Sarà l’elegante Venaria Reale, gioiello nel cuore del Piemonte, la protagonista della grande partenza della 107° edizione del Giro d’Italia 2024 il prossimo 4 maggio.
La città, che nel 2025 sarà anche Capitale europea dello sport, offre una combinazione unica di patrimonio culturale e natura, da scoprire in occasione del grande appuntamento sportivo (e non solo) con itinerari da percorrere a piedi o in bici. Grandi parchi, viali alberati, eleganti piazze, specialità enoganostromiche… Venaria Reale è pronta per essere scoperta!
Si parte all’esplorazione della città dalla Reggia di Venaria Reale, grandioso complesso che con i suoi 80mila metri quadrati di edificio monumentale e 60 ettari di giardini, è uno dei luoghi iconici del nostro Paese. Dichiarata Patrimonio dell’Umanità Unesco nel 1997, è aperta al pubblico dal 2007 dopo essere stata il cantiere di restauro più rilevante d’Europa per i beni culturali. La Reggia vanta alcune delle più alte espressioni del barocco universale: l’incantevole scenario della Sala di Diana progettato da Amedeo di Castellamonte, la solennità della Galleria Grande e della Cappella di Sant’Uberto con l’immenso complesso delle Scuderie, opere settecentesche di Filippo Juvarra, le fastose decorazioni, il celebre Bucintoro e la spettacolare Fontana del Cervo nella Corte d’onore rappresentano la cornice ideale del Teatro di Storia e Magnificenza, il percorso espositivo dedicato ai Savoia che accompagna il visitatore lungo quasi 2.000 metri, tra piano interrato e piano nobile della Reggia. In occasione della partenza del Giro d’Italia la Reggia di Venaria propone per la visita delle tariffe speciali.
La visita prosegue nel centro storico: uscendo dalla Torre dell’orologio della Reggia, si attraversa Piazza a Esedra (oggi Piazza della Repubblica) e ci si incammina lungo via Mensa, animata da locali e caffè dove sostare per uno spuntino o assaggiare i prodotti enogastronomici del territorio.
Da qui si giunge nella Piazza della SS. Annunziata, elegante piazza e cuore del seicentesco borgo di Venaria Reale. Il primo architetto di corte Amedeo di Castellamonte aveva concepito questo spazio come un’area relativamente ampia, che interrompesse il lungo rettilineo di via Mensa (all’epoca Via Maestra) dividendolo in due tratti, con lo scopo di creare una tappa scenografica lungo la via che conduceva alla della Reggia. La sua forma particolare ricorda il Collare dell’Annunziata, simbolo del più antico e prestigioso ordine cavalleresco sabaudo.
La piazza è dedicata all’Annunciazione di Maria, rappresentata dalle due statue, opera di Giuseppe Maria e Giovanni Domenico Carlone (1678), scultori luganesi, autori anche delle statue dei quattro Evangelisti collocate sempre sulla piazza.
Tra i suoi frequentatori il poeta Guido Gozzano, che amava molto Venaria e la sua piazza, tanto da inserirla nel suo racconto Garibaldina.
Sulla piazza un tempo si affacciavano due locali: Nuova Cernaia (tutt’oggi in attività) e Vecchia Cernaia (ora scomparso), denominati così in ricordo della guerra di Crimea, poiché l’artiglieria impegnata nel conflitto era partita proprio da Venaria.
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Sulla piazza si affaccia la chiesa della Natività di Maria Vergine, anch’essa opera del Castellamonte, ricostruita nella parte centrale da Benedetto Alfieri. Sopra il portale della Chiesa si trova l’iscrizione che indica le origini e lo scopo della costruzione («Nell’anno 1662 Carlo Emanuele II inaugurò i natali della nuova città sotto la protezione della natività della Vergine»).
Castellamonte aveva previsto anche la realizzazione di una chiesa gemella sulla parte opposta della piazza di cui però fu compiuta la sola facciata. L’edificio ospitava fino a qualche anno fa l’Ospedale della città.
