A cura di Franca Dell’Arciprete Scotti
Dopo due anni di chiusura, il turismo torna prepotente a vivere, seppure con segni di cambiamento. Desiderio di spazi aperti, movimenti in libertà, vacanze attive, luoghi meno affollati, alloggi a dimensione familiare e ridotta.
È quanto emerge dalla VI edizione della BTE, Borsa del Turismo Extralberghiero di Confesercenti Sicilia, svolta a Capo d’Orlando in Sicilia alla fine di settembre, con la presenza di 20 buyers internazionali e di 60 espositori.
Gli interventi della presidente nazionale di Confesercenti Patrizia De Luise, di Vittorio Messina, presidente nazionale di Assoturismo, “l’extralberghiero non è più un turismo di nicchia, ma una fetta rilevante del turismo siciliano e delle Isole”, di Giovanni Ruggieri presidente dell’OTIE, hanno evidenziato un quadro interessante e promettente per il turismo siciliano.
Proprio il Report OTIE 2022, realizzato per BTE dall’Osservatorio sul Turismo per le Economie delle Isole, ha evidenziato la vitalità del settore alternativo all’alberghiero, che riunisce una galassia, solo in Sicilia, di oltre 6500 aziende: campeggi, B&B, agriturismi, case vacanza, posti letto in imbarcazioni da diporto, glamping. Nel 2022 si è movimentata una spesa per 86 milioni con un aumento della domanda pari al 10 per cento e un + 8 per cento di strutture.
Il quadro è promettente, dunque, a patto che, come sollecitato ripetutamente, intervenga il settore pubblico, soprattutto all’interno del PNRR, fornendo quelle infrastrutture, strade a scorrimento veloce e treni, che possono facilitare l’arrivo e il movimento sull’isola.
A queste condizioni le strutture sono pronte ad accogliere con la consueta eccellente ospitalità siciliana.
E il territorio non può che stupire con i suoi tesori naturalistici, artistici, gastronomici. Per rimanere sulla costa nordovest della Sicilia, un itinerario ideale può fare capo a Palermo e da qui partire alla scoperta di luoghi meno battuti dal turismo.
Bisogna dedicare almeno un giorno al capoluogo della regione, già Capitale Italiana della Cultura nel 2018, immersa in uno splendore caotico, una e cento città sovrapposte, mescolate, in un unicum al centro del Mediterraneo.
Per cominciare l’esplorazione di Palermo, ecco la Cappella Palatina nel Palazzo dei Normanni, che da sola vale il viaggio.
Sfolgorio di mosaici, oro ovunque, figure ieratiche senza tempo.
In centro si perde la testa tra le chiese arabo- normanne, la Martorana, San Giovanni degli Eremiti, la Cattedrale, le splendide facciate e gli interni barocchi del Gesù e di San Domenico, le sontuose prospettive dei palazzi nobiliari spagnoli, le atmosfere pittoresche dei quartieri Vucciria e Ballarò.
In posizione incantevole sul golfo, tra il Monte Pellegrino e la Conca d’oro, Palermo ha conquistato l’ammirazione di tutti i suoi visitatori, dagli Arabi a Goethe.
Città fascinosa con il suo ricco intreccio di culture, inserita nel Patrimonio Unesco come circuito arabo-normanno, insieme con Monreale e Cefalù.
Poi mezza giornata si può dedicare alla scoperta di Bagheria, che ha l’unica pecca di essere troppo vicina a Palermo.
Per altro Bagheria è una splendida meta come “città delle ville”, costruita dalla mania di grandezza di principi e baroni siciliani, che fecero a gara tra ‘600 e ‘700 per l’opulenza delle loro ville fuori città.
In un trionfo di scaloni, stucchi, balconi, stemmi, affreschi, giardini lussureggianti, ancora oggi si percepisce la magnificenza passata di Bagheria.
Tra tutte le ville è imperdibile La Cattolica, sede del museo comunale dedicato a Renato Guttuso, la Villa Palagonia, la più famosa, del principe Gravina, nota come Villa dei Mostri a causa delle figure deformi e bizzarre poste a coronamento del muraglione esterno, citata anche da Goethe, e Palazzo Butera- Branciforti, oggi sede del Municipio, la villa più antica, costruita alla fine del 1600.
Una curiosità.
