PREMESSA. 1.Queste pagine sono state redatte da 2 diversi partecipanti al viaggio quindi due differenti modi di scrivere e di vedere le cose però un solo filo conduttore: descrivere il viaggio!
2.Nell’aprile del 1980 la mia azienda mi incaricò di preparare l’avvio e la consegna al committente di un grosso impianto zootecnico in completamento a Setif nel nord-est dell’Algeria. Questo fu per me causa di grande apprensione vuoi per l’importanza dell’impegno vuoi perché era la prima volta che andavo in un paese africano.
L’esperienza fu esaltante sia per l’aspetto professionale sia per il piacere di vivere in un paese paesaggisticamente e culturalmente estremamente diverso dall’Italia.
I cantieri poi si susseguirono e così pure i miei viaggi ottenendo stima da parte del committente (ministero dell’agricoltura) e fiducia dalla mia azienda con il risultato di trovarmi residente in Algeria per ben 7 anni abbondanti.
Verso la fine degli anni 80 cominciarono i primi disordini, attentati, posti di blocco, scorte e decisi così di rientrare definitivamente ed abbandonare questo meraviglioso paese che considero tutt’ora la mia 2° patria.
Naturalmente la voglia di ritornarci è sempre stata fortissima ma altrettanto lo erano i timori dati dalla situazione locale ancora poco serena seppur costantemente migliorata.
Già all’inizio dello scorso anno ho avuto da amici residenti e da ex colleghi (ora sono in pensione) l’assicurazione che i tempi erano ormai maturi e sicuri per un ritorno in Algeria e così ho iniziato a solleticare i consueti compagni di viaggio al riguardo di questa possibilità.
Naturalmente c’è stata subito curiosità e rispondenza e così mi sono messo all’opera per stilare un itinerario di massima da sottoporre ai possibili compagni di viaggio.
OBIETTIVI del VIAGGIO
Premetto che gran parte della popolazione algerina abita in quella relativamente piccola striscia di verde che corre parallela alla costa per una profondità di 2/300 km.
In questa regione ci sono moltissime ed interessanti città, siti storici, curiosità naturali e molto altro. La presenza romana poi, ha lasciato grandiose testimonianze quali l’elegantissima Djemila, la signorile Tipaza e l’avamposto militare di Timgad.
Purtroppo e per motivi di sicurezza questi luoghi non sono facilmente visitabili tagliando così una gran fetta della bellezza di questo immenso paese.
Durante questo mio lungo periodo africano ho approfittato al massimo per conoscere questo paese e devo dire che, sia per obblighi professionali che per mia attitudine personale, è stata notevole.
Tuttavia ed essendo l’Algeria un paese vastissimo (quasi 5 volte l’estensione dell’Italia) sono riuscito a conoscerne solamente la regione più a nord, praticamente la fascia mediterranea fino alle porte del grande sud.
A parte qualche veloce puntata in aereo non ho mai percorso le grandi direttrici che portano ai confini sud del paese e mi è sempre rimasta questa enorme curiosità. D’altra parte in quegli anni i grandi raid sahariani erano veramente tali ed estremamente avventurosi e rasentavano il leggendario pur con qualche esito pesantemente negativo.
Ora le cose sono decisamente cambiate, le scoperte di giacimenti di petrolio e gas hanno portato strade, villaggi, campi ma anche stravolto quelle poche oasi presenti.
A me però erano rimaste nel cuore due oasi: Tamanrasset e Djanet.
Tamanrasset, base di incontro e di partenza per le traversate sahariane e verso l’Africa sub sahariana, il leggendario Aserkrem, l’eremo di padre Foucould e molto altro.
Djanet, la francese Fort Gardel, piccola perla trascurata dalle grandi masse dei turisti e dai viaggiatori sahariani ma luogo di partenza per il Tassili n’Hadjier vastissimo altopiano ricchissimo di pitture rupestri e patrimonio dell’umanità decretato dall’Unesco e poi una vastissima area desertica pure considerato parco nazionale e ai confini con Libia e Niger
La mia scelta è stata per Djanet perché non ha subito la modernizzazione di Tamanrasset ed è rimasta quella di tantissimi anni addietro, poi la grande attrattiva del n’Ajjer e del Tassili.
Il programma originale prevedeva l’arrivo con il camper a Djanet, 4 giorni di trekking nel n’Adjier con bagaglio pesante trasportato da asini e 4 giorni di escursione in 4×4 nel Tadrart.
Purtroppo e non tanto lontani dalla partenza ci sono state alcune defezioni e diversi amici non hanno condiviso lo stimolo dato dal trekking per la sua indubbia fatica fisica oltre ad alcuni dubbi sulle notti da passare in tenda nel deserto abbandonando la comodità dei nostri camper.
Questa situazione ha messo in dubbio la stessa realizzazione del viaggio ma con, l’innesto di interesse da parte di altri equipaggi esterni al gruppo e la conferma di alcuni consueti amici si è deciso di continuare nella preparazione eliminando però il trekking e recuperando i relativi giorni con la visita di interessanti città pur consci di allungare e non poco il kilometraggio.
Riassumendo:
1° obiettivo – arrivo in camper a Djanet ed escursione e visita in 4×4 del Tadrart e delle sue opere rupestri
2° obiettivo – visita delle città di Djanet, Ghardaia e Timimoun
SCOPO di QUESTA DESCRIZIONE e RACCONTO di VIAGGIO
– Fornire informazioni e sensazioni utili ad altri equipaggi per far conoscere i particolari che solitamente le guide turistiche non riportano. Le stesse nozioni che io stesso avrei voluto sapere prima di partire
– Conservare nel tempo, per me stesso e per i compagni di viaggio, il ricordo di questa entusiasmante esperienza
PREPARAZIONE e PROGRAMMAZIONE del VIAGGIO
Nel lontano 1980 appena preso possesso del mio ufficio ad Algeri ho trovato una carta geografica, la mitica Michelin 684 e l’ho sempre tenuta con me ed ancora è nella mia libreria. Ben poco è cambiato da allora ed è tutt’ora valida quindi, questa è stata una delle maggiori fonti di informazioni.
Ho poi attinto notizie da:
– Qualche diario di viaggio, non solo di camperisti
– Qualche sito algerino con ricerche mirate sulle località
– Guide turistica Lonely Planet
– Carte geografiche: Michelin e Freytag
Una grande incognita di questo viaggio è stato il tratto di strada che va da Illizi a Djanet e ritorno. Per avere informazioni ho consultato siti internet di viaggiatori in fuoristrada ed altri spesso ricevendo informazioni scoraggianti
– sahara.it
– youtube
– Google Earth
Ho tentato in tutti i modi di stilare un itinerario che prevedesse un anello al fine di non ripassare sullo stesso tracciato ma non è stato possibile, si va a Djanet e basta a meno di non avere un 4×4 e noi non l’avevamo!!
I tempi sono stati presi con un certo margine di errore. Il nostro itinerario verso Djanet è percorso perlopiù da fuoristradisti e motociclisti che dalla frontiera algerina a Djanet impiegano 3 gg. per andare e 3 per ritornare.
Noi ne abbiamo considerati 4+4 ed è stata una corretta previsione.
Qualora avessimo incontrato gravi problemi di avvicinamento a Djanet la nostra escursione nel Tassili sarebbe iniziata con i 4×4 già ad Illizi e sacrificata (con grande dolore) la visita di Timimoun e della sua Sebka.
AGENZIA LOCALE OBBLIGATORIA
Dato l’obbligo imposto dalle autorità algerine di avere un invito da un’agenzia locate certificata e una giuda locale ho cercato informazioni su chi poteva darci questi servizi con la maggiore sicurezza possibile oltre ad un servizio dignitoso.
Inoltre ero ben cosciente che il 99% dei viaggiatori in Algeria erano fuori stradisti e quindi interessati più alla sabbia che ad altro mentre le nostre esigenze erano orientate verso la conoscenza di cultura, storia, paesaggio ed anche deserto. Ci serviva quindi un’agenzia che capisse le esigenze di viaggiatori in camper, con esigenze particolari e poco attinenti ai loro consueti standard.
Sempre attraverso i consigli avuti dall’ottimo sito sahara.it sono stato indirizzato all’agenzia www.saharamonamour.it dove con il titolare Fabrizio ho tessuto un’infinità di corrispondenza mail e telefonica al fine di chiarire tutti gli aspetti del possibile viaggio oltre che ai prezzi dei servizi richiesti.
Altra fonte di dubbi è stata l’organizzazione dell’escursione nel Tadrart dove avevamo bisogno di vitto essendo senza mezzi propri di trasporto.
Devo dire che l’agenzia di Fabrizio oltre ad avermi dato assistenza chiara e precisa sin dal primo approccio si è dimostrata impeccabile in tutti i suoi servizi ed anche al di sopra delle nostre aspettative.
Fabrizio inoltre, ci ha messo a disposizione due guide, Moulay vera volpe del deserto che viaggiava con una vecchia ma efficiente e potente Toyota con la costante di una grossa fascina di legna sulla bagagliera e che serviva per cucinare e riscaldarsi alla sera. Moulay poco incline ai nastri d’asfalto ed ai controlli della polizia ma si esaltava dove non c’erano vincoli di strade e spazi ristretti.
Majid ex autista di pullman di linea e quindi grande conoscitore di strade e città nonché maneggione su meccanica di mezzi pesanti. Madijd grande amante del tè e non perdeva occasione di prepararlo sul fuoco mettendoci sopra una vecchia e consunta teira, guai al solo pensare di lavargliela!!! Per Majid d’evessere stata la prima esperienza di deserto poiché alle varie bellezze della natura si esaltava come un bambino forse anche più di noi!!! Scattava una quantità impressionante di foto ed aveva sempre le batterie scariche da farci ricaricare!
Ambedue religiosi e molto osservanti, pregavano spesso pur sempre senza crearci intralci alla marcia e tollerando sempre i nostri peccati di…gola!!
Le guide messe a disposizione si sono quindi dimostrate molto valide e preparate in tutti gli aspetti nonché pazienti e tolleranti pur essendo noi dei viaggiatori inconsueti per le loro abitudini. Questi ci hanno sempre aiutati ed assecondati e la sintonia ed il rispetto è stata notevole e tale da venire da noi ancora ricordata molto positivamente e con un certo trasporto.
DOCUMENTI e NORMATIVE
L’Algeria non è un paese dove ci si possa andare liberamente ma è richiesto il visto ottenibile solamente dopo l’invito di un’agenzia locale, l’approvazione da parte delle autorità dell’itinerario, essere accompagnati da frontiera a frontiera da una guida locale.
Riassumendo servono:
– Passaporto con almeno 6 mesi di validità e senza ingressi in Israele.
– 2 foto tessera
– Contratto di copertura assicurativa sanitaria per il periodo di permanenza
– Lettera di invito da agenzia locale
– Modulo ac-51 debitamente compilato (italiano/arabo e scaricabile dal sito) in doppia copia
– Certificato di residenza
– Giustificativo di capacità di pagamento tale da coprire le spese di permanenza in Algeria (busta paga, dichiarazione del datore di lavoro o dalla banca, 730 ecc.)
– Biglietto aereo o marittimo di andata e ritorno.
Il tutto si porta al consolato generale di Milano www.consulatgeneralalgeriemilan.it oppure a Roma a seconda del luogo di residenza, assieme ad 85€ a visto.
