Andrea (49), Antonella (45), Alessandro (11) ed Elena (8) ci raccontano il loro viaggio fatto con il loroRoller Team Granduca 64 dal 14 al 30 agosto 2008.
Si parte giovedì 14 agosto alle 19.00 da Spinea (Ve), il programma di viaggio prevede un paio di giorni a Parigi, la Normandia (limitatamente ai luoghi dello sbarco) e la Bretagna. Sono tutti posti che avevamo già visitato qualche anno fa, ma senza bambini e non in camper, che vorremmo rivedere molto volentieri, in un contesto familiare completamente diverso.
Viaggiamo molto durante la notte, mentre i ragazzi dormono, io mi sono concesso 5 ore di sonno nel parcheggio di un’area di servizio, assieme ad altri camperisti che avevano avuto la stessa idea. Quando i ragazzi si risvegliano siamo già in Francia, dove siamo entrati attraverso il tunnel del Frejus. Alle 8.30 sostiamo a far collazione, tutti assieme, nel parcheggio di un centro commerciale, dove approfittiamo per fare il pieno nell’annesso distributore (un consiglio: in Francia conviene rifornirsi presso i numerosissimi centri commerciali, dove il gasolio costa oltre il 10% in meno rispetto ai distributori che si trovano lungo strade e autostrade).
Alle 17.30 siamo a Parigi davanti al Camping Bois de Boulogne, il più vicino alla città e comodo alla stazione metro. Purtroppo una signorina all’accoglienza ci informa che il campeggio è completo, ma è molto gentile nell’indirizzarci al Camping Paris Est, il quale però si trova a 25 Km da li, in una cittadina dell’hinterland parigino che si chiama Champing sur Marne, logisticamente più scomodo, ma comunque ben servito dai mezzi di trasporto che portano fino a Parigi: c’è un bus ogni 15 minuti che fa capolinea proprio sul piazzale del campeggio e che in 15 minuti arriva alla stazione RER, la quale in altri 20 minuti arriva in centro città.
Ovviamente non si può pretendere di visitare Parigi in due giorni, tenendo conto però che la maggior parte dei musei e monumenti noi adulti li avevamo già visitati a suo tempo, effettuiamo una visita sommaria della città, passeggiando per le principali vie del centro e soffermandoci sui luoghi più classici. Visitiamo Notre Dame, passeggiamo sui giardini del Louvre, su Les Invalide, sui Champ Elisèe, visitiamo l’Arc de Triofe, saliamo sulla Tour Eiffel, visitiamo la chiesa del Sacro Cuore e la vicina Monmatre.
Il 18 agosto si parte per la Normandia e verso le 16.00 arriviamo ad Arromanches les Bains, uno dei principali punti di interesse lungo l’itinerario dedicato allo Sbarco in Normandia. Il paese si affaccia su un’ampia spiaggia dove si assiste al classico gioco delle maree e dove sono ben visibili i resti dei porti artificiali costruiti dagli alleati a tempo di record nei giorni dello sbarco. Ad Arromanches visitiamo il museo dello sbarco che, con documentazioni, materiale vario e plastici, illustra dettagliatamente le maestose operazioni militari che avevano interessato quella zona. All’interno del museo e’ possibile dedicare un quarto d’ora alla visione dei filmati originali (in italiano) che rievocano l’avvenimento.
19 agosto. Dopo aver passato la notte in un parcheggio riservato ai camper assieme ad una ventina di altri mezzi, partiamo alla volta di Colleville sul Mer, che si trova ad una decina di chilometri, per visitare il cimitero americano. Il luogo è solenne e incute un profondo rispetto alla vista di quelle migliaia di croci bianche, su prato verde, con l’oceano sullo sfondo e la sottostante spiaggia di Omaha Beach. All’ingresso del cimitero c’è un museo, gestito sempre dagli americani, che raccoglie documenti e filmati originali su quei giorni di battaglia.
L’itinerario lungo i luoghi dello sbarco prosegue poi a Vierville sul Mer ed a Point du Hoc, quest’ultima molto interessante perchè ha conservato intatte le trincee e le postazioni tedesche dell’epoca.
