Un territorio prettamente agricolo dove le antiche tradizioni agresti e culturali sono ancora molto vive e sorprendenti con prodotti della terra naturali ed autentici.
La Tuscia si identifica sostanzialmente con l’intero territorio della provincia di Viterbo, con piccoli territori estesi nella bassa Maremma Toscana ed a nord della provincia di Roma.
Anticamente il territorio della Tuscia era detto Etruria, ed i suoi abitanti erano detti Etruschi.Con l’annessione del territorio allo stato Romano il nome Etruria venne cambiato con Tuscia. L’incredibile varietà di risorse storiche e ambientali hanno fatto si che la Tuscia sia meta prescelta da molti turisti ed il dato delle presenze è veramente sorprendente perchè segna una costante crescita che nel 2011 ha evidenziato un più dodici percento ed il primo semestre dell’anno in corso in trend di crescita è costante.
Tale crescita è dovuto anche dalle numerosissime iniziative che si tengono durante tutto l’anno, con eventi unici e singolari a tema che tengono conto dei vari periodi e della stagionalità. Molte sono le strutture ricettive nella zona che accolgono e coccolano i turisti in vacanza, offrendo piatti tipici e ospitalità d’altri tempi ed altrettanto numerose sono le aree di sosta e parcheggio per i veicoli ricreazionali itineranti, sosta peraltro consentita liberamente ovunque anche per il pernottamento, con limitazioni e regolamentazioni solamente nei centri principali ed a maggiore densità turistica.
Visitare e scoprire la Tuscia significa vivere in un territorio ricco di storia e cultura, momumenti e tradizioni, di paesaggi e valori ambientali ancora incontaminati e godere della grande disponibilità ed ospitalità e cortesia dei suoi abitanti e di tutti gli operatori turistici e non e godere dell’ottima cucina e dei veramente unici ed autentici prodotti di qualità del territorio. Riteniamo interessante porre in evidenza che attualmente la percentuale di popolazione impegnata in attività produttive agricole è nettamente superiore alla media nazionale, nell’industria lavorano invece meno persone, rispetto alla media nazionale; nel settore terziario, in cui è impiegato il 58-60 % della popolazione attiva, si assiste ad attività legate più ai settori amministrativo e commerciale, che in servizi ad alta tecnologia.
Oltre alla produzione agricola, per il piccolo imprenditore viterbese, l’alternativa si è diretta quasi sempre verso il commercio, aspetto evoluto della produzione agricola stessa. Le previsioni di sviluppo economico del territorio denotano le scarse possibilità del settore industriale, sia per la saturazione del mercato occidentale, che per il difficile insediamento di grandi complessi industriali sul territorio, data la sua morfologia. Si può prevedere un relativo sviluppo del settore artigianale, che contribuirebbe solo parzialmente allo sviluppo economico.
Il dato che ci interessa è quello relativo all’Agricoltura, le cui attività produttive registrano un andamento triplicato rispetto a quello nazionale, anche se in continuo ribasso. Il fatto che l’Agricoltura abbia caratterizzato la principale attività dell’uomo sul territorio, ne ha fortemente condizionato l’aspetto: non può sfuggire, anche al visitatore più distratto, la presenza di grandi campi coltivati e di “mosaici” di colture di piccoli proprietari, in cui si alternano vigneti ad uliveti, orti e frutteti.
La mancanza di grandi urbanizzazioni, di grandi insediamenti industriali, il paesaggio ora dolce e collinare, ora boscato e talora impenetrabile, costituiscono un grande valore paesistico, che si aggiunge alle numerose risorse naturalistiche e culturali della Tuscia. I luoghi, i paesaggi, le città e paesi della Tuscia sarebbero tutti senza distinzione da visitare, le strade ed i sentieri da percorrere, le numerose riserve naturali. Vi consigliamo di dedicare almeno una intera settimana o in alternativa dedicare diversi finesettimana durante tutto l’anno approfittando delle varie iniziative in calendario e della feste e sagre tutte veramente interessanti.
L’itinerario ognuno di voi se lo può realizzare come meglio crede a seconda che provenga dal nord o dal sud o dall’est dell’Italia, ogni luogo è veramente sorprendente ed incantevole.
