Il Camping Club Civitanova Marche in collaborazione con il Comune di Sant’Elpidio a Mare vi aspetta al raduno camper
Raduno di fine estate a Sant’Elpidio a Mare dal 3 al 5 ottobre.
Programma provvisorio del raduno:
Venerdi 3 A partire dalle ore 19:00 arrivo e sistemazione equipaggi nelle aree riservate (via Aldo Moro e zone limitrofe).
Sabato 4 Mattina: proseguono arrivi e registrazione equipaggi.
A seguire visita guidata a gruppi al Centro storico, Pinacoteca Civica “Vittore Crivelli”, Museo della calzatura “Cav. Vincenzo Andolfi”, Torre Gerosolimitana.
Ore 12:00 Tutti sotto ai gazebo per “ l’aperitivo insieme ”.
Pomeriggio, come al mattino, visita guidata a gruppi al Centro storico, Pinacoteca Civica “Vittore Crivelli”, Museo della calzatura “Cav. Vincenzo Andolfi”, Torre Gerosolimitana.
Ore 20:30 Cena insieme, su prenotazione, presso le contrade San Martino e Santa Maria (antipasto, primo, secondo, dolce, acqua, vino ), prezzo da definire.
Domenica 5 Saluto delle autorità presso la sala consiliare.
Ore 11:30 Possibilità di partecipare alla S. Messa presso la Collegiata.
Dopo pranzo, con calma, saluti, baci e… arrivederci al prossimo incontro.
Quota di rimborso spese: 12,00 € ad equipaggio. Prenotazione obbligatoria entro il 28/09/2014 o al raggiungimento dei posti disponibili.
Info e prenotazioni:
Ore pasti ai numeri: 0733/898689 e 339/7727357 Gabriele e Maria;
e-mail: campingclubcivitas@alice.it – Le prenotazioni si possono effettuare anche nella pagina “raduni” del nostro sito: www.campingclubcivitanovamarche.com
L’adesione al raduno implica l’accettazione del programma e delle variazioni che si rendessero necessarie, prima e durante lo svolgimento, da parte di tutti i partecipanti ed esonera gli organizzatori da ogni responsabilità in caso di incidenti, danni e furti che si dovessero eventualmente verificare prima, durante e dopo lo svolgimento del raduno. Il programma è provvisorio e in fase di perfezionamento pertanto potrà subire modifiche.
Qualche notizia su Sant’Elpidio a Mare
Nel cuore delle Marche, a pochi chilometri dalla costa adriatica e sulla collina che domina le valli del Chienti e del Tenna ,sorge Sant’Elpidio a Mare, uno dei centri più noti della Regione non solo per le sue numerose bellezze monumentali ed artistiche, ma anche per la sua vocazione calzaturiera e l’alta qualità dei prodotti realizzati da famose griffes che rappresentano l’Italian Style nel mondo. La città è inoltre molto vivace sotto il profilo turistico e culturale. Tra le varie attività culturali, spicca la “Contesa del Secchio”, rievocazione storica più antica delle Marche che trae ispirazione da “lu jocu de lu puzzu”: un misto di pallamano e pallacanestro giocato tra le quattro Contrade cittadine nella seconda settimana di agosto in centro storico.
Le origini di Sant’Elpidio a Mare, incerte e controverse, si fanno risalire all’antica città romana di Cluana (dal fiume Chienti, Cluentum), distrutta dai Goti nel 410 d.C.
Il nucleo centrale è del sec XI e si sviluppa intorno a quello che venne chiamato “Castello di Sant’Elpidio”, nel territorio di una delle più grandi e potenti abbazie benedettine delle Marche: Santa Croce al Chienti, fondata, secondo la leggenda, dal cavaliere ascolano Lotario, per espiare l’uccisione del padre della sua amata Imelda, che ostacolava il loro amore. Sempre in lotta con i castelli vicini, intorno alla metà del sec. XIII Sant’Elpidio costruisce un porto tra i fiumi Tenna e Chienti (nel 1952 il Porto sarà comune autonomo) e diventa tanto importante da entrare in contrasto con le mire espansionistiche e di potere della vicina Fermo.
