Il Camping Club Civitanova Marche e il Camper Club Corridonia in collaborazione con l’ amministrazione comunale di Treia organizzano il raduno camper per la Sagra del Calcione e del raviolo 18 – 19 – 20 maggio 2012 a Treia (MC), nuovo comune amico del turismo itinerante e uno dei borghi più belli d’Italia.
Programma di massima
Venerdi 18 a partire dalle ore 18:00 arrivo, sistemazione e registrazione equipaggi presso l’area di
parcheggio riservata sita in zona Borgo (indicazioni in loco)
Sabato 19 Mattina: proseguimento arrivo e registrazione equipaggi.
Dalle 9:00 alle 12:00 visite guidate a gruppi al centro storico (Palazzo comunale e pinacoteca,
Accademia Georgica, Chiesa di San Filippo, Teatro comunale, Duomo, museo archeologico)
Ore 12.00 tutti sotto il gazebo per “ l’aperitivo insieme “ offerto dai club.
Nel pomeriggio dalle 15:00 alle 18:00 visite guidate a gruppi al centro storico (come sopra)
A seguire passeggiata libera e possibilità di cena presso stands gastronomici a prezzo convenzionato
e partecipazione ai festeggiamenti per la sagra con musica e spettacoli.
Domenica 20 Dalle 8:30 alle 9:30 Dolcissimo risveglio… tutti sotto al gazebo per la colazione offerta dai
club. Ore 10.00 presso la sala consiliare del palazzo comunale cerimonia di consegna del
cartello “comune amico del turismo itinerante” da parte di responsabili UCA alle autorità
comunali.
Ore 11:00 S. Messa al Duomo.
Per chi vuole pranzo presso stands gastronomici e, a seguire, partecipazione ai festeggiamenti
per la sagra con musica e spettacoli, poi… con calma… baci e abbracci e arrivederci al prossimo
incontro!
Quota di partecipazione ad equipaggio: € 12,00 * Prenotazione obbligatoria entro il 14/05/2012 o al raggiungimento dei posti disponibili.
Info e prenotazioni: ore pasti 0733/898689 e 339/7727357 Gabriele e Maria – email: campingclubcivitas@alice.it
ore ufficio 0733/434541 – 0733/433300 e 366/8789579 Daniele – email: camperclubcorridonia@libero.it
Le prenotazioni si possono effettuare anche direttamente tramite i siti
www.campingclubcivitanovamarche.com e www.camperclubcorridonia.it
Il programma potrà subire variazioni poiché ancora in fase di perfezionamento. Il Direttivo declina sin da ora ogni responsabilità per quanto possa accadere prima, durante e dopo la manifestazione.
Affrettatevi a prenotare… vi aspettiamo numerosi
Intanto…ecco qualche anticipazione!
Treia Il nome deriva probabilmente dalla divinità greco-sicula Trea-Jana venerata nella Trea romana.
La Storia
380 a.C. circa, il primo insediamento, ad opera dei Piceni o dei Sabini, è lungo un ramo della via Flaminia a circa due km dall’attuale centro storico. Il luogo diventa colonia romana e prende nome da un’antica divinità, Trea.
II sec. a. C., Trea diventa municipio romano.
X sec. (inizio), gli abitanti della Trea romana, per sfuggire ai ripetuti saccheggi, individuano un luogo più sicuro sui colli e costruiscono il nuovo borgo che prende il nome di Montecchio, da monticulum, piccolo monte.
XIII sec., Montecchio si dota di un sistema difensivo comprendente una possente cinta muraria e si allarga fino a comprendere tre castelli edificati su tre colli, Onglavina, Elce e Cassero. Nel 1239 è assediata dalle truppe di Enzo, figlio naturale di Federico II, e nel 1263 da quelle di Corrado d’Antiochia, comandante imperiale che viene catturato dai treiesi.
XIV sec., Montecchio passa alla signoria dei Da Varano e poi a Francesco Sforza.
1447, posta dal Pontefice sotto il controllo di Alfonso d’Aragona, Montecchio viene in seguito ceduta da Giulio II al cardinale Cesi, e da allora segue le sorti dello Stato della Chiesa.
1778, si apre la prima sezione pubblica dell’Accademia Georgica dei Sollevati, importante centro culturale ispirato ai principi dell’Illuminismo.
1790, il Pontefice Pio VI restituisce al luogo l’antico nome di Treia, elevandolo al rango di città.
Il mistero dell’infinito
Per Dolores Prato, poetessa e scrittrice italiana del Novecento, non c’erano dubbi: “Se Giacomo Leopardi fosse stato di Treia, avrebbe sentito lì il mistero dell’infinito”. Non sappiamo con certezza se il celebre recanatese avrebbe condiviso questa impressione, ma è certo che oggi, per i comuni turisti che esplorano il borgo marchigiano, è inevitabile avvertire una vertigine emozionante, data dal connubio di arte, storia, cultura e paesaggio.