A noi i passaporti con i visti sono stati rilasciati il giorno successivo alla consegna dei documenti.
Per il camper bisogna stipulare un’assicurazione obbligatoria RC auto alla frontiera di ingresso.
GPS, MAPPE, GOOGLE EARTH
Per l’Algeria non ci sono cartografie GPS. Ho trovato però ed acquistato (a buon mercato) una mappa www.iviaggiditaddyegloria.it solamente cartografica ma abbastanza utile. In fase di preparazione, ho tratto un utile aiuto da Google Heart con cui ho verificato l’intero itinerario. Particolare attenzione è stata dedicata ai centri urbani. La conformazione della città e l’eventuale periferia non risultante sulle mappe cartacee, diventa in questo modo ben chiara. Si acquisisce così, una miglior percezione dell’orientamento una volta sul posto. Sempre grazie a Google Earth ho ricavato le coordinate dei punti critici dell’itinerario come: posizione dei campeggi, bivi, svolte ecc. Le medesime registrate sul navigatore mi hanno dato un valido ausilio durante lo svolgimento del viaggio.
PREPARAZIONE del MEZZO e PRECAUZIONI
Come al solito quando affrontiamo viaggi impegnativi, specialmente in Africa, siamo abituati ad avere:
– Il mezzo in perfetta efficienza con un tagliando generale prima della partenza.
– Usuali ricambi di scorta: filtri, cinghie, pastiglie freni, camera d’aria, lampadine ecc.
– Ferramenta e attrezzi vari per piccole riparazioni e imprevisti
– Tanica di carburante di scorta.
– Pala da sabbia
– Amuchina per il carico dell’acqua
– Pompa dell’acqua dei serbati cellula di scorta
– Navigatore satellitare e C.B.
– Assicurazione Mondial Assistance sul mezzo e le persone
MATERIALI PER L’ESCURSIONE CON 4X4
Come detto il nostro viaggio prevede un’escursione di 4 giorni e 3 notti nel deserto con fuoristrada, guide, autisti e cuochi fornite dall’agenzia.
Questa è in grado di fornire tutto il materiale occorrente ad eccezione dei sacchi letto perché molto personali. Noi abbiamo preferito portarci anche le tende.
Oltre a questo c’è da dire che nel deserto le temperature hanno un’escursione decisamente notevole e quindi l’attrezzatura per la notte dev’essere di qualità. Da considerare che, nel nostro caso si andava da + 35°C allo 0 notturno e si dice che siamo stati fortunati.
Abbiamo previsto di portare con noi e quindi caricato nei fuoristrada:
– Tenda ad igloo, ma può essere una tenda qualunque purchè robusta e magari con falda abbondante e tale da poter essere ricoperta dalla sabbia.
– Picchetti da sabbia e cordini in buona quantità.
– Materassini gonfiabili per meglio essere isolati dal terreno.
– Sacchi letto di ottima qualità con limite confort di qualche °C sotto lo 0.
– Lampade frontali.
– Torcia elettrica
– Lampade a gas per illuminazione serale durante la cena.
– Fornellino a gas con Moka per il ‘nostro’ caffè.
Naturalmente pile e cartucce di ricambio, vestiario pesante, cappello e occhiali da sole, medicine varie e personali e quanto serve per una tradizionale escursione.
Suggerisco di portare degli sgabellini pieghevoli in quanto è per noi europei una tortura mangiare accovacciati a terra.
Zaini e bagagli dovranno essere protetti da sacchi di nylon come quelli della spazzatura per evitare l’invasione della sabbia.
Visto che il periodo dell’escursione è stato in periodo natalizio abbiamo portato diversi panettoni e bottiglie di vino per festeggiare dopo cena, volevamo portare anche altri alimenti tipicamente nostrani ma visto quanto hanno preparato e caricato i nostri cuochi ci hanno fatto desistere e non l’abbiamo rimpianto.
COME ARRIVARE IN ALGERIA
Purtroppo non ci sono molte alternative! O meglio per noi italiani si parte da Genova, Civitavecchia, Palermo per Tunisi. Altre compagnie partono dalla Francia per i porti algerini ma, sempre per motivi di successivo attraversamento di zone insicure conviene sempre attraversare la Tunisia ed entrare dalla frontiera di Taleb Larbie. Come negli anni precedenti abbiamo viaggiato con “Grandi Navi Veloci” prenotando con largo anticipo per avere prezzi più favorevoli.
PERIODO e CLIMA
Il nostro viaggio si è svolto dal 16 dicembre 2010 al 10 gennaio 2011. Periodo per noi obbligato visto le notevoli temperature estive. Le giornate sempre soleggiate ci hanno permesso di svolgere comodamente l’intero tour. Di giorno la buona temperatura ci ha consentito un abbigliamento estivo, mentre di sera il clima era decisamente più fresco. Qualche volta è stata accesa anche la stufa del camper ma senza una reale necessità.
STRADE, TRAFFICO e la POLIZIA
Le strade dell’Algeria sono buone, di buona larghezza e bene asfaltate. Tuttavia sono da segnalare alcuni tratti decisamente rovinati a causa del notevole transito trasporto pesante e alla poca manutenzione. Quindi importante non farsi prendere la mano e vigilare sempre sullo stato dell’asfalto pena cadere in piena velocità in tratti decisamente degradati.
Le strade poi hanno delle corsie laterali di sicurezza che, sebbene non asfaltate, permettono fughe o soste di emergenza facendo però moltissima attenzione al gradino di dislivello spesso decisamente ‘abbondante’.
Verso sud il traffico è decisamente scarso se non addirittura assente, ogni tanto qualche grosso autocarro ma comunque molto corretto.
In prossimità dei centri abitati ci sono moltissimi dossi rallentatori spesso molto alti e tali da dover essere affrontati molto dolcemente.
Moltissimi i posti di blocco con uomini armati, garrite e bande chiodate, assolutamente indispensabile fermarsi e seguire le loro indicazioni. Le nostre guide avevano una quantità industriale di ‘fiches’ e contenenti tutti i nostri dati da consegnare ai vari blocchi, campeggi ed uffici. Nei cambi di provincia il nostro passaggio veniva anche registrato ed in un’occasione siamo stati anche scortati.
In questi posti e verso sera ci veniva impedito di proseguire e ci facevano sostare nelle vicinanze
ALGERIA & CAMPER
Questo non è certamente un paese favorevole ai camper. In genere poi il turismo in Algeria non è molto sviluppato pur essendo un paese decisamente interessante. Sin dalla sua indipendenza il paese è rimasto chiuso al turismo ed i soli che ci venivano lo facevano per scendere direttamente e velocemente nel grande sud.
Solo nelle grandi città della costa si può trovare qualche hotel appena decente ma destinato perlopiù ad uomini d’affari, politici o militari. Lungo le grandi vie di comunicazione si può trovare qualche struttura ricettiva ma tutte di pessimo livello.
Pochissimi i campeggi sia a nord che a sud, poi le recenti vicissitudini hanno dato il colpo di grazia a quel poco che era stato costruito e questo poco è stato poi anche abbandonato.
Nel nostro caso possiamo dire che non abbiamo mai faticato a trovare da sostare anzi, l’ultimo posto di blocco prima dell’imbrunire ci sequestrava i passaporti e ci trovava il luogo per la sosta. Da una parte questo ci faceva sentire più tranquilli ma anche ci impediva di vivere meglio il nostro viaggio oltre che farci perdere tempo prezioso per soste anticipate.
Inoltre le agenzie autorizzate ad accompagnare i turisti non sono pronte per accogliere dei viaggiatori in camper e pertanto non conoscono una rete di soste ottimali per questo genere di utilizzatori.
Spero che, qualora si sviluppi questo genere di turismo, le diverse agenzie sappiano trovare luoghi più accoglienti magari servendosi dei parcheggi degli hotel e che ci sia un migliore coordinamento con le forze di polizia al fine di ottimizzare i tempi burocratici di trascrizioni dei permessi di circolazione.
MONETA, CAMBIO, COSTI e ACQUISTI
La moneta dell’Algeria è il Dinaro Algerino – DZD
Il cambio è circa 101,709 Dinari x 1 Euro.
Prelevare contante o cambiare valuta in Algeria non è molto facile se non quasi impossibile e lo si può fare solamente nelle banche oppure nei principali hotel. Il costo della vita è comunque decisamente basso e ci si può rifornire di tutto nei mercati locali oppure nei frequenti negozi.
Non è molto usata la tradizione del mercanteggiare sul prezzo, spesso i prezzi sono imposti ed a nulla valgono eventuali trattative.
RIFORNIMENTI
Nessun problema per i rifornimenti in genere.
Praticamente in ogni paese ci sono distributori di carburante e molti i negozietti dove approvvigionarsi di generi alimentari e frutta e verdura.
Facile anche reperire acqua in bottiglia sia liscia che frizzante.
LINGUA
La lingua ufficiale è l’arabo però è molto diffuso il francese. Da considerare che i francesi hanno lasciato definitivamente l’Algeria solo nel 1964, quindi non molto tempo fa e che molti francesi hanno continuato ad insegnare nelle loro scuole. Il francese poi e fino a pochi anni fa era insegnato come prima materia anche nelle scuole primarie, va da se che questa lingua sia ben diffusa in tutto il territorio. Tuttavia ultimamente l’insegnamento del francese non è poi così ‘desiderato’ e, specialmente nei giovani, è quasi sconosciuto. Tuttavia negli ambienti pubblici il francese e correttamente usato. Nel paese inoltre c’è un’ottima scolarizzazione e si trova un po’ di analfabetismo solamente nelle popolazioni più anziane e nel villaggi più sperduti.
COMUNICAZIONI
in questo paese le comunicazioni telefoniche non sono molto sviluppate però in ogni paese ci sono gli uffici postali dove ci si può recare per richiedere qualsiasi linea telefonica. Ci sono cabine telefoniche funzionanti a scheda. Ben sviluppate le connessioni per i cellulari che trovano collegamento quasi ovunque ad eccezione delle zone desertiche o disabitate in cui potrebbe mancare la copertura.
AMBIENTE e PAESAGGIO
L’Algeria è un paese immenso, grande più di 5 volte l’Italia e secondo paese per vastità del continente africano. Tuttavia gran parte della popolazione risieda al nord in una fascia profonda 2/300 km che va dal mare alle propaggini dell’immenso territorio desertico. Potremo trovare quindi grossi agglomerati urbani, in grande e veloce espansione mentre più a sud gli antichi insediamenti vanno via via spopolandosi nonostante gli sforzi governativi nell’implementare in questi luoghi strutture economiche e pubbliche. Paesaggisticamente avremo quindi un nord una fascia costiera di tipo mediterraneo ed anche paesaggi tipicamente alpini che dividono queste regioni dal grande zona desertica fatta da monti, oued e grandi zone sabbiose. In questo territorio poche oasi seppur con palmeti molto vaste. Le distanze tra oasi ed oasi sono molto importanti.
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RACCONTO di VIAGGIO
PREMESSA 3
Questo gruppo è composto da 6 equipaggi però e per diversi motivi non tutti si sono imbarcati nello stesso porto. Pur viaggiando con la stessa compagnia marittima questa offre diversi linee di navigazione e porti di imbarco, conseguentemente e secondo le regioni di residenza si sono fatte scelte diverse mantenendo uguale il solo porto di arrivo: Tunisi.