Tutte le località meritano certamente una visita, ma riteniamo che sia assolutamente da vedere il capoluogo Viterbo definita da secoli la città dei Papi, in memoria del periodo in cui la sede papale fu appunto spostata in questa città che ancora porta i segni di quel fasto, pur avendo origini ancora più antiche.
La “Città dei Papi”, capoluogo di antica origine etrusca e di grandi tradizioni storiche, conserva un assetto monumentale tra i più importanti del Lazio: aristocratici palazzi, monumenti ricchi di opere d’arte di spiccato interesse, suggestivi quartieri medievali, chiese e chiostri di varie epoche, torri slanciate ed eleganti fontane in peperino (la tipica pietra delle costruzioni viterbesi). Il Palazzo Papale eretto sul colle di S. Lorenzo, come residenza- fortezza dei pontefici, portò grandi vantaggi alla città di Viterbo, orgogliosa di essere diventata centro e sede del cattolicesimo.
La facciata, preceduta da un’ampia scalinata e sormontata da merlature, si apre con sei bifore unite da una cornice in risalto. La prospettiva è completata dalla splendida loggia che appoggia su un voltone, sorretto da un presunto pilastro che altri non è che una cisterna che porta l’acqua alla fontana sovrastante. La città di Viterbo, oltre ad essere famosa come Città dei Papi è, da tempo immemore, ricordata per le sue acque termali e per le terme tutt’ora attive e rinomate che sono dislocate in varie località attorno alla città e per accedervi e conoscere le varie strutture vi consigliamo di visitare il sito: www.termediviterbo.it
Palazzo dei Priori chiude il lato nordoccidentale di piazza del Plebiscito, già piazza del Comune, aperta nel XIII secolo e divenuta da allora il vero centro sociale ed istituzionale della città.il piano superiore fu aggiunto nel secolo successivo, mentre la facciata ed il sottostante porticato furono promossi nella seconda metà del Quattrocento da papa Sisto IV della Rovere (1471- 1484). Una visita a piedi in tutto il centro centro storico per le viuzze e per immergersi nello shopping del centro commerciale naturale, cioè la riscoperta dei piccoli negozi con gli ottimi prodotti del territorio e dell’artigianato locale.
A circa 2Km dalla città, si trova la frazione “la Quercia” ove si consiglia una visita alla singolare e particolare Basilica della Madonna della Quercia considerata una delle più armoniose costruzioni rinascimentali della regione, con un bellissimo chiostro interno e strutture museali ove si trova anche il ricco museo degli Ex- Voto, di cui molti veramente antiche risalenti ai secoli scorsi.
A meno di 5 Km da Viterbo Centro, di antiche origini (anteriore all’anno 1.000), Bagnaia è giustamente famosa per la presenza di un autentico gioiello architettonico: Villa Lante, costruita nel XVI sec. forse su disegno del Vignola. Per l’originalità e grandiosità dei giardini all’italiana, per le splendide palazzine e fontane Villa Lante costituisce un richiamo irresistibile per i turisti e non solo. La Villa è attribuita a Jacopo Barozzi da Vignola, anche se la documentazione relativa non è certa; inoltre sono rilevabili numerose differenza architettoniche e stilistiche rispetto a Villa Farnese di Caprarola, dello stesso architetto e dello stesso periodo.
Superato il portone si presenta la Fontana del Pegaso, il cavallo alato che a colpi di zoccolo fa sgorgare l’acqua dalla roccia. Dall’alto Muse e Grazie, in semicerchio, soffiano acqua nel laghetto mentre quattro Nereidi la spruzzano verso l’alto, in gara con Pegaso.La gradinata a sinistra di questa fontana porta al Giardino all’Italiana; lo stradone a destra conduce al Parco. Il Parco è una selva di elci secolari enormi che nascondo numerose altre fontane e giochi d’acqua.
Addentrandoci nel territorio della Tuscia nel versante nord troviamo Bolsena posta sul pendio della cinta craterica dei Monti Volsini ed in parte protesa verso le rive pianeggianti Il Lago è completamente balneabile e riconosciuto come uno dei più puliti d’europa. Le acque sono cristalline Sulle acque del Lago di Bolsena è consentita la navigazione di imbarcazioni a motore ed a vela. Sul Lago di Bolsena e nei pressi della città sono presenti molti camping di ottima qualità.