Treia, con i suoi 10 mila abitanti e la collocazione pittoresca delle casette, allineate su una stretta sella di arenaria affacciata verso la Valle del Potenza, è una cittadella dal sapore antico e lo spirito vivace, situata in provincia di Macerata, abbracciata da uno scenario naturale suggestivo e da una cinta imponente di mura turrite che evocano il Duecento, ma anche tanti palazzi neoclassici che fanno di Treia un borgo, anzi una cittadina, rigorosa ed elegante, arroccata su un colle ma razionale nella struttura.
L’incanto si dispiega già nella scenografica piazza della Repubblica, che accoglie il visitatore con una bianca balaustra a ferro di cavallo e le nobili geometrie su cui si accende il colore del mattone. E questo ocra presente in tutte le sfumature, dentro il mare di verde del morbido paesaggio marchigiano, è un po’ la cifra del luogo. La piazza è incorniciata su tre lati dalla palazzina dell’Accademia Georgica, opera del Valadier, dal Palazzo Comunale (XVI-XVII sec.) che ospita il Museo Civico e dalla Cattedrale (XVIII sec.), uno dei maggiori edifici religiosi della regione.
Dedicata alla SS. Annunziata, è stata costruita su disegno di Andrea Vici, discepolo del Vanvitelli, e custodisce diverse opere d’arte tra cui una pala di Giacomo da Recanati. Sotto la panoramica piazza s’innalza il muro di cinta dell’arena, inaugurata nel 1818 e poi dedicata al giocatore di pallone Carlo Didimi.
Da Porta Garibaldi ha inizio la salita per le strade basse, un dedalo di viuzze parallele al corso principale e collegate tra loro da vicoli e scalette. Qui un tempo avevano bottega gli artigiani della ceramica. Continuando per la circonvallazione, a destra la vista si apre su un panorama di campi rigogliosi e colline ondulate. L’estremo baluardo del paese verso sud è la Torre Onglavina, parte dell’antico sistema fortificato, eretta nel XII secolo. Il luogo è un balcone sulle Marche silenziose, che abbraccia in lontananza il mare e i monti Sibillini.
Proseguendo per via dei Mille, si attraversa il quartiere dell’Onglavina che offrì dimora a una comunità di zingari, al cui folklore si ispira in parte la Disfida del Bracciale. Dalle vie Roma e Cavour, fiancheggiate da palazzi eleganti che conservano sulle facciate evidenti tracce dei periodi rinascimentale e tardo settecentesco, e denotano la presenza di un ceto aristocratico e di una solida borghesia, si diramano strade e scalinate. Nell’intrico dei palazzi, due chiese: San Francesco e Santa Maria del Suffragio.
E tra di esse, un curioso edificio: la Rotonda. Nei pressi, la casa dove visse Dolores Prato, ricordata da una lapide, e il Teatro Comunale, inaugurato il 4 gennaio 1821 e dotato nel 1865 di uno splendido sipario dipinto dal pittore romano Silverio Copparoni, raffigurante l’assedio di Montecchio. Il soffitto è decorato con affreschi e motivi floreali arricchiti nel contorno da ritratti di letterati e musicisti; la parte centrale reca simboli e figure dell’arte scenica.
Si può lasciare Treia uscendo dall’imponente Porta Vallesacco del XIII secolo, uno dei sette antichi ingressi, per rituffarsi nel verde. Resta da vedere, in località San Lorenzo, il Santuario del Crocefisso dove, sul basamento del campanile e all’entrata del convento, sono inglobati reperti della Trea romana, tra cui un mosaico con ibis.
Qui sorgeva l’antica pieve, edificata sui resti del tempio di Iside. Il santuario conserva un pregevole crocefisso quattrocentesco che la tradizione vuole scolpito da un angelo e che, secondo alcuni, rivela l’arte del grande Donatello.
Affaticati dalla camminata su e già per le vie di Treia, i turisti più golosi possono deliziare il palato con i prodotti squisiti offerti dalle cucine del paese.
Il prodotto più caratteristico è il calcione, un calzone di pasta morbida cotto nel forno, molto diffuso nel periodo pasquale, con un ripieno saporitissimo a base di farina, uova, pecorino, zucchero e olio: il contrasto tra il dolce della pasta esterna e il salato della farcitura è un indescrivibile piacere dei sensi. Da assaggiare anche il ciauscolo, un salame a pasta morbida, e i vincisgrassi cotti al forno, e per completare il pasto con un dolce si può scegliere tra gli scroccafusi e la cicerchiata.
Per degustare simili bontà non c’è occasione migliore delle manifestazioni popolari, che gli abitanti di Treia non si fanno mai mancare. Tra gli appuntamenti più sentiti c’è la cosiddetta “disfida del bracciale”, che si tiene all’inizio di agosto e consiste in una gara, rigorosamente in costume, dello storico gioco del pallone al bracciale. Ma la festa più gustosa è la Sagra del Calcione e del Raviolo che si tiene a metà maggio e unisce la buona cucina allo spettacolo e all’intrattenimento.