La giornata si conclude con la visita di S.te Mere l’Eglise, è l’unico tra i luoghi visitati a non trovarsi lungo la costa. In questa zona si erano lanciati i paracadutisti e si narra che uno di essi è rimasto impigliato col paracadute sul campanile della chiesa e si è salvato perchè si è finto morto. Il paese ancora oggi continua a ricordare l’avvenimento con un manichino appeso al suo paracadute, impigliati su una guglia del campanile.
Alle 19.00 lasciamo definitivamente i luoghi dello sbarco e ci dirigiamo verso Le Mont St. Michelle.
20 agosto. Arriviamo al parcheggio di le Mont St. Michele alle 8.30, dopo aver passato la notte a pochi Km dal paese, assieme ad altri camper, in un parcheggio.
Entriamo a le Mont St. Michele prima delle 9.00 e c’è già molta gente. Percorriamo la via principale fino all’ingresso del monastero, dove però decidiamo di non entrare, scoraggiati dalla lunga fila alla biglietteria, ma anche perchè lo avevamo visitato qualche anno fa e i ragazzi non ci sembrano particolarmente interessati alla cosa, così continuiamo a passeggiare per l’isola, che diventava sempre più affollata, acquistiamo qualche souvenir su uno dei tanti negozietti attira turisti e quando alle 11.00 usciamo, c’e’ una grande fila di persone solo per entrare dentro le mura dell’isola, i parcheggi sono pieni e c’e’ una colonna di auto in entrata lunga qualche chilometro.
Vista così, le Mont St. Michele non ci suscita grandi emozioni, essa appariva più suggestiva la notte prima, quando nell’arrivare in zona la si vedeva tutta illuminata, ma di giorno, con la folla che la invade, le migliaia di auto parcheggiate intorno, ma anche l’organizzazione commerciale che la circonda, volta a rievocare artificialmente il passato del luogo, deturpano la bellezza del posto e lo rendono meno interessante di altri siti della Normandia e della Bretagna.
Da Le Mont St. Michele partiamo alla volta di St. Malo, che dista a poco più di 50 Km. Dopo aver fatto un po’ di spesa ad un supermercato e pranzato sul relativo parcheggio, alle 15.00 arriviamo a St. Malo e, dopo aver girato per quasi un’ora alla ricerca di un parcheggio, decidiamo di entrare in un campeggio”Camping la Cité d’Alet”, che si trova ad un paio di Km dal centro, quindi scarichiamo le bici e andiamo in città.
St. Malo è molto bella, animata ed accogliente, piena di negozi, ristoranti, bistrot ed angoli caratteristici. Dopo aver girato per le vie del centro saliamo sulle mura che circondano la città e le percorriamo tutte, godendoci lo splendido panorama.
21 agosto. Partiamo da St. Malo verso le 10.30 (questa volta ce la prendiamo comoda), per dirigerci verso Cape Frehel, dove parcheggiamo nei pressi del faro, in una zona dedicata ai camper, dove però non ci si può fermare la notte. La vista di Cape Frehel è decisamente suggestiva, al di là del faro si estende il promontorio con scogliere a picco sul mare e una serie di sentieri, alcuni dei quali scendono fino al mare.
Dopo il pranzo si fa un’ultima passeggiata tra le rocce e qualche altra foto, poi si riparte in direzione Ploumanach, dove arriviamo in tarda serata, dopo una breve visita alla cittadina di Treguier e dopo aver cenato in un ristorante di Perros, vivace località balneare a 6 Km da Ploumanach. Per la notte ci fermiamo in un’area di sosta a Tregastel (2 Km dopo Ploumanach).
22 agosto. Andiamo a Ploumanach in bici. Il paese è famoso per la costa del granito rosa, che si percorre attraverso il Sentiero dei Doganieri, in un ambiente suggestivo e rilassante, favorito nel nostro caso da una bella giornata di sole. Arriviamo con le bici a ridosso dello splendido faro, che lo si trova fotografato su tutte le riviste e depliant turistici che parlano della Bretagna. Il percorso del sentiero si estende lungo una costa bassa, tra rocce levigate e di uno strano color rosa, che le rende effettivamente molto particolari e caratteristiche per quel luogo.
