Abbiamo selezionato per voi i migliori eventi in giro per l’Italia nel fine settimana 28-29-30 giugno! Turismo Itinerante vi invita a contattare direttamente gli organizzatori degli eventi per prenotare comodamente il vostro posto. Questo articolo è in continuo aggiornamento.
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Sabato 29 giugno Asteroid Day all’Osservatorio Astronomico della Valle d’Aosta
Nell’ambito dell’iniziativa internazionale Asteroid Day, promossa dalle Nazioni Unite il 30 giugno di ogni anno, il nostro centro di ricerca e cultura scientifica presenta un evento speciale.
L’evento speciale 10° Asteroid Day a Saint-Barthélemy è inserito nel calendario italiano e in quello internazionale della manifestazione mondiale Asteroid Day. Inoltre ha ricevuto i patrocini ufficiali dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), i principali enti del nostro Paese per lo studio dello spazio e degli astri.
Prenotazione obbligatoria sul sito www.oavda.it
Dal 26 al 29 giugno a Bra (CN) Artico Festival 2024
Si avvicina l’ottava edizione di Artico Festival, che dal 26 al 29 giugno 2024 porterà al Parco della Zizzola di Bra milioni di scintille. I protagonisti delle prime due serate sono gli stand up comedian Giorgia Fumo e Sandro Cappai, mentre le serate di venerdì e sabato sono dedicate alla musica, con i live di Vasco Brondi, Ditonellapiaga, Lucio Corsi, Thru Collected e Napoli Segreta. È confermata anche quest’anno la presenza di un palco off, il Garden Stage, dedicato ai live unplugged sul prato che vedrà esibirsi Gaia Morelli e Elso. Per ognuno degli artisti in programma, la data ad Artico rappresenta l’unica in Piemonte quest’estate.
Tante le novità che porta con sé questa edizione, tutte volte a rendere Artico un luogo sempre più accogliente, accessibile, sostenibile. Grazie alla collaborazione con il Comune di Bra, il pubblico potrà raggiungere il parco attraverso un servizio di navette disponibile sia all’andata che al ritorno (un euro a tratta), con partenza da piazza Spreitenbach e una fermata intermedia in piazza Caduti per la Libertà (orari e costi sul sito articofestival.it). Una volta in cima alla collina, le persone potranno immergersi appieno nell’atmosfera del festival, grazie al sorprendente allestimento site specific progettato dall’Ortica Studio di Milano.
Sarà presente inoltre un’area distante dal palco, pensata per chi desidera godersi la musica lontano dalla ressa, e presso cui si troveranno i banchetti informativi di diverse realtà attive sul territorio: il Progetto ABS, che si occupa di prevenire e informare rispetto al tema delle dipendenze, Non una di meno – Alba, movimento femminista e transfemminista da sempre attivo contro ogni forma di violenza di genere e di disparità, il neonato comitato Casa Pride, la comunità LGBTQIA+ braidese che promuove inclusività e rispetto mediante eventi culturali e supporto sociale e la psicologa Anita Arena, che attraverso colloqui di orientamento promuoverà l’importanza del benessere psicologico. I membri delle varie realtà saranno disponibili nelle serate di venerdì e sabato per dare ascolto e fornire informazioni.
Si rinnova anche quest’anno la collaborazione con la Cooperativa Sociale Progetto Emmaus, che ad Artico porterà il vino sociale 8pari, attività che propone l’inserimento lavorativo di persone fragili all’interno del processo produttivo del vino. Nell’ottica di una sempre maggiore sostenibilità del festival, infine, il bar sarà dotato di bicchieri riutilizzabili e di un erogatore attraverso cui ricaricare gratuitamente l’acqua.
Sabato 29 giugno al Castello Reale di Govone (CN) la prima edizione di Vini PIWI
Al via la Iª edizione di VINI PIWI, la prima manifestazione in Piemonte dedicata alla scoperta del nuovo mondo dei vitigni resistenti, e delle loro declinazioni, al Castello Reale di Govone: sabato 29 giugno un’intera giornata dedicata ad operatori e appassionati.