Proprio a causa di una politica antifermana viene distrutta quasi totalmente nel 1377 da Rinaldo da Monteverde, tiranno di Fermo, ma gli elpidiensi, già nel 1380, iniziano la ricostruzione sul Colle della Pieve, l’attuale centro storico. Attraversando gli stretti vicoli del centro o passeggiando lungo le antiche mura castellane, si può respirare il fascino di una storia gloriosa. Delle sette porte, che consentivano l’accesso alla città rimangono Porta Canale del sec. XIV, Porta Marina (sec. XIV), imponente struttura difensiva, e Porta Romana, completamente ricostruita in epoca fascista; in Piazza Matteotti si trovano: la Basilica Lateranense della Misericordia, di forme tardo cinquecentesche, che ospita nell’abside tre tele del Boscoli; nel corso del XVIII secolo la Chiesa è stata arricchita con due cantorie lignee, nelle quali sono collocati gli organi del grande Maestro Veneto Pietro Nacchini (1757) e dell’allievo Gaetano Callido (1782); sulla parete di destra domina una tela dell’anconetano Andrea Lilli (1602), che raffigura il Martirio di Santa Marta.
La Torre Gerosolimitana, (sec. XIII), anche detta dei Cavalieri di Malta (perché conserva, sopra l’orologio, la croce ad otto punte dell’Ordine dei Cavalieri di Malta), con i suoi 28 metri di altezza si erge sul punto più alto della città, affiancando la Perinsigne Collegiata di Sant’Elpidio Abate nella principale Piazza Matteotti. Nonostante la posizione strategica e le caratteristiche costruttive, proprie di un’architettura fortificata, svariate ipotesi sul suo utilizzo suggeriscono che la torre non assolva unicamente allo scopo difensivo ma celi piuttosto un simbolismo mistico religioso, legato all’Ordine Gerosolimitano. Nel prospetto principale campeggia infatti una grande croce gemmata in pietra bianca che allude all’ordine militare, rinvenibile anche nella pianta quadrangolare con il tracciamento delle diagonali passanti per il centro. Dall’ingresso laterale sormontato da un bassorilievo raffigurante il Christus Triumphans del XII secolo, la salita continua della scala fino alla cima delle torre diventa una sorta di ascesa spirituale per tutti coloro che la percorrono, in cui ogni gradino corrisponde ad una tappa dell’elevazione a Dio. Arrivato in cima alla battagliera il visitatore potrà così ammirare uno splendido panorama che spazia a 360° dai Sibillini al mare Adriatico.
La Perinsigne Collegiata (sec. XIII), la chiesa maggiore, dedicata a Sant’Elpidio, patrono della città, presenta finestre gotiche con decorazioni in terracotta; l’interno a tre navate racchiude autentici capolavori, tra cui il maggiore altare in stile barocco esistente nelle Marche, realizzato da Angelo Scoccianti (1702) e dedicato all’Annunziata; un’opera del Pomarancio dedicata alla Madonna del Carmine; un pregevole sarcofago romano in marmo greco (IV sec. d.C.), raffigurante una scena di caccia al leone; una tela di Jacopo Palma il Giovane, sul transetto sinistro.
Il Palazzo Comunale (fine sec. XIV), la cui facciata fu ristrutturata prima dal Tibaldi e poi dall’Aleandri, conserva nella sala adiacente quella del Consiglio i ritratti di alcuni elpidiensi famosi. Lungo Corso Baccio si incontrano: il Teatro Luigi Cicconi, realizzato nel 1870 dall’architetto Ireneo Aleandri, che mantiene soltanto la facciata neoclassica e la Chiesa di San Filippo Neri (sec. XVIII), con interno decorato con stucchi policromi e soffitto a volta dipinto, che conserva opere di Nicola Monti e Alessandro Ricci (sec. XVIII).
