A cura di Tania Turnaturi
La Fondazione Biscozzi | Rimbaud ospita la terza esposizione temporanea dalla sua inaugurazione, oltre alla propria collezione costituita da Luigi Biscozzi in oltre quarant’anni insieme alla moglie Dominique Rimbaud acquisendo nel tempo più di duecento opere tra dipinti, sculture e grafiche di autori italiani e internazionali dell’arte del Novecento, ponendosi come uno spazio che interagisce con il territorio e le sue istituzioni culturali.
La mostra espone un nucleo di diciassette opere che coprono tutto l’arco di attività di Grazia Varisco, artista visionaria e creativa, dalla fine degli anni Cinquanta al 2009, poste in relazione con gli spazi espositivi, ben diversa dalla grande retrospettiva di Palazzo Reale a Milano che ha espresso la moltitudine della produzione e la potenza creativa dell’artista.
L’allestimento, curato dal direttore tecnico-scientifico della Fondazione e curatore della collezione Paolo Bolpagni inizia con Tema e svolgimento (1957-1959) risalente all’apprendistato all’Accademia di Brera. Nel 1959-1960 comincia la fase del cinetismo con il famoso Gruppo T che crea a Milano insieme a Giovanni Anceschi, Davide Boriani, Gianni Colombo e Gabriele Devecchi, la cui poetica esprime il concetto di miriorama, cioè la variazione dell’immagine nella sequenza temporale. Nascono le tavole magnetiche dove gli elementi sono spostabili, fissati al supporto tramite magneti e implicano la partecipazione attiva dello spettatore, di cui in mostra sono presenti Tavola magnetica a elementi quadrati (1959) e Tavola magnetica trasparente “Filamenti liberi” (1960).
Della stagione cinetica, ultima grande avanguardia europea – che ebbe tra i suoi precursori futuristi, dadaisti, bauhausiani e costruttivisti, e di cui si ricordano mostre storiche a Parigi, Zagabria, Milano e New York – in mostra troviamo Oggetto cinetico luminoso (1962), Variabile + Quadrionda 130, Scacchiera nera (1964), +Rossonero- (1968) e Oggetto ottico-cinetico (1968-1969), i primi due dotati di motore elettrico che conferisce movimento intrinseco. “Il motivo di base sta nel concetto della frammentazione della luce, che si esplica in maniere differenti: immagine – scrive Bolpagni – generata da configurazioni che appaiono e scompaiono alternatamente, prodotte dall’interferenza tra dischi rotanti nei quali sono intagliate trame che lasciano filtrare la luce suscitata dalla sorgente elettrica; oppure Reticoli frangibili e Mercuriali, costruiti con vetri industriali a rilievi regolari e superficie lenticolare, che cambiano, con il mutare della posizione dell’osservatore, la percezione di ciò che è contenuto nella scatola, schemi geometrici colorati o borchie di acciaio “fluidificate” dall’effetto di rifrazione, così da innescare un continuo spostamento del punto di vista, una situazione d’instabilità tipica dell’accadere della realtà”.
Conclusa l’esperienza del Gruppo T, la Varisco prosegue autonomamente, realizzando nel 1966 la prima mostra personale. Negli anni Settanta sperimenta la manipolazione libera della carta e del cartoncino, mantenendo sempre al centro l’analisi dei meccanismi percettivi. Nascono serie fortunate come le Extrapagine e gli Extralibri, di cui in mostra sono presenti quattro lavori: Meridiana 2 (1974), Extralibro (1975), Spazio potenziale (1976) e Extrapagina “Spartito musicale” (1977).
Nella seconda metà degli anni Ottanta, l’artista crea il ciclo Fraktur, con l’osservazione degli angoli di raccordo tra due o tre piani ortogonali. In mostra troviamo Implicazioni B (1986), Incastro giallo (1987) e Fraktur – Ferro 1 (1997 e, degli anni Duemila, Quadri comunicanti (2008) e Filo rosso (2009).
La mostra si chiude con Silenzi (2006), articolazione di piani e vuoti prodotta dalla sovrapposizione di semplici telai.
Grazia Varisco vive e lavora a Milano. Formatasi all’Accademia di Brera e in prolungati soggiorni negli Stati Uniti, ha partecipato a importanti rassegne nazionali e internazionali. Sue opere figurano in musei e collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero,
Nel 2007 riceve dal presidente Giorgio Napolitano il Premio nazionale Presidente della Repubblica per la scultura. Nel 2017 la Triennale di Milano le ha dedicato una mostra-omaggio. Del 2022 è la personale a Milano a Palazzo Reale.
Nel 2018 riceve dall’Accademia dei Lincei il Premio Feltrinelli per le Arti Visive.

Fino all’8 gennaio 2023 dal martedì alla domenica
orari: ore 16:00-19:00; ultima domenica del mese ore 10:00-13:00 e ore 16:00-19:00
biglietto € 5,00 – ridotto € 3,00 – visite guidate per gruppi e scuole su prenotazione € 50,00 + il prezzo del biglietto
Piazzetta Giorgio Baglivi, 4 – Lecce