Vini Piwi sarà la manifestazione del Piemonte che racconterà un enorme patrimonio vitivinicolo, in grande espansione in tutta Europa. Grazie a decenni di lavoro, incrociando varietà di vitis vinifera e specie resistenti americane o asiatiche, attraverso una impollinazione naturale, questi vitigni hanno prodotto un’alta resistenza alle malattie, mantenendo al contempo elevate qualità enologiche e caratteristiche gustative e organolettiche uniche. In questo modo è possibile ridurre i costi legati ai trattamenti fitosanitari, aumentare contemporaneamente la produttività dei vigneti e promuovere la sostenibilità, in quanto coltivabili facilmente in regime biologico, in altre parole dare una risposta concreta alle sfide poste dai cambiamenti climatici.
Una manifestazione nata per conoscere e approfondire i vitigni PIWI: la vera rivoluzione della viticoltura sostenibile ed eco-compatibile che risponde alle attuali esigenze ambientali.
Sabato 29 giugno in Alta Val Brembana torna “Un Borgo di…vino”
Un percorso gastronomico a tappe, in un pomeriggio di inizio estate, inserito nella cornice di Cusio, borgo storico immerso nella natura: torna sabato 29 giugno, dalle ore 16.30 alle 22.00, “Un borgo di…vino”, l’esperienza che da cinque anni l’associazione Altobrembo organizza, a rotazione, in una delle undici località dell’Alta Val Brembana. Obiettivo dell’iniziativa non solo far gustare ai partecipanti vini della bergamasca e prodotti gastronomici autoctoni, ma anche far loro scoprire – e riscoprire – gli angoli nascosti dei borghi incastonati in un territorio ricco di tradizioni e bellezze culturali e naturalistiche.
Con un itinerario che si sviluppa seguendo l’antica via del Ferro, tra i nuclei storici di Cusio Inferiore e Cusio Superiore, partecipando a “Un borgo di…vino” si potranno visitare diversi luoghi caratteristici del paese: l’Antico Mulino, le piazzette e gli edifici storici, gli antichi lavatoi e la Chiesa Parrocchiale di Santa Margherita, contenente le opere degli intarsiatori Rovelli. In ognuno di questi posti, in otto diverse postazioni, sarà possibile degustare prodotti tipici delle aziende del territorio preparati dai ristoranti locali, in un vero e proprio viaggio a più mete dove i vini, presentati direttamente dalle aziende di produzione, saranno accompagnati da formaggi, salumi e altre prelibatezze.
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Dal 20 giugno al 4 luglio e dal 19 al 26 settembre 2024, il Museo Carlo Zauli presenta la terza edizione del Festival dei calanchi e delle argille azzurre, allo scopo di valorizzare la zona geografica dei “calanchi delle argille azzurre” – così definite da Leonardo da Vinci nel noto Codice Hammer – compresa tra i territori di Faenza, Brisighella, Riolo Terme, Castel Bolognese.
I calanchi sono ciò che resta dei fondali sabbiosi del mare preistorico di milioni di anni fa e si strutturano come creste ammantate di ginestra odorosa, di orchidee e di una specie che cresce soltanto tra queste argille, l’artemisia cretacea: un territorio che comprende terrazze panoramiche, scorci mozzafiato, argille pregiate, fonti di acqua termale, vigne e coltivazioni di alto livello e che è oggetto di innumerevoli storie, narrazioni, leggende. In pochissimi chilometri quadrati, quest’area raccoglie meraviglie naturalistiche e culturali, ed è fonte d’ispirazione per molti artisti, in particolare per Carlo Zauli, tra i ceramisti scultori più importanti del Novecento, che a queste terre dedicò tanta parte del suo lavoro, citandoli plasticamente nelle sue sculture monumentali.
Anche quest’anno il Festival propone un ampio cartellone en plein air: mostre, laboratori e performance di arti visive, teatro, danza, letture poetiche, concerti, allestimenti tra architettura e design, degustazioni enogastronomiche, laboratori di yoga e Bioginnastica®, trekking culturali, incontri legati alla sostenibilità ambientale, coinvolgendo scuole, accademie, corsi di formazione, singoli, gruppi, associazioni culturali, con l’obiettivo di creare un vero e proprio Parco Culturale dei Calanchi, il cui simbolo – il Padiglione delle Argille Azzurre progettato dallo Studio Bartoletti Cicognani – è stato installato nel Punto Panoramico Dinosauri (via Pideura, a metà strada tra Oasi e Bulzaga).
