Il Delta del Po, incredibile varietà e bellezza in questo ecosistema che affascina italiani e stranieri.
Il Delta del Po è un territorio misterioso in bilico tra terra e acqua, tra alberi che si specchiano nella laguna, grandi oasi faunistiche, correnti lente che trasportano antiche memorie. In provincia di Rovigo si sviluppa il Polesine, una terra compresa tra i due fiumi più importanti d’Italia, l’Adige e il Po.
Una terra figlia come poche dei corsi d’acqua che, con i loro detriti alluvionali, le hanno dato origine, accrescendo man mano la dimensione di questo largo triangolo che si protende nel mare Adriatico. Il Polesine è praticamente un prolungamento della pianura padana, il lembo più meridionale del Veneto.
Anche se è stato condannato nei secoli alla malaria e a enormi difficoltà nel lavoro, il Delta del Po ha visto lo scontro feroce di grandi signori che si contendevano il suo possesso: gli Estensi di Ferrara, gli Scaligeri di Verona, i Gonzaga di Mantova, i Carraresi di Padova. Ma su tutti prevalse la Serenissima Repubblica di San Marco. Conteso dunque tra signori e regioni diverse, il Polesine, dopo l’unità d’Italia, fu riconosciuto definitivamente parte integrante del Veneto, all’interno della provincia di Rovigo, e oggi costituisce il Parco Regionale Veneto del Delta del Po istituito nel 1997.
Uno degli aspetti che colpisce il visitatore è anche il paradosso per cui il Delta del Po, l’area più giovane d’Italia, era abitato e vissuto fin dall’antichità, come testimoniano i reperti di origine greca, etrusca e romana nel Museo Archeologico di Adria. Qui si possono intuire le tracce del territorio nel periodo preesistente al Taglio di Porto Viro, un’imponente opera idraulica degli inizi del ‘600 organizzato dalla Repubblica di Venezia. Per scongiurare il pericolo dell’interramento della laguna, infatti, la Serenissima, con il taglio di Porto Viro, deviò a sud il ramo principale del Po che tendeva ad accumulare detriti verso il nord e quindi verso la laguna.
In questo modo la Repubblica si salvò, recuperando anche terre preziose. Da allora il Po assunse la conformazione attuale, spingendosi costantemente verso il mare Adriatico. Con i suoi sette rami che tagliano la pianura padana polesana, come una grande mano aperta con le sue valli e le sue bocche, il Parco sembra un vero e proprio paradiso in cui acqua e terra creano un sistema in idroviario unico in Europa per estensione e fascino naturale. Comunque si affronti un itinerario in questa zona sospesa e trasparente, molte sono le suggestioni legate ai giochi luminosi che la natura offre sull’acqua del fiume, ai fitti intrichi della vegetazione nelle golene, al movimento improvviso degli uccelli e degli insetti.
E non mancheranno suggestioni artistiche e architettoniche che ricordano una storia millenaria. Ad esempio le ville di impianto palladiano che si alzano sulla riva dei fiumi o dei canali in corrispondenza con l’avanzata del potere veneziano, che fissava man mano porti strategici sul fiume e sul mare. Ne é un esempio eccellente villa Badoer di Fratta Polesine, oggi sede espositiva. Dopo il 1600, infatti, l’insediamento della nobiltà veneziana ai fini di controllo e sfruttamento agrario del territorio portò alla fondazione di numerose ville dislocate nelle campagne e lungo le principali vie d’acqua, Alle ville patrizie venivano sempre 70 TURISMO all’aria aperta affiancate le cosiddette barchesse che fungono da luoghi di lavoro e magazzini per le grandi corti agricole.
Qui il patriziato veneziano coniugava alla villeggiatura estiva il controllo dei propri interessi sulle estese proprietà terriere. Di grandissimo interesse, anche se in altro stile, è il Museo regionale della Bonifica di Ca’ Vendramin, un museo che sfrutta un edificio di archeologia industriale, il più grande complesso idrovoro ristrutturato. Fu questo grande complesso alla fine dell’800 a rendere abitabili e coltivabili enormi estensioni di terreno, che fino a quel momento erano improduttivi.
I resti di vecchie fornaci poi, lungo il corso del Po, testimoniano quale risorsa rappresentava il fiume con i suoi sedimenti alluvionali nel fornire la materia prima per la costruzione di mattoni e tegole. Non a caso nel 1500 il ramo principale si chiamava Po delle Fornaci Dal punto di vista naturalistico, invece, tra i mille itinerari possibili, a piedi, in barca, in macchina, oppure, perché no, a cavallo, forse l’itinerario più spettacolare è quello che segue, dopo Ca’ Vendramin, il ramo del Po di Maistra, un tempo ramo principale del Po. Ai primi del ‘700, infatti, questo tratto del fiume era larghissimo e i suoi argini distavano l’uno dall’altro quasi un chilometro.