Viene quindi tralasciato quanto vissuto nel viaggio di avvicinamento ai porti di imbarco e da questi alla proprie abitazioni. Purtroppo e questo dovuto alla stagione, la partenza da casa è stata per tutti decisamente traumatica, le previsioni meteo prevedevano infatti neve e freddo e così è stato. I più lontani hanno anticipato la partenza e qualcuno ha fatto il viaggio sotto una tormenta di neve, qualcuno l’ha invece ritardata trovando così i camper coperti da neve e conseguente difficoltà anche ad aprire le porte del mezzo irrimediabilmente ghiacciate!!
La navigazione poi è stata tranquilla anche se non per tutti. Il gruppo si è poi ritrovato al porto la Goulette di Tunisi dove i primi arrivati avevano già effettuato un cambio ‘comunitario’ che ci ha permesso di effettuare e pagare in valuta locale gasolio ed autostrada.
Dal porto di Tunisi in poi il viaggio diventa comune.
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1° giorno = Domenica 19.12.2010
Tunisi – Kairouan: Km.170 tot. 438
Sosta nel park dell’Hotel Continental: 35.68561 10.097305
– Nel tardo pomeriggio con il resto del gruppo proveniente da Genova partiamo per Kairouan che raggiungiamo in serata. Pernottiamo presso il park dell’Hotel Continental al costo di 20 TND (Dinaro Tunisino).
– La nave arriva puntuale alle 15:00, dopo poco tutti e cinque gli equipaggi escono dalla dogana e sono al punto di ritrovo stabilito. Distribuiamo a ciascuno i Dinari cambiati in mattinata al fine di risparmiare tempo e riempiamo i serbatoi di gasolio al prezzo tunisino; finalmente l’avventura di questo viaggio può iniziare. Utilizzando per 100 Km l’autostrada A1 e la nazionale P2 per i restanti 50 Km arriviamo a Kairouan poco prima delle 20:00. Sostiamo per il pernotto nel parcheggio dell’hotel Continental veramente comodo e facilmente raggiungibile con possibilità di allaccio elettrico, carico e scarico. Dopo cena, per la prima volta, il gruppo al completo si ritrova a far quattro chiacchiere e concordare gli ultimi dettagli del programma di viaggio. Il tavolo straripante di dolci e panettoni bagnati da vini e liquorini d’ogni sorta sarà la costante di tutte le serate.
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2° giorno = Lunedì 20.12.2010
Kairouan – Taleb-Larbi: Km.370____tot.808
Sosta nell’ostello della gioventù di Taleb Larbi: 33.728595° 7.513431°
– Ore 7 si parte con l’intento di arrivare prima possibile alla frontiera Algerina. Le operazioni di dogana ci impegnano per 4 ore dalle 13:00 alle 17:00. In dogana si procede anche al cambio in Dinari algerini ed alla stipula della polizza assicurativa R.C. per il camper al costo di 2.800 DZD. Pernottiamo presso l’ostello della gioventù di Taleb Larbi al costo di 300 DZD (Dinaro Algerino).
– Obbiettivo del giorno è il superamento prima di sera della frontiera algerina. Partiamo alle 7:00 perché ci aspettano 350 Km di trasferimento. Ci è stato consigliato di arrivare al confine non più tardi delle 14:00 onde evitare il rischio di essere rimandati al giorno successivo per le operazioni di dogana che, notoriamente, sono piuttosto lunghe. Il traffico è minimo, la strada priva d’ogni attrattiva scorre veloce.
L’attraversamento delle poche città risulta praticamente impercettibile ad esclusione di Gafsa che, non avendo una circonvallazione, costringe ad breve tratto di immersione nel caotico ed affollato centro urbano. La frontiera tunisina di Hazoua è veloce e sommaria. Dopo 4 Km quella algerina di Taleb Larbi ci appare invece, affollata di fuoristrada e camper che attendono già da molte ore.
Le nostre guide, Moulay e Madjid assieme al titolare dell’agenzia sono già presenti e ci assistono nella compilazione dei moduli di polizia, dogana, assicurazione e cambio. Passiamo il pomeriggio pranzando e facendo confidenza con i nostri accompagnatori che con il loro fuoristrada ci faranno compagnia per tutto il viaggio. Ci spiegano che, per velocizzare e facilitare il passaggio di frontiera, dovremo far trovare appoggiata sul tavolo del primo camper ispezionato una bottiglia di vino ben celata in un sacchetto.
Seguiamo il consiglio, la bottiglia cambia padrone e finalmente alle 17:00 entriamo in Algeria. Dopo pochi metri approfittiamo del distributore per riempire serbatoi e taniche a prezzo da sogno. Tutto sommato, per varcare il confine, abbiamo impiegato quanto previsto; scalpita in noi la voglia di arrivare a pernottare presso l’ostello di El Oued. Il sole sta già tramontando, la gendarmeria ci costringe invece a passare la notte nel piazzale interno del locale ostello della gioventù con possibilità di carico e scarico ma senza allaccio elettrico.
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3° giorno = Martedì 21.12.2010
Taleb Larbi – Hassi Messaoud Km:331____tot.1139
Sosta presso il posto di blocco di Hassi Messaoud 31.624930° 6.164166°
– Ore 8 partiamo. Alle 9:30 siamo già in visita al mercato di El-Oued. Alle 11:00 Riprendiamo la strada in direzione Touggourt dove sostiamo per il pranzo. Nel pomeriggio proseguiamo verso sud sulla N3. Pernottiamo liberamente presso il posto di blocco della polizia alla fine dell’abitato di Hassi Messaoud.
– Obbiettivo dei prossimi quattro giorni è il raggiungimento della città di Djanet distante 1.900 Km. La strada sappiamo essere in mediocri condizioni ad esclusione dei 400 Km finali; da Illizi verso sud. In fase di preparazione del viaggio questo ultimo tratto ci ha fatto riflettere, pensare e ripensare se fosse o meno possibile percorrerlo con i nostri camper.
Spasmodica è stata la ricerca di notizie sulle condizioni attuali e le informazioni che siamo riusciti a reperire non sono per nulla incoraggianti. Di certo sappiamo che, per questo, ci vorrà un giorno intero perché il poco asfalto attorno alle buche ci costringerà ad un’andatura moderata. Anche se il nostro intento sarebbe quello di partire presto è necessario aspettare che la gendarmeria ci restituisca i passaporti. Non è facile ne immediato abituarsi alle limitazioni che la polizia impone ma sappiamo che l’Algeria non è un paese qualsiasi, conosciamo le regole e siamo preparati ai contrattempi che questo comporta.
Finalmente alle 8:00 si parte e dopo 90 Km di N16 siamo parcheggiati di fronte alla porta del mercato di El Oued accanto al presidio della polizia. Questa si adopera per facilitarci la sosta concedendoci parte dello spazio ad essa riservato. Tutti in gruppo c’infiliamo nella folla seguiti e sorvegliati da alcuni poliziotti in borghese che tentano di rendere la loro presenza poco evidente ed invasiva. Bancarelle e piccole botteghe vendono di tutto e di più, le strade sono gremite di gente normale e cordiale. Pur usando le normali cautele del caso non ravvediamo pericoli di sorta e stentiamo a comprendere lo scrupolo della scorta a cui siamo stati affidati. Le “mille cupole” che danno il soprannome a questa città dovrebbero essere meglio visibili dal minareto della moschea di Sidi Salem. Saliti fino in cima il panorama si estende non più di tanto sul mercato sottostante e sui tetti vicini perché comunque l’altezza non è granché.
Riprendiamo la N16 facilitati da un’auto della polizia che ci fa strada per i viali del centro fino all’immediata periferia. Dopo 100 Km giungiamo a Touggourt che potremmo bypassare con la grande tangenziale dell’aeroporto ma visto che sono le 12:30 ci posizioniamo in sosta pranzo in un parcheggio del centro. Questa città per cui non avevamo alcuna considerazione è, con le dovute proporzioni, particolarmente curata nell’arredo urbano specialmente lungo i viali del centro che percorriamo per immetterci sulla N3.
Nei 190 Km di questa mattina, la strada ha attraversato numerosi ed animati piccoli villaggi alternati da vaste aree dunose deturpate da una fitta selva di tralicci elettrici. Costante, in ogni centro, i temibili dossi rallentatori e i frequenti posti di blocco della polizia sempre risolti velocemente con la fiches rilasciate dalle nostre guide. La N3 che stiamo percorrendo, invece, è per 170 Km una striscia d’asfalto in mezzo ad un deserto piatto, talvolta fortemente dissestata e sconnessa.
Il traffico, per la maggioranza trasporto pesante, è costituito da TIR che trasportano tubi e ingombranti macchinari legati all’attività estrattiva ovunque molto evidente. L’arrivo ad Hassi Messaoud è preannunciato dalle ciminiere fiammeggianti dei pozzi petroliferi che rilasciano in cielo un’impressionante coltre nera oscurando il sole già basso sull’orizzonte. La sosta rifornimento e i vari posti di blocco della città ci impegnano fino alle 17:30.
Secondo i militari è già sufficientemente tardi per non lasciarci proseguire fino a Gassi Touil come era nei nostri pensieri. Ritirati i passaporti c’invitano a sostare per la notte vicino alla loro casermetta, nei pressi di vecchi capannoni in disuso all’estremità sud della città. Il clima è mite e la serata invita a cenare in esterno tutti insieme attorno ad una pantagruelica tavola imbandita.
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4° giorno, Mercoledì 22.12.2010
Hassi-Messaoud – In-Amenas : Km. 603_____tot. 1742
Sosta presso il posto di blocco al Bivio In-Amenas/Ghadames 28.6025833 9.375555
– Alle 7:30 si parte sulla N3 per una lunga tappa di trasferimento verso sud. Nei 670 Km di percorso, unica sosta per il pranzo in mezzo al nulla e due rifornimenti a Bel Guebbour e ad Ohanet. Pernottiamo presso il posto di blocco della polizia al bivio Ghadames/In Amenas.
– I militari, ieri sera, hanno avuto ragione a trattenerci perché i 140 Km che servono per arrivare a Gassi Touil sono in parte una pista disastrata che corre al fianco della strada in rifacimento. Poi l’asfalto migliora e si può procedere con maggior velocità attraversando mutevoli paesaggi.
Alte dune, altopiani, coni montuosi e deserto piatto si alternano continuamente. La temperatura a metà giornata, sfiorando i 40 gradi, provoca all’orizzonte miraggi in cui le montagne di sabbia sembrano levitare dal suolo. Il panorami non sono più disturbati dalla presenza dei tralicci elettrici ed anche i colori sono maggiormente gratificanti. La strada, ora meno trafficata, continua ad essere una fascia nera che taglia in due il deserto. Solamente le radio CB ci tengono compagnia e ci aiutano a macinare i chilometri.
Alle 13:00 dopo aver percorso 360 Km da Hassi Messaoud facciamo rifornimento a Bel Guebbour in prossimità del bivio per Bordj Omar Driss. Riprendiamo la strada ancora desertica per 120 km fino alla zona petrolifera di TFT. Ancora nulla nei successivi 140 Km fino alla piccolo villaggio di Ohanet dove ci concediamo una pausa.
