Il nostro tour tra le meraviglie d’Italia oggi fa tappa al Nord: vi portiamo a scoprire il Canavese, dove potremo andare a rilassarci una volta che l’attuale momento delicato sarà solo un ricordo. Sistematevi comodi, sul vostro divano di casa, e godetevi questa lettura!
A cura di Franca Dell’Arciprete Scotti
Ha avuto i suoi momenti d’oro. Nel 1000 Arduino, marchese di Ivrea, audace e ambizioso, si fece incoronare primo re d’Italia, dando lustro al Canavese, questo piccolo territorio incuneato tra Piemonte e Valle d’Aosta, contrassegnato dal fenomeno di retrocessione dei grandi ghiacciai. Passano molti anni e nel 1900 arriva la dinastia Olivetti, imprenditori geniali e illuminati, anche loro capaci di trasformare il territorio con le invenzioni di Camillo e l’intelligente visione imprenditoriale di Adriano. L’Olivetti diventò un’azienda faro nel panorama italiano e mondiale. Non solo per la creazione di prodotti all’avanguardia per tecnologia e stile (basti pensare alla Lettera 22 e alla Divisumma 14 esposte tuttora al MoMa di New York), ma anche per l’idea di Comunità che univa proprietà e lavoratori. Con una visione davvero lungimirante Adriano Olivetti negli anni ‘50 volle le colonie per i figli dei dipendenti, asili e mense interne, alloggi ariosi e armonici per gli operai, uffici luminosi e open space per gli impiegati. Un’azienda modello che ebbe la sfortuna di essere osteggiata da colossi dell’elettronica e di perdere all’improvviso il suo illuminato imprenditore.
Oggi Ivrea e il Canavese, la parte settentrionale della Città Metropolitana di Torino, possono vivere un altro momento d’oro: quello del turismo lento, raffinato, esperienziale. Un turismo che sa apprezzare il paesaggio verde e riposante, un panorama fiabesco di torri e castelli, le testimonianze di un passato industriale davvero unico, l’eccellenza della enogastronomia. Ultimo riconoscimento quello dell’Unesco, che nel 2018 ha assegnato a Ivrea il titolo di città industriale del XX secolo. Il riconoscimento premia le peculiari strutture architettoniche di Ivrea lasciate dalla fabbrica Olivetti tra gli anni ’30 e ’60 su un’ampia area del tessuto urbano: costruzioni residenziali, industriali e sociali di grande qualità, in particolare sul percorso del museo all’aperto di architettura moderna MAAM, prevalentemente lungo la via Jervis. Il complesso di edifici è tra le più efficaci espressioni materiali di una visione moderna dei rapporti produttivi progettati dai maggiori architetti italiani del 20º secolo, in particolare Luigi Figini e Gino Pollini. Sono di grande rilievo il Palazzo uffici, la centrale termica, le officine H, l’asilonido e la mensa, il centro studi, le case popolari di borgo Olivetti, le case per famiglie numerose, il quartiere residenziale Talponia, un originalissimo complesso ad arco interrato sotto una collina verde e dotato di un unico lato di vetrate esposto alla luce, con alloggi per dirigenti e dipendenti, l’edificio della Serra, un’originale costruzione a forma di macchina da scrivere, in origine sede di un albergo. Un modello di lavoro e di vita che faceva coesistere armonicamente lo spazio economico, produttivo e quello sociale. L’azienda “Ing. C. Olivetti & C, 1ª fabbrica nazionale macchine per scrivere” si pose all’avanguardia fin dalle origini, agli inizi del 1900, per la produzione, prima di macchine da scrivere e poi di sistemi elettronici e calcolatori a transistor, proiettando la città nel futuro, anche per merito di geniali collaboratori come Natale Cappellaro, progettista di macchine per il calcolo matematico e del computer a transistor Elea 9003, poi concorrente addirittura dell’IBM americana, e di grafici che costruirono un’immagine originale e raffinata dell’azienda.
Ivrea, attraversata dalla Dora Baltea, ha anche altri punti di interesse: il Castello carducciano dalle “rosse torri”, costruito nel 1358 dal conte Amedeo VI di Savoia, detto il Conte Verde, con il suo aspetto di fortezza difensiva e dominante dall’alto, la Cattedrale di Santa Maria Assunta costruita nel 10º secolo dal vescovo Warmondo con cripta romanica e parti barocche e neoclassiche e due campanili gemelli a pianta quadrata. Interessante anche il complesso conventuale di San Bernardino del 1450 che fu acquistato all’inizio del Novecento da Camillo Olivetti per farne la sua residenza e costruire nel terreno adiacente la sua azienda. La chiesa, ancora oggi degli Olivetti, racchiude il pregevole ciclo di affreschi “Vita e passione di Cristo” di Gian Martino Spanzotti, una delle più importanti testimonianze rinascimentali del Piemonte. Del tutto diverso dalle testimonianze di questo glorioso passato industriale è il panorama dei castelli del Canavese. Anche questi testimonianza di un passato glorioso. Fin dal 1000, dai tempi di Arduino, marchese di Ivrea, il Canavese fu terra di scontri tra nobili signori, proprietari di castelli. Alcuni di questi sono passati di mano in mano e oggi trasformati in splendidi resort. Come il Vistaterra, a Parella, una struttura di grande fascino immersa nella quiete e nel verde, costituita dal castello di San Martino e dall’ampio parco nobile che lo abbraccia, da un antico vigneto e dai vivai canavesani, creati nel secondo dopoguerra proprio per iniziativa di Adriano Olivetti: uno spazio completamente eco sostenibile perfetto per relax, cerimonie, eventi. www.vistaterra.it
Costruito come fortezza a partire dall’860 all’interno di una robusta cinta muraria, il Castello di Pavone si alza maestoso sul borgo medievale: fiabesco e bellissimo, ricco di torri merlate, ha al suo interno un suggestivo cortile con il pozzo, un delizioso giardino, l’antica chiesetta romanica di S. Pietro. Il castello fu proprietà di casate diverse tra cui gli Ottone, re Arduino e i Savoia e importante feudo vescovile. Restaurato sapientemente dal famoso architetto Alfredo D’Andrade dal 1880, oggi proprietà della famiglia Giodice, offre un albergo a 4 stelle, dall’arredo e atmosfera affascinanti, un ristorante articolato in sale e salette aristocratiche, una gastronomia accuratissima ricca di piatti dai sapori piemontesi e mediterranei.