Nel pomeriggio cambiamo versante della Bretagna e ci dirigiamo a sud, verso la penisola di Crozon, dopo esserci fermati per una breve visita all’omonimo paese (che non è nulla di particolare), raggiungiamo l’inquietante punta di Pen Hir, un’enorme spuntone di roccia a picco sul mare, con panorami mozzafiato e strapiombi vertiginosi.
Dopo la visita parcheggiamo il camper in un’area di sosta a due Km dalla punta, dietro il parcheggio scopriamo un paesaggio stupendo, che contrasta enormemente con quello aspro (ma al tempo stesso affascinante) della punta, costituito da colline di prato verde e rasato che gradualmente raggiungono il mare, dove si trova una bella spiaggia di sabbia finissima, dalla quale si vedono, a circa due Km, gli strapiombi di Pen Hir.
23 agosto. Vista la bellezza del posto decidiamo di passarvi tutta la mattinata, di andare giù alla spiaggia a goderci un po’ di tranquillità, in un ambiente naturale sicuramente per noi poco usuale.
Ma in poco tempo, il bel sole apparso in mattinata si copre da grosse nuvole, il cielo si fa plumbeo e l’aria piuttosto fredda, così rimaniamo in spiaggia meno del previsto e verso le 11,30 partiamo alla volta di Point du Raz. Lungo la strada ci fermiamo a Loconan, tipico paesino bretone con caratteristiche case in granito e chiesa del XV secolo
Nel pomeriggio arriviamo a Point du Raz, dove c’è un parcheggio a pagamento con la possibilità di passare la notte. Il parcheggio è inserito nel contesto di un piccolo complesso immobiliare, dotato di negozi, snack bar e un ufficio informazioni. Tutto questo non impatta particolarmente con l’ambiente perché la punta è ancora piuttosto lontana, la si può raggiungere con un comodo sentiero che si percorre in 20 minuti o, per chi volesse, con un bus navetta gratuito messo a disposizione dall’organizzazione turistica del luogo.
Percorriamo a piedi il sentiero che porta alla punta, nel frattempo il tempo è molto migliorato, è apparso il sole ed il cielo azzurro esalta il colore del mare in un suggestivo ambiente naturale fatto di falesie e scogliere scoscese. L’immancabile faro è collocato in un isolotto subito dopo la punta, anch’esso presente su molte cartoline, dove di solito lo si vede col mare in tempesta e le onde che si infrangono su di esso.
24 agosto. Ci svegliamo a Point du Raz, gli unici rumori sono quelli del mare e dei gabbiani. Alle 8.00 percorro in solitudine il sentiero che porta alla punta, allo scopo di fare qualche foto in piena tranquillità. La folla del giorno prima non c’e’ più, ci sono solo io e un signore che passeggiava assieme al suo cane, con il quale ovviamente troviamo naturale salutarci. Vista così Point du Raz si presenta con un altro fascino ed io soddisfo la mia voglia di fotografare, spingendomi, forse con un pizzico di azzardo, anche un po’ in là nel costone roccioso, oltre il limite consigliato dai cartelli. Al mio rientro in camper il resto della famiglia ha già fatto collazione, scarichiamo le bici e, tra le proteste dei ragazzi, andiamo a Point du Van, l’altra grande punta del promontorio.
La strada non è particolarmente lunga, ma ci sono salite ripide. Point du Van appare ancora più selvaggia della vicina Point du Raz, ed ha numerosi sentieri da percorrere a piedi lungo la costa con splendidi panorami. Rientriamo in camper verso le 13,30 e decidiamo di mangiare i tipici piatti di pesce su un ristorantino vicino al parcheggio.
