Simbolo del passaggio dalle tenebre alla luce e magico uccello conosciuto da 7000 anni il fenicottero rosa trova il suo habitat ideale negli stagni di acqua salata della Camargue in Francia. L’osservatore potrà stupirsi dei colori del suo piumaggio che può arrivare ad essere quasi rosso come dice il suo nome “ali purpuree”.
Così gli antichi egizi indicavano il coloro rosso: con un geroglifico rappresentato proprio da un fenicottero rosa. Sul sentiero per il faro di La Gacholle si possono incontrare questi magnifici volatili vicino a bellissimi cavalli grigi detti appunto Camargue, una passeggiata in bici è d’obbligo insieme ai numerosi turisti che montano i caratteristici quadrupedi.
Così come tipica della zona è la marchiatura dei tori da parte dei gardians, si possono anche vedere le mandrie e vari spettacoli nell’arena. L’atmosfera da Far West è contagiosa e, come Daniela ci racconta, non ci si può sottrarre dal fascino di sentirsi per un’ora un cowboy e prendere un cavallo a nolo.
L’ambiente cambia decisamente vicino a Saintes-Maries-de-la-Mer dove il sacro si mescola al profano, nella piazza della chiesa delle Marie stazionano chiromanti che evocano sfumature spagnole.
A Aigues-Mortes le mura del 1200 con il mastio adibito a prigione degli ugonotti ricordano gli scontri religiosi dei protestanti calvinisti mentre il Palazzo dei Papi ad Avignone, in stile gotico, evoca la rivoluzione francese.
Per concludere e ritornare a tempi abbastanza recenti è caratteristico visitare la fabbrica di carta artigianale nel borgo medievale della Fonte di Valchiusa dove troviamo anche la sorgente del fiume Sorgue.
La varietà di ambientazioni in questo bel viaggio compiuto in camper in Francia dalla famiglia di Livio non manca certamente e vale senza ombra di dubbio una visita da parte degli amici camperisti.
BURSTNER IXEO666
Livio: autista
Daniela: organizzatrice
Mattia: figlio sedicenne
Margherita: fidanzata del figlio sedicenne
Un po’ di numeri:
KM percorsi: circa 1400
Gasolio: euro 230
Autostrade: euro 110
Posteggi per la notte: euro 34
Entrate varie + cavallo: euro 160
1° giorno mercoledì 24.04 (km 530)
Viaggio con arrivo in Camargue
Bra (CN) ore 16,30 varchiamo il cancello di casa destinazione Camargue.
Siamo nuovamente in 4, ma al posto della figlia ormai ultra ventenne c’è la fidanzatina di nostro figlio al suo primo viaggio itinerante in camper: risultato ottimo. Ci siamo fatti veramente buona compagnia in un clima sereno, rilassato e divertente.
Anche se partiamo con un bel sole sappiamo che le previsioni sono brutte, ma questo non ci ha mai fatto desistere dall’intraprendere i nostri viaggi e anche questa volta affronteremo il brutto tempo.
Inoltre dati i pochi giorni di vacanza abbiamo deciso di mettere in conto le carissime autostrade Italiane e Francesi. L’idea è di raggiungere già questa sera Saintes-Maries-de-la-Mer per sfruttare appieno il giorno dopo essendo l’unico giorno di tempo previsto senza pioggia.
Quindi dopo aver caricato l’acqua procediamo sulla fondovalle fino a Ceva dove prendiamo l’autostrada e non la molliamo più fino ad Arles e poi giù a Saintes-Maries-de-la-Mer dove arriviamo a mezzanotte esatta sotto la luna piena.
Percorriamo la D570 deserta intravedendo le forme dei cavalli, dei tori e dei fenicotteri. È ormai la quarta volta in questo paese, ma sempre solo di passaggio ora vogliamo sfruttare meglio ciò che offre.
Visioniamo le due aree di sosta camper sia quella vicino al centro (GPS N43°27’20.5 E04°25’39.9) sia quella al fondo del paese (GPS N43°27’13.8 E04°26’14.7) vicino al campeggio La Brise e alla spiaggia.
