Tutte le indicazioni utili e i campeggi giusti per visitare Venezia, la magnifica città sull’acqua, senza perdere nemmeno un attimo…
Venezia è una delle mete più ambite dai turisti di tutto il mondo e lo è a ragione per la sua unicità: l’acqua. E’ l’acqua l’elemento di Venezia, è la sua vita, la sua cultura, il suo mistero; è già difficile pensare ad una città come Roma senza il suo Tevere, una Parigi senza la sua Senna, ma è impossibile pensare a Venezia senza i suoi canali.
Giungiamo al Venezia Village di Mestre intorno all’ora di pranzo, dopo aver sostato per la notte al Camping “Le Ginestre” di Arezzo, che ci consente di spezzare il viaggio, trovandoci già in prossimità dell’autostrada la mattina successiva: il tempo è discreto ed un pallido sole ci accoglie nelle piazzole del camping; una gran quantità di camper italiani ed alcune caravan, tutte con targa straniera, a dimostrazione della grande diffusione dei rimorchi abitativi fuori dal nostro Paese.
Le piazzole sono piccoline e sembrano studiate più per gli autocaravan che trovano nel Camping Venezia una tranquillità maggiore rispetto alle aree di sosta; per le caravan il parcheggio auto è praticamente inesistente, se non nelle piazzole nel poco spazio residuo. I servizi sono decenti ma prettamente estivi: con un po’ di brividi si riesce a fare una doccia ma l’aria fredda che entra nei servizi la fa un po’da padrona; il prossimo anno il blocco ristorante-market sarà ricostruito e saranno finalmente creati nuovi gruppi servizi adatti alla stagione invernale, questo a riprova della riconosciuta destagionalizzazione del turismo campeggistico, che oramai imprenditori più illuminati cominciano ad individuare.
Da segnalare la presenza del wi fi nell’area del ristorante e del market: i gestori ci garantiscono che entro breve tempo l’intero campeggio sarà coperto dalla connessione internet. La scelta di tale camping per visitare la città lagunare è legata alla facilità di raggiungere Piazzale Roma con un solo autobus di linea, utilizzando la fermata posta di fronte alla struttura turistica. Acquistando i biglietti presso la reception del campeggio, biglietti ricaricabili da riconsegnare al rientro, si prende un veloce jumbo bus che porta al capolinea di Piazzale Roma, dove presso l’Ente turistico è possibile avere informazioni e guide della città, alcune, purtroppo, a pagamento.
Attraversiamo il recente Ponte della Costituzione, un bell’inserto architettonico nella vecchia Venezia, percorriamo le Fondamenta Santa Lucia e transitiamo per il Ponte degli Scalzi, per avviarci verso la zona più turistica della Città lagunare: il Ponte del Rialto e la zona di San Marco.
Bellissime entrambe le zone ma scegliamo di attraversarle rapidamente, quasi a volerle archiviare, lasciando il resto del tempo per la Venezia vera, quella dei vicoli di Dorsoduro e del Ghetto, solo per fare due nobili esempi. Di certo lo splendido ponte del Rialto e la bella Piazza San Marco sono da vedere ma la difficoltà sta nel riuscire a passare tra le fotocamere e le persone in posa per “rubare” la foto turistica dell’anno.
L’importante è passarci sorridendo per farsi immortalare dal turista organizzato.
La prima giornata trascorre nella visita della zona turistica, con tanto di foto al Ponte dei Sospiri, incartato e sponsorizzato per lavori di restauro, e con la fuga verso la Darsena con l’imponente Arsenale che fece di Venezia la Repubblica marinara che conosciamo, ancora però chiuso al pubblico se si escludono mostre e fiere.
Con una idea di massima dei sestieri San Marco e Castello ci spostiamo verso le Fondamenta nuove, perdendoci per i vicoli della zona Castello, una delle zone popolari e animate della città, con i panni stesi e i veneziani che fanno la spesa. Le Fondamenta nuove costeggiano l’estremità settentrionale della Città, ed anticamente erano fatte di terra, successivamente di legname ed ora di pietra. Furono chiamate “Nuove” per il restauro effettuato dopo la mareggiata del 1766 che le danneggiò seriamente.
