Le mie reminiscenze scolastiche mi fanno tornare alla mente quando, durante l’interrogazione di geografia in prima media, arrivava la domanda di rito che consentiva o negava la promozione in quella materia: “Quali sono gli affluenti del Po?”
E guai a confondere quelli di destra con quelli di sinistra. Era sufficiente tralasciarne uno e l’estate era rovinata.
Ora leggo che gli affluenti del Po sono 141 meno male che la prof., a quell’epoca, non era in possesso della lista completa. Forse sarebbe stato più istruttivo sapere che, ogni anno, insieme con il Po, scendono a valle 42 miliardi di metri cubi di acqua e ogni litro contiene 0,250kg di materiale in sospensione che, in migliaia di anni, ha contribuito alla formazione di tutto il territorio del Polesine, oggi provincia di Rovigo.
Il Polesine più giovane è quello che ospita il Delta del Po, ovvero i cinque rami del fiume che, in Veneto, raggiungono separatamente l’Adriatico: Po di Goro, Donzella o Gnocca, Maestra, Pila e Tolle.
Il Delta del Po, per sua natura paludoso, è sempre stato oggetto negli ultimi secoli di opere di bonifica effettuate per conto sia degli Estensi di Ferrara, sia dei Dogi di Venezia e ciò allo scopo di guadagnare terreni per renderli coltivabili o adibirli alla pesca o alla caccia.
Inoltre, nel 1556, per scongiurare il possibile interramento della laguna, i Veneti deviarono il corso del fiume con il “Taglio di Porto Viro”. Il risultato fu che la laguna di Venezia ne ebbe giovamento, ma il Po che lambiva Ferrara si prosciugò.
Dopo l’ Unità d’Italia (1861) ebbe inizio una bonifica sistematica di tutti i terreni che il fiume aveva sottratto al mare e che oggi fanno parte del Delta del Po polesano e ferrarese.
Entrando nel Delta del Po veneto bisogna appropriarsi di alcuni termini, tra cui le “Isole”che sono i terreni circondati dai rami del Po e anche dal mare, un tempo paludi ora prosciugate e coltivate. Avvicinandoci alla costa adriatica incontriamo le “Valli, sono laghi di acqua salmastra utilizzati per l’allevamento del pesce o riservati alla caccia. Infine, prospicienti al mare, vi sono le “Lagune”, ultimo baluardo di acqua prima del mare aperto che lambisce spiagge spartane, ma accoglienti.
Il Delta ha l’aspetto di un ventaglio dove le nervature centrali sono i bracci del Po che raggiungono il mare. Tutto il territorio si trova sotto il livello del mare ma è interamente fruibile grazie all’ingegno dell’uomo, che ha costruito opere idrauliche, e all’ausilio di quaranta possenti idrovore, utilizzate per il sollevamento delle acque in caso di piena del fiume o per governare i flussi delle acque dolci verso il mare.
Queste “arterie”, dove scorre l’ acqua del PO che hanno già percorso 600 km. sono guardate a vista e difese da possenti argini, i compagni inseparabili dei turisti che desiderano esplorare questo ambiente incontaminato.
Le terre bonificate del Delta sono un sicuro reddito per gli abitanti e un’ importante fonte di benessere per i turisti che vi giungono per vivere a contatto con la natura e praticare sport in un ambiente salubre.
Nel Delta vengono allevati pesci (cefali, orate, branzini, anguille, mazzancolle, boseghe ) che, prelevati dal mare allo stadio di avannotti, non vengono alimentati dall’ uomo ma si nutrono di quello che trovano nella Valle fino a quando, loro malgrado, giungeranno graditi ospiti sulle nostre mense.
In questo territorio vivono 400 specie diverse tra mammiferi, rettili, anfibi e pesci e 370 specie diverse di uccelli autoctoni o migratori. La regina delle valli è l’anatra selvatica che dispone di 8000 ha appositamente gestiti per favorirne la sosta e l’alimentazione: il suo destino finale è la pentola. Nelle annate 2009/11, ne sono stati censiti dodicimila esemplari (Veneto Agricoltura), e si sono contati diecimila individui di folaghe e nel 2011 novantamila anatidti (Prov. di Rovigo).
Nonostante l’attenzione dell’uomo nel salvaguardare questo ambiente, nel 1951 e 1966, a seguito di eventi atmosferici catastrofici ed allora imprevedibili, gli argini cedettero causando gravi nocumento al territorio e alla popolazione. Ma questa è oramai “acqua passata”. In pratica il Delta del Po è diventato un’ oasi naturalistica che, per dimensioni, è la più ampia del nostro continente ed è il non plus ultra per chi predilige il birdwatching.
Noi possiamo prendere confidenza con il Delta in automobile, a piedi, in bicicletta (è il mezzo ideale), a cavallo, in barca, in canoa o navigando nei rami del Po lungo le valli, nei canali di collegamento che circondano le Valli e nella laguna, fino a giungere al mare.
