A cura di Franca Dell’Arciprete Scotti
Un nuovo percorso si affaccia sul panorama turistico italiano. Un percorso che non è solo di fede ma di scoperta, che attraversa Marche, Abruzzo, Molise e Campania. Imboccare il Cammino SFC significa non solo conoscere meglio la vita del Santo, ma riscoprire borghi, tradizioni e leggende, che da Loreto ci accompagnano a Napoli, correndo indietro nel tempo, tra il 1500 e il 1600.
Camminando sui passi del Santo, che è il protettore dei cuochi, si andranno a riscoprire i sapori e i profumi antichi di queste terre. Non è solo un cammino, ma un’esperienza! Perfetta per un’estate ancora all’insegna della cautela, della sicurezza, dello slow tourism, del rispetto ambientale.
Ascanio Caracciolo, della potentissima famiglia dei principi Caracciolo, nasce nel feudo paterno abruzzese di Villa Santa Maria (Chieti) nel 1563. Dopo una vita spensierata e una grave malattia contagiosa, si converte e si consacra a Dio per dedicarsi ai più bisognosi. Quindi lascia il piccolo borgo paterno per recarsi a Napoli, dove creerà un nuovo ordine religioso: i Chierici Regolari Minori. Obiettivo era quello di mettere insieme quanto di più bello la cristianità aveva prodotto fin dalle origini della Chiesa.
Muore in odore di santità nel 1608 ad Agnone, sulla via del ritorno a Napoli da un pellegrinaggio a Loreto. Compatrono di Napoli, città che è stata la culla del suo Ordine, nel 1996 viene proclamato Patrono dei Cuochi.
L’itinerario a lui dedicato, di oltre 500 chilometri (di cui oggi mappati 50) attraversa i luoghi minori di quattro Regioni: Chieti, Roccamontepiano, Montebello sul Sangro, Montelapiano, Villa Santa Maria, Roio, Rosello, Agnone, offrendo un’esperienza entusiamante di scoperta storica, religiosa, paesaggistica e gastronomica.
Sottolinea Nicola Caracciolo di San Vito, ideatore, promotore e coordinatore del progetto: “Lungo il Cammino di San Francesco Caracciolo intendiamo far camminare non solo le persone-turisti ma anche far circolare idee, esperienze, competenze che possano contribuire allo sviluppo integrale di meravigliose aree interne trascurate dai “grandi” progetti. L’attenzione verso “i più piccoli e gli ultimi” caratterizza la spiritualità di San Francesco Caracciolo: il Cammino è, dunque, anche un modo per trasformare, partendo dal basso, i frutti di questa spiritualità in azioni concrete e virtuose, tanto più necessarie e urgenti in questo tempo segnato dalla crisi economica e sociale legata al Covid”.
Il presente articolo è tratto dalla nostra rivista GRATUITA Turismo all’Aria Aperta di Aprile 2021.