La terza edizione del Festival dei calanchi e delle argille azzurre vedrà alcune presenze internazionali, come la giapponese Noriko Yamaguchi, tra gli artisti protagonisti della mostra Azzurro fragile, insieme a Francesco Nonni, Gilberto Bucci, Carlo Zauli, Giovanni Pini, Sergia Avveduti, Cesare Reggiani, Barbara Deponti, Marco Samorè, Andrea Salvatori, Monica Zauli, Jacopo Casadei, Silvia Chiarini, Marco Ceroni, Oscar Dominguez, Gaia Carboni.
Lo scultore colombiano Juan Esteban Sandoval proporrà, in collaborazione con il musicista greco George Moraitis, The sounds of the Earth. Esplorazione dei Calanchi – suono e argilla, una performance con sculture sonore, mentre i connazionali Zoe Drakopoulou, Petros Roussos, Iannis Sioutis, realizzeranno un’inedita performance itinerante, REBEARTH, azione performativa sostenuta dal programma Culture Moves Europe, progetto finanziato dall’Unione Europea che rende la Grecia vero e proprio paese ospite di questa edizione del festival.
Si avrà poi la partecipazione di Save the Children, che realizzerà un’originalissima attività dedicata ai bambini, mentre un richiamo al Festival si terrà poi a settembre con la presenza di Enrico Malatesta, che declina il proprio lavoro all’indagine sonora della produzione di manufatti in ceramica, e dello scultore ceramista di rilievo internazionale Alfredo Gioventù.
Dal 29 giugno al Palazzo del Duca di Senigallia la mostra fotografica “Profondo come il mare. La collezione di Rita e Riccardo Marone”
Per la stagione estiva 2024 Senigallia Città della Fotografia continua il suo impegno nella promozione della grande fotografia nazionale e internazionale, dedicando questa volta una mostra non a un singolo artista, ma ad una collezione viva e ricca come quella di Rita e Riccardo Marone: comune denominatore delle opere scelte è il tema del mare nelle sue varie sfaccettature, filo che unisce le origini napoletane del collezionista alla città marchigiana nota per la sua spiaggia di velluto.
Profondo come il mare La collezione di Rita e Riccardo Marone è la mostra a cura di Angela Madesani che dal 29 giugno 13 ottobre 2024 sarà ospitata nelle sale di Palazzo del Duca, organizzata dal Comune di Senigallia con il sostegno di Regione Marche, la collaborazione di Fondazione Cassa di Risparmio e della collezione Marone e che vedrà esposte opere di artisti del calibro di Luigi Ghirri, Mimmo Jodice, Franco Fontana, Henri Cartier-Bresson, Martin Parr e tanti altri.
Il progetto nasce grazie alla collaborazione della curatrice con Riccardo Marone, avvocato napoletano che nel corso degli anni è stato assessore, vicesindaco e sindaco di Napoli, e che è anche l’ideatore delle famose Stazioni dell’arte della metropolitana della città partenopea: da sempre appassionato e colto collezionista d’arte contemporanea, negli ultimi quindici anni Marone ha deciso di spostare i suoi interessi sempre più verso il mondo della fotografia, viaggiando e documentandosi tra mostre e fiere non solo in Italia.
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A Leonessa (RI) dal 28 al 30 giugno torna il Palio del Velluto, passione rinascimentale
La passione accende gli animi, i tamburi suonano, le taverne aprono i battenti, e i deschi sono imbanditi, è tempo del Palio del Velluto di Leonessa dal 28 al 30 giugno. Prendete nota, questo è l’unico borgo in Italia ad avere ben 38 frazioni, ne avrete da vedere in questo fuoriporta dedicato alla rievocazine storica più emozionante del Lazio. Benvenuti nella bella Leonessa, lì sotto, ai piedi del Terminillo. Il palio è anticipato dalla Giostra dei Tamburi che si farà il 22 giugno.