Allontaniamoci dalla Bagheria delle ville principesche e andiamo ad Aspra, la frazione sul mare, per scoprire l’originale Museo dell’Acciuga e delle arti marinare, unico nel panorama Mediterraneo, realizzato con passione dai fratelli Girolamo e Michelangelo Balistreri.
C’è tutta la Sicilia in questo museo all’aria aperta, con i colori, i profumi, le barche, la violenza, la musica, le tradizioni, i film di questa terra. L’ultima sala immerge nella visione di Nuovo Cinema Paradiso di Tornatore, a conclusione di un viaggio emozionante, tra documenti che fotografano i procedimenti della salagione di acciughe in Sicilia.
Poi si possono gustare nella bottega A Putia ri Pisci Salati tutti i prodotti lavorati dall’azienda.
http://www.museodellacciuga.it/
Una giornata ancora e siamo in un’area completamente diversa.
E’ quella delle Madonie, tutte in provincia di Palermo, ma in una Sicilia dell’interno, montuosa e intatta, segnata dai monti che arrivano a 2000 metri sul livello del mare, propaggini dell’Appennino meridionale.
Una Sicilia appartata e tranquilla, pittoresca e accogliente, di piccoli borghi, stesi sui pendii e arrampicati sui cocuzzoli, dominati dalla Chiesa Madre e spesso da un imponente castello: le case addossate e compatte a formare un’unica quinta scenica di pietra.
Castelbuono, operoso e vivacissimo, Gangi, Pollina, come sale di un unico museo diffuso, dove da un belvedere all’altro, da un poggio a un’altura, si scoprono statue di marmo del Gagini, stucchi dei Serpotta, paliotti d’altare dipinti, tabernacoli d’argento.
Lo sguardo passa da palazzi e chiese al panorama che si estende su quelli che un tempo erano feudi sconfinati: belvedere aerei ovunque, che fanno intravedere in lontananza l’Etna incappucciato e le Eolie.
Tra questo mare invitante, mosso da promontori e insenature e le alture dell’interno, le Madonie rappresentano una vera scoperta.
Un paesaggio verdissimo, ricco di coltivazioni, ulivi, vigne, alberi da frutta, noccioli, che si alternano alle piante mediterranee, agavi, palme e fichi d’India.
Cittadine e paesi ci parlano dei Ventimiglia, marchesi di Geraci, potenti feudatari che hanno lasciato tracce ovunque.
E ci parlano anche di prodotti eccellenti nell’enogastronomia, specialità meno conosciute, come i Presidi Slow Food delle Madonie: la manna, il miele di api nere, il fagiolo Badda di Polizzi, la provola delle Madonie.
Il prodotto più originale è la manna, prodotta soltanto nei comuni di Castelbuono e Pollina: una linfa che si ottiene incidendo gli alberi di Fraxinus Orniello. La linfa si deposita sul tronco e a contatto con l’aria solidifica lentamente. Dal sapore dolce, non ha le controindicazioni dello zucchero. Fin dall’antichità, quando era definita “sudore delle stelle” o “miele di rugiada”, era conosciuta e apprezzata per le sue virtù salutari e la sua azione rinfrescante.
Il museo della manna di Pollina spiega la storia, la lavorazione e l’utilizzo di questa preziosa sostanza.
A Castelbuono, invece, la manna trova un eccellente interprete nella interpretazione del maestro pasticcere Nicola Fiasconaro, diventato famoso ben oltre i confini siciliani.
Passione per la pasticceria più tradizionale e insieme ricerca di nuove prelibatezze dolciarie. Da qui la produzione di una ricca linea di panettoni, dolci tipici della tradizione natalizia, ripensati e rivisitati in chiave siciliana e madonita, oltre ai dolci alla manna, le confetture, colombe, torroni e croccanti che mirano a valorizzare il pistacchio siciliano e la mandorla d’Avola.
Mentre la visita alla pasticceria Fiasconaro è una tappa imperdibile dell’itinerario dolce, Castelbuono propone anche, nei suoi eccellenti ristoranti, i piatti salati tipici della tradizione culinaria: salumi e formaggi di produzione locale, timballo di anelletti al forno, polpette d’uova e polpetta in agrodolce.
Consigli di viaggio: una guida preparatissima su tutta l’isola è Corinna Scaletta, Presidente Federagit della Confesercenti Sicilia. Cell 3336355173
Specializzato sull’incoming in Sicilia è il T.O. Ulisse di Palermo tel.09151788 www.ulissetouroperator.com