Oggi invece il Po di Maistra é largo poco più della dimensione di due motonavi. In compenso una porzione dell’antico alveo si è coperto nei secoli di una vegetazione lussureggiante di grande suggestione e di grande interesse scientifico. Qui il panorama è davvero incredibile e si può scoprire facilmente dal bordo della motonave che percorre il fiume sino alla foce.
Bellissimo, se si è fortunati, il momento del tramonto che colora di rosso fuoco terre ed acque, mentre si levano in volo le avocette, le alzavole, gli aironi cenerini, i cormorani o le beccacce di mare che si nutrono di molluschi. Arrivati alla foce del fiume, percorrendo l’argine a mare che costeggia le valli da pesca, una passeggiata sulla spiaggia di Boccasette permette di capire il lento processo evolutivo di formazione del Delta ancora in attività, che ha creato spiagge e terreni cento anni fa ancora inesistenti. Ma è anche vero che acqua e terra in lotta fra loro portano a situazioni contrarie: ne sono testimonianza antichi magazzini per l’essiccazione del riso che un tempo erano aziende agricole in terraferma e ora sono fantasmi diroccati che emergono dalle acque.
Il fenomeno responsabile di questo effetto è stata la ricerca del metano, che negli anni ‘60 produsse un forte abbassamento del suolo.
Il cosiddetto “estremo Delta” si trova a Pila, vicino al faro omonimo, tra sconfinati canneti che sono la punta più avanzata di questo territorio unico. Dovunque si percepisce uno scontro/incontro tra terra, fiume e mare, in cui le forze modellatrici delle correnti fluviali, delle correnti marine e dei venti in perenne conflitto danno origine a tortuose lingue di terra e fitti canneti che forse, in una successiva mareggiata, saranno modificati con un nuovo contorno. Un paesaggio incerto e indefinito che la moderna cartografia deve continuamente ridisegnare. Lungo l’argine del Po di Venezia, si ammirano le numerose golene con i loro vasti pioppeti, mentre la Via della Bonifica fa scoprire il lento processo evolutivo del Delta attraverso case rurali, piccole chiesette dedicate a questa vita faticosa o gli impianti di archeologia industriale collegati alla bonifica di tutto il territorio, vecchie idrovore, pozzi cisterna pensili per la raccolta dell’acqua.
L’itinerario nel Delta del Po tra terre e acque si snoda anche sul traballante ponte di barche di Santa Giulia che porta all’isola della Donzella (forse riferita all’affascinante figlia di un nobile locale) e da qui alla famosa Sacca degli Scardovari, un enorme specchio d’acqua protetto, di grande interesse economico per i pescatori locali, che vi praticano uno degli allevamenti di mitili più importanti a livello nazionale: l’”oro” del Delta. Contrapposta all’acqua, una vasta campagna, che si scopre percorrendo alcuni argini più elevati, consigliabili per le escursioni in macchina, offre enormi spazi coltivati disegnati dalle rigide geometrie dei canali di irrigazione.
Polesine: un marchio unificante
Un marchio che sia di tutti e per tutti, capace di esprimere quanto di nuovo e di antico fa del territorio della Provincia di Rovigo un territorio davvero unico. Un marchio che non sia solo turistico ma che divenga, nelle sue diverse applicazioni, simbolo dell’eccellenza, anzi delle diverse eccellenze, di questa terra. Il nome-marchio, Polesine, ha perso storiche connotazioni negative, diventando anzi simbolo di un territorio che ha saputo fare anche della memoria di momenti tragici il propellente per un futuro, diverso e per molti versi originale all’interno dello stesso Veneto. Nella scritta Polesine la O di Po appare come il sole rotante di un rosso infuocato, sopra due linee che simbolicamente rappresentano i due fiumi che attraversano questo incredibile territorio.
Informazioni utili
Informazioni:
www.parcodeltapo.org
Per organizzare gli itinerari sul Delta www.deltapocard.it. Per le escursioni in barca tel 0426380314 www.marinocacciatori.it
Per dormire Best Western Hotel Cristallo a Rovigo, tel. 042530701 cristallo.ro@bestwestern.it.
Per mangiare il Ristorante Aurora a Ca’ Dolfin, vicino a Porto Tolle, è perfetto per assaporare i sapori del Delta legati per lo più
alla pesca di fiume, alla polenta e al riso, tel. 0426 384021 – 0426 384240
Aree di sosta:
Holiday park Spiaggia e Mare, Via dei Mille 62, 44029 Porto Garibaldi FE
Parco del Delta del Po – Italy – Tel +39 0533/32.74.31 E-mail info@campingspiaggiamare.it
Società Gestione Campeggi Marina di Ravenna, Tel: +39 0544 531 084 info@gestionecampeggi.it