Il “Palio del Velluto” è una tradizione che affonda le sue radici nel lontano 1464 e che per 114 anni stimolò a tal punto l’antagonismo fra gli abitanti del posto da costringere Margarita d’Austria – la figlia di Carlo V a cui la manifestazione è dedicata – a sospenderlo.
Spettacoli di fuoco, musici, giullari e ricette rinascimentali da gustare mentre i Sesti, ovvero le sei contrade del borgo reatino, bramano il palio a colpi di giochi: la “palla grossa”, la “gara del pane” e ovviamente quella dedicata alla “giostra del velluto”. Ci si gioca il tutto per tutto, perchè conquistare l’antico stendardo che per un anno intero sarà esibito dalla contrada vincitrice è orgoglio di tutti!
Saranno gli abitandi della contrada di Corno, Forcamelone, Poggio, Croce, Terzone oppure quella di Torre a vincere? Per saperlo, mettete in agenda 28-30 giugno Palio del Velluto a Leonessa e saltate in macchina.
Intorno alle divertenti e spettacolari gare, prenderà vita un evento che rappresenta un vero e proprio tuffo all’indietro nel passato che vedrà protagonisti dame, cavalieri e fanti, con esibizioni di falconeria, spettacoli del fuoco, trombonieri e archibugieri. Fra i momenti più attesi, lo spettacolare corteo storico-allegorico con oltre 600 figuranti in costumi d’epoca, che sfilerà sabato 30 giugno illuminato dalla luce delle fiaccole e il pomeriggio successivo alla presenza di Margherita d’Austria, interpretata dalla “Madonna” del Sesto vincitore.
In occasione del Palio, inoltre, si batterà moneta: nelle 6 taverne aperte per l’occasione – che proporranno particolarissime ricette rinascimentali e piatti tipici della tradizione locale – si potrà pagare solo con il carlino: nel centro storico saranno aperti i banchi del cambiavalute dove si potranno convertire gli euro in carlini, unica moneta spendibile nelle taverne. Delizie da gustare mentre la competizione entrerà nel vivo con il torneo della “palla grossa”, un gioco simile al calcio storico fiorentino, con la “gara del pane” che vedrà sfidarsi sei dame lungo un percorso ad ostacoli con una tavola e sei pagnotte da un chilo ciascuna sulla testa, oppure con la classica “giostra del velluto”, il torneo equestre tra i cavalieri dei Sesti.
Per chi volesse trascorrere qualche ora in più da queste parti Leonessa, grazioso borgo montano con un impianto urbanistico di origine medievale, ha mantenuto intatti monumenti di grande interesse. E’ il caso della Fontana Farnesiana, risalente al XVI Secolo, che impreziosisce piazza 7 Aprile 1944 in corrispondenza del Palazzo Comunale; e ancora della Chiesa di San Pietro, con la sua splendida cappella affrescata, e di quella di San Francesco. Adagiata a ben mille metri, in un’ampia conca all’interno degli Appennini al confine tra Lazio, Umbria e Abruzzo, Leonessa offre agli appassionati delle gite all’aria aperta la possibilità di effettuare splendide escursioni nel complesso del Terminillo e dal 28/30 giugno indosserà il suo “abito” migliore alla riscoperta di un glorioso passato.
A Nepi (VT) fino al 30 giugno lo storico Palio dei Borgia
Entra nel vivo a Nepi (VT) la manifestazione più attesa dell’anno: il Palio dei Borgia. L’intero borgo è stato allestito per ospitare al meglio la storica rievocazione rinascimentale, giunta quest’anno all’edizione numero 28, che prevede un calendario ricchissimo di eventi fino al prossimo 30 giugno con il tradizionale Corteo Storico e la cerimonia di chiusura con l’assegnazione del Drappo 2024 alla contrada vincitrice.