La Pinacoteca Civica “Vittore Crivelli” è allestita nei due piani del settecentesco convento dei padri Filippini, realizzato dal celebre architetto romano Giuseppe Valadier (17362-1839). Il palazzo è sito al centro della città e conserva le opere più preziose che narrano la storia della cittadina. Il percorso espositivo è composto da tele e manufatti di produzione locale (XVII-XVIII secolo), suppellettili ecclesiastiche in argento (XVI-XIX sec.), varie opere di personalità artistiche del panorama italiano e straniero (Tizianello, Nicola Monti…), tra tutte spiccano gli imponenti polittici di Vittore Crivelli, dove il maestro veneto è riuscito a realizzare opere di grandissimo pregio.
Nella stessa preziosa cornice dell’ex convento dei Filippini è ospitato il Museo della Calzatura intitolato al “Cav. Vincenzo Andolfi” (principale promotore e collezionista dei più importanti pezzi oggi esposti nel museo. Conserva migliaia di reperti di scarpe, forme e utensili per la lavorazione, esposti secondo aree tematiche distinte in tre sezioni. La prima sezione è dedicata alle Calzature di ogni tempo e ogni luogo e documenta la storia delle calzature con esemplari di diverse epoche storiche provenienti da tutte le parti del mondo.
Nella sezione storica sono esposti esemplari davvero unici, dalle riproduzioni dei calzari romani si arriva fino al Novecento. Attraverso un percorso che consente di ammirare calzature e strumenti di ogni epoca, fattezza e provenienza, sono esposte le piccole e colorate scarpe delle donne cinesi, dette “Loto d’Oro” per la forma minuta, data dalla secolare pratica tradizionale della fasciatura del piede; le ottocentesche decolleté francesi, dette “alla Odalisca” per la punta arricciata di derivazione orientale; i tronchetti bicolore da donna americani, detti “alla Charleston” inizialmente indossati dalle ballerine di Charleston dei primi anni del Novecento.
Altri pezzi di notevole interesse in questa sezione sono: il sandalo invisibile del 1947 di Salvatore Ferragamo realizzato con l’innovativo tacco a cuneo e l’originale tomaia di fili di nylon usati per le canne da pesca e le zeppe vertiginose degli anni ’70 di Salvatore Deodato, eclettico ed originale designer siciliano che fino agli anni ’90 ha contribuito alla nascita di nuovi modelli di calzature di tendenza prodotte sul territorio elpidiense e diffuse in Italia e all’estero.
Assai consistente e particolare è la seconda sezione dedicata alle Scarpe dei personaggi famosi, in continua espansione, dove sono esposte le scarpe appartenute ad importanti personalità della sfera religiosa (Papa Leone XXI, Papa Paolo VI, Papa Giovanni XXIII e Papa Giovanni Paolo II), a molti campioni dello sport (tra i quali Gino Bartali, Francesco Moser, Giovanni Trapattoni, Valentino Rossi, Valentina Vezzali, Alessandro del Piero, Roberto Baggio, Yuri Chehi), a vari Premi Nobel (Sir Derek Walcott, Dario Fo) e anche a tanti altri personaggi della politica e dello spettacolo, come Andreotti, Milva, Bobby Solo e il celebre tenore Beniamino Gigli.
La terza sezione Industria calzaturiera marchigiana, è dedicata all’attuale produzione calzaturiera delle industrie locali ed ospita le calzature di notevoli griffe (Tod’s, Lory Blu, Debùt), nonché i prototipi e le calzature realizzate secondo esclusivi studi stilistici che per il loro carattere innovativo hanno vinto numerosi premi in tutto il mondo. Alla fine del percorso è allestita una fedele riproduzione della bottega artigianale del calzolaio con varie tipologie di antichi utensili che venivano adoperati per la fabbricazione a mano delle calzature.