Nel pomeriggio ripartiamo, alla volta di Point de Penmarc’h. A pochi Km da Point du Raz, in direzione sud, percorriamo una stupenda strada costiera che ci offre la vista di un suggestivo contrasto di colori, tra una costa di spiagge bianche e l’azzurro intenso del mare. A quel punto decidiamo di parcheggiare il camper e scendere giù in spiaggia a giocare un po’ coi ragazzi.
Ripartiamo verso la nostra meta, passando prima a visitare la città di Quinper e la sua bella cattedrale, che però sembra essere l’unica vera attrazione della città. Lasciata Quinper ci dirigiamo verso Point de Penmarc’h, con l’intenzione di passare la notte su una delle aree di sosta che normalmente si trovano nei pressi di punte e promontori.
Purtroppo non ne troviamo nemmeno una e la zona sembra non avere nulla di particolarmente attraente, specie se paragonata a quanto abbiamo visto finora, così giriamo il camper e ci dirigiamo verso la località balneare di Benadet, con l’intenzione di fermarci in un campeggio e riposarci un paio di giorni.
Giunti a Benadet, scopriamo che il luogo non soddisfa le ns. aspettative, così proseguiamo un po’ a caso lungo la costa senza però trovare qualcosa di particolarmente interessante. Alle otto, stanchi, delusi e un po’ confusi, decidiamo di fermarci in un’area attrezzata trovata lungo la strada, per ripartire l’indomani mattina alla volta della penisola di Quiberon.
La mattina del 25 agosto partiamo molto presto, arriviamo alla penisola di Quiberon verso le 9.00 ed entriamo al camping Les Sables Blanches. È un campeggio molto grande, situato direttamente su una spiaggia sabbiosa, frequentato quasi esclusivamente da francesi e con un’alta presenza di stanziali, la temperatura e’ piuttosto bassa e scoraggia chiunque dal mettere un piede in acqua.
Per noi italiani, abituati alla grande varietà di spiagge balenabili offerte dagli 8.000 Km di coste che offre il nostro paese, questo posto non ci dice proprio niente. Tuttavia, dopo 10 giorni di viaggio a ritmi frenetici, dopo aver visitato luoghi splendidi e molto diversi tra loro, in questo momento abbiamo tutti bisogno di fermarci un attimo a vivere qualche momento di quiete. Così trascorriamo una giornata di tutto riposo, fatta di giri in bici, minigolf, ping pong e passeggiate sulla spiaggia.
26 agosto, il tempo è brutto e la vacanza sembra arrivata ad un punto morto. Tutto quello che ci siamo prefissati di visitare in Bretagna lo abbiamo visitato. All’inizio del viaggio avevamo pensato che, giunti a questo punto dell’itinerario, qualora avessimo avuto ancora qualche giorno a disposizione, saremmo scesi verso la zona de La Rochelle, ma scoraggiati dal maltempo, decidiamo di cambiare itinerario e dirigerci verso la Valle della Loira (anch’essa già vista in passato), per visitare qualche castello.
La scelta è stata azzeccata. Partiamo dalla penisola di Quiberon alle 11.00 per dirigerci verso Saumur, dove arriviamo nel tardo pomeriggio sotto uno splendido sole e un cielo azzurro.
Il castello di Saumur non è grandissimo, ma è molto bello e domina la cittadina affacciata sulla Loira. Purtroppo non lo si può visitare all’interno perché stanno facendo dei lavori, così ci accontentiamo di fotografarlo dalle varie angolature e di girare un po’ per i suoi giardini.
Passiamo la notte a Saumur, in riva alla Loira, assieme ad un’altra decina di camper.
27 agosto. Partiamo da Saumur e proseguiamo l’itinerario dei castelli verso Azay le Rideau, dove si trova un altro castello che questa volta visitiamo anche all’interno. Esso però si presenta un po’ spoglio e, a mio avviso, non vale il prezzo del biglietto. Nel pomeriggio partiamo verso Chenonceaux, dove pernottiamo in un campeggio sulla riva della Loira, con l’intenzione di visitare il castello il giorno seguente.