Scegliamo la prima e ci sistemiamo per la notte. Ambedue i parcheggi costano 10 euro a notte che vengono riscossi da un incaricato la mattina.
2° giorno giovedì 25.04 (km 40)
Saintes-Maries-de-la-Mer in bici e a cavallo
Questa mattina il cielo è velato ma fa caldo. Alle 10 siamo già tutti pronti a partire con le nostre biciclette con l’intento di raggiungere il faro di La Gacholle. Passiamo dall’information vicino all’arena e prendiamo i depliants con i percorsi.
Per il faro bisogna percorrere circa 24 km tra andata e ritorno percorrendo la diga a-la-mer. Il sentiero inizia dietro l’area di sosta alla fine del paese e con nostra grande sorpresa troviamo tantissimi camper posteggiati lungo il sentiero praticamente ai bordi della spiaggia. Alcuni tratti sono invasi dalla sabbia e bisogna scendere dalla bici, ma subito possiamo ammirare i fenicotteri.
Abbiamo anche la fortuna di vederli alzarsi in volo e nuovamente atterrare negli stagni. Moltissima gente percorre il sentiero anche a piedi e a cavallo. Vediamo file di cavalli sulla spiaggia e non vediamo l’ora di provare anche noi.
Purtroppo la bici di Margherita è sgonfia e dopo aver provato la pompa di gentilissimi signori tedeschi scopriamo essere bucata. Mentre Mattia e Margherita tornano a piedi (abbiamo già percorso 6 km) noi proviamo ancora a proseguire, ma l’ennesimo tratto di sabbia ci fa desistere e torniamo indietro anche noi aiutando i ragazzi.
Torniamo in paese e lasciamo la bici ad un ciclista che ce l’aggiusterà per la sera. Andiamo quindi alla scoperta del paese, stracolmo di turisti, di negozi e di ristorantini. Visitiamo la bellissima chiesa e notiamo le gitane che leggono la mano negli angoli della piazza. Come sempre mi piace l’atmosfera che regna qui con questa bella mistura di Francia e Spagna.
Pranziamo sul camper, carichiamo le bici e ci spostiamo alla ricerca di un maneggio per provare l’ebrezza del cavallo. Riprendiamo la D570 ci fermiamo al “Crin-Blanc” e prenotiamo per le ore 16 un giro di un’ora e mezza comprensivo anche di passeggiata sulla spiaggia (23 euro a testa).
Nell’attesa proseguiamo qualche km per fotografare le mandrie di tori visibili dalla strada e ci fermiamo ad acquistare prodotti tipici: vin des sables e saucissons de taureau. Passiamo anche davanti al parco ornitologico “Pont de Gau” dove sappiamo possono vedersi gli animali da vicino con percorsi guidati, noi però escludiamo questa visita avendo già provveduto diversamente a vedere gli animali tipici della zona.
Alle 16 meno un quarto siamo pronti con i nostri caschetti in attesa che ci assegnino un cavallo.
Siamo una ventina di persone e la maggior parte non è mai salita su un cavallo e questo mi rincuora avendo un po’ di timore e qualche dubbio sulla mia capacità di stare in sella.
Dopo i primi passi mi sento più tranquilla e ci godiamo tutti e quattro questa bellissima esperienza e ogni tanto andiamo anche al trotto.
Purtroppo si blocca la macchina fotografica e sono a corto di foto, ma il pezzo in cui camminiamo sulla spiaggia è veramente suggestivo.
Tra Mattia e il suo cavallo è amore a prima vista e anche Margherita è più che soddisfatta.
La nostra guida non si risparmia sia a darci consigli sia ad esibirsi in galoppate nelle paludi e sulla rena.
Torniamo al camper molto doloranti (sedere, schiena e gambe) ma ne è valsa la pena.
Il parcheggio è vicinissimo e avessimo avuto le 4 bici non avremmo certamente spostato il mezzo.
Quindi torniamo a sistemarci per la notte nello stesso posto. Dopo cena facciamo un giretto in paese ormai deserto con solo i locali pieni. Questa sera non stentiamo ad addormentarci.