Nel mezzo, due settimane di appuntamenti, conferenze, spettacoli, degustazioni, cene in taverna che animeranno il borgo con una sorta di tuffo nel passato, in un suggestivo viaggio a ritroso nel tempo che catapulterà i visitatori alla fiorente epoca del Rinascimento: protagonista assoluta la controversa figura di Lucrezia Borgia e la perenne rivalità fra le quattro Contrade di San Biagio, de La Rocca, di Santa Maria e di Santa Croce.
La manifestazione, organizzata, come di consueto, dall’Ente Palio, con rettore Simona Benedetti, sarà ospitata in diverse location: dal Forte dei Borgia al centro storico, dal palazzo Comunale al Duomo.
Da sottolineare, oltre agli appuntamenti tradizionali del corteo storico, della Giostra dei cavalieri e del Palio degli Arcieri, le novità di quest’anno: i tre spettacoli in scena all’interno della Rocca dei Borgia ed i “Giovedì Borgiani. Tra arte, musica e degustazione”: esperienze gustative all’interno del Forte con menù realizzati seguendo le antiche ricette rinascimentali ed utilizzando i prodotti di quell’epoca storica, anche gli stessi vini.
Dal 24 al 30 giugno A Roma parte la prima edizione di “Jazz al Nono”
Dal 24 al 30 giugno 2024 parte la prima edizione di “Jazz al Nono”. Presentato e promosso dal Municipio IX di Roma in collaborazione con Decima50 – ETS e coadiuvato da alcune realtà associative, il Fest si svolgerà all’interno de La Vaccheria, uno spazio simbolo di rigenerazione urbana attraverso la cultura e le arti, unendo attività concertistica e didattica, solidarietà filantropica, ecologia, attivismo civico e residenze artistiche. Nell’arco di una settimana, si alterneranno infatti concerti, workshop, laboratori musicali, film e un programma di produzione artistica attraverso la realizzazione di filmati, registrazioni discografiche e live streaming.
Diverse saranno le cornici scenografiche dove poter immergersi in questa assoluta realtà partecipativa: il NoNo Jazz Club, la sala convegni della Vaccheria, dove si alterneranno concerti per tutta la settimana dalle 18.00 alle 24.00 e all”interno del quale le persone potranno sedersi in comodi tavoli, sorseggiare aperitivi e cenare ascoltando la musica degli artisti in un contesto completamente plastic free; il NoNo Big Stage, un grande palco allestito nell’area parcheggio antistante La Vaccheria che ospiterà i grandi eventi del fine settimana nelle ore serali; l’Area Stand, ubicata nel corridoio esterno all’ingresso della Vaccheria, dove saranno allestiti diversi gazebo che ospiteranno le associazioni partner dell’evento e altre realtà impegnate nell’attivismo sociale.
Lunedì 24 Giugno, a partire dalle ore 18:00, si inaugurerà il Fest alla presenza delle cariche istituzionali del Municipio e degli organizzatori.
Da Martedì 25 a Giovedì 27 Giugno i protagonisti saranno i giovani talenti del Jazz, con la partecipazione del Conservatorio “Licinio Refice” di Frosinone e del Saint Louis College Of Music di Roma e dei loro allievi. Sarà un’opportunità imperdibile per scoprire le stelle nascenti del jazz italiano e per partecipare ad interessanti workshop e laboratori condotti dai docenti. Nella fascia serale, dalle ore 21.00, si alterneranno invece sul palco noti jazzisti della scena romana.
Da venerdì 28 a domenica 30 giugno, “Jazz al Nono” accoglierà vari artisti di livello nazionale, che si esibiranno su due palchi differenti, offrendo una varietà di stili e sonorità jazz frutto della tradizione e dell’innovazione di questo affascinante genere musicale.
La chiusura del Fest sarà all’insegna della solidarietà e della celebrazione, con la Nazionale Italiana Jazzisti di calcio che terrà una partita di beneficenza insieme ad una rappresentativa del IX Municipio/EUR Castellaccio seguita dal tradizionale Concertone, totalmente gratuito. Sarà un momento di gioia e condivisione, unendo sport e musica alla bellezza della nostra comunità.
“Jazz al Nono” è molto più di un semplice festival; è un’occasione per celebrare l’arte, la cultura e l’incontro tra persone: una vera Fest(a) del jazz!
