Prologo: 1956, a Budapest e in tutta l’Ungheria scoppia la rivoluzione contro il giogo sovietico e Mosca decide di inviare i carri armati per reprimere la rivolta. E’ il caos totale e gli ungheresi che si trovano all’estero cercano di rimanerci in attesa degli eventi.I giocatori della nazionale ungherese di calcio, una delle squadre più forti nella storia di questo sport, si trovano in quei giorni a transitare in Italia e trascorrono un po’ di tempo nel paese in cui abito per decidere il da farsi. Viene organizzata una partita amichevole tra la nazionale ungherese e i dilettanti della locale squadra di calcio. Finita la partita, i giocatori delle due squadre e la gente del paese si ritrovano al bar. Io a quell’epoca avevo due anni e conservo il ricordo di quell’episodio grazie ad una foto, scattata nel bar del paese, nella quale sono in braccio al portiere ungherese. Quella foto, che conservo tuttora gelosamente, ha alimentato per anni il desiderio di andare alla scoperta della terra di origine di quei giocatori mitici. Ora e’ arrivato il momento, l’impulso si e’ fatto irresistibile. Sarà rimasta qualche traccia di loro? Riusciro’ a vedere lo stadio della mitica Honved? Qualcuno ricorderà ancora Puskas e Kocsis oppure e’ passato troppo tempo?
Non c’è che un modo per scoprirlo, fare rotta verso Est.
Partenza 10 agosto 2009
Equipaggio composto da Maurizio (55 anni) Cristina (53 anni).
Camper Mc.louis 432 con 45.000 km circa.
Lunedì 10 agosto
Carcare (sv) – Arnwiesen (Austria) km 848
E’ Lunedi’ e il traffico è abbastanza scorrevole nonostante la circolazione dei camion. Il nuovo passante di Mestre fa risparmiare parecchie code, anche se nei giorni scorsi c’è stato ugualmente qualche problema. Il caldo è l’unico vero nemico della giornata. Attraversiamo il Nord-est ed entriamo in Austria alla frontiera di Tarvisio. Nel tardo pomeriggio il tempo cambia radicalmente e quando ci sistemiamo per la notte in un autogrill a nord di Graz siamo al fresco e sotto una pioggia battente.
Martedi’ 11 agosto
Arnwiesen – Budapest km 375
La frontiera con l’Ungheria la attraversiamo vicino alla città austriaca di Eisenstadt. All’ingresso comperiamo la vignette ungherese e cambiamo qualche euro in fiorini ungheresi. Scopriremo poi che è più conveniente il tasso di cambio applicato nei prelievi bancomat, circa 270 fiorini per un euro.
La nostra prima meta, la città medioevale di Sopron, è poco oltre il confine. L’architettura della città e le strade acciotolate del centro storico rendono piacevole la visita. La parte più interessante è senza dubbio un’antica torre antincendio dalla cui sommità lo sguardo spazia sul panorama della bella cittadina contornata da rilievi boscosi. Impariamo subito alcuni aspetti interessanti di questa nazione: i prezzi sono molto convenienti e non si scherza con i divieti di sosta. Non sono neanche tre ore che ci troviamo in Ungheria e già prendiamo una multa perchè il biglietto del parchimetro è scaduto da ben venti minuti. La visita dura alcune ore e nel tardo pomeriggio ripartiamo per Budapest dove arriviamo verso l’ora di cena.
Andiamo inizialmente al camping Haller, che dovrebbe essere il più vicino al centro, ma si rivela una delusione. E’ piccolo e i camper e le tende sono ammassati in modo disordinato. non c’è più un posto libero ma ci lasciano ugualmente dare un’occhiata per vedere se riusciamo a trovarne uno….
Ci spostiamo quindi a nord della città, lungo il corso del Danubio, e troviamo posto nel camping Romai che è spazioso, all’ombra e adiacente a un grande complesso di piscine. La stazione del treno urbano leggero HEV è proprio di fronte all’entrata del campeggio e in quindici minuti si raggiunge il centro (stazione di Batthiany ter, dove partono anche metropolitana e tram).