3° giorno venerdì 26.04 (km 200)
Méjanes: Ferrade dei tori – Salin de Giraud – Spiaggia di Piémanson – Aigues-Mortes
Oggi è molto nuvoloso ma per adesso non piove. Alle 10 siamo già pronti a partire con doccia fatta.
La nostra prima meta è Méjanes. Andiamo al Domaine de Paul Ricard dove si possono fare diverse attività: cavallo, affitto bici, trenino nelle paludi, dimostrazioni di marcatura tori e arena con spettacoli. Noi arriviamo in tempo per la Ferrade (5 euro a testa). Ci portano in mezzo alle marais e ci fanno salire su un piccolo palco rialzato.
Poi arrivano i Gardians sui cavalli bianchi, con le loro camice colorate, vanno a prendere la mandria, la portano e due metri da noi e dopo alcune spiegazioni sui tori della Camargue la guidano nelle paludi. Ora è la volta della marcatura dei tori giovani.
Arrivano con il primo torello, ma non riescono a prenderlo. Dopo inseguimenti e anche cadute da cavallo il toro prende la via delle marais e sparisce dalla vista.
Ci riprovano col secondo e questo riescono ad acchiapparlo e davanti ai nostri occhi marcarlo. Poverino ci fa pena, ma ci assicurano che fa meno male di un tatuaggio e dura veramente solo qualche secondo. Bello spettacolo!
Finito questo inizia nell’arena un altro spettacolo a cui noi però decidiamo di non assistere. Raggiungiamo quindi le Salin de Giraud e comincia a piovicchiare.
Raggiungiamo il punto panoramico per osservare le saline sotto un cielo grigio e dopo aver visitato quelle dell’Île de Ré e quelle di Noirmoutier-en-l’Île queste ci sembrano un po’ squallide forse perché sono industriali.
Proseguendo sulla stessa strada si percorrono circa 10 km e si raggiunge la famosa spiaggia di Piémanson. Ha smesso di piovere e la strada è veramente bella e particolare: acqua da una parte e dall’altra.
Sulla spiaggia ci sono già altri camper e anche noi ci sistemiamo per pranzare e farci 4 passi in riva al mare. Siamo in mezzo alla sabbia e vediamo il mare molto mosso: suggestivo! Pastasciutta e riposino e poi partiamo per Aigues-Mortes.
Percorriamo una bella strada costeggiata dalle basse vigne da cui si ricava il famoso vin des sables. Troviamo l’area camper sul canale chiusa e raggiungiamo quella segnalata come parcheggio 4 proprio sotto le mura. Il traffico è veramente tanto, ma nell’area ci sono ancora parecchi posti.
Pagheremo (€ 9,40 per tutta la notte) e troviamo tutti i servizi, il centro è a due passi ed abbiamo anche la vista sulla bella cinta muraria.
Come ricordavo il paese è piccolino ed è pieno di botteghe e bottegucce. Si può fare il giro delle mura, ma al momento sono già chiuse. Uno dei punti più caratteristico è la piazza St. Louis pieno di ristorantini con dehor. Dopo aver passeggiato tra i vari vicoli torniamo al camper per attendere l’ora di cena.
Ricomincia a piovere, ma decidiamo comunque di tornare in paese per la cena. Scegliamo un ristorantino sulla piazza e mangiamo bistecche e spezzatino di toro, flan dei famosi asparagi del posto, riso della Camargue, zuppa di pesce e gamberi.
Comunque niente di speciale, anzi tutto molto dozzinale (80 euro), ma sicuramente la location fa la sua parte. Dopo cena giretto veloce e si torna al camper per riposare.
4° giorno sabato 27.04 (km 150)
Le Grau-du-Roi – Avignone
Questa mattina ci svegliamo senza pioggia, ma purtroppo verso le nove inizia a piovere e a tirare vento. Raggiungiamo comunque Le Grau-du-Roi e posteggiamo nel parcheggio apposito subito prima del paese. Questo posto è stato una bella sorpresa.