L’ingresso agli eventi in programma è gratuito in tutte le sei giornate del Fest.
La Vaccheria è situata a Roma nel quartiere EUR e dotata di parcheggio adiacente.
Alla Fondazione Biscozzi Rimbaud di Lecce la mostra “Vittorio Matino – Divampa colore”
Dal 15 giugno al 6 ottobre 2024 la Fondazione Biscozzi | Rimbaud di Lecce presenta la mostra Vittorio Matino – Divampa colore, a cura di Nathalie Vernizzi Matino e Gabriele Matino, sesto appuntamento espositivo dal 2022 dell’istituzione fondata nel 2018 dai coniugi Luigi Biscozzi e Dominique Rimbaud con l’intento di promuovere l’arte moderna e contemporanea attraverso un programma di mostre che ha visto sin qui come protagonisti Angelo Savelli (L’artista del bianco, 2021), Salvatore Sava (L’altra scultura, 2022), Grazia Varisco (Sensibilità percettive, 2022-2023), Mirco Marchelli (Voci in capitolo, 2022-2023), Yuval Avital (Lucus, 2023-2024).
Vittorio Matino (1943-2022), pittore di origini pugliesi formatosi in Veneto, ha fatto del colore l’elemento centrale della sua poetica. Dopo aver trascorso gli anni Sessanta assimilando l’irraggiamento del colore-luce proprio della tradizione pittorica veneziana, si trasferisce a Milano nel 1971, con lunghe permanenze a Parigi, viaggiando in Europa e negli Stati Uniti per approfondire la conoscenza dei maestri della modernità europea e americana. L’artista trascorse lunghi periodi anche in Puglia, alla riscoperta delle proprie radici, tanto da eleggere Otranto a sua residenza estiva. Per vent’anni, fino all’estate del 1993, Matino ha partecipato attivamente alla vita politica e culturale di Otranto, contribuendo in maniera incisiva alla difesa del territorio e alla tutela del suo patrimonio. L’artista ha all’attivo un centinaio di mostre personali e numerose collettive in Europa e Nord America, in gallerie, musei e spazi pubblici. Le sue opere si trovano nei maggiori musei italiani e in collezioni private, tra cui Fondazione Prada, Museo del Novecento e Gallerie d’Italia a Milano e il Mart di Rovereto.
La mostra segna il ritorno di Matino alla sua terra d’origine con un’importante rassegna monografica, la prima dopo la scomparsa del pittore, presentando venti tele, selezionate dalla collezione personale dell’artista e per la maggior parte esposte per la prima volta con l’intenzione di creare una immersione totale nel colore e uno spazio espositivo avvolgente per lo spettatore.
Le opere esposte ripercorrono anni di intensa produzione e riassumono i passaggi del percorso artistico di Matino dal 2004 al 2013 con il diffondersi della luce e del colore sulla tela, dal bianco intenso (Dittico rouge et noir, 2005) al profondo nero (Solfeggio in nero, 2004; Nigro Aires, 2005), esplorando tutte le possibili sfumature della gamma cromatica (Viola di sera, 2005; Acero rosso, 2009; Piccolo verde, 2009; Anima nera, 2013). Si segnalano inoltre Surya’s Grace e Red for Chennai, quadri sorti dopo un viaggio in India nel 2008 che appartengono a un gruppo di opere esposte in parte alla Sundaram Tagore Gallery di New York nel 2009.
La mostra intende anche creare delle sinergie tra spazio visivo e spazio sonoro, riproponendo un approccio proprio dell’artista che era solito dipingere ascoltando musica jazz, Mozart, oppure musica classica indiana, e questa suggestione è confermata anche da alcune opere come Round Noon (2013), All Blues (2009), e Stormy Sunny Sunday (2010), ispirate fin dal titolo dalle emozioni sensoriali indotte all’artista dalla musica.