Approfittiamo anche del distributore per essere già riforniti di carburante domani mattina, visto che prevediamo di non poter far più tanta strada. Altro strappo di 50 Km ed alle 17:00 siamo al bivio Ghadames/In Amenas. Come temuto i militari del posto di blocco ci fermano frantumando il nostro intento di arrivare ad In Amenas. Ci ritirano i passaporti indicandoci uno spiazzo nei paraggi ove pernottare. Dopo poco, sempre i militari c’invitano a spostarci più vicino alla loro postazione considerando il luogo non idoneo perché troppo distante.
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5° giorno = Giovedì 23.12.2010
In-Amenas – Illizi : Km. 340____Tot 2082
Sosta presso l’ostello della gioventù di Illizi 26.513830° 8.482516°
– Partenza alle 7:30. Due ore di attesa davanti alla caserma della gendarmeria di In Amenas per la trafila burocratica dovuta al cambio di provincia (Willayà). Alle 10:30 si riparte. Sosta pranzo in mezzo al nulla e arrivo, alle 15:30, all’ostello della gioventù di Illizi, dove abbiamo previsto il pernotto. Costo della sosta: 240 DZD.
– Dopo soli 5 Km dalla partenza siamo già fermi ad ammirare uno spettacolo della natura. Una grande balconata sulla vallata sottostante e panorami a perdita d’occhio. La luce del mattino amplifica la bellezza del luogo ma le foto non renderanno giustizia di quanto si è potuto vedere con gli occhi. Alle 8:30 dopo 70 Km arriviamo ad In Amenas. La città è formata prevalentemente da grandi aree petrolifere e militari. Piuttosto che bypassare il centro con la veloce tangenziale le guide ci portano davanti alla caserma della gendarmeria. Le pratiche burocratiche dovute al cambio di provincia ci costringono ad un’attesa di due ore per la trascrizione dei documenti. La pazienza di tutti noi è messa a dura prova. Per ingannare il tempo chiacchieriamo e ripuliamo i camper dalla sabbia e dalla polvere che comincia a prendere possesso d’ogni centimetro. Finalmente un militare esce dalla caserma con i passaporti in mano. Prima di consegnarceli vuole vedere tutti i componenti del gruppo schierati in una sorta d’appello scolastico. Sono le 10:30 e possiamo riprendere la strada. Deserto, dune ancora deserto e ancora dune alte, colorate, meravigliose per 120 Km fino ad Adeb Larache. Poco prima di questa insignificante località un’altra balconata panoramica ma di minor impatto della precedente.
Dopo la sosta pranzo in mezzo al nulla altri 130 Km di N3 e saremo ad Illizi.
Inaspettatamente in questo tratto di strada il nostro camper perde potenza e a fatica riesco a tenere la velocità massima di 90 km orari. Il consumo di carburante sembra moltiplicato e la lancetta del serbatoio è già da tempo in riserva. Sono costretto a fermarmi a 20 km da Illizi per rifornirmi dalle taniche di scorta ed evitare il rischio di rimanere a secco.
Una parte del gruppo non avvedendosi del mio rallentamento ed essendo oramai fuori portata radio ha proseguito raggiungendo la città. Con noi ci sono Alessandro con Rosella e Raimondo con Luisa. Questi ultimi proseguono portando rassicuranti nostre notizie agli altri. Dopo poco ci ritroviamo al distributore all’inizio dell’abitato dove è possibile rifornirsi anche di acqua.
Alle 15:30 il gruppo entra nel cortile dell’ostello della gioventù dove passeremo la notte. Io invece, accompagnato da una macchina della polizia, mi reco all’officina del paese. Come al solito i meccanici di queste latitudini, pur lavorando in condizioni minimali hanno grande esperienza, intuito e capacità. Spiegato il problema e sentito il motore, il meccanico emette il verdetto: “debimetr, pas grave”.
Di cambiare il debimetro non se ne parla perché, sempre che il pezzo sia disponibile, il magazzino ricambi più vicino è a Ouargla; 1.000 Km da qui. La soluzione è semplice dice lui: basta disconnetterlo. Chiedo conferma telefonica al mio meccanico in Italia ed è proprio così. Il motore riprenderà parte della potenza perduta, funziona ugualmente ma c’è da aspettarsi un consumo di carburante quasi raddoppiato. Con il gasolio a 0,13 centesimi al litro non è un problema.
Il meccanico mi chiede come compenso non denaro ma Whisky e vino; capita male perché noi siamo l’unico equipaggio del gruppo totalmente astemi. Sacrifico in alternativa un panettone, un pandoro e l’unica bottiglia di spumante vagamente alcolico che mi sono portato per festeggiare il capodanno; a suo malgrado si accontenta. Ritorno all’ostello sempre accompagnato dall’auto della polizia. Il poliziotto dice che, avendo perso un sacco di tempo, si meriterebbe del vino.
La consegna però deve avvenire al solito modo: la bottiglia deve essere ben celata in un sacco per non dare nell’occhio. Anche lui con noi casca male ma qualcosa di alcolico, ora che siamo in campeggio, salta fuori comunque dalle abbondanti riserve dei nostri compagni di viaggio. Mentre ero assente, le signore del gruppo da sole avrebbero voluto fare una passeggiata in centro. Le nostre guide lo vietano fino a quando almeno un uomo non si è reso disponibile ad accompagnarle.
Siamo in Algeria da tre giorni e gli episodi di precauzione nei nostri confronti cominciano a sommarsi, ci risultano ampiamente ingiustificati e con fatica riusciamo ad accettarli serenamente. Ci facciamo tutti la stessa domanda: ma sono reali questi pericoli oppure è solo un modo per tenerci sorvegliati e controllati a vista?
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6° giorno = Venerdì 24.12.2010
Illizi – Djanet: Km. 400_____tot. 2482
Sosta presso il campeggio dell’hotel Zeriba di Djanet 24.553055 9.483527
– Ore 7:30 partenza. Alle 18:00 dopo 400 Km di buche entriamo nel campeggio di Djanet.
Le informazioni che siamo riusciti a raccogliere sul percorso che faremo oggi sono poco rassicuranti per i nostri camper. Da alcuni c’è stato vivamente sconsigliato, altri ci hanno riferito che è fattibile ma con la dovuta prudenza. Qualcuno ci ha rassicurato affermando che la strada é in fase di rifacimento e migliorata dagli scorsi anni. Sappiamo che i primi 250 Km attraversano l’altopiano di Fadnoun, facente parte del parco nazionale del Tassili N’Ajjer, mentre i successivi 150 scorrono a valle al fianco della catena montuosa omonima. Il tratto è quasi totalmente disabitato ed è per questo che non abbiamo ritenuto opportuno programmare un pernotto lungo il tragitto. Per sera dovremo, quindi, per forza essere arrivati alla nostra meta. Domani, inoltre ci aspettano a Djanet i fuoristrada che ci porteranno per 4 giorni in escursione nel deserto del Tadrart. Alle 7:30 abbiamo il via libera per la partenza; non ci resta che buttarci nell’impresa. Appena fuori di Illizi si sale sull’altopiano che si presenta come un’arida distesa di pietra nera con alcune colline e rilievi maggiori.
Dopo 100 Km oltrepassiamo il minuscolo villaggio Fadnoun che rimane in disparte e seminascosto a sinistra. Il percorso sale progressivamente, per mezzo di continue salite, fino ai 1.200 Mt slm del passo Tin Taradjeli per poi scendere a valle a Bordj El Houas. Sono già le 15:00, mancano ancora 170 Km e rischiamo di arrivare tardi. Cambia il paesaggio e le montagne che ora vediamo alla nostra sinistra ci gratificano maggiormente per i magnifici e cangianti scenari.
La sfortuna ci perseguita: nel giro di mezz’ora incriniamo il parabrezza a causa di un sasso proiettato dalle ruote di un fuoristrada e foriamo un pneumatico. In tempo da record facciamo il cambio gomma e siamo nuovamente in movimento verso sud. La luce sta calando ma già si vede in lontananza la falesia alle spalle del vallone di Djanet. Il camping Zeriba in pieno centro ci accoglie con le ultime luci del giorno alle 18:00.
A parte qualche decina di chilometri asfaltati di recente e altrettanti di ottima pista battuta per il resto abbiamo subito buche, avvallamenti e dissesti. Siamo stanchi ma già fervono i preparativi per la cena della vigilia che faremo tutt’insieme nella capanna del campeggio. La tavola come al solito straborda di tutto e per concludere questo memorabile giorno ci scambiamo i regali di Natale.
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7° giorno = Sabato 25.12.2010 (Natale)
Djanet – escursione in 4×4 nel deserto del Tadrart : Km 200 circa
– Al mattino passeggiata per il centro di Djanet. Dopo pranzo si parte in fuoristrada per l’escursione di quattro giorni. Dopo 150 Km di asfalto si entra sulla pista che ci introduce nel deserto del Tadrart. Pernottiamo in tenda.
– Alle 7:30 sono già iniziati i preparativi di carico dei fuoristrada. La partenza viene però rimandata di ora in ora a causa delle immancabili trafile burocratiche che le nostre guide sono costrette a subire presso la polizia. Ne approfittiamo per anticipare la visita di Djanet altrimenti programmata al rientro dell’escursione. La posizione del campeggio, collocato in pieno centro, favorisce le nostre scorribande nei negozi e nei mercatini. Concludiamo la mattinata con un giro panoramico sulla collina che domina la città. Finalmente dopo pranzo abbiamo il via libera e con 150 Km di asfalto in direzione sud entriamo in pista.
Scatta subito in noi il paragone con quanto abbiamo visto nel deserto dell’Akakus libico ma è ancora prematuro dare dei giudizi. I nostri autisti con frequenti fermate ci permettono di ammirare e fotografare a ripetizione ampi valloni, montagne scolpite, dune rosse, pitture rupestri e scenari incantevoli. In totale siamo una carovana di 4 fuoristrada di cui un pickup su cui sono caricati i viveri e il necessario per la cucina.
Alle 16:30 siamo già fermi nel luogo che sarà il nostro campo per questa notte. È infatti necessario montare le tende prima dell’imbrunire e ad operazione conclusa i nostri cuochi sono già pronti con il the delle 17:00. Ci rimane ancora del tempo per fare una lunga passeggiata nei dintorni e ammirare con calma i dintorni fino a tramonto avvenuto.
Siamo in una sorta da conca formata dalle alte montagne che ci circondano e allo stesso tempo ci riparano dal vento. La temperatura della roccia accumulata durante il giorno rende il clima gradevole anche durante la cena. I nostri cuochi promettono bene ed anche chi di noi era premunito con cibo alternativo di sopravvivenza consuma con soddisfazione quanto hanno preparato.
La serata è un incanto, le stelle si stanno accendendo a milioni e illuminano le nostre chiacchiere prima di coricarci. Tutta l’ attrezzatura e l’abbigliamento termico che ci siamo portati per affrontare il previsto freddo della notte rimane inutilizzata.
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8° giorno = Domenica 26-12-2010
escursione in 4×4 deserto Tadrart : Km. 100 circa
– Continua l’escursione in fuoristrada nel deserto del Tadrart. Pernottiamo in tenda.