Nel 1997 è stato istituito il Parco Veneto Delta del Po che ha una superficie 12 mila ha (parcodelpo.org-Polesineterradeiduefiumi.it )
Chi si inoltra in questo Parco riacquista la consapevolezza dell’infinito e l’occhio finalmente si riappropria dell’orizzonte. L’aria è pulita, tersa, non si odono più quei rumori assordanti che quotidianamente ci propina la collettività, sostituiti dallo sciabordio dell’acqua e dal sussurrio dei volatili che volteggiano nel cielo.
Passare un fine settimana nel Delta veneto dovrebbe essere sovvenzionato come lo sono le Cura Termali! Nel Delta il benessere non si acquisisce da acque termali che sgorgano dal sottosuolo ma dalla miriade di essenze naturali che la flora silenziosamente elargisce e dall’aria carica di ossigeno non inquinato che entra nei polmoni.
Qui l’occhio si riposa non più ossessionato dagli ostacoli artificiali che si ergono negli agglomerati urbani, ma finalmente incontra l’orizzonte e il cervello non viene bersagliato dalle onde che si ricevono dagli schermi piatti da cui siamo tutti un po’contaminati . Il Delta va visto come un immenso anfiteatro naturale da sfruttare quando si vuole intraprendere un percorso WELLNESS per la propria crescita salutistica.
Quando era in auge la Repubblica di Venezia e gli Estensi governavano a Ferrara, nel Delta sorsero ville signorili che ospitavano gli ozi delle famiglie blasonate, all’epoca influenti e dettavano legge. Molte ville sono rimaste: alcune si possono solo ammirare da lontano , altre visitare e altre ancora sono utilizzate per ospitare i turisti.
A proposito di ricettività, nel Delta non mancano certo gli agriturismi, i bed and breakfast, i campeggi e i piccoli alberghi confortevoli ( e non formicai). La residenza più blasonata che offre un ‘ ospitalità familiare, non artificiale, ma raffinata, la troviamo presso l’agriturismo Villa Zen.
Varcata la soglia di casa, visti gli arredamenti ottocenteschi, accolti dalla proprietaria che parla con spiccato accento irlandese e appreso subito che qui soggiornò Lord Byron nell’intento di inseguire amori impossibili, è facile dedurre che siamo alla presenza di ospiti e di un’ospitalità fuori dalle righe, abbordabile e seducente.
Ora, noblesse oblige , questa dimora viene frequentata dai potenti della terra, ma anche da ciclisti che portano la bici in camera da letto. Le Valli del Delta del Po sono certamente un argomento seducente per chi ama il turismo e non disdegna cimentarsi in escursioni con speciali barche a fondo piatto che pescano pochissimo, pratiche per muoversi sui fondali anche molto bassi circondati da canne palustri che inseguono i percorsi d’acqua.
Le guide naturalistiche che accompagnano i turisti in queste escursioni diurne, ma anche notturne, svolgono un compito prezioso : individuano dal volo e dalle piume tutti i volatili, riconoscono le piante che prosperano nel Delta e sono maestri nel raccontare le vicissitudini storiche di questo fantastico fiume domato dall’uomo, ma alle volte indomabile al cospetto della natura.
Nel Delta le piste ciclabili conclamate abbondano al pari di quelle non segnalate, ma ugualmente percorribili: non è una pecca, il ciclista avveduto o il ciclista che noleggia sul posto la bici può sempre chiedere la collaborazione di guide locali e, comunque, nel Delta nessuno si è mai perso.
Molteplici sono le opportunità turistiche di cui dispone il Polesine. Sarebbe riduttivo illustrare percorsi prestabiliti che certamente darebbero una visione soggettiva e parziale di questo territorio già abitato da etruschi e romani. Meglio segnalare alcune priorità e lasciare il turista libero di organizzarsi un itinerario in riferimento al tempo a disposizione, ai propri interessi di carattere culturale, ambientale, sportivo, salutistico che desidera soddisfare visitando il Polesine e ai mezzi con i quali ritiene spostarsi .
Nell’Alto Polesine (tanto per intenderci, è quello più antico e quindi più lontano dal Delta del Po) vi sono due paesi che, è proprio il caso di dirlo, hanno fatto il giro del mondo: sono Melara e Bergantino, i paesi che hanno dato i natali ai primi giostrai d’Italia ( siamo nel 1929). Oggi in questo distretto industriale prosperano 100 aziende leader mondiali del settore.
Un tempo, durante le feste natalizie, ai giardini della Montagnola di Bologna giungevano i “baracconi ” (noi così chiamavamo giostre e giostrai) che occupavano tutta l’area circolare del parco: all’ esterno si disponevano i gabbiotti del tiro a segno e quelli dei giochi di abilità o di forza , mentre la vasta area interna era appannaggio delle giostre, degli autoscontri,della montagna russa,( ottovolante) ,del” calcio in culo” del labirinto con gli specchi, del giro della morte, e degli aerei volanti (i precursori delle guerre stellari).