Una cena completa con vini: circa € 70 (www.castellodipavone.com)
Il castello ducale di Aglié, ricco di una storia lunga sette secoli, oggi Patrimonio Unesco in quanto Residenza Reale del Piemonte, vanta un nobile passato testimoniato dagli appartamenti, dal grande parco e dai giardini all’inglese e all’italiana impreziositi da fontane artistiche. Rilevante il Salone da ballo affrescato e gli ambienti d’epoca arricchiti da un prezioso patrimonio di arredi e collezioni. Il castello di Masino affacciato in meravigliosa posizione panoramica sul Canavese, rimasto eccezionalmente di proprietà della famiglia Valperga di Masino per 1000 anni fino al 1987, è stato acquisito dal FAI e aperto al pubblico dal 1988. Conserva fastosi saloni, camere private, sale e salotti, una preziosa biblioteca, arredi e un ricchissimo apparato decorativo soprattutto nella Galleria degli Antenati e nel Salone da ballo, mentre la cappella custodisce le ceneri di Arduino di Ivrea, primo re d’Italia. www.castellodimasino.it
Il Canavese è una terra fertile e verdissima, al centro del cosiddetto Anfiteatro Morenico, un particolare ambiente formatosi con il ritiro del Ghiacciaio Balteo, un imponente “fiume” gelato lungo oltre 100 km e alto 800 metri, che scendeva dalla Valle d’Aosta. Il processo di retrocessione dei grandi ghiacciai diede forma a un’area ricoperta da ricchi sedimenti, lasciando una barriera dritta e massiccia chiamata Serra Morenica, lunga 25 km, la più lunga d’Europa, che divide il Canavese dal Biellese e formando numerosi laghetti morenici dislocati nel territorio, il Parco dei 5 Laghi. Questo territorio così verde, ricco e variegato, è perfetto per un turismo outdoor di escursioni, equitazione e trekking all’aria aperta. www.canaveseturismo.org
ENOGASTRONOMIA DI ECCELLENZA
La leggenda narra della ninfa Alba Luce, figlia del sole e dell’alba che viveva sulle sponde dell’immenso lago dell’Anfiteatro Morenico, la quale, piangendo per il prosciugamento del lago, generò con le sue lacrime i dorati grappoli dell’Erbaluce. L’Erbaluce di Caluso è un prodotto dell’omonimo vitigno la cui coltivazione nelle colline moreniche canavesani si perde nella notte dei tempi. Particolari condizioni del terreno e un clima molto favorevole determinano un vino inconfondibile nel panorama dei vini bianchi, in cui dominano freschezza e mineralità, prodotto in tre tipologie: Erbaluce di Caluso, dal 2010 DOCG, Caluso appassito e Caluso spumante. Una storia particolare é quella dell’azienda agricola Tappero Merlo Domenico di Loranzè, che propone la coltivazione dell’Erbaluce come una continua ricerca, riscoperta e rielaborazione di tecniche del passato, reLoranze Tenuta Erbaluce Tappero MerloErbaluce Tappero Merlo cuperando le tradizioni locali. L’azienda produce Kin, un Erbaluce da invecchiamento di grande struttura e longevità. Ma è coinvolgente anche la storia della Vigna del Belvedere dove è prodotto: inserita tra i parchi e giardini storici della provincia di Torino, faceva parte del castello di Loranzé, e passò nel Settecento nelle mani della famiglia Giacosa da cui discende il famoso Giuseppe Giacosa, librettista di Giacomo Puccini, autore dei libretti di Madame Butterfly, Tosca e La Bohème www.tapperomerlo.it
La Pasticceria Balla, nel centro di Ivrea é esclusivista del marchio Torta 900: due strati di pan di Spagna al cacao farciti da una ricchissima crema al cioccolato e nocciole. www.torta900.com
Dolci tipici sono anche gli ottimi canestrelli, i torcetti e le paste di meliga. “Salam d’ patata” è un insaccato povero nato dall’unione di carne di maiale e patata. Per mangiare: Trattoria Moderna Il Simposio a Banchette d’Ivrea.
Qui si degusta la zuppa di aiuca, un’erba conosciutissima nel Canavese, cucinata in vari modi, tritata nella minestra, in frittata, in insalata. Il piatto tradizionale è la zuppa in brodo, con fette di pane raffermo, parmigiano grattugiato e passata in formo. Prezzo per un pranzo: 25 euro, per una cena completa 45 euro info@trattoriamodernailsimposio.it
Cascina Gaio a pochi passi dal lago di Viverone, un agriturismo in un cascinale ristrutturato: degustazioni in vigna, aperitivo in battello sul lago, produzione biologica certificata di frutta e verdura, cucina del territorio. Prezzo per un pranzo: circa 25/30 euro www.agriturismogaio.it
Il tour guidato di Ivrea, “Il sogno di Adriano” prevede un’intera giornata in città con pranzo incluso: € 48 prenotazione obbligatoria info.lifeinprogress@ gmail.com
Il presente articolo è tratto dalla nostra rivista GRATUITA Turismo all’Aria Aperta.