– La prima notte è passata senza alcun disagio. Mentre smontiamo le tende e ricomponiamo i bagagli i nostri cuochi hanno già preparato la colazione. Alle 8:00 si riparte per un’altra entusiasmante giornata scandita dalle numerose fermate in prossimità d’incisioni e pitture rupestri, in punti panoramici o di particolare interesse.
Gli scenari che attraversiamo sono comunque spettacolari e variano continuamente la loro prospettiva. Per la maggioranza del tempo percorriamo le piste sulla parte bassa e pianeggiante delle valli che si trovano al centro delle pareti montuose. La roccia, totalmente priva di vegetazione assume colori diversi a seconda dell’orario. Le cime delle montagne sono accomunate da guglie e pinnacoli dalla sagoma sempre sorprendente. Le dune spesso fanno da contorno ai rilievi e il colore rosso è la dominante di tutto ciò che ci sta intorno.
A tarda mattina ci soffermiamo più del solito per una foto di gruppo alla base di uno spettacolare arco naturale. Per la sosta pranzo invece i nostri autisti scelgono uno spiazzo all’ombra in prossimità di una guelta. Una gustosa e fresca insalata di verdure assortite ci ristora e crea una piacevole pausa in questa calda giornata così piena di emozioni. Il pomeriggio ci vede ancora a bordo dei fuoristrada per raggiungere nuovi scenari che ci impressionano per la loro vastità e imponenza. Le grandi distanze ingannano la nostra percezione delle reali dimensioni che si percepiscono solo quando si ha un riferimento conosciuto. Nel nostro girovagare incontriamo una carovana di cammelli carichi di bagagli occidentali.
La nostra guida ci porta li a conversare e chiedere informazioni con i conduttori dei cammelli, veniamo a sapere che si tratta di un gruppo di turisti francesi che stanno facendo un trekking di 15 gg. Ed i loro bagagli vengono appunto trasportati dai cammelli. Abbiamo imparato che la nostra guida fa moltissima attenzione a tutto quanto si muove nella solitudine del deserto e quando ci sono delle persone va a chiedere ed anche dare informazioni su quanto visto ed incrociato in zona.
Il paesaggio sta mutando progressivamente e le dune ora prevalgono sulla roccia. Sono le 16:00 e le nostre guide cominciano a cercare un luogo dove fare il campo per questa notte. Una gigantesca duna è alle nostre spalle mente il panorama che abbiamo di fronte si sta colorando con i toni caldi del tramonto.
Montiamo le tende e beviamo il the delle 17:00 in fretta perché ci vogliamo godere il calare del sole dalla cima della duna. La salita è terribilmente faticosa e miete alcune vittime. Gli scalatori più intrepidi proseguono la risalita gratificati dai panorami sempre più profondi e vasti.
Dal mare di sabbia, che vediamo fino a distanze incalcolabili, emergono le sagome dei rilievi che si stagliano contro il rosso del sole.
La cena come ieri è ottima e abbondante; c’è da stupirsi di come i nostri cuochi riescano ad ottenere questi risultati con l’attrezzatura minimale di cui dispongono. Dopo averci servito la cena i nostri accompagnatori preparano la loro, cucinano il pane sulla sabbia; una volta cotto lo spezzettano e lo mettono in una minestra ricca di pezzi di carne di agnello. Moulay mi chiama e me ne offre un piatto chiedendomi se mi piace, naturalmente si e mi chiede se per la cena di domani potrebbe proporla anche agli altri: naturalmente si!!
Le stelle e il fuoco illuminano la serata e le nostre conversazioni.
Con grande sorpresa ed un po’ di paura nel buio della notte si materializza davanti al nostro fuoco un beduino e si mette a parlare con le nostre guide. Ci verrà poi spiegato che si tratta della guida dei turisti francesi e che hanno saltato un rifornimento di viveri e che si trovavano quindi senza acqua ne cibo, ci chiede se possiamo dare qualcosa delle nostre provviste cosa che approviamo subito. Uno dei nostri fuoristrada con acqua ed alimentari parte nella notte immensa per raggiungere il gruppo francese, per un po’ vediamo i fari sciabolare nella notte dopo più nulla. Lo vedremo rispuntare tra le dune dopo più di un’ora e con ‘missione compiuta’.
Il clima questa sera è più rigido essendo il luogo meno riparato dal vento. Gli indumenti pesanti, le coperte e i sacco a pelo termici trovano per questa notte maggior impiego.
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9° giorno = Lunedì 27.12.2010
escursione in 4×4 deserto Tadrart: Km. 100 circa
– Continua l’escursione in fuoristrada nel deserto del Tadrart. Pernottiamo in tenda.
– questa mattina il risveglio è un po’ più problematico, fa ancora freddino ma ci riscaldiamo subito con le operazioni di pulizia corporea, smontaggio delle tende e ricomposizione del bagaglio. I nostri cuochi preparano la consueta ed abbondante colazione e riprendiamo il viaggio quando il sole ormai comincia a scaldare. Per la verità Moulay ci indica un percorso da fare a piedi sul crinale di un meravigliosa duna fino ad un grande pianoro dove aspetteremo i Toyota questo perché c’è molta sabbia e non vorrebbero insabbiarsi a causa del nostro peso.
La passeggiata risulta molto piacevole e le foto si sprecano, il sole del mattino da alla sabbia una varietà di colori incredibili. Con l’avanzare dei passi qualcuno lancia l’ipotesi del nostro abbandono da parte delle guide, ci avranno consegnato a dei beduini? Un riscatto? Dopo un po’ sentiamo l’incoraggiante ruggito dei motori sotto sforzo…no, non ci hanno abbandonato!!
Ora l’operazione di rigonfiaggio dei pneumatici e si riparte!
Ancora ‘oued’ gole, rocce scolpite dal vento con monoliti ed archi, dune di sabbia dall’armoniosità e dai colori incredibili. Ancora grotte con pitture rupestri, un monolite raffigurante un ‘riccio’, un altro che assomiglia alla coppa del mondo di calcio ed altri dove la fantasia di ognuno può trovare qualche somiglianza.
Dopo un po’ il gruppo si ferma in mezzo ad gruppo di acacie, qui è parecchio verde, c’è dell’erba alta, probabilmente c’è presenza di acqua. I nostri accompagnatori ci indicano delle dune di un color ocra scurissimo e ci dicono di raggiungerle, poi verranno a prenderci; nel frattempo loro taglieranno a pezzi un’acacia rinsecchita e che verrà utilizzata per cucinare e riscaldarci nelle lunghe serate.
Si riprende il viaggio ma, nel percorrere un ‘oued’, ci troviamo imbottigliati e non troviamo la pista per scavalcare questo ostacolo naturale. La guida del parco con il suo Toyota comincia a salire sul fianco di una collinetta ma il mezzo comincia pericolosamente a sbandare e vi rinuncia.
Moulay si fa silenzioso e serio, comincia a scrutare i vari profili che ci circondano, avanza con molta circospezione, a volte ritorna un po’ indietro e poi riprende. Ad un certo momento fa salire di giri il suo potente Toyota e comincia a salire incurante del fondo e…del carico! Il motore letteralmente urla ma dopo una serie infinita di sobbalzi scolliniamo e ritroviamo la pista…meraviglioso. Non smetterò mai di ammirare questa gente e la loro capacità di ritrovarsi in questi luoghi. Gli altri ci seguono e noi riprendiamo a divertirci facendo foto e ripetendo i ritmi della musica di un CD tenuta ad alto volume.
Ci fermiamo per pranzo in un posto decisamente bello, uno stretto canyon dai colori meravigliosi con sabbia e molte grotte. Mentre i nostri custodi preparano il pranzo la guida ci porta a visitare uno strettissimo canyon da cui dipartono diverse ed ampie grotte.
Mentre gustiamo una deliziosa insalata di riso vediamo arrivare due motociclisti seguiti dalla loro guida, sono italiani ed anche nostri concittadini, il mondo è davvero piccolo!
Dopo pranzo e mentre i cuochi riassettano e caricano il campo facciamo una passeggiata nei dintorni, ci stendiamo sotto il sole e sopra una soffice duna addormentandoci tutti come dei bambini!! Il percorso ora ci porta verso scenari più ampi dove le dune sono decisamente più imponenti e tali da pareggiare in altezza i pinnacoli rocciosi.
Moulay e la guida del parco fanno diversi giri per cercare un posto per il campo che sia riparato dal vento in quanto è previsto un peggioramento climatico.
Purtroppo non si trova niente di altamente protettivo ma ci adatteremo. Il posto è comunque decisamente bello, siamo si una duna di sabbia ed un piccolo declivio ci divide da una bella ed elegante formazione rocciosa. Il vento purtroppo soffia da tutti i punti cardinali e montiamo il campo con una certa fatica. Altrettanta se non maggiore la trovano i cuochi che usano auto e teli per fare dei ripari per poter cucinare senza troppe difficoltà.
Appena tramonta il sole anche la temperatura precipita e, complice il vento, capiamo di doverci preparare alla notte più difficile di quelle già passate!
Assistiamo al rito del pane cotto tra la sabbia e ci preparano quindi lo squisito piatto assaggiato la sera prima; è stato apprezzato da tutti!!
Dopo cena ci posizioniamo attorno al fuoco e, nonostante il notevole vento stiamo bene e l’umore è decisamente alto. Non troppo tardi andiamo a dormire e questa volta avremmo bisogno di tutto quanto ci siamo prudentemente portati da casa e che pensavamo di averlo fatto inutilmente.
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10° giorno = Martedì 28.12.2010
escursione in 4×4 – Djanet : Km. 200 circa
Sosta presso il campeggio dell’hotel zeriba di Djanet 24.553055 9.483527
– Continua l’escursione in fuoristrada. Pranzo sulla strada per Djanet e deviazione verso l’erg Admer per vedere un sito di incisioni rupestri. Rientro in tardo pomeriggio nel campeggio di Djanet. Pernottiamo finalmente nel camper. Costo totale della sosta 3500 DZD.
– Finalmente è arrivata l’alba a porre fine ad una notte parecchio movimentata, il vento e la quantità di sabbia spostata è stata notevole. Praticamente si è dormito pochissimo, le raffiche si susseguivano ad intervalli pressochè regolari scuotendo la tenda e sferzandola con nuvole di sabbia. Credo però fosse più il rumore e la sensazione di provvisorio che da una tenda che l’effettiva drammaticità della nottata, uscendo infatti tutto era in ordine, come la sera prima, solo che la sabbia aveva praticamente ricoperto tutto il materiale lasciato fuori.
Tra l’altro nel dormiveglia notturno una persona del gruppo ha sempre russato con impressionante regolarità, senza la più piccola interruzione; è stata riconosciuta da tutti ma ha sempre spudoratamente negato e….. continua a negare!!
Comunque è stata la nostra ultima notte nel Tadrart e purtroppo una nostra compagna ha la schiena a pezzi. Già il giorno precedente si lamentava e la fredda notte appena trascorsa ha completato l’opera. Moulay ci suggerisce di riprendere l’asfalto un po’ prima per non aggravare la situazione ma di andare comunque a vedere l’ultimo sito in programma: ‘la vache qui plore, ‘la mucca che piange.’