Tornando all’Arsenale e godendoci ancora un po’ di Venezia popolare, ci rechiamo a prendere il vaporetto per percorrere il Canal Grande fino alla fermata prossima a Piazzale Roma, da dove l’autobus numero 5 ci riporta al campeggio. Al rientro ci facciamo sconfiggere dalla pigrizia e ci orientiamo verso il ristorante del campeggio; qui, aimè, ci delude un po’ la qualità della cucina e possiamo affermare che solamente la pizza è appena accettabile; il tutto non è all’altezza della validissima cucina italiana.
Nel camping notiamo che le piazzole sono quasi tutte occupate con un continuo viavai di camper che si recano a scaricare i wc ed a caricare le acque nella zona dedicata: un vero traffico fino a tarda sera.
La mattina successiva, archiviata la pur bella zona turistica ci orientiamo verso il sestiere Dorsoduro fermandoci a prendere un po’ di sole nell’ accogliente Campo Santa Margherita: anche qui senza porci mete, se non quelle che la curiosità ci suggerisce per osservare uno scorcio, una chiesa od un canale con il passaggio delle gondole.
E non ci vogliamo perdere il Ponte dell’Accademia, un ponte in legno, provvisorio, reso oramai definitivo per la sua stabilità, e per la relativamente recente sostituzione degli elementi in legno e l’inserimento di archi metallici per rafforzarne la struttura.
Ed anche in questo sestiere lasciamo in tasca la guida della città e ci perdiamo tra calle e canali, tra chiese e palazzi: ci spingiamo fino alle Zattere, le fondamenta che si affacciano sul Canale della Giudecca, dalle quali si osserva l’Isola della Giudecca con il bel Molino Stucky che si impone, sul canale, col suo stile neogotico. Per il pranzo ci rechiamo nei pressi del Mercato del pesce di Rialto, dove, seduti sulle banchine del Canal Grande ci mangiamo un panino.
Anche il mercato del pesce, ed il vicino mercato della frutta, sono un altro angolo della vera Venezia. Proprio qui i veneziani vengono a fare la spesa ma anche i turisti non disdegnano una visita a questo cuore pulsante della città.
Ripercorrendo il sestiere di Santa Croce (consigliamo la visita al Museo di Storia naturale), attraversiamo nuovamente il Ponte degli Scalzi per conoscere il sestiere di Cannaregio ed in particolare il Ghetto, il primo d’Europa, tanto che a questo si deve il nome, derivato probabilmente da una storpiatura della parola geto, da gettare, sinonimo di fonderie, anticamente presenti in zona.
Il Ghetto ebraico venne istituito dalla Repubblica di Venezia nel 1516 come residenza degli Ebrei che non vi potevano uscire dal tramonto all’alba; l’area veniva chiusa da cancelli e sottoposta ai controlli delle guardie. A quei tempi agli Ebrei era consentito di esercitare solamente alcune professioni: concedere prestiti di denaro, giacché ai Cattolici era proibito dalla religione, mercanti, venditori di stracci e medici.
La conquista di Napoleone, ma siamo già nel 1797, aprì i cancelli e consentì agli abitanti di trasferirsi in altre zone della città lagunare. Il 1938 le leggi razziali fasciste privarono gli ebrei dei diritti civili e le persecuzioni nazi-fasciste portarono alla deportazione di 204 ebrei veneziani, la maggior parte dei quali non fece ritorno dai campi di sterminio. Oggi il ghetto conserva intatto il suo fascino e la sua cultura, con le sue scole, il Museo Ebraico ed i suoi palazzi, i più alti di Venezia.
Suggeriamo la visita al museo ebraico ed alle Sinagoghe, le citate scole. Ed anche qui, dopo la visita al Ghetto, mettiamo in tasca la guida e girovaghiamo per Cannaregio tra calli e canali. Che bello perdersi per questa affascinante città, la cui unicità la rende certamente turistica ma non ne appanna minimamente la bellezza ed il suo fascino.
Ci sarebbe tanto da raccontare ma molte cose sono rimaste nei nostri occhi e rimarranno nella nostra memoria, aiutati anche dalla quantità di foto scattate durante questa breve vacanza.