Il tarantismo, antico rituale terapeutico, un tempo diffuso in tutta la Puglia e nell’area del Mediterraneo (Sardegna, Grecia, Spagna, Marocco e Turchia)si è ormai estinto da alcuni decenni. Secondo una credenza popolare, esso prendeva il nome da un malefico ragno, il cui morso era ritenuto velenoso, che mordeva le sue vittime durante il lavoro nei campi, nei giorni di intensa calura estiva. Il morso del ragno provocava uno stato di estrema agitazione e di delirio, che si alternava ad una forma di torpore e abbattimento. La medicina e la scienza non riuscivano a trovare un antidoto per curare questa malattia. L’unica terapia contro il veleno del terribile ragno era il rito coreutico-musicale, il ballo terapeutico scandito dal ritmo frenetico della pizzica e del tamburello, che poteva protrarsi anche per più giorni consecutivi. Per ottenere la guarigione, le tarantate dovevano recarsi in pellegrinaggio a Galatina, presso la Cappella di San Paolo, il Santo protettore dal morso degli animali velenosi. Tradizione voleva che le tarantate, per guarire, dovessero bere l’acqua del pozzo della cappella, ritenuta “miracolosa”.
Galatina è ritenuta la culla del tarantismo e custode di un rituale antichissimo ed ormai scomparso da alcuni decenni; in passato, essa era considerata un “feudo sacro”, protetto da San Paolo, che, secondo una leggenda locale riportata del medico leccese Nicola Caputi nel suo libro intitolato De tarantulae anatome et morsu (Anatomia e morso della tarantola, 1741), aveva reso immune questa terra e i suoi abitanti dal morso degli animali velenosi, ricompensandoli per l’ospitalità ricevuta durante il suo viaggio di evangelizzazione verso Roma.
Il Club per l’UNESCO di Galatina e della Grecìa Salentina si propone di rivalutare il tarantismo come bene immateriale e di farlo conoscere attraverso le fonti storiche, gli studi, i filmati, le foto, le testimonianze; intende ricercare e custodire materiali documentari e bibliografici su questo antico fenomeno, affinché non vada disperso un patrimonio di riti, credenze, leggende e tradizioni che fa parte della nostra memoria storica e che tutti abbiamo il dovere di custodire e valorizzare.
Dal 17 al 30 giugno ad Ortigia il primo festival internazionale d’arte contemporanea in Sicilia
Dal 17 al 30 giugno 2024 la città di Siracusa ospita ORTIGIA CONTEMPORANEA, il primo festival internazionale d’arte contemporanea in Sicilia, ideato e prodotto da SVET AGENCY.
Il Festival, patrocinato dal Comune di Siracusa e dalla Regione Siciliana, nasce dal desiderio di promuovere l’arte contemporanea in Sicilia. I Main sponsor di questa prima edizione sono: Agenzia Allianz Tiné Siracusa, Banco Bpm e Cantine Fausta Mansio. L’iniziativa ha inoltre il sostegno di Ortea Palace Hotel, in qualità di sponsor tecnico e di Loft 44 come sponsor.
Il progetto è pensato appositamente per l’isola di Ortigia, centro storico della città di Siracusa, tra le più belle del Mediterraneo, ricca di monumenti, siti archeologici, architettura barocca nonché meta turistica per i visitatori da tutto il mondo. L’evento principale del Festival è la mostra collettiva “Story yet to be told”, curata da Domenico de Chirico in collaborazione con Eleonora Angiolini.
La selezione prevede la partecipazione di ventuno artisti, nazionali e internazionali: AES+F, Joël Andrianomearisoa, Giuditta Branconi, Martina Cassatella, Mateusz Choróbski, Gianni Di Rosa, Marcin Dudek, Simone Forti, Abul Hisham, Alek O., Giulia Messina, Giuseppe Mulas, Nika Neelova, Karim Noureldin, Aurora Passero, GianMarco Porru, Patrizia Mussa, Przemek Pyszczek, Virginia Russolo, Nanni Valentini e Driant Zeneli.
![](https://www.turismoitinerante.com/site/wp-content/uploads/2024/06/Ortigia-eventi-1-1024x768.jpg)
Vi ricordiamo inoltre che nelle vicinanze di tutte queste zone potrete usufruire degli sconti esclusivi riservati da molti esercizi turistici ai possessori della nostra Tessera Turit.
Buon fine settimana!