forma intorno ai tavoli del Caffè Michelangelo di Firenze.
Sono esposti alcuni capolavori firmati da artisti della Scuola di Barbizon quali Corot, Daubigny, Troyon, Rousseau, ma anche degli italiani Giuseppe e Filippo Palizzi, per esplorare il tema del paesaggio e della scena all’aria aperta prima della nascita dell’impressionismo. Il racconto prosegue nell’esplorazione delle straordinarie novità proposte dai macchiaioli nella scena artistica italiana del tempo, con opere firmate da artisti quali Telemaco Signorini, Giovanni Fattori, Giuseppe Abbati, Silvestro Lega, Vincenzo Cabianca, Raffaello Sernesi.
Palazzo Trinci, a Foligno, ospita, dal 20 dicembre fino al 7 aprile prossimo, 47 opere di Joan Mirò – esponente spagnolo di spicco del surrealismo – tra litografie e serigrafie, realizzate negli anni’70. Si tratta di due serie realizzate a Palma di Maiorca: la prima, intitolata “Serie Mallorca”, fu esposta nel 1973, esattamente 50 anni fa e si compone di quattro gruppi di 9 opere ciascuna, di cui due in monocromia (bianco e nero) e due a colori mentre la seconda, la “Serie Gaudì”, dai colori fluorescenti, Miró la dedicò al suo grande amico e architetto spagnolo, autore della “Sagrada Familia” di Barcellona.
“La mostra rientra nelle celebrazioni a 130 anni dalla nascita dell’artista – ha detto Alessandro Masi, curatore dell’esposizione – e a 40 anni dalla sua morte. L’importanza dei due cicli consiste nel loro particolare valore sperimentale, volto a registrare in modo indipendente le varie fasi del processo di incisione, a verificare la complessità e le potenzialità del mezzo grafico. Come nella prima, come pure nella seconda serie, lo stile di Mirò si caratterizza per le tonalità smaglianti e per una dinamica ritmica formale”.
Orari: dal martedì alla domenica: 10.00 – 13.00 | 15.00 – 19.00
Vi ricordiamo inoltre che nelle vicinanze di tutte queste zone potrete usufruire degli sconti esclusivi riservati da molti esercizi turistici ai possessori della nostra Tessera Turit.
Buon weekend!!