Anche se molto vicini geograficamente, lo standard turistico dell’Albania non ancora adeguatamente sviluppato e qualche pregiudizio, mi avevano fatto sempre desistere dal programmare questo viaggio. Il documentarsi, il confronto con altri amici camperisti, la facilità di comunicazione in loco, il chilometraggio molto contenuto, la disponibilità della popolazione, il desiderio di conoscere natura e paesaggi incontaminati oltre ai numerosi insediamenti storici e archeologici – siti Unesco – castelli medievali – bunker sovietici e resti Ottomani, hanno fugato tutti i miei dubbi convincendomi a pianificare questo viaggio fuori dalle solite rotte.
E così sette equipaggi compreso il mio, fiduciosi sulla bontà di questa scelta, decidono di far parte di questo tour.
A parte l’impatto “sorpresa” allo sbarco di Durazzo (costo polizza assicurativa € 145 per 31 giorni), il tour ci ha saputo comunque “sorprendere” sotto l’aspetto naturalistico, paesaggistico, culturale e ricettivo. Alla tradizione contadina dell’entroterra si affianca una sfacciata modernità specialmente lungo la costa e dove il turismo è più presente; segni del cambiamento attraverso un potenziale naturale esistente ma con scarse risorse economiche, alimentate il più delle volte da interventi multinazionali.
Le strade principali sono abbastanza percorribili anche se con molti cantieri aperti specie in prossimità di grossi centri dove insistono già tratti di superstrada; essendo però il territorio prevalentemente montuoso, all’interno le strade diventano tortuose con tratti sconnessi e stretti, in un continuo saliscendi; è anche frequente nei paesi la mancanza di coperchi sui tombini.
Negli ultimi dieci anni, specie nel centro-sud, si è molto diffusa la pratica di impiantare uliveti e vigneti. Durante il nostro peregrinare, abbiamo avuto modo di incontrare molti albanesi sbarcati in Italia nel 1991 con la nave Vlora che, dopo essere stati nel nostro paese per 10/15 anni, sono ritornati in Albania diventando imprenditori nel settore turistico, commerciale ed artigianale.
Anche se negli ultimi anni la situazione è in fase di evoluzione, le strutture ricettive da campeggio non sono ancora del tutto adeguatamente attrezzate. E’ molto frequente trovare Aree di sosta/Campeggi presso gli Hotel, che ritengo essere una soluzione molto intelligente. Una opportuna pianificazione ci ha consentito comunque di trovare sempre le giuste ed adeguate collocazioni in perfetta sicurezza. In alcuni campeggi è d’uso offrire un aperitivo di accoglienza e/o anche la colazione al mattino, oltre a qualche gratuità che è stata riversata nella cassa del club.
Non sono mancati momenti di apprensione (forte scossa di terremoto a Kruje, percorsi impegnativi anche se con panorami mozzafiato Leskovik, Gijrokaster e passo di Llogara, piccola tromba d’aria che ha lambito il campeggio ad Orikum facendo ballare non poco i nostri camper) oltre ad aspetti di grande socialità emozionale come quella vissuta a Korce dove, oltre alla visita guidata della più antica fabbrica di birra Korca, siamo stati avvicinati dal direttore Dorcas (Dorcas Aid International) chiedendoci un sopraluogo per avere consigli su un’area di sosta camper nascente dove poi siamo stati invitati a pernottare gratis ed inaugurarla.
La Macedonia (la perla dei Balcani).
Mi è venuto quasi spontaneo inserire in questo tour la vicina e confinante Macedonia per evidenti aspetti logistici e di tempistica; territorio e popolo ancor di più da scoprire e capire, anche per i difficili apporti con gli stati vicini che hanno reso difficile il decollo, stante la povertà di risorse e la carenza delle infrastrutture, unitamente ad una profonda instabilità politica. Un intreccio fra le culture greca, serba, bulgara e albanese, e fra le religioni cristiano-ortodossa e islamica.
Il fascino dei monasteri medievali, bazar turchi, chiese ortodosse in un paese verdeggiante con tramonti bellissimi e un popolo ospitale e accogliente.
Colpisce molto Skopje, la capitale, per il contrasto tra la parte nuova della città con moderni edifici e la parte vecchia dove di trova il più grande bazar dei balcani con diverse moschee e persone che non vivono nel lusso; mentre la meta più turistica è Ohrid, bellissima cittadina situata nel lago omonimo, dove l’acqua è cristallina e trasparente.
A Skopje, un signore macedone Ali Ahmet, da me avvicinato per informazioni, si è offerto per guidarci nella parte storica di Skopje : volevamo offrigli un gelato ed ha offerto lui per tutti (13 persone), ci ha portati a fare il cambio più vantaggioso rispetto agli altri. Poi ha telefonato al nipote Beni che parla bene l’italiano.
Ci hanno accompagnato per tutta la giornata e dopo il pranzo, Ali insiste per portarci a casa sua, poco distante; entriamo per la prima volta in una casa musulmana e, per prima cosa, ci togliamo le scarpe; oltre al tè ci offrono di tutto e di più; al commiato la moglie regala alle nostre signore un foulard mentre Ali e Beni ci omaggiano di un souvenir di Skopje.
Per loro arriva l’ora della preghiera e decidiamo di salutarli, ma avendo insistito per accompagnarci con le loro auto in campeggio, ci diamo appuntamento poco più tardi. Arrivati in campeggio, preleviamo dai camper prodotti alimentari da regalare, mentre Ali e Beni avevano portato un’anguria che mangiamo insieme. Gran bella e inaspettata esperienza in terra Macedone.
Dopo 32 giorni il tour volge alla fine con un totale di 1.678 km. seguendo un itinerario che non è stato un “opzional” ma la vera stella cometa che ci ha guidato lungo tutto il percorso nella più totale soddisfazione degli equipaggi. Un altro tassello è stato incastonato nel mosaico del club.