Si tratta di una meravigliosa incisione alla base di un grande monolite roccioso e rappresenta la testa di una mucca con una grossa lacrima che scende da un occhio. La tradizione dice che questa lacrima sia dovuta all’avanzata del deserto e quindi la conseguente perdita di pascoli. Ormai siamo proprio alla fine di questa esperienza, i fuoristrada puntano decisamente verso Djanet che raggiungiamo in brevissimo tempo e qui ritroviamo i nostri mezzi che ci appaiono con tutta la loro rassicurante ospitalità ed agognata comodità.
Di corsa sotto una rivitalizzante doccia che ci ha spogliato di 4 giorni di sabbia e sudore ma non ha intaccato minimamente la nostra euforia per quanto di bello abbiamo visto e vissuto.
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11° giorno = Mercoledì 29.12.2010
Djanet – Illizi: Km. 400____tot. 2882
Sosta nel campeggio di Illizi 26.475440° 8.477250°
– Ore 7:30 partenza. Alle 16:00 dopo 400 Km di buche arriviamo ad Illizi ma solo 2 ore dopo nel campeggio della città. Costo campeggio 916 DZD.
Lasciamo Djanet di buon mattino in quanto ora conosciamo quanto ci aspetta, sebbene a ritroso ma pur sempre lo stesso scassatissimo percorso.
Speravamo, e così è stato, che i lavori di sistemazione della strada fosse avanzati durante il nostro girovagare nel Tadrart e nei fatti abbiamo trovato qualche deviazione in meno e qualche km. Di asfalto in più.
In questo tragitto incrociamo alcuni gruppi di fuoristradisti che si dirigono a Djanet, alcuni sono Italiani.
Il ritorno è risultato più spedito che all’andata, alcune soste per sgranchire le gambe e fare delle foto, il panorama che a volte ci circonda è sempre meraviglioso e sempre diverso.
Senza grossi problemi arriviamo ad Illizi e ci fermiamo subito al posto di polizia per denunciare il nostro arrivo.
Come di consueto facciamo rifornimento ma però, riceviamo la brutta notizia che non è possibile la sosta all’ostello della gioventù in quanto e riservato ai partecipanti ad un rally automobilistico.
Un po’ contrariati ci dirigiamo nel locale campeggio che, senza dubbio, ha visto tempi migliori.
Versa ora in uno stato di noncuranza assoluta! Ci sistemiamo alla meno peggio e trattiamo non poco con il titolare per l’esosa cifra richiesta per la sosta.
Siamo davvero molto stanchi e provati, dopo cena un cortissimo scambio di opinioni e poi tutti a letto per ricaricare fisico e mente.
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12° giorno = Giovedì 30.12.2010
Illizi – 80 Km da In-Amenas: Km. 260___tot. 3142
Sosta forzata per rottura camper 27.662861 9.017361
– Ore 8 partenza. Dopo poche ora di viaggio siamo drammaticamente fermi per un grosso problema ad un camper!! Sosta notturna sul posto.
Lasciamo Djanet molto felici di abbandonare questo postaccio. Perdiamo però parecchio tempo per il rilascio dei documenti! Aspettiamo più di un’ora il ritorno delle nostre guide con gli indispensabili lasciapassare poi si va. La strada ora è ottima e i camper corrono veloci in mezzo al nulla e in quasi totale mancanza di traffico. Arriviamo velocemente a ridosso di un grande e spettacolare complesso di dune dai colori incredibili. In lontananza vedo che l’asfalto diventa brutto e comincio a frenare…è proprio brutto e con parecchie buche, freno con più decisione e prima di entrare rilascio i freni per alleggerire l’avantreno. Quando ci sono sopra seppur a velocità ormai ridotta, il consueto sconquassamento, vibrazioni, rumori. Appena ripreso il buon asfalto sento che vibrazioni e rumori continuano, stacco la frizione ma niente, spengo il motore ed accosto. Riavvio il motore e tutto riprende a vibrare…panico!!
Scendo e apro il cofano, tutto normale. Nel frattempo arrivano anche gli amici e cerchiamo di capire cosa sia successo. D’istinto penso ad un problema al motore, rottura di qualche puleggia o anche la fusione del motore. Cerco l’astina dell’olio ma non la trovo più!!! Mi stendo sotto al motore e con orrore vedo che questo è appoggiato nei semiassi!!!
In pratica si son tranciati i 3 bulloni che sostengono il motore e questo si era adagiato molto più in basso.
Lascio immaginare lo sbigottimento mio e di tutto il gruppo! Siamo ad 80 km dal primo centro abitato, i cellulari sono scoperti e non passa nessuno!
Con il camper seppur lentamente è impossibile raggiungere la città e men che meno trainarlo in quanto il motore non può girare per caricare il servofreno!
I pochi viaggiatori che passano naturalmente si fermano, guardano, discutono un po’ e ripartono. Nell’intimo mi ripeto che non rimarremo la ed una soluzione si troverà, non si sa quando ma si troverà!
Dopo un po’ si arresta un camionista, scende guarda e comincia a toccare, chiede delle chiavi e ci dice che può rimettere tutto in ordine.
Conoscendo un po’ questa gente so che sono bravi ma spesso anche parzialmente se non totalmente inconcludenti ma questo signore mi da fiducia, lo assecondo e cominciamo a dargli una mano.
Praticamente è stata tolta la batteria e il suo supporto, ruota lato passeggero, pulegge e cinghie condizionatore ed alternatore, tendicinghia e pompa dell’acqua perché le viti di supporto si sono rotte dentro la stessa; il tutto solo con la nostra attrezzatura ed in mezzo alla sabbia.
Con la pompa in mano l’autista e Moulay partono alla volta di In Amenas per togliere gli spezzoni dei bulloni rimasti nel corpo pompa e rifilettare oltre a prendere nuove viti.
Intanto è mezzogiorno e si pensa a mangiare qualcosa, non c’è molta voglia ma non siamo più disperati, il panorama poi è stupendo, di fronte a noi meravigliose ed alte dune di sabbia che cambiano colore ad ogni momento del giorno.
Dopo un paio di ore ritornano i nostri, hanno fatto il lavoro sulla pompa, preso delle viti, chiavi particolari, liquido di raffreddamento, maschi per rifilettare visto che i nuovi bulloni lo richiedevano e del ‘pik’ adesivo.
Saltando il pranzo l’autista/meccanico prende a rimontare i pezzi, uno dopo l’altro con molta calma ed altrettanto ordine. Al momento di montare la pompa ci chiede un cartoncino e tra il nostro stupore sceglie, tra un ventaglio di opzioni, una scatola di latte e battendo sullo spigolo della pompa con un martelletto ricava una guarnizione di tenuta che andrà poi perfettamente bene fino in Italia!!!
Arriva purtroppo anche il buio ma Mario prende la grossa lampada a basso consumo presa in Iran che illumina a giorno tutta l’improvvisata officina.
Moulay accende il fuoco e prepara la cena, steso tranquillamente nella sabbia mi chiama spesso a se e mi dice di lasciar fare, il meccanico è ottimo e sa quello che fa, non devo assolutamente preoccuparmi!!
Verso le 23 il lavoro sembra finito, l’amico meccanico mi dice di mettere in moto e di fare un breve giro….TUTTO OK!!!!
Di quel signore non ricordo più neanche il nome ma ha dedicato una giornata per risolvere il problema di gente che non conosceva e che mai più rivedrà! Ha saltato i pasti e rifiutato persino una tuta da lavoro per non sporcare i suoi abiti.
Timidamente mi ha chiesto ma tramite Moulay 80€ come compenso del suo lavoro, cifra che ho immediatamente corrisposto con l’aggiunta di una mancia.
Questo signore poi mi ha anche controllato un freno che da un po’ di tempo mi dava problemi e ci siamo accorti che avevo una pastiglia completamente usurata!!
I freni erano stati controllati prima della partenza e giudicati più che sufficienti ma, probabilmente, una pinza si è bloccata usurando completamente una pastiglia. Non avendo il ricambio e per evitare problemi è stato messo un chiodino sul tubo che porta olio alla pinza bloccandone così il funzionamento al fine di non avere problemi più gravi. Il camper frenava così con sole 3 ruote ma si poteva finalmente andare.
Andare…..era ormai mezzanotte, abbiamo cenato e deciso di fermarsi li per la notte, purtroppo a bordo strada però, questo camionista, si è messo dietro di noi, a luci accese per proteggere anche il nostro sonno.
Dimenticavo, se son passati un’ottantina di mezzi, tutti si sono fermati, scambiato qualche parola perlopiù di solidarietà ed incoraggiamento oltre a qualche foto ricordo.
Ridimenticavo che per aggiungere ansia all’ansia ogni tanto riceviamo un SMS dal ministero degli esteri Italiano che ci avverte di disordini ad Algeri ma abbiamo già abbastanza rogne per dedicarci anche il minimo interesse!
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13° giorno = Venerdì 31.12.2010
80 Km da In-Amenas – Hassi-Messaoud: Km. 755___tot 3897
Sosta presso l’hotel Petrolier 31.686805 6.065861
– Ore 7 partenza. E l’ultimo giorno dell’anno e siamo in ritardo sulla tabella di marcia, tra le tante cose abbiamo anche perso 1 giorno.
Alle 16 troviamo ospitalità all’hotel Petrolier di Hassi Messaud. Costo della sosta 1000 DZD.
Riprendiamo il viaggio dopo una notte dove si è dormito poco, abbiamo faticato e senza riuscirci del tutto a stemperare la tensione accumulata il giorno precedente. I
l camper si muove bene, niente vibrazioni ne altri sentori. Ogni tanto provo i freni, tirano un po’ a sinistra ma senza pericolosità.
Più si avanza più prendo fiducia nel mezzo e così raggiungiamo abbastanza velocemente Hassi Messaud, questa volta non serve fermarci alla Gendarmeria e possiamo prendere la circonvallazione per aggirare la città.
Oggi è l’ultimo giorno dell’anno e vorremmo festeggiarlo degnamente trovando ospitalità in una località degna dell’evento. In Algeria non si festeggia capodanno ma Hassi Messaud ha (aveva) molti stranieri e può darsi si trovi qualcosa. Le nostre guide hanno faticato non poco per trovare qualcosa di piacevole per noi ma invano.
Fortunatamente abbiamo trovato l’hotel Petrolier che poteva dare ospitalità ai camper oltre ad una stanza per organizzare il nostro cenone.
Per la verità il parcheggio non era un gran chè, però ci ha fatto trovare un grande salone con tavole imbandite oltre che dei piatti di hors d’oeuvre, bibite e dolci offerti dalla casa. Abbiamo atteso così il compagnia ed allegria il nuovo anno, auguri, brindisi e tutti a nanna.
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14° giorno = Sabato 1.1. 2011
Hassi-Messaoud – Ghardaia: Km. 295___tot. 4192
Sosta in parcheggio privato a Ghardaia 32.456222 3.692777
– Partenza alle 7:30. Trasferimento verso Ghardaia su strade discretamente buone, traffico scarso perlopiù pesante. Breve sosta pranzo e arrivo nella città nel primo pomeriggio.
Sosta in uno squallido park fuori città. Costo della sosta: 800 DZD.
Di buon mattino lasciamo il parcheggio dell’hotel e proseguiamo velocemente lungo la N3 fino al bivio con la N49 che imbocchiamo dirigendosi ad ovest, verso la pentapoli m’zabita che ha come principale città Ghardaja. Prima di arrivare alla meta chiediamo alle nostre guide di fare una piccola sosta per vedere il mercato di Ouargla a scopi turistici e per fare qualche acquisto.