Troviamo un bel paesino di mare con il porto pieno di bellissimi locali, stradine con negozietti e un bel mercato provenzale però tutto condito da pioggia e raffiche di vento, il famoso Mistral, che ci girano l’ombrello. Torniamo al camper zuppi dopo aver comprato baguettes, madeleine, pain au chocolat e i famosissimi churros.
In ogni caso sono contenta di aver scoperto questa cittadina dove vorrei sicuramente tornare col bel tempo. Cercando dei siti al coperto da visitare senza ombrello individuiamo l’abbazia di Montmajour che però troviamo ancora chiusa (riaprirà solo il 05.05) andiamo quindi a pranzare nel parcheggio del Moulin de Daudet a Fontvieille.
Avevamo già visitato il mulino in passato e non pensiamo neppure di scendere dal camper visto che viene giù a catinelle. Decidiamo di raggiungere Avignone visto che i ragazzi desiderano visitare il palazzo dei Papi. La città è caotica come al solito e purtroppo in una rotonda tocchiamo col camper in un cordolo rigando il fascione e rompendo il copriruota.
Raggiungiamo l’isola di Barthelasse e posteggiamo sotto il ponte Daladier con altri camper vicino al campeggio Bagatelle. Avignone è circondata da 5 km di mura molto ben conservate e il colpo d’occhio da qui è splendido.
Affrontiamo la pioggia e il vento, cosa non facile soprattutto sul ponte dove le raffiche sono più forti. Fortunatamente entrando nelle mura la situazione migliora. I ragazzi entrano nel Palazzo dei Papi (17 euro per due) mentre noi che avevamo già fatto questa visita in passato prendiamo il trenino per fare un giro nella città restando al coperto (14 euro in due).
Alla fine questa è stata una buona idea, perché appena finito il giro, molto interessante e dettagliato con spiegazione in italiano, incredibilmente spunta il sole e nonostante il freddo e l’aria chiudiamo gli ombrelli e possiamo visitare comodamente il ponte di Saint-Bénezet, molto particolare essendo solo a metà.
Ci incontriamo con i ragazzi e facciamo ancora un bel giro nella piazza dell’orologio, tra negozi eleganti e in Rue de la République il tutto molto animato. Bello! Per cena raggiungiamo il bel parcheggio con servizi di Fontaine-de-Vaucluse proprio sul fiume molto economico: solo 4 euro fino il giorno dopo. Bellissima serata sul camper molto allegra passata a ridere e a scherzare.
5° giorno domenica 28.04 (km 490)
Fontaine-de-Vaucluse – viaggio di ritorno
È arrivato l’ultimo giornodi questo viaggio in Camargue sulle ali del fenicottero rosa e sotto un cielo uggioso decidiamo di fare la passeggiata fino alle fonti della Sorgue. Questo sito ci aveva entusiasmato nel viaggio di molti anni fa (8 per la precisione) avendolo visitato con il sole e in piena stagione turistica.
Oggi troviamo ancora parecchi esercizi chiusi, ma in ogni caso piacevole. Visitiamo il Moulin à papier molto interessante dove ancora adesso si fabbrica carta e dove si possono comprare molti manufatti.
Raggiungiamo le sorgenti in 10 minuti e a tratti apriamo gli ombrelli, ma oggi fortunatamente il vento è assente. In questo paese il nostro Petrarca soggiornò e scrisse i famosi versi: “chiare e fresche dolci acque”.
Ci avviamo con il camper verso casa passando per il bel paesino dell’Isle-sur-la-Sorgue, paese dei Brocantes e dei canali, dove oggi, come tutte le domeniche mattina si svolge il bel mercatino provenzale che avevamo già visitato in un precedente viaggio.
Per pranzo siamo sull’autostrada che lasceremo solo a Imperia per percorrere il Col di Nava avendo sentito alla radio di una coda di oltre 16 km prima di Savona. La pioggia battente ci accompagnerà fino a casa dove come ultima sorpresa troviamo l’ascensore fuori servizio: abitiamo al quinto piano!