Da visitare la Basilica di Santa Cristina, complesso architettonico distinto in quattro nuclei: la basilichetta ipogea detta Grotta di Santa Cristina e le catacombe, l’edificio romanico a tre navate, la Cappella del Miracolo Eucaristico e la Cappella di San Leonardo. Sulla parte alta della città domina la Rocca Monaldeschi della Cervara che si erge sulla sommità di un rilievo che domina il quartiere medievale. Fu edificata, a partire dal secolo XI, in più riprese, fino al secolo XIV, quando i Monaldeschi della Cervara ne fecero un baluardo del loro dominio su Bolsena.
Proseguendo ad est a breve distanza ci troviamo Bagnoregio è attorniata dalla valle dei Calanchi, prodotti dall’erosione degli agenti atmosferici e dal dilavamento privi di vegetazione, con versanti assai ripidi e soggetti a progressive modificazioni. Dal belvedere si spazia su questo insolito panorama su cui emerge Civita di Bagnoregio, “il paese che muore”, che a seguito delle continue erosioni vede progressivamente ridursi il suo centro abitato, per i continui smottamenti.
In mezzo si scorge la borgata di Mercatello. Percorrendo pochi chilometri raggiungiamo Lubriano adagiato sopra uno sperone di tufo da cui si gode una bella veduta della Valle dei Calanchi e di Civita di Bagnoregio, Lubriano, offre un habitat unico, affascinante fuori dalla parabola del tempo, dove fra torri e pietre che segnano straordinariamente il tempo andato, passato e presente si incontrano e convivono in un ambiente ancora intatto. A Lubriano è presente una nuova ed attrezzata area di sosta per camper.
Proseguendo troviamo Castiglione in Teverina è una ridente cittadina ai confini tra Lazio ed Umbria, posta sopra una collina che si affaccia sulla valle del Tevere. Da visitare il centro storico, la Rocca Monaldeschi, la Collegiata di san Filippo e Giacomo ed il Museo del Vino. Interessanti i percorsi naturalistici nella valle dei calanchi. Spostandoci verso sud al confine est della Tuscia si trova Orte un abitato che vanta una continuità di vita dalla fine dell’età del Bronzo (XII sec. a.C.) ai tempi odierni.
All’interno della rupe che lo accoglie, nel corso di quasi 2500 anni di vita ininterrotta, sono state ricavate la rete di rifornimento idrico (cunicoli, cisterne, pozzi) e di evacuazione delle acque reflue, i magazzini, i depositi, le cantine, le stalle, le colombaie, alcuni vani di abitazione, i laboratori artigianali (per la lavorazione di lana e canapa), i lavatoi, le fontane, i triclini estivi, i vivai e i luoghi di delizie di giardini privati. In un unico itinerario sono riuniti i luoghi di maggior richiamo turistico ed un servizio guide può condurre il visitatore alla scoperta di questi monumenti del sottosuolo urbano. Merita una visita lenta tutto l’intero centro storico, ricco di palazzi e monumenti e soffermarsi lungo la cinta della citta da cui si può godere di ottimi panorami su tutta la Val Tiberina, l’Umbria e tutta la Tuscia.
Da Orte un percorso collinare ci conduce a Soriano nel Cimino, centro disteso sulla cima tondeggiante e sui fianchi di un’altura caratterizzato da due diverse forme di insediamento urbanistico, il piccolo borgo medievale, attorno al Castello fatto erigere da papa Nicolò III Orsini nel XIII secolo, e gli ampi quartieri rinascimentali che lo racchiudono. La parte più antica è costituita da piccole abitazioni e da vicoli di pendio che si affacciano su ampie distese di castagni. Da visitare il Castello Orsini è l’edificio più rappresentativo del paese. Ha forma di parallelepipedo ed è composto dal palazzo propriamente detto, fatto costruire da Papa Nicolò III Orsini.