Mercoledi’ 12 agosto
Budapest km 0
Come sempre i primi problemi da affrontare quando si inizia la visita di una città sono quelli logistici ma a Budapest sembra davvero tutto molto facile. Alla stazione di Batthiany ter acquistiamo un biglietto valido per tutti i mezzi di trasporto della durata di tre giorni e scopriamo subito che tutto fila a meraviglia: tram, metropolitana, treni leggeri HEV, autobus blu. Il tutto può essere usato in modo facile e intuitivo e si raggiunge velocemente qualsiasi destinazione. Il traffico stradale d’altronde non sembra particolarmente intenso. Forse sarà perchè gli ungheresi sono tutti in vacanza al lago Balaton ma si gira proprio bene. Se per caso poi serve un’informazione sono tutti molto gentili e non di rado si incontrano persone che parlano Italiano.
Budapest appare subito una città stupenda, con il maestoso Danubio che divide la collina di Buda dalla città di Pest posta più in basso sulla sponda opposta. Ci impegniamo nel nostro solito tour de force che oggi prevede: Ponte delle catene, salita alla collina di Buda a mezzo cremagliera (siklò), Palazzo reale, chiesa di Matteo Corvino, bastione dei pescatori, quartiere di Vizivaros e quindi collina Gellert con Cittadella. Facciamo anche in tempo ad attraversare il ponte Elisabetta per curiosare un pò dalle parti di Pest. Finiamo la giornata nel mercato coperto, mentre stanno chiudendo, con relativi acquisti all’ultimo minuto di paprika e salame Pik. Siamo distrutti e poco ci manca che sul treno del ritorno ci addormentiamo. Ci riprendiamo poi sul camper grazie a una lauta cenetta a base di salame, pomodori e paprika. A mezzogiorno per tenerci leggeri ci eravamo limitati al Goulash.
Giovedi’ 13 agosto
Budapest km 0
Oggi ce la vogliamo prendere comoda e alle dieci siamo già seduti alla pasticceria Lukacs davanti ad una grossa fetta di torta Sacher. Per smaltire gli zuccheri ci dedichiamo poi alla visita della Sinagoga ebraica (visita guidata in italiano, molto interessante). La giornata passa piacevolmente ma la stanchezza comincia a farsi sentire. Decidiamo allora di prenderci una bella pausa. Ce ne andiamo infatti a passare il pomeriggio alle terme, cosa c’è di meglio per riposarsi e rilassarsi? A Budapest vi sono molti famosi stabilimenti termali e noi decidiamo di recarci agli Szechenyi, nel parco municipale. Si tratta di un grande complesso di piscine sia all’aperto che al chiuso, molto bello da un punto di vista architettonico. Nelle varie vasche l’acqua ha temperature differenti.
La gente del luogo usa frequentare abitualmente questi posti passando la giornata nell’acqua a giocare a scacchi o leggere il giornale. La tradizione delle terme in Ungheria risale all’epoca dei Romani e oggi in questa nazione si trova il maggior numero di stabilimenti termali d’Europa. I prezzi sono tra l’altro molto più bassi di quelli praticati altrove. Inutile dire che molti stranieri vengono qui appositamente. All’uscita, non capiamo se ci siamo riposati o se siamo più stanchi di prima.
Per riprenderci dalla fatica, ce ne andiamo allora in una tipica Csarda, una trattoria locale. All’ interno di questi posti si mangia solitamente una pesantissima cucina tipica. Si viene anche presi di mira da un violinista tzigano, che ronza intorno al tavolo tutta la sera facendo piangere il suo violino tra le mani nel tentativo, spesso inutile, di ottenere una mancia. La serata finisce magicamente sulle rive del Danubio alla vista della collina di Buda illuminata.