Permesso accordato ma forse ci siamo capiti male, fattostà che Maijd comincia a preoccuparsi le lunghezza di questa sosta in quanto non era stata concordata con la polizia e i tempi di percorrenza non sarebbero più stati rispettati. Il mercato non era un granchè ma anche questo fa parte del viaggio. Prima di arrivare a Ghardaja un posto di blocco ci ferma, probabilmente aspettavano il nostro passaggio che è tardato parecchio ed il povero Majid è stato pesantemente ed ingiustamente rimproverato. Per pranzare facciamo una piccola deviazione verso Zelfana, cittadina termale famosa in Algeria. Denunciamo la nostra presenza alla Gendarmeria e cerchiamo un posto per poter pranzare. La cittadina è decisamente carina ma gli edifici termali sono tutti all’interno di complessi privati. Dopo pranzo ci portiamo velocemente a Ghardaja lasciando la N43 per prendere la N1 la cui periferia è completamente diversa dai miei ricordi. La prima volta mi è apparsa solitaria, in mezzo a rocce di un caldo color ocra, con i suoi colori pastello, stupenda!! Ora è ancora così ma la sua periferia è diventata immensa con molti insediamenti urbani.
Ci fermiamo su un belvedere dove scattiamo foto a raffica, questa zona merita anche da sola le fatiche di un viaggio. Entriamo in città alla ricerca del luogo deputato alla sosta notturna del quale avevamo delle vaghe notizie ma non riusciamo a trovarlo o quello che troviamo è inadatto ad ospitare i camper.
Giriamo invano alla ricerca di qualcosa di sufficiente ma nulla.
Le 5 cittadine componenti la pentapoli dello M’Zab sono: El Atteuf, Bou Noura, Melika, Beni Isguen, Ghardaia sono molto particolari, abitate da mozabiti, commercianti da sempre e profondamente legati alle loro ferree tradizioni con usi e costumi assolutamente particolari ed immutati nei secoli.
Qui il turista deve usare un comportamento molto corretto, non fumare, non comportarsi in maniera scorretta e, soprattutto, non fotografare le donne.
Queste usano un grande velo bianco che le copre completamente ad eccezione di un solo occhio!! Le più anziane e ligie ai vecchi dogmi al passaggio di un uomo si girano verso una parete per non incrociarne lo sguardo!!
La prima cittadina visitata è stata Beni Isguen, subito alla porta di ingresso troviamo la guida che ci spiegherà subito i ‘sacri dogmi comportamentali’ e poi si parte per la visita.
Questa guida con innato trasporto ci ha spiegato molto della loro cultura, del profondo legame ed ordinamento civile che lega questo popolo e ci ha molto sorpreso che anche i giovani lo seguano senza trasgressioni. La visita e complice anche i molti scorci fotografici ci molto soddisfatto. Nel frattempo le nostre guide sono riuscite a trovare un posto per passare la notte, un po’ fuori zona, tranquillo ma decisamente squallido. Si trattava di un park per mezzi pesanti, chiuso e custodito ma appunto molto squallido ed anche caro. Dopo alcune trattative con il proprietario abbiamo raggiunto un accordo sulla cifra e, sebbene non molto soddisfatti, siamo andati a dormire.
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15° giorno = Domenica 2.1.2011
Ghardaia – El-Golea: Km. 269____tot 4461
Sosta nel campeggio di El-Golea 30.567985° 2.890474°
– Partenza alle 8:00. Trasferimento verso Ghardaia per visita alla cittadina. Pranzo veloce e trasferimento e visita della vicina El Atteuf.
Proseguo del viaggio verso ovest con sosta nel campeggio di El Golea su strade buone, traffico scarso perlopiù pesante. Costo della sosta: 800 DZD.
Lasciamo il parcheggio dopo aver fatto toilette ai nostri mezzi e raggiungiamo il parcheggio di Gardaja, forse sarebbe stato buono anche per passarvi la notte. Gli amici partono per la visita alla città mentre io con Majid cerco un’officina Fiat per cambiare le pastiglie dei freni del mezzo. Caratteristica saliente della gente mzabita è il commercio, in uno dei loro negozi si trova assolutamente quello di cui hai bisogno!! Questo è assolutamente vero è l’ho sperimentato durante la mia lunga permanenza nel paese: proprio sotto il mio ufficio c’era il negozio di generi alimentari da noi detto ‘dal mozabita’ dove ci si procurava di tutto. Non è che il Ducato sia mezzo comune in Algeria e quindi non molto rappresentato inoltre è difficile reperire ricambi dedicati ma appunto ‘dai mozabiti’ si trova veramente tutto, è nel loro DNA.
Il mio mezzo poi è montato su telaio ‘Maxi’ e le pastiglie sono esclusive. Troviamo l’officina Fiat e, tolte le pastiglie e dopo essere state attentamente studiate dal responsabile del magazzino parte e ritorna dopo un po’ con 4 pastiglie nuove e perfettamente conformi!!
Fatta la sostituzione con grande efficienza e pulizia, pagato 150€ ed il camper è ritornato nella sua piena efficienza. Ritorniamo al parcheggio e trovo gli amici che hanno già effettuato con piena soddisfazione la visita a Gardaja. Decidiamo per un pasto frugale per avere così il tempo di visitare anche Melika. Qui troviamo lo stesso ambiente, sempre affascinante seppur un po’ diverso dalle altre analoghe città mozabite.
Lasciamo la regione con un po’ di rimpianto, sarebbe stato interessante fermarsi di più ma il tempo è tiranno. Velocemente e tra bei paesaggi arriviamo ad El Golea. Prima di entrare Moulay carica nella sua auto un suo amico e ci raccomanda di stare molto vicini e di non fermarsi mai, questa cittadina ha una brutta fama ed è molto preoccupato.
Quel suo amico è una guida professionista ed abitante in città. Ci accompagnerà nel campeggio cittadino. Purtroppo arrivarci non è stato affatto facile perché la strada principale era chiusa a causa di grossi lavori e la deviazione prevedeva l’attraversamento del palmeto con strade stretta, curve a gomito, una miriade di bambini e l’oscurità incombente. Ci siamo spezzati in più tronconi e anche persi di vista ma grazie al CB siamo arrivati sani e salvi nel camping con un grande sospiro di sollievo dei nostri accompagnatori.
Il camping non è male pur in uno standard diverso da quanto si conosce in Europa ma non abbiamo problemi ad adattarci. Dopo aver cenato ci incontriamo tutti in una zeriba per chiacchierare, arrivano poi le nostre guide con l’amico aggiunto (che ci piaceva veramente poco, un maneggione!!) e un vecchio signore di colore con una chitarra classica.
Ci è stato presentato come un grande chitarrista, autodidatta e che ha suonato con i più grandi chitarristi conosciuti. Tutto sapeva un po’ da ‘preparato’ però quel signore era davvero bravo e ci sapeva fare, purtroppo non era il momento, a noi interessava più discutere di quanto visto e che vedremo non dando troppa soddisfazione al musicista pur gradendo molto i suoi sforzi.
La serata è stata comunque piacevole e l’artista davvero molto bravo!
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16° giorno = Lunedì 3.1.2011
El-Golea – Timimoun : Km. 260___tot. 4721
Sosta nel campeggio di Timimoun 29.261305 0.222861
– Partenza alle 8:00. Visita al castello di El Golea, e alla chiesa cattolica con la tomba di Pere Foucould. Trasferimento verso Timimoun con scorta armata. Sosta nel campeggio della città.
Costo della sosta: 1000 Dinari.
Riprendiamo la nostra fatica da turista con la visita della primitiva cittadella di El Golea. E molto imponente e sopra una collina. Fa parecchio freddo ma salire fin sopra ha fatto si che la temperatura corporea risalisse un bel po’. Sopra il panorama è imponente e spazia tra l’immenso palmeto e la città. In lontananza la chiesa di Pere Foucoluld che raggiungiamo con i camper dopo la visita della cittadella.
La visita alla chiesa del beato Pere Foucould è stata molto emozionante conoscendone la storia e la considerazione che godeva da queste popolazioni. Nel cimitero anche delle tombe di turisti cattolici morti in Algeria. Qui traviamo anche un altro gruppo di camperisti Italiani con i quali scambiamo alcune impressioni di viaggio.
Riprendiamo il viaggio verso Timimoun e ci fermiamo in un grande e polveroso parcheggio per TIR per pranzare.
Dopo essere ripartiti ci rifermiamo in attesa della scorta della Gendarmeria che ci ‘proteggerà’ fino al campeggio di Timimoun. Prima di entrare nel camping facciamo rifornimento e poi ci sistemiamo in questa bella struttura, la più bella incontrata in Algeria.
Qui troviamo un altro gruppo di camperisti Italiani con i quali scambiamo le consuete impressioni di viaggio. Visto che il tempo non manca partiamo per visitare ‘Timimoun la rossa’ così chiamata per il colore ocra della sua terra e che serviva anche come intonaco per le sue case.
Approfittiamo del gestore del camping che si offre da giuda per vedere la parte vecchia della città e con lo stesso concordiamo per la cena preparata da sua moglie e per la visita alla ‘Sebka’ prevista per l’indomani. Anche la Timimoun più moderna e decisamente interessante, visitiamo il mercato, il museo e il vecchio hotel pure trasformato in museo.
Un meraviglioso tramonto sulla Sebka ci ricorda che un altro giorno sta per finire.
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17° giorno = Martedì 4.1.2011
Timimoun – Hassi el F’hel : Km. 585___tot. 5306
Sosta nel piazzale sterrato Hassi el F’hel 31.599222 3.674055
– Partenza alle 8:00. Giro della Sebka con la guida del gestore del campeggio.
Trasferimento verso Gardaja senza scorta armata. Sosta in uno slargo nei pressi della caserma della gendarmeria.
La cena preparataci in campeggio è stata ottima ed assolutamente economica, mangiato dell’ottimo cous-cous ed altrettanto ottime costicine di agnello cotte sulla brace.
Al mattino partiamo per il concordato giro della Sebka, un vecchio lago salato ormai completamente prosciugato e contornato dai bei villaggio una volta abitati da pescatori ed ora convertiti all’orticultura ed altri lavori. Purtroppo il tempo è tiranno e dal campeggio riceviamo ripetuti ed insistenti inviti a rientrare in quanto la scorta armata e già pronta per riportarci fuori dalla regione.
Più di tanto non ci scomponiamo e, seppur accelerando, terminiamo il nostro giro come da programma; una volta in campeggio ci accorgiamo che la scorta e con gli altri camperisti italiani è già partita!! Poco male, abbiamo il permesso di ripartire da soli e ci incamminiamo. Ormai il nostro viaggio volge alla fine e da qui in poi ripercorreremo a ritroso le strade fin qui percorse. Velocemente arriviamo a Hassi el F’hel dove c’è la caserma della Gendarmeria e dove sono già in sosta gli altri camper. Qui non capiamo effettivamente cosa stia succedendo e visto l’orario pranziamo in attesa di sviluppi.