Ricordo ancora che tutti gli anni, il pomeriggio del giorno di Santo Stefano, racimolata la decima, rimpinguata dalle regalie delle zie, la meta agognata era la Montagnola, dove tutto il mio avere transitava direttamente nelle mani dei giostrai, perchè grande era la felicità di pilotare a più riprese le autovetture dell ‘ autoscontro o percepire il brivido dei giri sulle montagne russe e guerreggiare con gli aerei in volo,cose queste che fanno sorridere i giovani di oggi. Gli umili giostrai di un tempo oggi sono diventati degli imprenditori che inventano, producono e vendono giochi sofisticatissimi che vanno nei parchi divertimento di tutto il mondo.
A Bergantino vi è il “Museo della Giostra” che ne racconta la storia, dai primordi fino ai giorni nostri e fa bella mostra di pezzi autentici. Visitare il museo è un tuffo nel passato, nel mondo dei divertimenti nati allora per emozionarci e regalarci alcune ore di allegria, sensazioni che si percepiscono ancora oggi.
Rovigo si trova nel Medio Polesine, tra il Po e l’Adige. Nel centro storico di questa importante città, dapprima estense poi passata alla Repubblica Veneta , si trova il Palazzo Roverella ( 1477) che ospita in permanenza la prestigiosa “Pinacoteca dei Concordi” dove si possono ammirare, tra l’altro, tele del Tiepolo, del Piazzetta , di Longhi e il polittico in terracotta di Michele da Firenze proviene dalla Parrocchia di Raccano (Polesella).
Ogni anno dal 2006 vengono allestite nel palazzo mostre tematiche sulla pittura della fine dell’ottocento e inizio novecento. Quest’anno la mostra ha per i titolo “L’ossessione Nordica”.Gli organizzatori hanno selezionato ed esposto 120 capolavori di pittori nordici e italiani, tra cui opere di Bocklin, Kimt , Munnch e De Chirico.
Per un aperitivo nella centrale Piazza Vittorio Emanuele è d’obbligo l’antico Caffè Franchin. La prossima mostra inizierà il 19 ottobre 2014 e terminerà il 12 gennaio, avrà per titolo ” I MAI VISTI “, racconterà l’arte attraverso capolavori inediti dal ‘400 al ‘900.
Il Basso Polesine o Delta del Po è la parte più giovane del Polesine, quella che si insinua nel mare. Ca Vendramin ospita un raro reperto di archeologia industriale: l’edificio che ospita le mastodontiche idrovore a vapore e il “Museo Regionale della Bonifica” Bonifica dove viene scandita la storia su come nasce e viene con costanza difeso questo territorio un tempo mare.
La Sacca degli Scardovari è la più grande laguna del Delta, compresa tra le foci del Po di Gnocca e del Po di Tolle (perimetro 20 km).Vi sono ospitati allevamenti di cozze e vongole che si possono raggiungere in barc per vedere e conoscere da vicino il ciclo produttivo di questi succulenti mitili, unici in Italia ad essere stati riconosciuti DOP (Denominazione di Origine Protetta).
Il più importante mercato ittico del Delta si svolge alle foci del Po a Porto Pila, località che si può raggiungere da Porto Tolle (si trova tra il Po di Goro e il Po della Pila), in barca: due ore oppure in bicicletta: un’ora. Nel paese di Polesella( 13 km da Rovigo) ,con una guida e utilizzando la bicicletta si raggiungono chiese e oratori presenti fin dall’epoca Romana, palazzi e ville venete non sempre menzionati nelle guide ma non per questo meno importanti.
Segnaliamo: Villa Ca’ Morosini, Palazzo Grimani, Villa Ca’ Rosetta, Parrocchia romanica di Raccano, Oratorio B.V.della Salute e Chiesa del Rosario,Villa Ermellini, Villa Selmi, il Municipio, già convento degli agostiniani, e l’oratorio di San Mauro.
Informazioni turistiche
A chi rivolgersi per Escursioni nel Delta, per cimentarsi in Pescaturismo, Birdwatching, Fotografia naturalistica : Burriani Alberto – Cell. 338 9730072 escursioninedelta@yahoo.it.
Dove pernottare:
Occhiobello : Hotel Unaway – tel. 0425 750767 – unawayhotel.it
Taglio di Po: Tessarin Hotel – tel .0426 346347 – hoteltessarin.com
Dove rifocillarsi:
Porto Tolle : Aurora di Ca’ Dolfin (Antico Casone di caccia, tempio del pesce tra cui l’ anguilla)
Tel. 0425 384240 – ristoaurora@libero.it
Polesella : Ristorante Belvedere di Mazzetti (consigliato dall’ Artusi) Corso Antonio Gramsci 16 – tel.: 0425 4441 09
Porto Tolle: Ristorante Marina 70 (specialità pesce).Via Belvedere n 2 – tel .0426 708022 ristorantemarina70@alice.it
Testo e foto: Selleri Lamberto