Venerdi’ 14 agosto
Budapest km 0
Ci resta solo un giorno a Budapest e le cose da vedere sono ancora molte. La prima è il mercatino delle pulci (Ecseri piac) che è un po’lontano dal centro ma non così difficile da raggiungere. Bisogna prendere la metro n.3 fino alla fermata di Hatar utca e all’esterno vi è la stazione degli autobus. La nostra guida diceva che da qui bisogna prendere il bus 54 rosso ma vanno bene anche altri numeri. L’importante è che sia un autobus che si ferma alla fermata chiamata Fiume (testuale); il tragitto dura circa dieci minuti.
I nomi delle varie fermate sono tutti elencati allo stop degli autobus e non ci si può sbagliare. Il mercatino è la solita accozzaglia di vecchie cose delle quali non si può mai sapere l’autenticità. Per non sbagliarci comperiamo un orrendo orologio di legno da dieci euro, tanto per esser sicuri che sia falso. C’è anche un piccolo ristorante e consumiamo un veloce pasto a base di goulash perchè vogliamo effettuare la visita guidata, in italiano, dell’Opera di Budapest. Si rivela molto suggestiva e quando usciamo è ormai pomeriggio inoltrato.
L’isola Margherita è l’ultima parte che vogliamo visitare. Qui hanno realizzato un parco stupendo con giardini e aiuole curatissime intervallate da stupende fontane che esibiscono giochi d’acqua multiformi. Non manca il solito stabilimento termale. E’ un’isola piuttosto grande e per riuscire a vederla tutta decidiamo di affittare un mezzo a pedali a due posti tipo risciò. In questo modo riusciamo ad ottenere due risultati in uno: alla fatica si aggiunge infatti anche il male al fondo schiena che produce il frenetico pedalare.
Alla fine siamo in ritardo per la riconsegna del mezzo e ci tocca effettuare uno scatto repentino per non pagare un supplemento su quanto pattuito. Ce la facciamo per un pelo, la ragazza dell’affitto chiude un occhio sull’orario dopo aver apprezzato la nostra buona volontà.
Alla fine stanchi, felici e con il colesterolo fuori controllo ce ne torniamo in campeggio. Abbiamo deciso che nonostante la fatica, il caldo e la cucina pesante Budapest è veramente una bella città.

Sabato 15 agosto
Budapest – Esztergom km 73
Lasciamo Budapest e ci dirigiamo a nord seguendo il corso del fiume per recarci nella zona chiamata “l’ansa del Danubio”. Il primo paesino che visitiamo è Szentendre, che si rivela molto frequentato dai turisti ma, allo stesso tempo, molto carino.
Si presenta con viuzze piene di negozietti di centrini e tessuti ricamati, oltre a quelli di souvenir tipo paprika e Palinka che si ritrovano in tutta l’Ungheria. Ci spostiamo poi a Visegrad dove la nostra guida prometteva una spettacolare vista sull’ansa. In effetti la vista non è male ma il castello in cima alla collina che sovrasta il fiume è un po’ deludente.
Nel tardo pomeriggio arriviamo a Esztergom, dove ci sistemiamo in un ottimo campeggio con piscina lungo il Danubio, il camping Gran Camping. Restiamo a mollo fino all’ora di cena per sconfiggere il gran caldo. Con noi ci sono dei ragazzi italiani che stanno percorrendo in bicicletta la pista ciclabile da Vienna a Budapest.
In tutta l’Ungheria c’è un’ottima rete di campeggi che spesso sono dotati di piscina o di stabilimenti termali. Molti comprendono l’entrata agli stabilimenti termali nella tariffa del campeggio che già è molto conveniente. In ogni caso rappresentano un buon modo per sconfiggere il caldo che in questi giorni è elevatissimo, ben oltre i trenta gradi.
Questa sera andiamo in centro a piedi e scopriamo che in piazza c’è la festa del vino. In molti centri durante il mese di Agosto si susseguono sagre e feste del vino con annessi spettacoli musicali o folkloristici. Il vino in queste zone ha una tradizione millenaria (fu introdotto dai soliti Romani) e la qualità è buona.