Intorno al castello sorge l’antico borgo medievale, ancora in ottimo stato, con stretti vicoli e vie intersecantesi nella irregolarità planimetrica.Da visitare anche le numerose chiese del centro storico, tutte interessanti e ricche di storia ed il Palazzo Chigi e la Porta Romana. Da Soriano scendendo a valle,vi consigliamo di visitare Vitorchiano, ove è presente un’area di sosta atrezzata. Vitorchiano, a 285 m s.l.m. si trova ai piedi di monti Cimini, nella verdeggiante valle del Vezza. L’antico Borgo è adagiato su enormi massi di peperino a forma di cono, con pendii abbastanza ripidi a strapiombo sui fossi Vezza e rio Acqua Fredda.
Tra le antiche case in pietra viva del borgo sembra che i secoli non siano mai passati. Il territorio che circonda Vitorchiano è caratterizzato da un paesaggio collinare, ricco di boschi di querce, frassini, faggi, olmi e castagni attraversato da limpidi ruscelli e fresche fonti. Se, percorrendo le strade della Tuscia, vi trovate verso Montefiascone vi suggeriamo una sosta in periferia per visitare la chiesa di San Flaviano circa 17 chilometri da Viterbo. La basilica esternamente si presenta come una struttura piuttosto compatta.
La facciata principale è dominata da tre arcate di cui quella centrale mostra un portale strombato formato da semicolonnine con capitelli mentre quelle laterali ospitano due finestre. La chiesa inferiore presenta un impianto basilicale a tre navate scandite da pilastri intervallati da colonne, a sorreggere arcate a doppia ghiera. Un piccolo spazio presbiteriale separa le navate dalle tre absidi corrispondenti. A sud della Tuscia si trova Civita Castellana, situata su uno sperone tufaceo, tra le profonde gole di due affluenti del Treja, ai piedi dei monti Cimini, lungo la via Flaminia. È famosa per essere stata nell’epoca preromana Vitorchiano, Tipiche scale in pietra dei borghi della Tuscia la capitale della popolazione dei falisci.
È nota anche per essere il centro industriale specializzato nelle ceramiche più importante d’Italia e tra i più apprezzati nel mondo. Civita Castellana conserva un notevole patrimonio artistico e archeologico, tra cui il rinomato Il Duomo, costruito dai Cosmati con facciata del XII secolo e portico a grande arco centrale del 1210 (arricchito da mosaici policromi dei marmorari romani Cosmati e con una grande cripta dei secoli VII e VIII, Il Forte Sangallo, dove all’interno si può visitare il Museo nazionale dell’Agro Falisco, inaugurato nel 1977, che raccoglie al suo interno materiali provenienti dall’antica Falerii Veteres e dalle zone limitrofe.
Il Forte San Gallo venne fatto costruire da Alessandro VI Borgia su un precedente edificio di età medioevale. Il mastio ottagonale, il pozzo del cortile maggiore e il portone di accesso alla fortezza, risalgono a quel periodo. Interventi di restauro e di abbellimento ci furono con i pontefici successivi. Il forte fu non solo una architettura militare, ma anche una dimora papale; questo fino all’Ottocento. Da Civita proseguendo nella zona sud è consigliata una virata a Caprarola.
Edificata sopra uno sperone a più di cinquecento metri il livello del mare, Caprarola deve ai suoi antichi feudatari e al genio dell’architetto Jacopo Barozzi detto il Vignola la sua particolare struttura urbanistica che la pone per importanza al pari di Pienza in Toscana e a Palmanova in Friuli Venezia Giulia. Il suo impianto viario orientato lungo l’asse dell’antica “Via dritta”, la maggiore via Cittadina, culmina nel piazzale antistante la mole dominante del Palazzo Farnese.
La famiglia Farnese considera come propria “culla” la Tuscia viterbese: la fortuna della stirpe nacque qui e qui gli esponenti principali della casata vollero fossero celebrati i propri fasti. Molte località della Tuscia possiedono castelli, rocche o ville farnesiane ma la vera “reggia” è quella costruita a Caprarola per Alessandro Farnese, nipote di papa Paolo III. L’antico centro che si sviluppava tra le piccola parrocchiali, il Castello e la fontana delle Tre Cannelle, venne “sfondato” per procurare al Palazzo Farnese il suo ingresso trionfale. Così le nobili famiglie al seguito dei farnese costruirono gradevoli edifici progettati anche dal Vignola: come i palazzi Sebastiani, Mariani, Restituti, Moscheni, l’Ospedale, di S.Giovanni, e la chiesa di S.Marco.