L’Associazione dei Viticoltori del Carso – Kras invita a MAREMORJE & VITOVSKA che terrà la sua ottava edizione a Trieste dal 6 al 7 giugno 2014.
LA VITOVSKA
La Vitovska è un vitigno a bacca bianca diffuso nella provincia di Trieste e nella vicina Slovenia (nei territori che costituivano la provincia vera e propria di Trieste prima della seconda guerra mondiale). Il suo nome ha origini slovene, presumibilmente deriva dalla località di Vitolje ma c’è anche chi ipotizza che possa derivare da vitez cioè vino del cavaliere.
Le epoche di germogliamento, fioritura e invaiatura sono medio-precoci. Il grappolo è di forma piramidale, alato, di media grandezza e compatto. L’acino è di forma sferica, di colore verde. La polpa è succosa e incolore, il sapore è neutro.
Dalle sue uve vinificate in bianco si produce un vino secco e fresco dal profumo fruttato, vinoso, con sentore di pera Williams, talvolta anche di salvia. Il colore è giallo paglierino chiaro, il sapore leggermente acidulo e sapido, di buon corpo.
In passato la Vitovska era usata principalmente in uvaggi con altre uve bianche locali, quale la Malvasia Istriana; recentemente alcuni produttori hanno “sperimentato” la vinificazione in purezza ottenendo dei risultati apprezzabili.
La Vitovska a seconda della lavorazione si accompagna bene sia ad antipasti magri a base di pesce sia a piatti più complessi fino ad arrivare a carni bianche come il coniglio.
TRIESTE MAREMORJE VITOVSKA 2014 – 8aedizione – Trieste, 6-7 giugno
Venerdì 6 giugno:
ore 15 Apertura ufficiale della Manifestazione
ore 18 – 23 Inizio delle degustazioni presso il Salone degli Incanti con accompagnamento di gastronomia di mare e non solo
Sabato 7 giugno:
ore 18 – 23 Degustazioni abbinate alle eccellenze della cucina di mare a cura dei Ristoratori della Provincia di Trieste
Eventi Collaterali:
Martedì 3 giugno:
Degustazione di Vitovska condotta dal Sommelier Dennis Metz, vincitore del premio di Miglior Sommelier Italiano nel 2012 e vice-Campione Mondiale. In collaborazione con AIS presso l’Hotel NH di Trieste.
Mercoledì 4 giugno:
Convegno dal titolo: Nuovo Piano Regolatore per il Comune di Trieste a confronto con lo sviluppo della viticoltura. Interverranno le personalità del mondo politico strettamente connesse al problema.
Giovedì 5 giugno:
Serata dal tema: “Eroicità a confronto”. I produttori del Carso si confronteranno con alcuni viticoltori provenienti da zone considerate “eroiche” per le modalità di lavoro in vigna come avviene per il Carso.
Presso il Ristorante Devetak di San Michele del Carso.
Domenica 8 giugno:
Cantine aperte – i viticoltori della Provincia di Trieste apriranno le loro cantine per guidare le degustazioni dei loro vini nelle cantine di produzione.
Nel corso dell’intera settimana saranno proposti dei menu a base di piatti di mare in abbinamento al vino Vitovska in tutti gli esercizi della Provincia di Trieste aderenti alla FIPE. Nei giorni 6 e 7 giugno sempre a cura della FIPE saranno curate delle postazioni nell’area adiacente al Salone degli Incanti, lato mare, in cui si potranno gustare piatti di mare tipici della tradizione triestina.
Sponsor dell’evento:
• Main Sponsor – Banca di Credito Cooperativo del Carso (BCC) – Zadrusna Kraska Banka (ZKB)
• Co-organizzatore: il Comune di Trieste con la concessione del Salone degli Incanti
• ERSA (Ente Regionale Sviluppo Agricolo)
L’ASSOCIAZIONE VITICOLTORI DEL CARSO – KRAS
L’Associazione è stata costituita agli inizi del 2013 per riunire i viticoltori che in precedenza facevano parte del Consorzio di Tutela vini Collio e Carso. La scelta di lasciare il precedente Consorzio era maturata dopo aver preso consapevolezza che i due territori, seppure così vicini e per certi versi con tradizioni vitivinicole comuni, presentavano delle problematiche diverse circa la conduzione delle politiche territoriali e che per il Carso si sarebbero resi indispensabili maggiori spazi per poter affrontare adeguatamente i problemi che ne frenano lo sviluppo. Inoltre tutti i viticoltori del Carso hanno delle aziende a conduzione familiare e questa caratteristica artigianale le rende fortemente diverse da un mondo del vino caratterizzato da connotati maggiormente industriali.
LA PRODUZIONE
Il territorio infatti, pur nei limitati spazi oggi a vigneto, poco più di 500 ettari, mentre fino al 1954 ne erano censiti quasi quattro volte tanto, è riuscito faticosamente ad imporre i propri prodotti sui mercati internazionali, puntando sulla qualità degli impianti e su metodi di vinificazione che hanno raccolto consensi unanimi. I prodotti di diversi vinificatori carsolini oggi sono presenti nei migliori ristoranti europei e notevole interesse è riscosso anche in paesi quali gli USA, il Giappone, l’Australia ed il Brasile. Sono molti i produttori che oggi cercano la possibilità di incrementare gli ettari a propria disposizione e vi sono alcuni giovani che desiderano poter incominciare a produrre in modo sufficiente da consentirne l’imbottigliamento, primo passo per affrontare in modo sostenibile le vendite e la conduzione di un’azienda vitivinicola.
IL TERRITORIO
I vini prodotti sul Carso e in genere nella Provincia di Trieste hanno una storia molto vecchia e sono stati apprezzati sin dai tempi dell’antica Roma per la loro bontà. In epoca austriaca Trieste forniva assieme al Collio vini di grande qualità che erano molto apprezzati presso la Corte di Vienna e non solo. Tutto ciò grazie a un territorio vocato alla coltivazione della vite, con un suolo calcareo ma anche ricco di minerali, vigneti che risentono dell’influenza del mare e con clima mediterraneo con buona escursione termica tra il giorno e la notte. Un’aria resa molto pulita dai venti che abbassano il grado di umidità in modo tale da evitare un uso consistente di trattamenti degli impianti.
Generalmente i vigneti sono di piccole dimensioni e molto sparsi sul territorio, generalmente circondati da muretti a secco e dalla boscaglia. Questa tipicità da una parte garantisce la qualità delle uve ma anche rappresenta un fattore di rischio di perdita di prodotto, visti i danni in costante aumento provocati dagli animali selvatici quali cinghiali e caprioli, o semplicemente dagli uccelli che, particolarmente nelle estati siccitose, provocano gravi perdite di produzione.
LA NECESSITA’ DI NUOVI IMPIANTI
Purtroppo si sono persi, nell’arco di 50 anni, quasi mille ettari che fino al primo dopoguerra erano destinati alla coltivazione della vite. L’abbandono delle campagne, la speculazione edilizia con l’espandersi della città e dei comuni della Provincia assieme all’avanzare della boscaglia, hanno fortemente limitato le aree oggi a disposizione. Negli anni poi sono stati posti, da varie amministrazioni pubbliche, dei vincoli paesaggistici che ora impediscono di fatto il recupero di superfici agricole, anche di quelle precedentemente a vite.
ASSOCIAZIONE DEI VITICOLTORI DEL CARSO
Testo di Franca D. Scotti