In questa festa paghi per avere un bicchiere vuoto e poi giri nei vari stand dove ti riempiono il bicchiere a piacere e ripetutamente. Eppure non vediamo nessun ubriaco ma solo gente normale che chiacchiera e si diverte. Sul palco una compagnia locale canta un’opera italiana e la musica ci accompagna mentre ce ne torniamo, un po’ storditi, in campeggio.

Domenica 16 agosto
Esztergom – Eger km 195
La nostra tappa odierna prevede la visita al piccolo villaggio di Holloko’ e per arrivarci sconfiniamo per un breve tratto nella repubblica Slovacca. Holloko’ è un villaggio caratteristico che si è conservato in modo originale nel corso degli anni. E’ considerato il prototipo del vecchio villaggio Ungherese e L’Unesco lo ha inserito nei siti meritevoli di tutela. Per noi si è rivelato una delusione e non meritevole di una deviazione.
Proseguiamo quindi per Eger che invece è una città colma di attrattive. Il giro turistico in trenino ci permette di apprezzare questo bel centro dove tra l’altro vi è ancora un minareto di epoca ottomana.
Da questa città inoltre ha origine uno dei vini più famosi d’Ungheria chiamato Egri Bikaver o sangue di toro. Fu grazie al fatto che bevevano questo vino che gli abitanti locali sconfissero i turchi in una famosa battaglia. Tutta la zona intorno alla città è zona di produzione vinicola e vi è una valle dove si susseguono cantine con degustazione e trattorie. Vi è anche un simpatico piccolo campeggio, il camping Tulipan.
Non occorre aggiungere che questa sera ci fermiamo qui. Per la cena ci presentiamo nella Csarda migliore della zona dove inizia il solito tormentone dell’astuto violinista tzigano che si avvicina al tavolo suonando e ammiccando. In un primo momento pensi che lo faccia per cortesia ma quando guardi meglio ti accorgi che, infilata in una fessura dello strumento, spunta una banconota da dieci euro.
A quel punto capisci e inizi una sottile battaglia psicologica durante la quale cerchi di evitare il suo sguardo. La serata trascorre mentre, a testa bassa, fingi di guardare il fondo del tuo goulash alla ricerca degli ultimi residui di spezzatino. Lo tzigano spazientito si dirige finalmente a un tavolo di tedeschi. Mentre si allontana ti maledice fino alla terza generazione recitando un rituale incomprensibile ed inquietante.
Lunedi’ 17 agosto
Eger – Tiszakeckse km 254
Abbandoniamo le dolci colline di Eger per inoltraci nella grande Puszta, la pianura che caratterizza gran parte di questo paese. Il caldo è soffocante e il panorama privo di interesse e di una monotonia disarmante. Il camper avanza ronzando tranquillo e alla guida non resta altro da fare che gettare di tanto in tanto un’occhiata ai cetrioli che crescono nei campi. Arriviamo ad Hortobagy, nel nulla del Far West ungherese. Da queste parti ci si viene per vedere i cavalieri e gli animali della pianura allo stato brado. Ci iscriviamo subito ad un tour che si effettua a bordo di carri trainati dai cavalli. I carri si inoltrano lentamente nella Puszta, dove cavalieri in abiti tradizionali ci attendono in groppa ai loro animali. La pianura è brulla e ricoperta di erba bassa e secca e si estende fino all’orizzonte.
Qui vivono i bufali grigi dalle lunghe corna che arrivarono dall’Asia assieme agli Ungheresi. Osserviamo anche mandrie di cavalli in libertà, strani maiali pelosi e pecore dalle corna attorcigliate che vengono tenute in grandi stalle dal tetto di paglia. Vi sono poi i bufali indiani acquatici che ogni quel tanto devono immergersi nell’acqua per proteggere la propria pelle dagli insetti non avendo il mantello di peli.