Si rincorrono voci e preparativi per la partenza ma da quel posto non ci smuoviamo, verso l’imbrunire l’ordine di sistemarci nei pressi per passare la notte, sembra non si trovi il personale per comporre la scorta. Visto che ne abbiamo il tempo montiamo il gazebo e le donne ci preparano un’ottimo pranzetto a base di ‘strozzapreti’ freschi, fatti al momento!!…Giusto per non perdere le buone abitudini.
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18° giorno = Mercoledì 5.1.2011
Hassi el F’hel – Touggourt : Km. 396___tot. 5702
Sosta presso un parcheggio privato a Touggourt 33.120944° 6.055653
– Partenza alle 8:00. Trasferimento verso il confine con la Tunsia.
Ancora un guasto al camper che ci costringe ad un sosta forzata a Touggurt.
Costo della sosta: 1000 DZD.
Da un paio di giorni le nostre guide fanno i conti del tempo restante per arrivare alla frontiera con la Tunisia, sembra abbiano fretta di lasciarci. E loro intenzione farci arrivare in serata alla frontiera, per scusa quella di arrivare prima di altri gruppo di turisti al fine di far dogana per primi e lasciare l’Algeria.
Affrettiamo quindi i preparativi per la partenza e ci muoviamo prima dell’altro gruppo; contrariamente a quanto sembrava non serve più la scorta!!
Ci muoviamo velocemente, la strada è buona ed il traffico scarso. Per pranzo ci fermiamo in uno slargo sterrato e riprendiamo subito il viaggio.
Ad Uargla dobbiamo far gasolio ma il primo distributore è preso d’assalto da un’impressionante quantità di mezzi!!! Beh, proviamo il successivo….chiuso! Così il terzo ed il quarto; sembra che in città non ci sia gasolio!!!! Decidiamo di proseguire fino al prossimo distributore che però troviamo chiuso, nella regione non ci trova più carburante!!
Facciamo ricorso alle scorte che non sono proprio piccole, svuotiamo tutte le taniche che avevamo con noi e ripartiamo.
A 30 km da Touggourt in un tratto di strada iperdisastrata con grande terrore risento il camper vibrare e capisco subito che, ancora una volta, si sono rotte le viti che supportano il motore!!! Probabilmente non erano di qualità e hanno ceduto ancora una volta! Qui il traffico è imponente e a fatica riusciamo a portare i camper in una stradina laterale ed in sicurezza.
Qui il cellulare prende e chiamiamo i soccorsi. Io chiamo Mondial Assistance con i quali ho un contratto di assistenza stradale e con grande professionalità mi mettono in contatto con il loro corrispondente da Algeri.
Nel tempo che precede il buio mi vengono inviati due mezzi per il trasporto del camper in officina, uno troppo piccolo ed uno troppo grande, in nessuno dei due il camper sarebbe mai riuscito a salire!!!
Moulay ha invece percorso la strada degli ‘amici’ e prima del buio arriva un signore ben vestito ed un meccanico. Questo si stende sotto al motore e con una barra filettata lo fissa giusto per farmi arrivare sino alla sua officina. Il distinto signore di presenta come assessore al turismo della regione est e si prodiga per trovarci una sosta notturna.
Il camper si muove e lentamente entriamo in città, prima però questo signore ci porta in un distributore chiuso, con nostra grande sorpresa lo fa aprire, ci fa fare rifornimento e riempire pure le taniche di scorta!! Ci accompagna poi in un’officina molto squallida ma costudita e cinta da un’alta mura dove passeremo l notte. Secondo programma dovevamo essere in frontiera ed invece mancavano ancora diversi km. E con il mezzo inefficiente!!
La giornata è stata oltremodo pesante e ci rintaniamo a letto subito dopo un pasto decisamente frugale.
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19° giorno = Giovedì 6.1.2011
Touggourt – Tozeur: Km. 244___tot. 5946
Sosta nel campeggio di campeggio Tozeur 33.914194 8.126611
– Partenza alle 7:30. Sosta in officina per riparare il camper. Trasferimento in frontiera e sosta per la notte nel campeggio di Tozeur in Tunisia. Costo campeggio 16 DTN.
L’appuntamento mattutino e davanti all’officina del meccanico che ha messo il mio camper in grado di muoversi. Questa officina è veramente fatiscente, il camper inoltre dev’essere riparato in strada in quanto dentro non ci sta. Comunque arriva in orario ed in breve fissa il motore in modo ottimale e possiamo ripartire. Nel frattempo gli amici approfittano per fare una breve visita alla città e Dijamal accende un piccolo fuoco per farsi il te. Riprendiamo il viaggio e prima di mezzogiorno siamo in vista della frontiera.
Ci fermiamo in uno slargo per pranzare, fare le ultime foto di gruppo e salutare le nostre guide in quanto in frontiera ci sarà parecchia confusione.
Le pratiche di uscita scivolano via molto velocemente e possiamo quindi lasciare l’Algeria! Le nostre guide si sentono sollevate ma anche tristi per questo addio. Anche a noi dispiace lasciarle, ci siamo conosciuti da poco ma si era instaurato un’ottimo rapporto nonostante tradizioni e culture diverse, eravamo tutti molto commossi!!
Entrare in Tunisia è stato velocissimo ed altrettanto veloce è stato arrivare nel conosciuto campeggio di Tozeur. Lungo la strada volevamo fare qualche acquisto ma, stranamente, abbiamo trovato tutto chiuso!
Serata passata a scambiare impressioni a quanto fin qui vissuto ma ci siamo ritirati presto, faceva abbastanza freddo e poi la stanchezza stava prendendo il sopravvento.
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20° giorno = Venerdì 7.1.2011
Tozeur – Tunisi: Km. 444____tot. 6390
Sosta nel parcheggio a Tunisi 36.804416 10.187111
– Partenza alle 8:00. Viaggio di trasferimento verso Tunisi. Sosta pranzo in uno slargo vicino ad una scuola nelle vicinanze di Sbeitla. Costo parcheggio 6 DTN.
In perfetto orario partiamo in direzione della capitale, non viaggiamo molto veloci in quanto non mi fido più del mio camper e del suo rattoppo, guido con molta circospezione ed apprensione ad ogni cambio di colore dell’asfalto. Lungo il percorso una pattuglia della polizia ci fa fare una lunga deviazione senza spiegarcene il motivo, ne sono molto contrariato in quanto mi preoccupa dover allungare il tragitto di una 60ina di km con in camper in non perfetta efficienza. Per pranzo ci fermiamo nel park di una scuola nella periferia di Sbeitla e fa parecchio caldo. Due equipaggi del gruppo desiderano vedere Kairouan e riprendono subito il viaggio, noi invece ci riposeremo un po’ prima di partire verso Tunisi dove arriveremo senza problemi nel tardo pomeriggio. La sosta viene effettuata nel solito parcheggio nei pressi dei ministeri e notiamo però molta più polizia del solito.
Alla spicciolata arrivano anche altri camper e sentiamo notizie di disordini a sud del paese, un camper poi è vistosamente danneggiato da grosse pietre lanciategli contro. A sera arrivano anche gli amici che hanno dirottato per Kairouan, visita breve in quanto hanno trovato tutto chiuso!! La situazione ci piace poco ma andiamo a dormire con una certa tranquillità.
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21° giorno = Sabato 8.1.2011
Tunisi – La Goulette: Km. 9_____tot. 6399
– Partenza alle 13:00. Verso il porto per l’imbarco.
Per la mattinata è prevista una visita alla medina alla quale io mi astengo vuoi per averla vista già troppe volte sia perché volevo rilassarmi un po’ e capire al meglio la situazione. Nel parcheggio gira molta, troppa polizia sia con motociclette che con auto, mi sembrano nervosi e sono un po’ preoccupato; si sentono inoltre notizie di disordini un po’ ovunque. Fortunatamente gli amici andati in medina rientrano prima del previsto in quanto preoccupati dalla molta polizia in giro e quindi decidiamo nell’immediato di spostarci subito al porto nonostante l’imbarco sia previsto per la sera.
Ora siamo decisamente più tranquilli, ci fanno entrare subito in porto, facciamo le pratiche d’imbarco, entriamo nella nave, nelle cuccette e viaggio finito!!
Una volta a bordo ricevo la telefonata di Moulay che si informa del gruppo, se stiamo bene ed è felicissimo quando ci sente a bordo e pronti a salpare … ed un po’ anche noi!!
Ciao Moulay, ciao Maijd, che Dio vi protegga ovunque siate e confidiamo nella speranza che le nostre strade si incontrino ancora!!
SHUKRAN
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Il resto non ha grande importanza, il viaggio in nave è stato tranquillo, alla sbarco ci ha accolto il nostro consueto clima fatto di gelo e nebbie ma nel cuore avevamo ancora moltissimo di quel calore che l’Algeria ci aveva riempiti!
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Purtroppo però abbiamo lasciato dei paesi in pieno fermento, solo poche ore dopo la nostra partenza la Tunisia ha conosciuto momenti tristi e difficili ma spero si siano risolte con le elezioni appena concluse.
Altri paesi della fascia mediterranea stanno tentando di portarsi verso una democrazia che permetta loro una crescita forte ed omogenea e che porti a tutti quel benessere, lavoro, sviluppo e serenità che attualmente è solo per pochi.
Faccio gli auguri perché questi popoli possano finalmente gestire il loro tempo anche se vedo questa possibilità ancora molto, troppo lontana e i vari passaggi non saranno certamente indolori.
Un pensiero anche Maria Sandra Mariani la turista toscana rapita pochi giorni dopo la nostra partenza e negli stessi luoghi da noi visitati. Di questa signora si sa ben poco ma spero che la situazione si risolva quanto prima e nel migliore dei modi.
Anche Rossella URRU è stata rapita da un campo profughi a Tindouf ed anche a lei il mio augurio così come a tutti gli abitanti di questo enorme e magnifico paese che possano finalmente trovare quella pace che il genere umano si merita.
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COMPONENTI GRUPPO E MEZZI
Alessandro e Rosella su motorhome Hymer B544 abitanti nella periferia di Padova
Mario ed Isa su semintegrale Giotti Line Graal 400 abitanti in Brianza
Pietro e Nadia su pick-up Isuzu con cellula Tischer 240 cittadini di Parma
Raimondo e Luisa su semintegrale Rapido cittadini di Modena
Enrico ed Adriana su mansardato Miller abitanti in Brianza
Stefano e Loredana su mansardato Mc Louis cittadini di Rimini
I COSTI DEL VIAGGIO
12 persone con 6 automezzi
In ITALIA
– € 73.00 a coppia per assicurazione sanitaria obbligatoria.
– € 170.00 a coppia per il rilascio del visto.
– € 2700.00 importo totale per tutto il gruppo per guide/giorni su asfalto.
– € 120.00 a coppia per giorno di escursione in 4×4 tutto compreso.
– € 874.00 biglietto nave in cuccetta esterna da 4 letti con finestra.
In TUNISIA
– € 130.00 cambiati in Tunisia.
– DTN 4,80 autostrada.
– DTN 114.6 gasolio.
– DTN 36 soste notturne.
In ALGERIA
– € 270.00 cambiati in Algeria.
– DZD 2800 RC auto obbligatoria
– DZD 9790 gasolio
– DZD 9556 soste notturne
Viaggio svolto dal 16 dicembre 2010 al 10 gennaio 2011 – di Stefano e Alessandro