Oggi vi portiamo in Veneto, une delle tante bellissime regioni italiane che vi consigliamo di andare a visitare non appena ci saremo lasciati il periodo delicato alle spalle. Buona lettura!
A cura di Rodolfo Bartoletti
La Provincia di Treviso, oltre ad essere una delle più attive sotto l’aspetto economico, è certamente d’annoverare tra i luoghi del nostro Paese che possono vantare un’ampia offerta territoriale d’indiscutibile bellezza. L’antica Marca Trevigiana ha una storia millenaria alle spalle, essendo stata abitata da numerose popolazioni: i Romani – ad esempio – progettarono e realizzarono i grandi collegamenti viari, come la via Claudia Augusta, e decisero anche di applicare qui il sistema della “centuriazione”, che si basava soprattutto sulla suddivisione ortogonale delle terre.
L’epoca medievale è contraddistinto dalle innovative città murate, dei magnifici castelli, delle isolate pievi, oltre che dalle abbazie e dalle chiese, che ne punteggiano l’intero territorio, impreziosendolo non poco. Quest’area fu però anche teatro di sanguinosi scontri durante la prima Guerra Mondiale: infatti proprio qui sul Monte Grappa correva la linea di confine che divideva il territorio italiano da quello dell’Impero austro-ungarico e che, per questo motivo, venne sottoposto a numerosi bombardamenti, che proseguirono con intensità per tutto il 1917. Questo drammatico evento ha rappresentato anche una grande occasione per collegare la sua storia antica a quella ch’era stata una tragica contemporaneità, che fa della memoria una preziosa risorsa per conoscere il passato, per organizzare il presente e, come sosteneva Seneca, per edificare il futuro. Ed è così che il Veneto ha voluto far emergere e valorizzare il suo patrimonio storico e culturale creando dei centri di riflessione e di interpretazione della storia come il MEVE (Memoriale Veneto della Grande Guerra) di Montebelluna: uno spazio fisico all’interno della ristrutturata Villa Correr-Pisani per far conoscere la grande guerra e le sue devastanti conseguenze.
Con uno slogan si potrebbe dire: “Conosci le atrocità della guerra per amare e sostenere la Pace”. La collocazione strategica del Memoriale è baricentrica nel percorso bellico che comprende il Piave – ”il fiume sacro alla Patria” – il Montello, il Monte Grappa con il Sacrario dei Caduti Italiani e Austro-Ungarici, le trincee, le gallerie, tutti punti di partenza fondamentali in questo percorso della memoria. A Nervesa della Battaglia è ancora possibile, grazie alla intraprendenza di alcuni imprenditori che hanno dato luogo alla Fondazione “Jonathan”, vedere volare gli aerei della prima guerra mondiale, da quelli autentici alle riproduzioni fedeli – come quello usato da Francesco Baracca, qui abbattuto durante una ricognizione – al triplano Fokker del “Barone Rosso”, al modello col quale nel 1903 i fratelli Wright tentarono il primo volo. In questo aeroporto situato in una pianura accanto al fiume Piave si possono fare visite guidate, vedere filmati, prenotare voli. (T.+39 340399 8101)
Ai piedi del Grappa, merita davvero una visita il Borgo di Possagno, dove si trova la casa di Antonio Canova (1757-1822), con la sua tomba-mausoleo, che scenograficamente sovrasta il paese dall’alto della collina, e l’imperdibile Gypsotheca, che ospita una preziosa raccolta dei “gessi” del grande scultore. Per la realizzazione (1834) di questo straordinario Museo non vennero di certo lesinati gli sforzi, né progettuali, né economici: la particolare forma della struttura venne sviluppata su quella di una classica basilica, ideata dalla matita dell’architetto Lazzari e realizzata sotto la guida del fratello dell’artista, il Sartori. Un’ambientazione così importante era stata progettata per rendere al meglio l’imponenza dell’intera collezione delle opere del Canova, mettendo appunto in evidenza i modelli originali realizzati appunto in gesso,
e quindi capaci di esprimere al meglio le più piccole variazioni strutturali realizzate dalla mano dello scultore. Purtroppo, anche questo Museo dovette subire notevoli danni durante la prima Guerra Mondiale, sia sotto il profilo puramente strutturale, sia per quanto riguardava la stessa preziosa raccolta dei “gessi”, com’è ben testimoniato dalla relativa fotografia che pubblichiamo. Le operazioni necessarie per restaurare la Galleria furono particolarmente laboriose, considerati i gravi danni riportati da un’ala della Gypsotheca. Purtroppo andarono anche completamente distrutte alcune opere del Canova, mentre tante altre vennero più o meno danneggiate.
Dopo la fine del conflitto si fece un’attenta analisi dei danni e si procedette ad una minuziosa fase di restauro teso a restituire, per quanto possibile, l’originale bellezza alle opere che era possibile recuperare. Per quelle invece troppo danneggiate e con parti mancanti si preferì esporle nelle condizioni in cui erano rimaste, a monito delle future generazioni circa i danni immani che è capace di creare un conflitto armato tra gli esseri umani, oltre che anche nel campo artistico. Nel 1957, venne così realizzata una nuova ala progettata dal famoso architetto Carlo Scarpa.
La visita al Museo risulta particolarmente coinvolgente sia per la parte in cui sono esposti i “gessi” del Canova, sia per quanto invece riguarda la parte privata, esposta nella casa natale dell’Artista: quella che è giunta fino a noi è quella su cui lo scultore intervenne con una ristrutturazione eseguita tra la fine del Settecento e i primi anni dell’Ottocento. All’interno si potranno apprezzare i disegni, i dipinti, gli abiti e i mobili dell’epoca che molto possono raccontarci sulla vita dello scultore mentre, all’esterno potremo poi ammirare il Giardino, curato e progettato secondo i dettami propri di una struttura veneta, oltre che al Brolo, quella parte destinata ad ospitare gli alberi da frutta. E a questo punto prendiamoci poi tutto il tempo necessario per poter apprezzare in ogni dettaglio la fantastica raccolta dei calchi in gesso: avrete qui l’imperdibile occasione di poter vivere, in questa Gypsotheca (che è anche la più grande raccolta monografica a livello europeo), emozioni non comuni. Per motivi di spazio non possiamo qui dilungarci oltre, ma lasciateci solo segnalare come alcune opere meritino davvero la massima attenzione da parte dei visitatori più attenti. Tutto il territorio circostante, in gran parte collinare, oggi è famoso per le sue eccellenze enogastronomiche, come i ricercati asparagi, il saporito radicchio, oltre che agli straordinari funghi.
I cultori della buona tavola non potranno però sottrarsi al piacere di un buon brindisi: non per nulla i curatissimi vigneti di quest’area eletta, unita alla grande maestria delle cantine qui presenti, producono il vino più apprezzato nel mondo: il prosecco! E dunque, sia se dovessimo preferire gli itinerari della memoria, piuttosto che le escursioni sportive di ogni tipo, o ancora le visite al patrimonio artistico nel quale sono comprese anche le Ville Venete, non potremo che farci trasportare dalle piacevolezze del buon vivere apprezzando una volta di più quanto, per tutti noi, sia sempre fondamentale vivere in pace, ben lontani dagli orrori delle guerre. Proprio come qui abbiamo dovuto constatare.
Per altre info:
www.memorialegrandeguerra.it
www.jonathanaereistorici.it
www.museocanova.it
Per le foto si ringrazia la Fondazione Canova – Gypsotheca Museo Antonio Canova
Il presente articolo è tratto dalla nostra rivista GRATUITA Turismo all’Aria Aperta del Giugno 2019.