28 agosto. Il castello di Chenonceaux è imponente e affascinante, ci presentiamo alla biglietteria verso le 11.00, ma c’è una fila interminabile di gente, così decidiamo di riprovare più tardi, immaginando che poi molti vadano a pranzo. Ritorniamo un’ora dopo, ma la fila è ancora più lunga, quindi decidiamo di lasciar perdere e di proseguire verso Chambord, con l’intento, dopo la visita, di avviarci verso casa.
Il castello di Chambord è stupendo e ben organizzato, anche per i camper, che possono sostare la notte nel suo parcheggio recintato. Il castello è molto grande e si trova al centro di un parco immenso. Anche il suo interno è particolarmente interessante, per la sua architettura, per i suoi arredi, per le testimonianze dei vari re che vi sono vissuti e per i personaggi illustri che ha ospitato, tra cui Leonardo da Vinci.
Visitato il castello ed il relativo parco, partiamo per dirigerci verso casa e, dopo una serie di decisioni sbagliate, dettate dal desiderio di rendere meno pesante ai ragazzi il lungo viaggio, trascorriamo la peggiore notte di tutta la vacanza. Partiti alle 18.00 da Chambord, sarebbe stata nostra intenzione fermarci per la notte a Bouges, per poi risvegliarci al mattino presto e percorrere più Km possibili mentre i ragazzi dormono. Ma a Bouges non troviamo alcuna area di sosta, né un posto apparentemente sicuro in cui trascorrere la notte. Ripartiamo pertanto verso sud e alle otto ci fermiamo nel paesino di Blet, sostando nella piazzetta della chiesa accanto ad un altro camper. Mentre ci accingiamo a cenare ci accorgiamo che nel camper accanto al nostro c’erano degli zingari.
Dopo cena ripartiamo e verso le 23.00 ci fermiamo nella città di Mochins, dove e’ segnalato un campeggio, che ovviamente è chiuso. Decidiamo pertanto di sostare fuori del campeggio, si tratta però di un posto isolato, alla periferia di una città e buio. Dopo aver visto due auto e un motorino che si aggiravano intorno al camper, a mezzanotte decidiamo di ripartire.
Dopo una trentina di Km usciamo dalla superstrada e ci dirigiamo verso un paesino di cui non ricordo neppure il nome, il posto è tranquillo e sufficientemente sicuro, ma l’agitazione che ci ha preso nelle ore precedenti ci fa trascorrere la notte completamente in bianco.
29 agosto. Al mattino partiamo presto e verso le 10.00 arriviamo a Chambery, a circa 100 Km dal confine italiano. La città è carina, la visitiamo e andiamo a pranzo in un ristorante dove mangiamo molto bene. Dopo il pranzo rientriamo in camper, posteggiato in un’area di sosta, ci riposiamo un po’ e nel tardo pomeriggio partiamo verso l’Italia. Alle otto ci si ferma al passo Moncenisio, nel contesto di uno splendido paesaggio alpino, dove sono già parcheggiati alcuni camper. Passiamo una notte tranquilla, dimenticandoci l’incubo di quella precedente.
30 agosto. Ci svegliamo senza fretta e facciamo colazione. A metà mattina partiamo per dirigerci verso casa, dove arriviamo verso le 16,30.
NOTE
Tra chi viaggia in camper, è noto che la Francia è tra i paesi più accoglienti e organizzati per questo tipo di vacanza. In particolare però, io credo che la Bretagna e la Normandia siano in grado di soddisfare le aspettative dei camperisti più esigenti. Perché queste regioni sono dotate di molte aree di sosta, altre aree di sosta vengono improvvisate dal primo camper che si ferma, perché poi cominciano a fermarsene altri e durante la notte quel posto si riempie. In questi posti ci si sente sicuri, i divieti sono pochi e la gente non si lamenta dei camper. In quasi tutti i paesi si trovano impianti di carico e scarico: dietro la chiesa del paesino, lungo una strada, nel parcheggio di un supermercato. Ci sono campeggi ovunque, molti sono municipali, forse un po’ essenziali rispetto ai villaggi turistici che spesso siamo abituati a vedere, ma dotati di tutte le strutture, ben custoditi e costano come le aree di sosta che si trovano qui da noi.