Viene eseguito anche a un breve spettacolo equestre e dopo circa un’ora e mezza ritorniamo indietro. Abbiamo assistito ad una bella rappresentazione della vita delle popolazioni nomadi che, provenienti dalle grandi pianure dell’Asia centrale, popolarono l’Ungheria nei secoli passati. In particolare si capisce quanto debba essere duro convivere con una natura così povera e ostile e dalle condizioni climatiche così estreme.
Oggi ad esempio ci sono circa quaranta gradi e molti animali non escono dalla poca ombra che viene loro offerta da qualche riparo improvvisato.
Al ritorno al camper pasto frugale e ripartenza per Bugac. Il panorama non cambia, continua ad essere privo di interesse e di una monotonia disarmante. Ai bordi delle strade furbi venditori di angurie, seduti all’ombra di ombrelloni multicolori, espongono la loro mercanzia su carretti di legno verdi con le ruote verniciate di rosso.
Quando mancano ancora cinquanta km alla nostra meta vediamo l’insegna di un camping termale e, dopo una breve occhiata di intesa, senza proferire parola, ci installiamo nel camping Termal Furdo’ di Tiszakeckse (pronuncia Tiszakeckse). La tariffa del campeggio consente anche l’ingresso alle annesse piscine termali dove ci precipitiamo in un battibaleno.
Per fortuna non tutte le vasche hanno l’acqua a trentasei gradi perchè con i quaranta che ci sono all’esterno non si sentirebbe molto beneficio. Ce ne restiamo a mollo fino alla chiusura dell’impianto, quando gli addetti ci cacciano con aria severa.

Martedi’ 18 agosto
Tiszakeckse – Orfù (Pecs) km 285
La grande pianura è veramente estesa e questa parte meridionale è leggermente più verde della polverosa parte settentrionale. Anche a Bugac partecipiamo ad un tour simile a quello del giorno prima ma qui lo spettacolo principale sono i cavalieri. Gli ungheresi sono ritenuti, probabilmente a torto, i discendenti degli Unni e hanno sicuramente sviluppato e mantenuto la capacità di cavalcare dei loro presunti avi.
Cavalcano a pelo come gli indiani d’America e lo spettacolo, tenuto vicino ad una grande casa rurale con molte stalle, è veramente bello. Un cavaliere riesce a stare in piedi sulla schiena di cinque cavalli lanciati al galoppo mentre gli altri si esibiscono in prove di abilità assortite. Molto divertente anche se fatto ad uso dei turisti.
Nella pianura circostante vediamo anche i bufali indiani immersi in una pozza di fango.
In serata pensiamo di fermarci a Pecs ma questa volta la nostra mappa dei campeggi si rivela inaffidabile. Quello di Pecs è chiuso ormai da anni, come ci conferma un simpatico signore con il quale ci intratteniamo per un po’. Ripieghiamo su quello di Orfù, a circa 20 km e sulle rive di un lago.
Il camping Panorama di Orfù non è brutto ma è piuttosto isolato e i servizi sono molto vecchi. Non abbiamo trovato dove scaricare le acque grigie all’interno del campeggio.
Mercoledi’ 19 agosto
Orfù – Heviz km 175
La visita di Pecs ci impegna per circa mezza giornata. La città è molto bella ma attualmente è oggetto di scavi e lavori pubblici che la rendono poco fruibile. Qui si trovano ancora testimonianze della occupazione turca. Molto interessante la moschea trasformata in chiesa e le vie pedonali che compongono il centro.