Da qui i più curiosi possono spingersi alla scoperta delle vie che si snodano dal centro, cercando i molti scorsi ancora autentici della cittadina.
In particolare Via Boglione, che era la sede di alcune attività artigianali com il maniscalco, la tipografia e l’erboristeria, e Via Pavesio, dove ci si immerge ancora una volta nel tempo passato camminando lungo l’edificio delle Corte pagliere, le scuderie e la Cavallerizza Lamarmora. Questo imponente isolato, della metà del Settecento, dapprima ospitava il magazzino della biada e del fieno, poi l’ospedale per i cavalli e successivamente nell’Ottocento divenne sede della Scuola d’Equitazione d’Artiglieria.
In alternativa chi ama passeggiare nel verde urbano può percorrere i sentieri lungo la Ceronda, l’ampio torrente affluente della Stura che bagna Venaria.
Un’esperienza totally green è il Parco della Mandria, un vasto parco naturale che offre splendide opportunità per escursioni, e osservazione della fauna selvatica e rappresenta il principale polmone verde dell’area torinese. Si tratta del più antico e conservato esempio di bosco planiziale (cioè in pianura) del Piemonte.
Qualche numero: 6556,80 ettari racchiusi in 30 chilometri di mura, 40 chilometri di sentieri aperti al pubblico (da percorrere a piedi o in bici), 20 edifici tutelati tra cui numerose cascine, i resti di un ricetto medievale, due reposoir di caccia ed il complesso del Borgo Castello, riconosciuto patrimonio UNESCO.
Qui, dove vissero la loro storia d’amore Re Vittorio Emanuele II e la Bela Rosin (divenuta poi moglie morganatica) si sente ancora il bramito dei cervi, il grugnito dei cinghiali e lo zigare dei conigli selvatici che vivono liberi nel parco che vivono liberi nel parco.
Lungo una delle strade che conduce a Torino sorge la Cappella campestre dedicata a San Marchese, ricostruita nel 1751, in sostituzione di quella antica. Quest’ultima aveva custodito fino al 1604 le spoglie del Santo, patrono di Altessano (oggi quartiere di Venaria Reale), soldato della Legione Tebea, martirizzato intorno al 300 d.C., a causa della sua opera di evangelizzazione della popolazione locale. Oggi, dopo alcuni fatti miracolosi e vari spostamenti (tra cui uno all’interno della cassa che aveva custodito la Sindone), le ossa sono conservate nella Chiesa parrocchiale.
Per la sera non mancano le proposte, tra cui spicca il Teatro della Concordia, cuore culturale dell’intero territorio nord ovest di Torino che compie venti anni di attività proprio nel 2024. Il suo cartellone spazia dalla stand up comedy alla grande prosa, dagli spettacoli per famiglie ai concerti.
Ma non manca una tappa per i più golosi. Impossibile partire da Venaria Reale senza aver assaggiato il Canestrello di Altessano, dolce povero ma saporito che già un secolo fa faceva parlare di sé politici e letterati come Michele Lessona, venariese doc e senatore del Regno. Realizzato con farina doppio zero, zucchero, burro, uova freschissime, scorza di agrumi, latte, vaniglia e aromi naturali, deve il suo gusto particolare alla cottura per pochi secondi negli stampi “il ferro a pinza” e la cottura sul putagé, la cucina a legna tipica piemontese. Il Canestrello, prodotto della tradizione locale, è tutelato dal Paniere dei Prodotti tipici provinciali, dalla DE.C.O. – Denominazione Comunale di Origine di Venaria, dalla Pro Loco Altessano Venaria e dall’Associazione dei produttori di Canestrelli, che ne garantiscono origine e qualità.
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Siti web utili
Reggia di Venaria Reale https://www.lavenaria.it
Città di Venaria Reale https://www.comune.venariareale.to.it
Parco naturale La Mandria https://www.parchireali.it/parco.mandria/
Teatro della Concordia https://www.teatrodellaconcordia.it/
Associazione produttori dei Canestrelli di Altessano https://www.prolocoaltessanovenaria.eu/sito/prodotti-tipici/