Ripartiamo in direzione lago Balaton ma prima vogliamo fermarci ad Heviz, dove c’è il lago termale più grande d’Europa. Il camping Castrum di Heviz è il campeggio più bello di quelli da noi utilizzati in questo viaggio. Piazzole delimitate da aiuole, acqua e corrente individuali, ombra e servizi impeccabili; di conseguenza è anche il più caro che abbiamo trovato. Dal campeggio si raggiunge con una passeggiata sia il complesso termale, che è straordinario, sia il centro del paese.
n paese si tiene una sagra, anche perchè domani è santo Stefano, festa nazionale. Bancarelle con salsicce giganti e vino a volontà si alternano ad altre di frutta candita e prodotti di artigianato. Sul lago termale si tiene un concerto di musica classica e passeggiando nel parco l’eco dei suoni fa da sottofondo ad uno spettacolo di luci che si riflettono sull’acqua e sugli alberi che la circondano.
Giovedi’ 20 agosto
Heviz km 0
Giornata dedicata al riposo termale. Il grande centro termale di Heviz si sviluppa su un lago di dimensioni considerevoli ed è composto da vari reparti separati che dispongono di spiagge e pontili. Le centinaia di persone presenti si immergono per indulgere nelle mollezze dell’acqua a trentacinque gradi.
La mancanza di salinità rende la galleggiabilità difficoltosa, ragione per cui molti sono dotati di salvagente. Lunghe file di tedeschi galleggiano mollemente all’interno di nere camere d’aria da camion. Ungheresi e russi li accompagnano. Il sole è implacabile ma fortunatamente gli alberi del parco offrono un certo refrigerio in questa bolgia dantesca. Come sempre mi brucio la schiena e al ritorno in campeggio mi accorgo di non avere la pomata per le bruciature.
Per fortuna la giornata volge al termine e con essa il relax termale. Ci consoliamo cenando a base di salsicce giganti, patate e vino sulle bancarelle del centro.
Venerdi’ 21 agosto
Heviz – Veszprem km 115
Iniziamo l’esplorazione della costa nord del lago Balaton dalla vicina cittadina di Keszthely. E’ una bella località con un parco ben tenuto ed un castello che sovrasta l’abitato. Dalla sommità del castello si vede in lontananza il Balaton che per gli Ungheresi è l’equivalente della nostra riviera romagnola. Alcune località della costa, come questa, o come il piacevole paesino di Thiany sono piuttosto gradevoli.
Per quanto riguarda invece il lago dal punto di vista balneare c’è parecchio da dire. Non riusciamo a capire infatti come si possa fare il bagno in un posto così. Sembra più una pozza, bassa e fangosa, piena di canne e dove non si vede il fondo. E dire che a noi l’Ungheria in generale è piaciuta molto. La gente è amichevole e gentile, il cibo, scherzi a parte, è buono e ci sono parecchie cose interessanti da vedere.
Certo, io abito in Liguria e forse se abitassi a Budapest andrei anch’io alla spiaggia a Balatonfured. La cosa però ci ha lasciati perplessi. Verso sera, anche per sfuggire al caldo, cerchiamo un campeggio lontano dal lago e ci dirigiamo a Veszprem che si trova fra verdi colline. Il piccolo campeggio Erdei non è ben segnalato ma dopo qualche difficoltà vi arriviamo e ci troviamo nel fresco di una pineta, di fianco allo Zoo.

Sabato 22 agosto
Veszprem – Villach (austria) km 354
Il verso del cammello del vicino giardino zoologico ci avverte che è ora di alzarci e ripartire. Ci resta ancora un po’ di tempo prima del ritorno e lo dedichiamo alla visita di Veszprem che è una bella città medioevale. Proseguiamo poi per Herend. Nella famosa fabbrica di porcellana locale partecipiamo ad una visita guidata che ci illustra gli aspetti più salienti della produzione dei famosi manufatti. Visitiamo anche il museo dove possiamo ammirare porcellane stupende. Nel tardo pomeriggio attraversiamo la frontiera con L’Austria e pernottiamo in un autogrill vicino a Villach. Piove a dirotto e L’Ungheria è ormai alle nostre spalle. E pensare che non ho neanche visto lo stadio della Honved.
Domenica 23 agosto
Villach – Carcare (sv) km 710
A casa.
